33 Ritmi pazzeschi

Probabilmente, da oggi in poi, nulla sarà più lo stesso per noi. Voglio dire: niente più ripicche, astio, rancori. Tuttavia è proprio questo che mi fa paura e mi mette a soggezione. Forse perché sarò tenuta a guardarmi dentro, forse perché sarò messa di fronte all'evidenza dei fatti, forse perché, una volta per tutte, non sarò più libera di prendere una decisione, non serenamente almeno. Finché il nostro rapporto era ostacolato, finché c'erano fraintendimenti, era tutto diverso. Ma ora che ogni cosa sembra appianata, ora che non ci sarebbe motivo di essere lontani, io sono terrorizzata. Dovrei arrendermi ai miei sentimenti? Si può rinnegarli? Cosa direbbe nonna se sapesse di me e Piergi ? E Pavel? E tutti gli altri? Probabilmente rimarrebbero delusi!
Accipicchia: è solo il mio fratellastro! Avrò diritto di amare chi voglio?

È un dilemma di difficile soluzione, e più ci penso più resto incastrata in una rete di ragionamenti senza fine.
Sono confusa. Letteralmente confusa. Siamo semplicemente due persone giuste nel posto sbagliato. Mi rendo conto che le cose non sono più come prima, perché prima era quasi surreale, ma ora che c'è questa pace ritrovata tra noi, questo clima disteso, ora che tutto è più reale, ho paura di quello che sarà, perché è tutto vero tra me e Piergi... ed è difficile trovare la strada, arrivare a una soluzione.
E mentre lui mi bacia, questi pensieri corrono a un ritmo pazzesco, proprio mentre io sono sulle montagne russe, in preda alla passione e al terrore, due sensazioni che cozzano tra di loro, ma che si alimentano inesorabilmente.
«Oh Rose, che mi fai...»

Mi bacia con avidità, e io scaccio via dalla mia testa tutti i brutti pensieri.
Il suo profumo che sa di menta, le sue mani grandi che mi ispezionano, mentre io imploro pietà perché sto per perdere il senno.
Ma il tarlo è sempre lì, perché la sensazione di essere sbagliata, di compiere un errore, è prepotente, e azzera ogni mio desiderio. Così all'improvviso Piergi si ferma, e mi guarda.
Deluso, forse? Non saprei.
So solo che mi copre con l'accappatoio, senza dir nulla.
Sono a malapena arrivata ai preliminari e ho già combinato un caos.
«Io credevo di piacerti e invece...»

«E invece sì, mi piaci, è solo che io...» balbetto dispiaciuta.
«Continua, non fermarti, io non volevo...» lo imploro.
«Mi spiace, non è così che funziona, e se non vuoi, se non sei pronta, io posso aspettare, non ho fretta, tutto il tempo che vuoi, Rose, tutto il tempo che desideri, ma ho il diritto di sapere se noi siamo...»
Già, cosa siamo?
Vorrei che proseguisse, che rispondesse almeno lui ai miei interrogativi, perché io non ho rimedi, per me, per noi.
«Mi apri la porta? Puoi vedere cosa ho preparato?»
Ma non ne ha il tempo, perché, irrimediabilmente, tra di noi c'è sempre qualcosa o qualcuno di troppo, e in questo momento c'è lei, la mia sorellina.
Sento il cuore a mille. Mi stacco da lui, non senza difficoltà, ma la situazione è pericolosa. Nina è qua fuori, e Dio solo sa cosa potrebbe succedere.

Lui mi guarda, indicandomi di uscire, ma io ho paura, tanta paura.
«Ti aspetto stasera, in giardino, a mezzanotte in punto, davanti alla rimessa. Se non verrai capirò...»
Il suo sguardo racconta tutto. Non lo avevo mai visto così serio. Io devo decidermi: sto tirando troppo la corda.
Ha le pupille dilatate. Mi affretto a coprirmi meglio con l'accappatoio, ma quando faccio per uscire mi attira a sé.
«Rose, io ti amo. Sei la cosa più bella che mi sia capitata...»
La sua fronte sulla mia.
È emozionato, lo sento.

