II
Era un meraviglioso parcogiochi con ruote panoramiche, casa degli specchi, trampolini, montagne russe, scivoli, autoscontri e tutto quello che potrebbe esserci in un parcogiochi.
Appena entrati mi accorsi che c'erano solo bambini, niente adulti e niente famiglie, solo bambini; pensai che fosse strano, ma che avrebbero potuto essere i figli dei ragazzi addetti alle giorstre. La cosa più sorprendente fu che Michael sembrava conoscerli tutti quanti: si abbracciavano, li chiamava per nome e correvano tutti quanti insieme.
Iniziammo a provare le varie attrazioni partendo dalla casa degli specchi e finendo con i trampolini; dopo due ore eravamo esausti e decidemmo di prenderci una pausa e mangiare un po' di zucchero filato.
Il bastoncino era ricoperto da tanti filamenti rosei che formavano una leggera nuvola intorno ad esso; addentai la nuvola rosa e sentii il suo sapore zuccherino, era buonissimo!
Guardai Michael che smise di mangiare e mi fissò a sua volta. 《Ormai siamo amici no?》 annuii anche se non riuscivo a comprendere la domanda. 《Quindi possiamo dirci tutto senza preblemi? Mi posso fidare di te?》 riprese in tono pacato. 《Certo. Ma perchè?》Michael alzò le spalle per farmi capire che non c'era un motivo preciso alla sua domanda. 《Parlami di te Michael, non so molto di te. Che lavoro fai?》 dissi io dopo un attimo di silenzio. Michael si accigliò. Forse non avrei dovuto fare quella domanda perchè lui iniziò a guardare verso il basso e sembrò nervoso. 《Se non ti dispiace ne vorrei parlare più tardi di questa cosa. Voglio che tu sia davvero pronta per questo》. Mi spaventai; cosa faceva di così tanto brutto da volermelo tenere nascosto? Ora non ero più tanto sicura di volerlo sapere.
《Non è una cosa brutta, tranquilla, è semplicemente una cosa che non ti aspetteresti mai, ma è piacevole in un certo senso》 concluse come se mi avesse letto nella mente.
Mi porse la mano e mi condusse sulla ruota panoramica.
Ci salimmo; gli strinsi la mano perchè soffrivo un po' di vertigini, lui ricambiò la stretta e mi sfiorò le nocche con il pollice. Un brivido percorse fugace la mia schiena e mi accarezzò tutta la colonna vertebrale, nonostante tutto fu piacevole.
Gli sorrisi e lui mi sorrise, un sorriso dolce, sereno e rassicurante che coinvolse anche gli occhi profondi. 《Sei bellissima》 mi sussurrò continuando a disegnare cerchi con le dita sulle mie nocche.《senti chi parla》 ridacchiai io.
Il tempo sembrava volare e in pochi attimi ci ritrovammo in cima alla ruota, la città era illuminata e il panorama offriva la visione di un bellissimo tramonto che frantumava la linea continua di palazzi invetrati che si estendevano su tutta Chicago.
La visione era magnifica: un bellissimo panorama davanti ai miei occhi e un bellissimo uomo al mio fianco.
Mi sfiorò la mano e io sussultai, mi girai verso di lui e mi accorsi che mi stava guardando con i suoi occhi profondi che puntavano ai miei, ne rimasi ipnotizzata tanto che il mio respiro cessò e il mio cuore mancò un colpo, poi ricominciò a battere ancora più forte di prima.
Il respiro di Michael si fece più pesante e il mio lo seguì all'unisono. I miei occhi si persero nei suoi e il mio volto venne attirato a quello dell'uomo che sedeva accanto a me, le nostre labbra si sfiorarono e lo sentii sorridere contro di me. 《Mi sei mancata》 sussurrò lui e un brivido mi percorse la schiena, quella voce, quel sorriso, quelle parole... chiusi gli occhi e lo baciai appassionatamente, mi lasciai andare completamente e crollai fra le sue braccia che mi strinsero forte. 《Ti amo》 sussurrò al mio orecchio e le sue labbra si arricciarono mettendo a contatto i denti con il mio collo. Mi staccai velocemente quasi un po' imbarazzata. 《Scusa, non so cosa mi sia preso, scusa davvero》 dissi abbassando lo sguardo. Il mento mi fu riportato all'altezza iniziale da due dita affusolate che lo tirarono dolcemente verso l'alto. 《perchè? A me è piaciuto molto. A te no?》disse lui mordendosi nervosamente il labbro《emm...sì...mi è piaciuto, ma magari è troppo presto...non ho baciato molti ragazzi, almeno, da quando ne ho memoria》 dissi ancora più imbarazzata di prima.《allora dobbiamo rimediare!》pronunciò lui tutto d'un fiato e riprese a baciarmi con più foga di prima. Mi lasciai trasportare dal momento, dall'ebrezza datami da qui baci così puri, così passionali, era come se quel bacio mi fosse mancato e anche lui sembrava contraccambiare i miei pensieri, ma non c'eravamo mai baciati prima di quel momento e quindi io continuai a non capire la strana sensazione.
