UNA SPIAZZANTE VERITÀ

Vanessa fa girare la chiave nella serratura. La cosa mi stupisce, non pensavo ne fosse capace. La ritenevo una in grado di fare soltanto le tipiche cose da stronza, tra cui non compare il saper aprire una porta. Credevo chiamasse Daniel in suo soccorso, e invece in diciassette anni di vita ha davvero imparato a girare una chiave nella serratura. Incredibile!

Quanto astio!

Se lo merita.

Mai detto il contrario.

Lasciate le valigie nell'angolino accanto alla porta, io e la mia acerrima nemica cominciamo ad ispezionare la camera. I due lettini davanti a noi sono fortunatamente posti ad una distanza tale da impedire al suo profumo di uccidermi nel sonno. O almeno spero, dato che a mio parere si è gettata direttamente un'intera fiala sul corpo. La porta del bagno è posta tra i due letti, la doccia è spaziosa e tutto l'occorrente è già posizionato al proprio posto.

Torno all'ingresso per affrontare la prima questione di questa gita-incubo: chi si prende il letto vicino alla finestra, l'unico passaggio d'aria nella stanza. Vanessa ha le braccia incrociate e mi fissa in silenzio. Immagino voglia dirmi qualcosa, o forse guardarmi così semplicemente la diverte.

<Senti, Elizabeth, dovremo condividere questa stanza per un po', quindi che ne dici se firmiamo una specie di... bleah, il solo pensiero mi disgusta> rompe il ghiaccio portandosi le mani ai fianchi.

<Non credere che io sia entusiasta della situazione. Preferirei dormire sotto un ponte come una senzatetto piuttosto che stare nella stessa camera con te> replico acida.

<Ok, perdonami, mi è uscita male, lo ammetto. Il mio intento era proporti una... una... una tregua> ammette finalmente.

Che?

<Chissà come mai ho l'impressione che sia la cosa più difficile che abbia fatto in vita tua> roteo gli occhi.

Vanessa solleva un sopracciglio.

<So che non si giudica un libro dalla copertina, ma mi dai l'aria che per te sia sempre tutto facile>

<Questa è tipo la terza volta che parliamo, Elizabeth, non mi aspettavo che giudicassi così in fretta le persone>

<Ho provato a non farlo, ma sei il cliché vivente della stronza super popolare fidanzata col ragazzo più bello di tutta la scuola> le sbraito contro.

Così, ragazza, affossala.

Ok, siamo da sole da neanche dieci minuti e già sto iniziando a perdere il controllo. Non male direi.

<Quindi è di Daniel che si tratta>

<Andiamo, Vanessa, non fare la finta tonta. Sai benissimo che provo qualcosa per lui, sin dalla prima volta che ci siamo incontrate. Pensavo di avere una chance, ma quando poi vi ho visti ho capito di essere stata una completa idiota>

E di esserlo tutt'ora.

<Non avevo idea ti facesse ancora male vederci insieme, credimi, non mi sarei mai immaginata che tu...>

Oh no.

Vanessa ha appena fatto uno più uno, il che non promette nulla di buono. Non riesco a decifrare il suo sguardo, immagino stia pensando ad un nuivo modo per ferirmi.

<Mi dispiace>

What???

<Sul serio, mi dispiace. La sera della festa in spiaggia riuscivo a pensare solo ad una cosa: "Daniel deve essere mio". Non mi sono resa conto di cosa provassi tu in quel momento, e a ripensarci non so se già lo amassi o meno> pronuncia apparentemente sincera.

Un attimo, non è che mi sto immaginando tutto? È troppo surreale per essere vero.

<In effetti, non hai tutti i torti, in fondo. Sono proprio una stronza. È vero, per me è sempre tutto facile. L'unica volta in cui mi sono dovuta impegnare davvero è stato per conquistare Daniel. Se mi fossi messa da parte forse...>

<Forse...?> la invito a continuare.

Vanessa punta i suoi occhi sui miei, sembra... quasi dispiaciuta. Dove vuole andare a parare?

<Forse lui avrebbe finito per innamorarsi di te>

Il respiro mi si blocca. Ho inalato troppa aria, mi sta andando di traverso.

Andiamo, Elizabeth, che sciocchezze dici. Buttala fuori, forza, prima che la tua peggior nemica arrivi in tuo soccorso.

Espiro tutto d'un colpo.

Dopo quanto mi ha raccontato, posso ancora definire Vanessa la mia peggior nemica?

Ehmm, pronto, ti ha rubato il ragazzo, lo ha appena ammesso.

Ma io e Daniel non siamo mai stati insieme.

E quindi?

Ragione, stavolta sei tu quella fuori strada.

Meglio fuori strada che in piedi di fronte alla tua peggior nemica che sfreccia verso di te a cento chilometri orari.

<Cosa intendi?> domando rivolgendomi a Vanessa.

Ora che ha sganciato la bomba devo saperne il più possibile per dare una risposta a tutti gli interrogativi che mi stanno affollando il cervello.

