2.
La macchina si fermò davanti al cancello di entrata.
Scesi dalla vettura e mi diressi spedito dentro l'abitazione.
La porta si aprì silenziosamente; era bello essere a casa.
Le colonne di marmo nei quattro lati della sala reggevano il secondo piano, dove se non ricordavo male erano poste le camere da letto.
Passando oltre vidi dei quadri con delle fotografie. Mi avvicinai.
Ne presi una, era quella scattata dopo la rapina al museo
"In riga ragazzi, composti. Niente sorrisi, siate sobri" continuava a dettare ordini, e mentre lo diceva passava avanti e indietro con il suo bastone mentre il fotografo sistemava l'attrezzatura.
"Papà? Ci sono anche io" disse Vanya entrando nella stanza
"Non essere sciocca ragazzina, tu non sei speciale" disse papà facendo piangere Vanya
"Invece si che lo è e tu lo sai" mi scostai dal mio posto e lo fissai
"Non so di che cosa stai parlando N.0"
Lo guardai ancora più a fondo "sono un ragazzo; mi chiamo Axel. NON SONO UN NUMERO" dissi urlando: vidi tutti essere sbalzati contro la parete.
Mi girai, guardai la macchina fotografica che prese fuoco a pochi passi dall'uomo.
Alla fine uscii dalla stanza correndo dietro a Vanya.
"Fu la volta che scoprimmo il dono del tuo fratello, anche se poi scoprimmo che l'avevi assorbito."
Mi girai; una scimmia antropomorfa mi guardava dal basso verso l'alto
"Bentornato signorino Hargreeves"
Sorrisi; segnai una specie di saluto, poi vidi una scatoletta nera in pelle che aveva nella mano libera dal bastone.
"Oh già... Da quella volta vostro padre iniziò a studiare una soluzione alla tua dote secondaria... Alla fine creò questi auricolari a onde corte... Te li voleva dare ma tu eri partito surante la notte"
Aprì la scatola e accese le cuffiette. Me le porse, me le sistemai nei lobi uditivi.
Provai a parlare; rimasi sorpreso quando non uscì nessuna onda d'urto
"Grazie"
Continuammo laa visita assieme.
Ci soffermammo nella sala centrale a destra; al muro era affisso un ritratto di Cinque
"Non è ancora tornato?" chiesi guardando Pogo
"No... È assente da tredici anni e quattrodici giorni"
Fummo interrotti da una voce molto irritata
"Grande, adesso dovremo stare attenti a non farti parlare. Be non è un problema dato che sei in mutismo selettivo"
Un uomo era appoggiato ad una delle quattri colonne, mi guardava fisso e notai che era leggermente accigliato.
"Ciao Diego, ne è passato di tempo" dissi salutandolo come se niente fosse.
Lui rimase immobile. Lo oltrepassai e mi diressi al piamo superiore cercando l'ufficio di papà.
Vidi un uomo alto come tutta la parete chino sulla scrivania di papà
"Vacci piano Spaceboy, non vorrai spezzarla" esclamai cogliendolo di sorpresa.
Lui saltò in aria picchiando la testa contro il lampadario.
"Cazzo Axel... Aspetta riesci a parlare? Come?"
"Grazie a questi auricolari a onde corte. Credo che intercettino le onde che emano aprendo la bocca e così... Niente onda d'urto".
Sentimmo delle urla al piano di sotto, corsi fuori dalla stanza per vedere cosa stesse succedendo e vidi Diego che inveiva contro una ragazza.
"DIMMI COSA VUOI DIEGO. DIMMELO" gli urlò contro la ragazza, la quale era in lacrime.
"VOGLIO CHE TU TE NE VADA VANYA"
Disse infine Diego.
Odiavo quando Diego faceva così; sfruttava sempre la psicologia di Vanya. Ma adesso era troppo
"Scusami Luther... Ma è meglio se stai dietro di me" dissi per poi spegnere gli auricolari.
Luther non fece opposizione e si posizionò come se fosse la mia ombra; mi chinai e vidi il vaso che era al centro dei due litiganti, e sibilai.
Un unico fascio di energia colpì il vaso frantumandolo.
Sia Diego che Vanya guardarono verso l'alto e mi videro.
Vanya sorrise leggermente mentre Diego alzò le braccia rassegnato.
Alzai il sopracciglio destro accigliato e presi le scale per scendere.
Riaccesi le cuffiette e me le rimisi
"Ora se avete finito di litigare come dei bambini fastidiosi abbiamo una commemorazione da fare" disse Luther. Appena finì di parlare arrivarono anche Allison e Klaus.
Ci dirigemmo nel cortile, dove ordinai al cielo di piovere e, mentre Luther fece cadere le ceneri di papà, creai una folata di vento che spazzò via tutto.
Luther coem suo solito iniziò a dettare ordini e Diego diede di matto.
"SOLO PERCHÉ SEI IL PIÙ ALTO NON PUOI DARE ORDINI, RICORDALO AXEL RIMARRÀ SEMPRE IL CAPO" iniziò a urlate Diego
"DAVVERO DIEGO? SENZA OFFESA AXEL, MA NON SEI IN GRADO DI GESTIRE LA SQUADRA, DOPOTUTTO TU TE NE SEI ANDATO PER SECONDO DOPO LA MORTE DI BEN E NON CREDO CHE TU ABBIA FATTO UN BUON LAVORO COME CAPO. QUINDI SE NON TI DISPIACE PRENDO IO IL COMANDO E TU DIEGO DATTI UNA CALMATA" urló di rimando Luther.
N.2 fece scattare i coltelli.
"Oddio prevedo una guerra" disse Klaus, sempre con il suo tono da drogato.
E quando, dopo essere arrivato alle mani, Luther ruppe la statua di Ben decisi di intervenire.
"ADESSO BASTA" urlai.
Mi frapposi tra di loro ed il vento si fece più forte man mano loro si avvicinarono.
Appena toccarono le mie braccia li spinsi e loro volarono a terra.
Diegò sbatte contro un albero, mentre Luther spezzò del tutto il piedistallo della statua di commemorazione.
"Saró anche scappato Luther, ma ricorda lo 0 viene sempre prima dell'1 quindi o ti dai una calmata e smetti di dare ordini o ti rispedisco sulla Luna. Intesi?"
Lui fece cenno di sì e lo aiutai a rialzare.
Tornammo in casa ed iniziammo a discutere quando avvertii un cambiamento nell'aria; qualcuno aveva aperto una breccia nel vento.
Corsi fuori seguito da tutti.
Lo scenario ci sconvolse; un ovale bluastro si era aperto a mezz'aria e continuava a proiettare immagini di una stessa persona.
Klaus lanciò contro lo strappo un estintore, ma non successe nulla.
"Tutti dietro di me" disse Luther.
"Non ce n'è bisogno, non vuole farci del male; è un passaggio" dissi avvicinandomi sempre più al portale.
Una mano si spinse fuori dallo squarcio.
Sorrisi e la presi. Tirai finché un ragazzo non cadde nel giardino.
Mi rialzai e lo fissai, poi aprii le braccia.
"Bentornato Cinque. Giusto il tempo per dire qualche cosa su nostro padre appena defunto"
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