Quando si staccò da me eravamo arrivati alla fine del giro; scendemmo dalla nostra postazione e ci sedemmo ancora alla panchina.
Quelle labbra già mi mancavano, volevo ancora quel calore, quel profumo e quel sapore su di me, lo volevo troppo e decisi di prendermelo; lo baciai senza neanche lasciargli il tempo di capire cosa stesse succedendo.
Erano le otto quando decidemmo di tornare a casa, varcammo la soglia del parco e ci trovammo assaliti da una folla immensa di fotografi, giornalisti e persone che urlavano il nome di Michael.
Lo guardai perplessa e lo vidi imprecare sottovoce 《maledizione! Mi hanno trovato anche quì!》. Non riuscii a dire niente che mi prese per un braccio e, cercando di proteggermi dai flash che emanavano le macchine fotografiche con l'altro, mi condusse alla moto, mi porse il casco e partimmo alla velocità della luce cercando di scansare la folla in delirio.
Mi strinsi al suo petto non sapendo cosa fare e pregando che non succedesse niente.
Non capivo quella situazione, ma avrei voluto sapere anche un minimo del suo perchè; era frustrante aver vissuto una scena del genere e non saperne la causa.
'Chi era Michael? E perché aveva detto quella frase?'
Queste erano le uniche domande che tartassavano la mia mente in quel momemnto bombardandola di dubbi e ansie. Volevo tornare a casa al più presto e cercare di risolvere la situazione, scoprendo la verità.
Scesi dalla moto appena mi trovai sul vialetto della mia dimora, mi tolsi il casco ed invitai Michael ad entrare per risolvere i miei dubbi.
Si accomodò sul divano ed accavallò le gambe. Sedeva leggiadro e disinvolto, come un vero e proprio principe, ma allo stesso tempo sapeva come usare il suo corpo per sedurre le persone.
《Ti va una camomilla?》dissi io non sapendo come iniziare il discorso. Lui rispose con un cenno del capo.
Andai a prepararla mentre Michael si dilettava ad osservare i miei schizzi di trucchi e maschere e a commentarli tutti.
《...mmmh...carino questo...però avresti potuto migliorarlo un po' di quí e un po' di lí...avresti dovuto metterci piú particolari in questo...e quest'altro é troppo finto...》
Fortunatamente la camomilla fu pronta subito, non ce l'avrei fatta a sentirlo parlare ancora un po' per giudicare le uniche cose che credevo mi venissero meglio.
Gliela portai e, con la tazza in mano, ci sedemmo sul divano.
La camomilla era bollente per cui dalla tazza usciva molto vapore che sfocò il viso di Michael davanti ai miei occhi.
Presi un respiro profondo combattuta sul fatto di voler sapere oppure no, ma alla fine mi feci coraggio e chiesi 《ora potresti dirmi chi sei? Te lo chiedo con il cuore, raccontami la verità su di te. Non vorrei ritrovarmi tutta quella gente un'altra volta e senza saperne il motivo》
《Certo, scusami se non ti avevo detto niente prima, ma avrei voluto evitare tutto quello che poi è successo, avrei voluto evitare di farti venire timori per niente》 fece una pausa ed aggiunse 《è giusto che tu sappia la verità sul mio conto, ma avrei voluto aspettare che tu fossi veramente pronta》
Il cuore iniziò a battere freneticamente contro il mio petto e la mia tensione era facilmente notabile.
《Io sono Michael Jackson e sono un cantante; canto da quando avevo 5 anni. Sono dell'indiana, ma ora ho una casa in California. Sono quí per fare un tour: il bad world tour》disse Michael visibilmente preoccupato dalla mia possibile reazione alla sua frase.
Mi trovai spaesata da questa risposta. Non mi sarei mai aspettata tutto questo, non avrei mai pensato che Michael fosse famoso e che questa storia fosse capitata a me.
《Ma allora perché mi hai scelto?》
《Cosa?》ribattè lui perplesso.
《Con tutte le ragazze che ti gireranno intorno, perché hai baciato proprio me?》 aggiunsi per chiarire la frase.