<Daniel era interessato più a te che a me all'inizio. Dopo che vi siete scontrati in mensa a inizio anno non ha fatto che parlare di te per mesi. Ti aveva già notata prima a causa dei tuoi indumenti di due taglie più grandi, ma dopo quel giorno aceva deciso di conoscerti meglio. Vedendo che eri timida ha preferito procedere per step, così da non metterti ansia né fretta. Io gli ripetevo in continuazione di lasciarti perdere, tanto non sarebbe mai nata neppure una semplice conoscenza tra voi due, ma in cuor mio sapevo di non potermi sbagliare di più> rivela.

<Quindi Daniel era interessato a me?> chiedo per sicurezza, la cosa è troppo inverosimile per essere vera.

<Si, per questo ha atteso pazientemente che tu ti abituassi alla sua presenza nella tua vita>

<Diciamo che non ero ancora pronta quando ha detto che eravamo "amici", ma in effetti non credo lo sarei mai stata> ammetto intanto che i ricordi tornano a galla.

Le brevi chiacchierate avute con Daniel nell'arco di quattro mesi in realtà erano il suo modo per esprimere l'interesse nei miei confronti. Il giorno della verifica di letteratura, dopo aver consegnato il mio foglio, deve avermi ritenuta pronta a fare insieme a lui il prossimo passo, ovvero dare una definizione al nostro rapporto.

<Mi si sta aprendo un mondo, è come se la verità che sognavo di sentirmi dire stesse diventando realtà> dico entusiasta.

Vanessa si accomoda su uno dei lettini. Faccio altrettanto.

<Perché la verità è questa Elizabeth, Daniel voleva te. Io non potevo sopportarlo, così ho deciso di attuare un piano che ti avrebbe catapultata una volta per tutte fuori dai giochi. Certa che Daniel ti avrebbe invitata, gli ho parlato della festa, anche perché tanto lo avrebbe fatto Erick, il suo migliore amico. Sin da subito ho voluto darti l'impressione che nella vita di Daniel per te non ci fosse posto, se non al massimo come amica. Avevo paura che tu me lo portassi via, ma per mia fortuna ad un certo punto ti sei allontanata per riflettere, proprio come avevo previsto>

<Come facevi a saperlo?>

<Che ti piacesse Daniel non era certo un mistero per me, così ho pensato che la miglior occasione per parlargli sarebbe stata la sera della festa. Essendo molto introversa sicuramente ci avresti riflettuto su prima di rischiare una figuraccia. Dichiararsi ad un ragazzo come Daniel e prendere una bella batosta è un sacco umiliante, e sia io che tu lo sappiamo molto bene>

<Ti ha rifiutata in passato?> domando sorpresa, tentando di nascondere un sorriso.

<Già, in estate, un mese prima dell'inizio del terzo anno. Mi sono sentita la cretina più cretina che esista per settimane. Nonostante il rifiuto, continuavo a stargli accanto. Daniel mi aveva rassicurata che non sarebbe cambiato nulla per lui, non mi avrebbe vista come l'ennesima ragazza che aveva rifiutato. In quel momento ho giurato a me stessa che lo avrei conquistato ad ogni costo>

Il suo racconto un po' mi commuove. Dopotutto, se è stronza è a causa del dolore che si porta dentro.

<E alla fine ci sei riuscita. Hai approfittato del mio momento di riflessione per portarmelo via> concludo la storia al posto suo.

<Ti chiedo ancora scusa Elizabeth, te lo ripeto, se avessi saputo che anche tu lo desideravi così tanto mi sarei fatta da parte. Io il mio tentativo lo avevo già avuto, era il tuo turno oramai. La paura di perdere Daniel mi ha portata a compiere un gesto estremo a discapito della vostra relazione>

<Io e Daniel non siamo mai stati insieme>

Dirlo ad alta voce fa un effetto completamente diverso.

<Ma appena tu gli avessi detto cosa provavi lui avrebbe fatto lo stesso e vi sareste messi insieme. L'ho baciato a sua insaputa dopo avergli detto che ti eri allontanata per prendere una boccata d'aria, ho mentito dicendo che mi avevi raccontato che lui era stato pressante, troppo attaccato a te, quasi morboso. Il suo viso si è intristito e ne ho approfittato. Gli ho sussurrato all'orecchio "immagina che io sia Elizabeth, cosa faresti?", poi l'ho baciato con passione e si è lasciato trasportare dalle mie labbra>

<Stronza> non posso evitare di commentare.

Il volto di Vanessa si rabbuia, il che non mi dona allegria.

<Scusa, non ho pensato prima di parlare> le dimostro il mio dispiacere.

<Tranquilla, me lo merito. Sono una stronza, una grossa stronza>

Il suo sguardo è custode di un dolore passato ma ancora presente. Nonostante adesso stiano insieme, non dimenticherà facilmente quanto ha sofferto per Daniel.

<Alla fine entrambe siamo due vittime dell'amore> sussurro pensierosa.

