57.Dimentica
Raf- Dimentica
Erano trascorsi già tre mesi da quando Alex era partito.
Il master era iniziato bene, e stava imparando molte cose. Il suo inglese perfetto gli stava permettendo di avere facilità nelle relazioni, e suo padre era in diretto contatto con il docente che lo stava affiancando durante la sua esperienza a Boston. Alex aveva faticato molto ad abituarsi al fuso orario, ma nel giro di una settimana aveva sintonizzato il suo orologio biologico con quelli americani.
Ma non era riuscito ancora ad abituarsi alla distanza che lo separava da Michela.
Era finita, finita definitivamente, ma Alex non voleva ammetterlo.
L'amava, e il suo amore per quella ragazza così lontana non faceva altro che farlo sentire una merda.
Certo, Mark, Anthony e Luke erano simpatici. Vivevano con lui e l'avevano accolto subito molto bene. Le sue giornate erano frenetiche. Trascorreva molte ore al giorno all'università e in ospedale e non aveva molto tempo per pensare. Ma quando si ritrovava in camera, da solo, nel silenzio delle sue notti, Alex non faceva altro che pensare a lei.
Erano le dieci di sera, ed Alex accese il computer portatile per vedere se Nico era in linea. Era una cosa improbabilissima, dato che in Italia sarebbero state le quattro di notte, ma aveva bisogno di sentire come stavano procedendo le cose laggiù. E come stava Michy.
Nico lo teneva informato su tutto, e le volte che lei non gli rispondeva ai suoi messaggi, era Nico ad aggiornarlo.
Da ciò che il suo amico gli aveva raccontato i giorni precedenti, Alex sapeva che Michy era stata male
Aveva preso l'influenza ed era stata a casa una settimana. E, quando Nico tornava dal lavoro, la trovava sempre con gli occhi rossi e gonfi, e sapeva che non era per il raffreddore.
Aprì Skipe, e ovviamente Nico era offline.
Quindi Alex decise di entrare nella posta elettronica per vedere se aveva ricevuto qualche mail dal suo professore, e notò una mail da parte di Michela. Guardò l'ora, e notò che gliel'aveva inviata da un quarto d'ora. Non c'era scritto nulla, nella mail. Solo una faccina sorridente. Ma c'erano tantissimi allegati. Alex li aprì, uno ad uno, e si sentì pian piano mancare.
Michy gli aveva scannerizzato ogni pagina del suo diario, quello che lui aveva già letto per gran parte. Digitò subito un messaggio sul cellulare.
MIO DIO PICCOLA, NON CI CREDO!
Dopo qualche minuto il telefonino vibrò.
PENSO CHE QUELLE PAGINE APPARTENGANO ANCHE A TE.
Alex sospirò, e poi digitò ancora.
QUESTE PAGINE APPARTENGONO A NOI, PICCOLA. NULLA PER ME E' CAMBIATO.
Michy impiegò quasi mezz'ora a rispondere.
ANCHE PER ME NON E' CAMBIATO NULLA, ANCHE SE STO CERCANDO DI DIMENTICARE.
NON PUOI DIRE QUESTO MICHY.
ALEX, FA TROPPO MALE.
LO SO, PICCOLA. MA NON SI PUO' DIMENTICARE UN AMORE COME IL NOSTRO.
NON VOGLIO DIMENTICARE PROPRIO TUTTO, MA SOLO COME MI FACEVI SENTIRE BENE
"Ehi, cosa stai facendo?" chiese Luke dopo essere entrato in camera di Alex.
"Niente di che, mi sto scrivendo con un'amica." rispose lui, scazzato.
Luke era uno di quegli amici che capiscono subito al volo.
"E la tua amica è quella ragazza che è in foto in ogni angolo di questa stanza?"
Alex lo guardò sottecchi, poi si voltò di nuovo verso lo schermo del telefonino.
"Si, ma non so perchè non ti fai mai i cazzi tuoi!"
Luke rise. Non era mai spaventato dagli atteggiamenti di Alex, anzi. Lo trovava divertente.
"Stiamo andando a bere due birre. Vieni con noi?"
Alex non si voltò. "No, grazie. Magari un'altra volta."
"Ok! Ci si vede domani!"
Dopo qualche minuto, Alex sentì Luke e gli altri coinquilini uscire di casa, allegri. Alex era spesso uscito con loro. Aveva conosciuto diverse ragazze americane e si era ubriacato almeno tre volte nell'ultima settimana. Ma quella sera non aveva alcuna intenzione di uscire, o far baldoria. Michy voleva dimenticarlo, e questo, forse, gli stava facendo ancora più male di quando si erano detti addio.
E PERCHE' ?
PERCHE' IL RICORDO DI TE MI STA UCCIDENDO.
MICHY FAI LE VALIGIE, RAGGIUNGIMI QUI, TROVERO' UN APPARTAMENTO PER NOI DUE. TI SCONGIURO.
SAI GIA' LA RISPOSTA ALEX.
SI, MA NON MI HAI MAI DETTO PERCHE' E' NO.
Michy esitò, poi però rispose di getto.
NON POSSO LASCIARE NICO. NON VOGLIO. E' MIO FRATELLO E, ANCHE SE HA LAILA, HA BISOGNO DI ME, E IO DI LUI.
ANCHE IO HO BISOGNO DI TE.
MA TU TE LA SAI CAVARE ANCHE DA SOLO.
