PERPLESSITÀ

<Lisa, perché sei nello spogliatoio maschile?>

Perché volevo vederti.

Il mio pensiero è sincero. La cosa che in effetti non quadra è perché io non mi sia ancora girata. So che è solo questione di tempo, ma una parte di me suggerisce di non farlo, di non voltarmi. Il motivo non mi è per nulla chiaro, però ora ho altro a cui pensare. Potrei scappare, ma così non farei altro che peggiorare la situazione, quindi, come detto poco fa, l'unica alternativa è girarsi, prima o poi, e affrontare questo discorso.

<Lisa?>

Dalla voce di Daniel percepisco una sorta di tranquillità, forse usata per nascondere il reale sentimento che la mia vista gli ha provocato, come ad esempio rabbia.

<I-io> balbetto sfogliando mentalmente il libro delle scuse.

<Come mai sei qui?> domanda di nuovo.

Vorrei voltarmi, ma non riesco a fare a meno di dare retta alla parte di me che dice di non farlo. Ha qualcosa di strano che cattura la mia attenzione. Non desidera scoprire il corpo nudo di Daniel, il che è una novità per me. Non sono abituata a provare una cosa simile, solitamente ogni fibra del mio corpo ha voglia di conoscere ogni centimetro di quello del mio dio greco preferito.

Cosa mi sta succedendo?

<V-volevo dirti che...> lascio in sospeso il discorso in cerca di una scusa credibile.

Digli la verità.

La parte "nuova" di me (chiamiamola così) ha avuto la brillante idea di rivelargli il vero motivo per cui sono entrata nello spogliatoio sbagliato. E la cosa strana è che mi sembra la cosa giusta da fare. Perché dovrei essere sincera correndo il rischio di perdere per sempre Daniel?

<Volevi dirmi che...?>

Che non lo so, non ho la minima idea di cosa dirti.

L'impulso di confessargli la verità sta prevalendo sul libro delle scuse. Lo sta allontanando da me, rendendomi ogni secondo che passa sempre più difficile trovarne una plausibile.

Sento dei passi, il che significa che si sta avvicinando. A giudicare dal rumore Daniel indossa delle ciabatte, dettaglio del tutto irrilevante al quale però mi aggrappo nella speranza di estraniarmi dai pensieri nella mia testa. La "nuova" parte di me sta conquistando terreno, schiacciando una a una le piccanti fantasie generate dagli ormoni.

Le mani calde del ragazzo più bello che io abbia mai visto si poggiano delicatamente sulle mie spalle, portandomi inevitabilmente a tremare a causa del brivido trasmesso dal contatto.

<Lisa> sussurra teneramente Daniel. Un sussurro che per un attimo mi è parso intriso di desiderio.

<Daniel> rispondo utilizzando a mia volta un timbro di voce molto basso, quasi impercettibile.

La parte di me che stava prendendo il controllo si è fermata appena le mani di Daniel hanno trovato il mio corpo. Ora che è fuori gioco direi che è arrivato il momento di riappropriarsi del libro delle scuse.

<Perché sei qui?>

<V-volevo dirti che... per il gelato tocca rinviare, devo tornare il prima possibile a casa>

<Ah. Bastava che mi inviassi un messaggio, non c'era bisogno di sfoderare il tuo coraggio>

<Pensi che io sia coraggiosa?> domando stupita.

<Sembra che sappia più cose io di te di quante ne sappia tu stessa> mormora dolcemente al mio orecchio.

Un nuovo brivido vibra nel mio corpo, accompagnato stavolta da una lieve ondata di calore. Se adesso mi girassi troverei la bocca di Daniel a pochi centimetri dalla mia e i suoi occhi blu pronti ad annegarmi nel profondo mare che racchiudono.

Girati subito.

Gli ormoni mi ricordano che prima mi volto più tempo avremo a disposizione io e Daniel per un eventuale risvolto inaspettato. Inoltre, il pensiero della possibilità che qualcuno ci scopra rende il tutto ancora più eccitante. Meglio sbrigarmi.

