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"Senti, togliti di qui prima che ti stampo un bel pugno in faccia!" disse Nico a Titto, quando vide le condizioni in cui l'amico gli aveva riportato Michy a casa quella sera.

"Scusa amico, ma non avevamo idea la prendesse così!" rispose lui, sorreggendo Michela.

"Stasera ne ho per il cazzo di parlarti Tiziano! Ti giuro che potrei dirti e farti cose che non vorrei, quindi levati dal cazzo!"

Come Nico sbattè la porta in faccia a Titto, Michy riprese per un attimo coscienza.

"Ora resti con Laila! Domani ne parliamo, però!" si rivolse a Michela, incazzato come una bestia, avviandosi a passo pesante in camera.

Michy si sdraiò sul divano. Aveva bevuto troppo, e i tiri di canna che aveva fatto dopo aver vomitato a casa di Titto e Manu non avevano fatto altro che aggravare la situazione. Chiuse gli occhi, e per un attimo le sembrò di sentire le mani di Alex posarsi sul suo volto.

L'indomani mattina si svegliò stravolta. Non aveva idea di cosa fosse successo la notte prima. Si ricordava le cose a sprazzi. I ragazzi che giocavano alla Play, la birra fresca che ingurgitò, il vomito nel water, Gian che le porgeva uno spinello.

Si alzò dal divano barcollando, con un gran mal di testa. Andò in cucina e accese la caffettiera. Guardò l'orologio. Erano quasi le due del pomeriggio.

Nico che urlava

Cercò in casa Nico, per vedere se era ancora incazzato con lei. Non lo trovò.

Bevve il caffè bollente, tanto da sentirlo scendere fino allo stomaco.

Immagini sbiadite le riempivano il cervello.

Il litigio con la zia e il piatto rotto

Si guardò intorno e non c'era traccia nè della zia, nè dei cocci di vetro per terra.

Lavò la tazzina, e andò ad aprire la finestra.

La passeggiata fino a casa di Titto e Manu

Il messaggio di Alex

"Porca puttana, fai che non gli abbia inviato quello che temo!" si disse ad alta voce, correndo verso il cellulare.

Quando controllò, si rasserenò un poco, nel constatare che quei pensieri che la sera prima, in bagno,le erano venuti in mente confusi, erano rimasti solo per lei.

Ad un certo punto, mentre avviava la lavatrice, si appoggiò con la schiena al muro.

Le risate di Titto e Manu che provenivano dal salotto.

Lei e Gian soli in cucina.

Lei seduta sul tavolo, Gian in piedi davanti a lei..

Lei che gemeva a bassa voce, lui con le dita tra i suoi capelli, e l'alito che sapeva di erba e birra.

Gli squilli all'altro capo del telefono sembravano eterni.

"Mi puoi spiegare come cazzo ti sia potuto venire in mente?" urlò, quando Gian rispose.

"Ehi Michy, ascolta. Speravo non ti ricordassi niente, e..."

"E invece mi ricordo tutto!"

"Non è successo niente, solo un bacio!"

Michy si guardò allo specchio nell'entrata.

"E un succhiotto! Porca troia, Gian, un cazzo di succhiotto!"

"Mi hai detto che ti stavi divertendo!"

"No, caro, questo non me lo ricordo!"

Se non ci fossero quei due di là, Gian...

Ma puttana miseria! Che cazzo le era preso?

"Senti, fai finta che non sia successo nulla, ok? non voglio rovinare tutto con te!"

"ok, ci proverò. Spero che Nico ieri sera sia stato tanto incazzato con me da non notare sta minchia di patacca sul collo!" sorrise Michela.

"lo spero anche io, Michy!" rispose Gian e tutti e due risero nell'immaginare Nico il protettivo con la sorella ubriaca fradicia e un succhiotto gigante sul collo.

"Però non provarci mai più, ok?"

Quando vide che Gian non rispondeva, si schiarì un attimo la voce.

"OK???"

"Sei tu che ci hai provato con me, Michy!"

"Non è vero!"

"Ti giuro che non ti avrei mai toccato con un dito, se non me l'avessi permesso!"