Io e Daniel insieme... in fin dei conti, non è stato così assurdo sperarci. Io e il ragazzo dagli occhi blu saremmo potuti essere felici insieme a quest'ora. Una lacrima mi cade sul braccio.

<Vorrei farmi perdonare> rompe il silenzio Vanessa.

<L'unica soluzione sarebbe tornare indietro e cambiare le cose, lasciando che il destino facesse il suo corso. Ma inventare una macchina del tempo comunque non mi renderebbe felice. Pur essendo infatuato di me, Daniel ha scelto te alla fine> pronuncio con voce spezzata.

<Solo perché si è fidato delle mie parole. Vedendoti fuggire ha pensato che non volessi più avere a che fare con lui, il suo cuore ferito è stato una facile preda per la mia fame. Ha visto il tuo distacco come una maggior certezza e io non ho esitato a consolarlo con parole piene di uno spietato secondo fine>

La fisso con aria interrogativa. Sta per caso cercando di dire che.... può mai essere?

<Mi vergogno di quello ho fatto, mi sono lasciata sopraffare dalle emozioni. Se avessi la certezza che Daniel sarebbe più felice con te, anche soltanto di un misero briciolo, sarei disposta a perderlo, credimi. Il mio egoismo e la mia cattiveria hanno ferito entrambi ed io non me ne sono curata per niente. Come ho potuto fregarmene dopo essere stata io la prima a soffrire per amore?>

Il disprezzo che nutre nei suoi confronti mi porta ad alzarmi e andare ad abbracciarla. Non so se riuscirò mai a perdonarla per quello che ha fatto, ma comportarmi come lei non sarebbe d'aiuto a nessuna delle due. Vanessa ha sbagliato e ora sta ammettendo le sue colpe. Mai mi sarei aspettata un comportamento del genere da parte sua. Quanto è imprevedibile la vita! Un attimo prima detesti la tua peggior nemica con tutta te stessa e cinque minuti dopo la tua opinione di lei è radicalmente cambiata.

<Scusami> sussurra sulla mia spalla.

Mi stacco quanto basta per vedere le lacrime che le rigano il viso. Le spazzo via con le dita.

<Se continui così ti si scioglierà tutto il trucco>

Vanessa sorride. Stavolta non si tratta di un sorriso compiaciuto, ma di uno di ringraziamento.

<Ok, direi che hai visto la vera me. Ora che mi conosci per come sono davvero sta a te fare la prossima mossa. Sappi che non ce l'avrò con te se racconterai la verità a Daniel, in fondo è ciò che mi merito. Come si dice, il karma gira, no?>

<Non ho alcuna intenzione di farlo> rispondo senza pensarci due volte.

Lei ti ha fatto del male.

Anche tu, stupido cuore, eppure non ricordo di averti mai pugnalato.

<Sul serio?> chiede allibita Vanessa.

<Se fosse stato destino io e Daniel avremmo trovato il modo di capirci, ma nessuno dei due ha compreso l'altro, il che secondo me è fondamentale per cominciare una frequentazione. Non capire il proprio partner significa non conoscerlo e, sebbene noi abbiamo avuto poco tempo, forse non avremmo mai finito per capirci del tutto>

Questa risposta spiazza entrambe. Vanessa rimane a bocca aperta. Le sembrerà strano che non voglia vendicarmi.

Già.

Ancora tu?

Ancora io.

Cosa vuoi adesso?

Perché non la ferisci?

Perché voglio essere una persona migliore. Conscia del suo errore e grazie al mio esempio, spero che Vanessa non commetta lo stesso errore un'altra volta.

Ma Daniel...

Non era destino, rassegnati. Se non era Vanessa, era qualcun'altra. Punto.

<Grazie, davvero. Questo dimostra che tu meriti Daniel cento volte più di me>

Mi alzo di scatto.

<Basta parlare di lui, ok? So che è il tuo ragazzo, però ti prego, parliamone il meno possibile se proprio dobbiamo nominarlo. Io voglio godermi questa gita, tu?> domando porgendole una mano.

Lei la afferra.

<D'accordo. Io e te ci divertiremo un sacco, insieme renderemo questa gita indimenticabile. Allora, da dove cominciamo?>

<Io proporrei di iniziare con una bella doccia calda. Non so te, ma il viaggio in autobus mi ha impuzzolita parecchio>

Vanessa annuisce. Mi dice di fare la doccia per prima, lei intanto penserà a disfare la valigia. Mi dirigo dunque in bagno.

<Ah, comunque puoi prendere tu il letto vicino alla finestra, ho notato come lo guardavi prima> dice la mia ex peggior nemica.

Wow, questa gita sarà di sicuro indimenticabile!






Hey luxers, come state?
Quanto vi ha scioccato il capitolo da uno a dieci? Avreste mai immaginato una cosa del genere?

Vi aspettano ancora un sacco di sorprese, non avete idea di cosa succederà. Vi auguro un buon proseguimento, ci si vede al prossimo capitolo! E ricordate: always shine!

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