Lentamente faccio dietrofront, assaporando uno ad uno gli istanti che precedono il momento tanto atteso. Sto per completare la mia missione, e magari sono anche sul punto di compiere un gesto folle, ma l'unica cosa che mi importa oggi è il pensiero di me e Daniel insieme. Voglio conoscere il sapore delle sue labbra, tracciare i possenti muscoli del suo corpo con le mie piccole dita, trovarmi stretta tra le sue braccia e sentirmi protetta e amata.

Amata?

Un momento, in che senso amata? Cosa mi aspetto da Daniel di preciso? E, cosa più importante, perché sto realizzando soltanto adesso di volere qualcosa di più di un semplice annullamento totale della distanza tra i nostri corpi?

<Lisa> sussurra la divinità davanti ai miei occhi.

Sono ferma a guardare i suoi da circa cinque secondi. Più tardi penserò a risolvere l'enigma dentro di me, per adesso la mia unica preoccupazione deve rimanere quello che molto probabilmente sta per succedere.

Sposto lo sguardo verso il basso, sugli addominali scolpiti del mio dio greco preferito. Sono assolutissimamente perfetti, degni della divinità più bella mai esistita. Torno su per concentrarmi un pò pure sui muscoli delle braccia e devo ammettere che ha dei bicipiti da paura. La voglia di baciare il frutto di tanto allenamento si sta facendo rapidamente spazio in me, però bisogna procedere con calma. Un passo alla volta. Torno giù e maledico l'asciugamano stretto attorno alla vita di Daniel. Se non ci fosse stato a quest'ora avrei già avuto un quadro completo del suo corpo nudo.

Fallo cadere.

Gli ormoni mi stanno davvero suggerendo di togliere di mezzo il nemico oppure me lo sto immaginando? Secondo loro come dovrei fare, o meglio, con qualche scusa mi giustificherei poi?

Tranquilla, passereste direttamente al livello successivo.

Risposta eccellente, non c'è che dire. Peccato che non ci troviamo sul set di un film vietato ai minori. Daniel non partirà di certo all'attacco, comincerà a farmi una lunga serie di domande che alla fine smaschereranno le mie reali intenzioni.

Ti sei girata, questo non basta?

Accidenti, i miei ormoni sembrano essere sempre un passo avanti. L'essermi voltata, in effetti, non è già una prova del desiderio che nutro per Daniel?

<Lisa> mormora dolcemente intanto la divinità a pochi centimetri da me.

Sarà la quinta volta che pronuncia il mio nome da quando mi ha scoperta, e ogni volta l'impulso di saltargli addosso non fa altro che aumentare.

I nostri volti sono estremamente vicini, il calore che scorre in tutto il mio corpo raddoppia la sua potenza e sento improvvisamente le guance andare a fuoco. Saranno certamente diventate rosse come stamattina, se non peggio.

<Scotti di nuovo?> chiede preoccupato Daniel allungando una mano verso la mia fronte.

Faccio un passo indietro, senza sapere neppure io cosa mi abbia spinto a compiere un'azione del genere in un momento come questo.

<Tranquillo, è a causa del duro allenamento di poco fa. Penso sia meglio correre a farmi una doccia prima che mi venga la febbre> spiego velocemente il motivo del mio comportamento.

A giudicare dall'espressione sul suo viso, Daniel non ha capito molto bene cosa ho appena detto, e ad essere sinceri non l'ho capito nemmeno io. Oggi le parole vengono fuori senza prima aver chiesto il permesso al cervello.

Faccio un ulteriore passo indietro, poi mi giro lentamente, esaminando un'ultima volta la perfezione fatta persona, ed esco dallo spogliatoio maschile ripensando a quello che sarebbe potuto succedere. Perché mi sono comportata così?

Come se tu avessi davvero voluto che accadesse.