Lei che seguiva Gian in cucina, dopo la mezza canna che si erano fumati.

Lei che gli si avvicinò, chiedendogli di baciarla.

"Non sei in te Michy!"

Lei che lo prese per il colletto della felpa e lo spinse a se.

"Se non ci fossero quei due di là, Gian" gli aveva detto, mentre continuava a baciarlo, sedendosi sul tavolo e divaricando le gambe.

"E' tanto che aspettavo questo momento, piccola!"

"Non chiamarmi  piccola, per favore!"

Michy che si staccò da lui lasciandolo da solo in cucina. Come le aveva detto piccola, aveva rovinato tutto quanto.



Alex era preoccupato, quando si svegliò.

Michy non gli aveva risposto al messaggio del giorno prima. Da lei sarebbero state le undici e mezza di sera, più o meno e con la zia in casa, sicuramente era successo qualche casino.

Prese il telefono dal comodino, e senza neppure alzarsi dal letto, mandò un messaggio a Nico.

Quando lui gli rispose che Michela era andata a letto presto perchè aveva un forte mal di testa, gli chiese di come stesse andando con la zia.

SI SOPPORTANO aveva risposto Nico.

Alex era più sollevato.

Si alzò dal letto ed andò in cucina, dove trovò Anthony a far colazione.

"Amico!" lo salutò Alex.

"Alex, buongiorno!"

"Dove sono i biscotti?" cercando nella credenza.

"Li ha finiti Luke prima di uscire."

"Quel bastardo!" sbuffò lui.

"Senti, c'è Amber che ha proprio un debole per te, mi sa"

Alex stava prendendo una tazza dal mobiletto sopra il labello.

"Non mi interessa, grazie!"

"Su, Alex. Non devi mica per forza scopartela!"

Era quasi dicembre, erano trascorsi mesi dall'ultima volta che aveva visto Michy fuori dalla sua macchina. E, nonostante lui ogni volta tentasse di convincerla a raggiungerlo in America, era una battaglia persa.

"Lo sai che per Capodanno vado giù!"

"Si,lo so!"

"E sai anche quanto io ci tenga a rivedere Michela, vero?"

"So anche questo!"

"Quindi?"

"Quindi cosa!"

"Non voglio dare false speranze ad Amber!"

Luke si alzò e mise la sua tazza sporca nel lavandino.

"Ti sto solo dicendo di trattarla un po' meglio, Alex!"

Era vero, Alex in quel periodo trattava tutti di merda. Era in ansia all'idea di rivedere Michy dopo tanto tempo. Doveva dirle che aveva preso un biglietto aereo per raggiungere lei e gli altri a Capodanno? O forse era meglio non dirle niente e piombarle in casa così, all'improvviso?

Certo, si sarebbe fatto odiare da Laila, che disgustava queste cose. E forse si sarebbe fatto odiare anche da Michela, ma gliel'aveva detto...Verrò durante tutte le festività...

Forse lei non si ricordava quella promessa, ma lui sì. E non poteva non mantenere anche quella.

"Ok, Anthony! Non ho niente contro di lei...solo che sono un po' nervoso ultimamente."

"Lo so, fratello. Ma non puoi far soffrire chi ti vuole bene!"

Il telefono di Anthony squillò.

"Pronto...ciao Kelly, si si io e i ragazzi veniamo stasera. ....Si si...viene anche Alex...ciao tesoro...ok.ok...dille però di non illudersi"

Quando riattaccò, guardò Alex sorridente. Alex invece lo fulminò con uno sguardo.

"Dov'è che dovrei venire con te e gli altri, Amber e Kelly?"

"A casa di Kelly. Fa una specie di festa per Luke!"

"Per Luke?"

"Si oggi è il suo compleanno."

"Ah bene, si è già fregato i miei biscotti, quel figlio di puttana. Penso proprio che quello è stato il mio regalo per lui!"

Quando Anthony uscì di casa, Alex andò in camera. Prese il biglietto aereo tra le mani e sorrise. Tra un paio di settimane quel pezzo di carta lo avrebbe accompagnato nel suo viaggio verso quella ragazza che tanto aveva amato, e che continuava a essere presente per lui, come l'aria che respirava.






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