Sono intrappolata tra le sue mani, che mi sfiorano le gote.
Fa un cenno con il viso, perché io risponda, dica qualcosa, ma non essendoci un proseguio da parte mia, mi tira e mi bacia con forza.
«Voglio solo parlare, Rose, già, parlare, non faremo nulla che tu non desideri, ma è giunto il momento di fare delle scelte, e io scelgo noi.»
E io ti credo, ma perché questa fretta, perché non lasciare tutto com'era?
«Allora domani, domani», dico guadagnando tempo, come se bastasse un giorno in più per sistemare la mia vita.
Così esco di prepotenza, con ancora il suo sapore tra le labbra, con ancora nella mente i suoi occhi lucidi, appoggiandomi con le spalle alla porta, per prendere fiato, per darmi una tregua, dimentica della presenza di Nina. Quando apro gli occhi la vedo seduta in terra.
«Cosa fai?»
«Mi stavo annoiando.»
«Tu invece? Hai la febbre? Sei tutta rossa...»
«No, no, tutto bene. È l'acqua calda!»
«Non usi l'acqua fredda? È estate!»
Già, è estate.
«Sì, alle volte quella calda, per sciogliere le tensioni.»

«Le tensioni? Cosa sono?»
Mi guarda perplessa, armeggiando con i suoi giocattoli.
Improvviso una risposta che pare non soddisfarla, allora taglio corto e cambio argomento.
«Vado in stanza. Nonna mi starà aspettando.»
«Veramente nonna è uscita. Credo sia andata nella sua camera. Tu no uscivi più! Non vieni da me, a vedere la sorpresa?»
«Ti raggiungo dopo, magari.»
«Ok.»
La vedo allontanarsi amareggiata, a testa bassa. Povera piccola: è un periodo che la trascuro.
Ma non ci posso fare nulla se mi scoppia la testa, nulla. Non ci posso far niente se sono in questo stato, quasi di trans.
Povero amore mio, mi vengono in mente i suoi occhi tristi e noi, insieme, il suo viso sul mio collo, il suo respiro su di me...

Lancio un grido di frustrazione così acuto, che è impossibile non si sia sentito in tutta la casa.
«Dannazione!» mi scappa.
«E così difficile amare?»
Mi tuffo a peso morto sul letto, dopo essere entrata in camera, tentando di cancellare il mio sguardo inebetito, perché sto pensando sempre a lui, e a quanto sono idiota.
Avevo dimenticato la certezza inconfutabile che mi aveva mantenuto in vita nei giorni scorsi, che io e lui fossimo destinati a vivere insieme, che facessimo parte di un unico disegno, che fossimo protagonisti della stessa storia, magari sbagliata... e ora sento il bisogno di rientrare, di riappropriarmi di lui, ma ho mandato a monte tutto, e io non posso, non credo di poter accettare il suo invito né stasera né mai, perché non sarei lucida, perché odio non avere tutte le risposte, detesto non avere chiara la direzione, e in questo periodo mi sembra di brancolare nel buio.
Piango disperatamente, ho i capelli bagnati e la fronte calda. Mi sento impotente e mi chiedo chi potrebbe esserci dopo di lui, chi se non Piergi. E mentre sono persa, completamente immersa nei miei pensieri, mi lascio andare a un sonno ristoratore, perché sono esausta. Ma dura poco...

«Allora piccina?» irrompe nonna nella stanza, senza neanche bussare. È da giorni che si sente meglio e la sua andatura è meno claudicante del solito.
«Nonna!»
«Eh!» dice lei, non sentendo bene.
«Nonna, sei entrata nella mia stanza senza bussare», le dico ad alta voce, ma in realtà sono contenta che sia venuta, perché rischio di impazzire.
«Ti ho visto crescere - Dio solo sa quante volte ti ho cambiato il pannolino - non mi scandalizzerò per due cosce al vento!»

