22 Estate
Negramaro- Estate
"Ti rendi conto che stavi per uccidere quel ragazzo, per colpa di una troietta che conosci a malapena?" gridava Stefania, mentre tornavano al bungalow.
"Senti, Stefania. Smettila perché mi sto incazzando!"
"aH SI? Ti Stai incazzando con me? Ti rendi conto, brutto deficiente che stavamo trascorrendo una bella serata, e quella puttana ha rovinato tutto?"
uno...due...tre...Alex stava per scoppiare.
"Togliti dai coglioni!"
"Cosa?" chiese Stefania, fermandosi per un istante.
"Ti ho detto che devi toglierti dai coglioni, una volta per tutte."
"Proprio non ti capisco. Capisci che..."
Alex la interruppe.
"Sei tu che non capisci! Michela era ubriaca marcia, e domani si sarebbe pentita, se fosse andata a letto con quello stronzo li!"
Stefania era rossa dalla rabbia "E cosa cazzo ti fa pensare che domani se ne sarebbe pentita?"
Alex non la guardava.
"Senti Alex, ora mi hai rotto davvero i coglioni. Domani me ne torno a casa!"
"Ecco brava, e non farti più né vedere, né sentire da me!"
Alex ribolliva nelle viscere. "Non è colpa di Michy. La colpa è tua, perché mi hai stressato tutti questi anni con le tue scenate, con la tua gelosia, con il tuo seguirmi ovunque! Io davvero...cioè tu...tu non capisci! Non saresti dovuta neppure venire qui! Eravamo d'accordo che avevo bisogno di spazio e...emh...e basta Ste. Io non ti amo più!"
Stefania sentì le ginocchia crollare, come tutto il mondo intorno a lei.
Iniziò a piangere sommessamente. "Quindi mi stai dicendo che dopo una litigata per colpa di quella puttana lì, tu mi stai lasciando?"
Nascose il viso tra le mani e quando Alex le si avvicinò per consolarla, lei lo spintonò via.
"Dammi tempo fino a domani. Poi ti lascio con la tua troietta!"
Alex dormì sul divano, quella notte.
Anzì, restò sul divano, senza dormire.
Pensava alle parole taglienti che aveva detto a Stefania, e gli dispiaceva.
Sapeva che lei ci teneva davvero a lui.
Il suo per Alex era un amore malato, ma era comunque amore.
Quando Stefania uscì dalla camera, con le valigie in mano e un taxi che l'aspettava fuori dal bungalow, si avvicinò ad Alex.
"Allora, è proprio finita?" chiese lei, con gli occhi che imploravano un no.
Alex le accarezzò una ciocca di capelli che le cadeva morbida su una spalla.
"Si, Ste. Mi dispiace!"
Stefania aveva gli occhi pieni di lacrime, quando entrò nel taxi e partì, senza guardarsi indietro. Sapeva che comunque Alex non avrebbe cambiato idea.
"cazzo, raga! E' merda!" urla Deb alle amiche, che stavano facendo colazione in cucina. Deb aveva visto un taxi portare via una Stefania disperata, con le valigie in mano.
Tentarono di inviare un messaggio a Michy per supplicarla di chiamarle, ma Alex bussò alla loro porta, senza dare loro tempo di comunicare con Michy.
"Io col cazzo che vado ad aprire" disse Deb a bassavoce alle amiche, che l'avevano guardata in sincronia.
"Ok, vado io!" si decise, alla fine.
Quando aprì la porta, le si compresse il cuore.
"Ti prego, chiamami Michy!"
"Ehm, Michy non c'è!"
"Dai, non fare la cogliona!" rispose Alex, entrando.
Fece per dirigersi in salotto quando sentì delle voci divertite provenire da fuori. Riconobbe la voce di Michela, quindi uscì di corsa.
Quando la vide, ebbe paura per un attimo di morire.
Michy stava ridendo, mentre Joshua la abbracciava, leccandole un orecchio. Lei finse di spintonarlo via e, quando lui le disse qualcosa all'orecchio, la fece ridere di nuovo.
Ma quando vide Alex all'ingresso del bungalow delle ragazze, davanti ad Alice e le altre, sconvolte, Michy capì subito sarebbe successo un gran casino.
Alex si precipitò giù dalle scale del bungalow e senza badare alle urla delle ragazze che lo imploravano di non far cazzate, piombò addosso a Joshua come una furia.
Lo spintonò per terra, e cercò di salirgli sopra per spaccargli la faccia, quando Joshua gli sferrò un calcio che lo fece stramazzare.
Sentiva i pugni in faccia, nella tempia, sentì la mascella fargli un male atroce, quando riuscì a liberarsi da Joshua e a prenderlo per la maglietta. "Quanto male ti fa sapere che me la sono scopata in pineta !?" chiede con un ghigno malefico Joshua, sottovoce, per non farsi sentire da nessun altro che da Alex.