Faccina sorridente.
Cazzo di faccine sorridenti! Alex non stava sorridendo proprio per niente.
CON TE SAREBBE TUTTO PIU' BELLO.
NON E' DETTO, SAI? SONO DIVENTATA ARROGANTE E SCORBUTICA.
SI, NICO MI HA ACCENNATO QUALCOSA A RIGUARDO.
Alex rise, quando lesse la risposta di Michela.
SCUSA? COSA TI HA DETTO QUEL CRETINO? ORA VADO DI LA E LO SVEGLIO A CUSCINATE.
Faccine con le lacrime agli occhi dal ridere.
CALMA, CALMA, PICCOLA. STAVO SCHERZANDO.
Faccina con la linguaccia.
BUONA NOTTE ALEX. QUI SONO QUASI LE CINQUE DI MATTINA.
GRAZIE DI TUTTO, MICHY.
GRAZIE DI COSA?
DI NON ESSERE SPARITA DALLA MIA VITA.
Michy gli rispose con un cuoricino rosa.
Quella sera, Michy era uscita con Gian.
In quei mesi durante i quali Alex era partito, Gian le si era molto avvicinato. Era uno dei migliori amici di Manu e Titto ed era inevitabile che dove fossero loro, ci fosse anche lui.
Quando lui le chiese di uscire per una pizza, Michy non ci vide nulla di strano. Gli voleva bene, e si erano chiariti sul fatto che lei non sarebbe mai stata con lui e lui aveva capito. E si era comportato bene i mesi precedenti e anche quella la sera. L'aveva fatta ridere prendendo in giro i signori seduti al tavolo vicino al loro, e l'aveva riaccompagnata a casa sana e salva, per la felicità di Nico.
Ma quando si era ritrovata a pensare alla serata appena trascorsa, aveva preso il diario e aveva letto qualche pagina. Quelle pagine, contenevano Alex, in tutto e per tutto. C'era l'Alex egoista, l'Alex arrabbiato, l'Alex innamorato.
C'era l'Alex dolce, e quello scorbutico.
L'Alex bastardo, e quello protettivo.
Impiegò quasi tutta la notte a scannerizzare tutte quelle pagine. Non gliele inviò tutte, ma aveva il diritto di averle anche lui.
Quando Michy vide che Alex le scrisse su Whatsapp, era felice, anche se aveva deciso di doverlo dimenticare.
Stava troppo male, Michela. Anche se fingeva di essere serena, dormire in quel letto matrimoniale da sola, la faceva sentire persa. Non aveva le braccia di Alex che la tenevano stretta, non aveva le sue parole comprensive e i suoi sorrisi. Tutto ciò che aveva di lui erano quella foto sul muro, quelle pagine di diario e i ricordi. I ricordi erano tantissimi e ogni volta che un'immagine di loro due insieme le compariva davanti, sentiva delle pugnalate al cuore.
Doveva dimenticarlo, non c'era altra soluzione.
il giorno dopo fece pulizia.
Prese la cornice sopra il letto e la mise dietro l'armadio.Chiuse il diario in una scatola e la portò in cantina, insieme al bracciale che Alex le aveva regalato il giorno in cui era uscita dall'ospedale. Pian pianino l'avrebbe scordato. Non l'avrebbe scordato definitivamente. Ma il suo ricordo, forse, un giorno, l'avrebbe fatta sorridere, senza quel dolore lancinante nell'anima.
Alex entrò in casa con un grande quadro fasciato dentro della carta da giornale.
"Ehi raga! Alex ha fatto shopping oggi!"
"Anthony, fottiti!" disse, andando dritto in camera sua.
Erano tre giorni che cercava quella cornice in giro per Boston. Doveva essere grande abbastanza, e la voleva gialla. Gialla come il sole, luminosa come il sorriso di Michela.
Si chiuse la porta alle spalle. Prese la foto arrotolata che aveva messo nell'armadio e la srotolò.
Quando la mise sul letto, sentì il cuore esplodere, di nuovo.
Era una foto di Michela. Era in reggiseno, con i capelli bagnati sulle spalle, di schiena. Il viso era girato verso di lui, e sorrideva. Alex amava quella foto.
E il ricordo che gli suscitava.
Avevano fatto l'amore, quando Michy andò a farsi la doccia. Uscì dal bagno dopo mezz'ora e Alex andò a prendere la macchina fotografica in sala.
Quando la raggiunse in camera, Michy era di spalle in reggiseno e mutandine e stava cercando nell'armadio qualcosa di pulito da mettersi.
"Ehi ma cos'è tutta quella ciccia!" la prese in giro Alex.
Quando Michy si voltò sorridendo allo sfottò di Alex, lui la immortalò.
In quella foto c'era il grande unicorno alato che Michy aveva tatuato sulla schiena. C'erano i suoi bellissimi capelli sempre profumati. C'erano i suoi occhi. Le sue fossette. Il suo sorriso.
Mise la foto in bianco e nero nella cornice, e quando l'appese sopra la scrivania pensò a quanto anche la loro storia fosse stata sempre in bianco e nero. Momenti di purezza assoluta, e attimi di sofferenza totale. Loro non avevano mai avuto una via di mezzo. O felici, o tristi.
Alex l'amava, più di ogni cosa al mondo.
E, nonostante lei avesse deciso di dimenticarlo, lui non riusciva a farlo.
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