È decisamente in forma, sono avvezza ai suoi cambi umorali. Passa da periodi in cui dorme sempre a momenti in cui è attiva come ora, e vi confesso che talvolta la preferisco nella prima versione, perché quando ci si mette, è peggio di mia madre. Non fraintendete, nonna è più moderna di mamma, meno ossessiva, più paziente, soprattutto meno apprensiva, ma quanto a ficcanasaggine...
Beh, parliamone! Se si mette in testa di sapere una cosa, statene pur certi che non molla finché non avrà ottenuto ciò che voleva. E non è facile smuoverla dalle sue convinzioni. Se si è fatta una certa idea di qualcuno, difficilmente potrà cambiare opinione.
Mi si avvicina, lasciando in terra la busta che aveva. Mi guarda in modo compassionevole.
Ti prego nonna, non farlo, non ora, potrei crollare.
«Oh Rose, tu piangi!»

«No, cosa dici, nonna?» nascondo il viso tra le lenzuola.
«Sempre quella? È colpa sua?»
«No, nonna, no! Questa volta no.»
«Ecco,vedi che lo dici? Le altre volte c'entrava sempre lei! Non puoi trovarti qualcuno che sia, insomma, come te? Non puoi fare a meno della sua amicizia?»
«Certo, come no? Timida e imbranata, cocciuta...»
«Cosa credi che la timidezza non sia un pregio? Vorresti essere sfacciata come quella? Tu hai carattere, non sei cocciuta.»

Naturalmente parla di Karolina, di chi altri sennò?
L'abbraccio forte, perché mi sento più protetta, perché ho bisogno di sentire cose belle, soltanto cose belle.
Mi asciuga le lacrime con le dita.
«La mia stellina!» dice lisciandomi la testa.
«Cosa ti tormenta allora? Vuoi parlare con la tua nonna?»
Ecco che ci risiamo!
Cosa le dico? Che ho appena pomiciato con il mio fratellastro, che stavamo andando oltre e che poi mi sono fermata soltanto perché è arrivata Nina?
Che disastro!

Dovrei confidarmi con Karolina, solo lei potrebbe capirmi.
«Ok, ne parlerai quando ne avrai voglia!» rilancia, e per mia fortuna.
Non ne sarei uscita viva questa volta.
«Vedi, tesoro, avevo dato a tua madre questo, ma l'ha riposto nel cassetto... e allora ho pensato che sarebbe stato meglio se te lo avessi dato io, ed eccomi qui. Ultimamente è così distratta!»
È vero, quasi assente.

Posa la busta sul letto. Sembra una bambina, tanta è contenta.
Ma mi basta poco. Sbircio e capisco.
Tiro fuori il tutto.
«Oh nonna, io non so cosa dire.»

«Niente stellina, niente.» È un abitino corto con un tessuto talmente leggero. Ha il corpetto all'uncinetto lilla, e una scollatura a v.
«È completamente in chiffon di seta. Avrei voluto realizzartelo più lungo, ma Pavel ha trovato solo questo.»
Oh Pavel, il buono dolce Pavel.
Non ho mai visto nulla di così bello! Mai.
«E a questo che lavoravi, alla mia sorpresa?»
Nonna annuisce, senza fiatare.
Ma quando faccio per aprirlo e guardarlo meglio, cade in terra una vestina. Sembra logora, consumata.
«Ma cos'è?» mi affretto a chiedere.

Nonna si china a prenderla. Sembra impacciata.
Vorrei domandare di più, mi sembra quasi famigliare.

«Dai, su, su, vai a provarlo.»
«Cos'è?» insisto.
«Era tuo, di quando eri piccola.»

Mi sorprendo a guardare delle piccole letterine incise sull'abitino, ma sono troppo contenta per la novità, e nonna mi invita ad andare. Così vado in bagno a cambiarmi. Già so che troverò nonna commossa, io stessa lo sono, ma quando ritorno in stanza nonna non c'è più...

Che dire? Voi che ne pensate?
Sono perplessa.

Angolo autrice

Così Rose, ancora una volta, trattiene i suoi sentimenti. È giusto farlo?
E Piergi? Cosa ne pensate di lui? Lo assolvete o lo condannate? Come vi appare?

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