《Perchè sei l'unica che mi fa provare sensazioni indescrivibili, di pura gioia e leggerezza, l'unica che mi separa per diverse ore dalla frenesia di tutti i giorni, dallo stress fisico ed emotivo di questo tour che sembra non finire mai. Brooke, la mia vita è questo: quello che hai appena visto è una piccolissima parte della mia vita che continua, però, a tormentarmi; non ho una vita privata, non ho un momento in cui statre a camminare in un parco o per la strada senza che nessuno mi riconosca, è difficile vivere così, ma in te ho trovato la mia pace e la mia forza cose che credevo aver perso molti anni fa... Ero triste, abbandonato alla mia popolarità, ma tu mi hai dato il coraggio di ritornare felice》 Disse lui cautamente. Si avvicinò, mi tolse la tazza dalla mano e l'appoggiò a terra, vicino alla sua e poi prese a baciarmi senza neanche darmi il tempo di respirare e di assimilare tutte le nuove informazioni che avevo recepito sul suo conto.
Si staccó improvvisamente come se si fosse ricordato di qualche cosa orribile.
《Senti Brooke, domani ho il concerto quindi mi conviene tornare in hotel》 annuii aspettando una sua continuazione che non tardò ad arrivare. 《Mi farebbe piacere se ci fossi anche tu...ovviamemte se ti va》 《e certo che mi va!》esclamai euforica. Non potevo credere che mi stesse invitando ad un suo concerto. Non stavo nella pelle all'idea di vederlo su quel palco a cantare per rendere felici le persone.
Gli gettai le braccia al collo ed incominciai a ringraziarlo lui rispose con un abbraccio altrettanto caloroso.
《Grazie della serata》
《grazie a te》
Mi baciò una guancia e sparì fra i corridoi infiniti dell'albergo più lussuoso della città.
Mi svegliai di colpo, erano le dieci del mattino e la luce entrava fioca dalle finestre socchiuse.
Mi avvicinai al telefono e notai due messaggi di Michael che lampeggiavano sullo schermo. "Dormigliona sveglia!!" "Arrivo fra circa 1 ora, preparati".
I messaggi risalivano alle 9.30 e questo voleva dire che avrei avuto solo 30 minuti per prepararmi. Ero estremamente in ritardo!
Iniziai a correre per casa come una pazza.
Quando finii Michael non era ancora arrivato.
Il campanello suonò e mi fiondai fuori dalla porta; era lui e mi stava aspettando con un mazzo di rose in mano.
《Grazie》 sorrisi mentre le prendevo; le portai in casa, le sistemai sopra al tavolo e uscii nuovamente chiudendo la porta alle mie spalle.
Per quel giorno scelsi di indossare una canottiera bianca che infilai negli shorts di una trama particolarmente ricca e un cardigian dello stesso colore della maglietta; indossai anche le mie all star nere e un paio di collane.
Il tragitto fu breve e, per tutta la durata, la mia mano fu sfiorata da quella di Michael che se ne stava composto sul suo lato della macchina in evidente agitazione.
Una folla di fans urlanti ci accolse assaltando la macchina con cartelloni, dediche, rose e addirittura baci stampati sui vetri oscurati.
Quando riuscimmo ad arrivare nei sotterranei, Michael scese dalla macchina e porgendomi la mano aiutò anche me ad imitarlo.
Entrammo in un corridoio lungo e stretto di un colore candido con decine di porte ai lati, una delle quali conduceva al camerino di Michael: era altrettanto bianco, con un maestoso specchio contornato da faretti, un divano, un tavolo con diversi trucchi, spalline militari e oggetti scintillanti, un guardaroba con moltissime giacche, scarpe, cappelli e guanti, un bagno munito di vasca idromassaggio e un tavolo con una varietà incredibile di cibi dall'aspetto delizioso.
Il mio sguardo però si posó sul ragazzo che, timidamente, si stava infilando una di quelle giacche e che, con un ricciolo nero che gli ricadeva sulla fronte, guardava il pavimento come se avesse commesso un'azione bruttissima; alzò lo sguardo e i suoi occhi castani penetrarono nei miei, sorrise e si avvicinò a me mordendosi un labbro, lo imitai e subito dopo le nostre labbra si sfiorarono sempre più intensamente rendendo quel bacio lo sfogo di un desiderio di passione represso per troppo tempo.
《Quanto mi sei mancata e quanto ti amo》 sussurrò sulle mie labbra e i miei denti afferrarono le sue.
Bussarono alla porta e fummo costretti a staccarci l'uno dell'altra per andare ad aprire.
Michael corse alla porta e la aprì.
Ecco il secondo capitolo. Come potete vedere non sono molto diversi dalla storia iniziale, non ho cambiato molto per ora.
Scusatemi per il ritardo ma con la scuola non ho mai tempo. Oggi è il mio compleanno, volevo dedicarvi e regalarvi questo capitolo.
Spero sia di vostro gradimento.
25.03.17
~Ilaria
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