Eccola, è lei, la vocina di prima. La "nuova" parte di me è tornata e a quanto pare ha ripreso il controllo. È per colpa sua se adesso devo accontentarmi di aver portato a termine la missione. Le cose potevano spingersi oltre, forse avrei realizzato le mie fantasie da adolescente in preda agli ormoni.

O forse ti avrebbe delusa.

Perché improvvisamente mi importa che Daniel possa deludermi? Ho una cotta per lui, okay, ma questo non significa che io mi aspetti di essere salvata dalle difficoltà della vita dal ragazzo che mi piace. Potrebbe rifiutarmi, vero, però questa è un'ipotesi che ho già preso in considerazione tempo fa. Se dovesse effettivamente scartarmi per un'altra, o semplicemente perché non sono il suo tipo, chissene. Non è mica l'unico manzo su questo pianeta. Ci sono tantissimi altri bonazzi che i miei ormoni non vedono l'ora di incontrare, e anche se al momento Daniel resta il mio preferito, non sarà di certo per sempre così. Le cotte col tempo passano, lasciano spazio ad altre cotte se non vengono coltivate e a loro volta queste ultime fanno la stessa identica fine.

Sicura che la tua sia ancora soltanto una cotta? Non pensi di averla coltivata fin troppo?

Ora basta, la vocina nella mia testa è diventata insopportabile. Ovvio che la mia si tratta di una banalissima cotta. Oggi mi piace Daniel, domani chissà.

Convinta tu.

Si, ne sono convinta, alla faccia tua.

Va bene, direi che è giunta l'ora di smetterla di prendermela con me stessa. Una bella doccia calda saprà sicuramente portarsi via i numerosi pensieri che affollano la mia povera testa.

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<Bentornata, signorina Elizabeth> mi saluta Angie una volta tornata a casa.

Ricambio con un cenno della mano, dopodiché salgo in camera mia, lascio scivolare lo zaino per terra, accanto al tavolo con sopra libri e quaderni vari, e do una sistemata al mio look.

Il completo eccessivamente rosa indossato nel pomeriggio è ancora scolpito nella mia mente, quindi per riprendermi ho bisogno del mio accogliente pigiamino blu.

Questo sì che si addice alla mia pelle.

Avrei voluto tanto bruciare il pantalone e la maglietta prestatimi da Anna, ma da brava ragazza quale sono ho preferito fare la cosa giusta e riconsegnarglieli, naturalmente ringraziandola (mi sono dovuta sforzare un po' per farlo) e avvertendola di metterli nella lavatrice appena possibile.

Fatto ciò sono subito scappata a casa, un pò per paura che Daniel comparisse davanti alla reception da un momento all'altro e un pò per timore di arrivare di gran lunga in ritardo per la cena. Per mia fortuna manca ancora un quarto d'ora prima che Angie chiami me e Ben per avvertirci di scendere in cucina.

Un quarto d'ora che, però, sono indecisa sul come passare. La giornata è stata piena di emozioni e, soprattutto, pensieri. La voglia di lasciarmi andare alle vocine nella mia testa è pari a zero, quindi continuerò a tenerle zitte. Il pensiero di cominciare finalmente a fantasticare qualcosa di più caldo su Daniel, al contrario, mi alletta tantissimo. Il problema è che sento come se la felicità di essere riuscita nella "missione manzo" non fosse tanta quanta me l'ero immaginata. Imprimere nella mia memoria l'immagine del petto nudo del mio dio greco preferito, dei suoi addominali, delle sue spalle e della parte recentemente scoperta delle sue braccia ero ciò che volevo, ciò che mi serviva.

Allora perché sento come se mi mancasse qualcosa?

Hey luxers, come va?
Che ne pensate di come ha reagito Lisa? Nei suoi panni avreste fatto lo stesso oppure avreste avuto in testa solo la missione?

A proposito, non per farmi gli affari vostri, ma voi siete mai entrati nello spogliatoio dedicato al sesso opposto?

Per il momento vi saluto, ma ricordate: always shine!

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