Prima che potesse ammazzarlo davvero, Alex venne sbattuto via da Christian, mentre Matteo e Alessandro immobilizzavano Joshua.
Alex notò che intorno a loro si era formata una folla di campeggiatori e, quando vide il guardiano andargli incontro molto alterato, Alex si alzò e guardandolo in faccia gli disse "Ehi amico, lo so. Dammi il tempo di fare le valigie che me ne vado."
Prima di entrare nel bungalow, si voltò.
Quando incrociò il suo sguardo, notò che Michy aveva il viso rigato dal pianto.
E questo gli fece più male delle botte che aveva appena ricevuto.
Alex salutò gli amici ed uscì dal bungalow prima di prendere a botte anche Matteo, che gli fece notare di quanto gli si fosse tornata indietro tutta la cattiveria che aveva provocato.
Uscì dal campeggio, quando fu fermato da Michela.
"Dove pensi di andare, adesso?" le chiese, visibilmente scossa.
"Dormirò in spiaggia, non voglio rischiare di ritrovarmi sullo stesso aereo di Stefania!"
"Posso stare con te, stanotte?"
"Se proprio vuoi!" rispose Alex, mentre riprese a camminare.
"Si, proprio voglio!" continuò Michy, dopo alcuni secondi.
Arrivò sera, senza che si fossero detti una sola parola.
Michela sapeva che qualsiasi cosa gli avesse detto, Alex sarebbe esploso.
E sapeva anche quanto fosse sul punto di esplodere lei stessa.
Il sole era tramontato da un po' quando lui ruppe il silenzio della giornata più lunga della sua vita.
"Mi dispiace aver rovinato la tua vacanza!"
Michy non sapeva cosa rispondere. Alex aveva ragione. La vacanza tanto attesa si era rivelata una gran catastrofe, ma allo stesso tempo era stata ricca di momenti bellissimi.
"Ci siamo solo conosciuti in un momento sbagliato della nostra vita" sospirò lei.
Alex iniziò a giocare nervosamente con dei riccioli che gli accarezzano la fronte.
"Cioè- continua Michy- se ci fossimo conosciuti in un contesto diverso, sarebbe stato figo!"
"Già!" rispose lui.
Il silenzio ritornò come un macigno. Tanti pensieri affollavano la mente di Michela.
Cosa sarebbe successo se Alex non fosse mai passato davanti al bar quella sera ?
Cosa avrebbe pensato di lei, se fosse stato ancora innamorato di Stefania?
Come sarebbe finita, se Stefania non fosse arrivata sull'isola?
All'improvviso si voltò verso Alex, che la stava cingendo con un braccio, tenendola stretta.
"Io non vorrei mai che finisse, tra noi. Ma in un certo senso non è neanche mai cominciata!" Si sentì così male a dire quelle parole, ma sapeva che era l'unica cosa giusta da fare.
"So per certo che le cose che ci siamo detti in questi giorni erano vere, e che i baci che ci siamo dati li ricorderò nello stesso modo in cui li ricorderai tu. Ma per noi non c'è alcun futuro!"
Alex si staccò da lei, come se fosse stato morso da una belva feroce. La guardava negli occhi, e Michy vi ci lesse tutta la sua sofferenza.
"Michy, senti, pensaci ok? Non puoi..."
lei lo interruppe.
Oramai la ragione aveva preso a bastonate il suo cuore, per non farlo parlare.
"Sono successe troppe cose tra noi. Cose belle, e cose brutte. Ma come mi hai fatto soffrire tu in questi giorni,...bè...nessuno prima!"
"Lo so, piccola, ma ascoltami! La storia con Stefania era tutta una stronzata. E l'ho capito nell'istante in cui ti ho abbracciata la prima volta. Non puoi dire cosi, cazzo!"
"Ascoltami Alex. Davvero! Non possiamo andare avanti in una cosa iniziata con mille bugie, mille segreti, mille prese per il culo. Che cazzo pretendi che faccia? Che ti dica che va tutto bene?"
Michy aspettava una risposta da lui.
"Ma cosa parli a fare, che ti sei appena scopata quel cretino li?"
Michy lo guardò offesa.
"Io non ho scopato con quel cretino lì. Abbiamo solo fatto colazione insieme, per farmi perdonare il fatto che gli hai spaccato la faccia senza motivo, ieri sera, per causa mia."
Non era colpa di Michela se quel deficiente aveva preso botte.
"Mi dispiace aver rovinato la tua vacanza." continuò Michela, accennando un piccolo sorriso, riprendendo ciò che le aveva detto pochi minuti prima.
Alex la girò verso di sé, le accarezzò le guance e l'abbracciò forte.
"Tu non l'hai rovinata, l'hai resa bellissima."
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