29 Difficoltà
Solo adesso mi rendo conto delle buone intenzioni di Tamara nei confronti dell'amica Nela, e solo in questo momento mi accorgo di quanto siano affiatate, così come percepisco la sincerità di quest'ultima e dei suoi buoni sentimenti, spontanei, genuini, ma per me è troppo, questa situazione è decisamente troppo difficile da sostenere...
Non voglio che trapeli nulla di ciò che provo per Piergi - è una cosa mia e come tale voglio proteggerla, custodirla - e non voglio aiutare nessuno a portarmelo via.
Tuttavia deve essermi sfuggita una parola di troppo, devo aver detto qualcosa di decisamente sbagliato, perché mentre Nela resta indietro, immersa com'è nei suoi pensieri, mentre Nela è silenziosa, mi sento affiancata da Tamara che ora mi guarda in un modo a dir poco sospettoso.
Mi scruta insistentemente. Mi sento inadeguata, anzi proprio impreparata.
Non faccio che mettermi le ciocche dietro i capelli e sistemarmi la maglia.
«Vedi Rose, nessuno vuole prendere il tuo posto», mi dice con voce morbida.
La guardo in tralice.
Cosa diavolo sta cercando di dirmi? Non credo alle mie orecchie e non so dove voglia andare a parare...
«So che talvolta il rapporto che si crea con un fratello può essere molto forte, fatto di complicità, di segreti. Ti ho guardato prima, sai? Cosa credi? Che non me ne sia accorta? Ma devi lasciarlo andare... Tutti noi abbiamo il sacrosanto diritto di fare le nostre esperienze, e indovina un po'? Anche Piergi. Ma nessuno, credimi, te lo vuol portare via, nessuno.»
Vorrei che le parole di Tamara fossero vere, oh quanto lo desidererei, che non succedesse mai nulla e che le cose tra me e Piergi, nel peggiore dei casi, rimanessero così, invariate, ma lei non sa quello che provo, e forse non lo capirebbe mai.
«Forse tu non sai che noi siamo fratellastri» le rivelo.
«Certo che lo so e so anche quanto lui ci tenga a te. Da quando siete andati a vivere insieme, lui non ha fatto altro che parlarmi di te... di quanto tu sia coraggiosa e della tua forza.»
La cosa mi lascia basita.
«Ha detto proprio questo?» mi faccio sfuggire pentendomene quasi all'istante.
Lei mi fissa e accenna a un sì.
A quella rivelazione resto pietrificata e non riesco a proferire parola.
Ma il peggio evidentemente deve ancora venire.
«Anche Andrej sembra aver cambiato idea sul tuo conto. E dire che lui non ti...»
«Non mi sopportava proprio, giusto?» la precedo interrompendola.
«Non la farei così drastica, cioè... ehm, ok sì, diciamo che ha fatto fatica ad abituarsi a tutto, a tua madre, a te, ma questo solo all'inizio. Sentivo che qualcosa stava cambiando dentro di lui, che stava nascendo un nuovo sentimento e forse non dovrei dirlo, ma quando l'altra sera si è battuto per difendere il tuo onore, quando ha affrontato quel David, beh, devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa e ne ho avuto la conferma. È stato bravo. Come amica non posso che essere fiera di lui», mi confessa.
Ed effettivamente lo sono anche io...
Intendo stupita.
Andrej che combatte per difendermi. Andrej che picchia David. Sono davvero esterrefatta. Ora mi torna tutto, il livido, ogni cosa, anche se mi è difficile ipotizzare il motivo di una simile lite.
Lo guardo, da lontano, grata. Sembra quasi che sappia che stiamo parlando di lui. Naturalmente è solo una sensazione: è troppo distante per intendere.
«Perciò tu devi stare tranquilla ed essere orgogliosa di Andrej e di lui, Piergi, ma ripeto, tu...»
«Io non ho paura di perderlo, no, perché noi vedi...»
Non faccio in tempo a dire ciò che avevo intenzione di dire che Nela mi afferra sotto braccio. È euforica, mentre io resto completamente bloccata davanti a quella visione, come schiacciata. All'improvviso mi gira la testa. Una foresta gigantesca, già, gigantesca, e noi le siamo proprio davanti. Ma lei, Nela, non si accorge del mio smarrimento. Né tantomeno Andrej e tutti gli altri. Nessuno potrebbe mai comprendere il mio stato d'animo, io per prima non me lo spiego. Il terrore che tutte le volte provo a vedere quell'incanto e a sentire quei profumi è devastante. Gioia e disperazione, questo mi provoca, ed era stato sempre così, da un tempo immemorabile, da quando mio padre era andato via.
Sento il mondo rompersi dentro di me e la vergogna risalire e risucchiarmi, e prendere il sopravvento. Come potrei spiegare che mi è impossibile entrare? Come potrei dare voce a delle paure che sono prive di senso? Loro non mi capirebbero, così come io faccio fatica a comprendere, nonostante tutte le sedute che ho fatto, nonostante il dolore e l'ansia che mi prende... e la voglia di liberarmi, e di rivelare, perché forse solo parlando non sentirei più di nulla, solo guardando in fondo al mio cuore troverei la pace.
E come potrei celare, come? Se è come penso, se ci stiamo addentrando nel bosco, io sono senza via di uscita... e mi manca l'aria, sento che sto per strozzarmi. La gola mi si chiude. Piergi lascia Andrej, mi viene incontro guardandomi negli occhi. È soltanto allora che ognuno di loro sembra rendersi conto di ciò che mi sta succedendo. Prima Nela, poi Tamara e tutto il resto del gruppo.
«Tesoro, tu sei pallida. Ti senti bene?» mi chiede Tamara. Ma la sua voce pare così lontana come lontane sono le immagini. E ogni cosa, ogni singola cosa appare distorta, deformata. Nessuno aveva fatto caso a me, al mio segreto, nessuno aveva intuito, solo lui... e soltanto adesso mi rendo conto che già sapeva... e probabilmente, per una strana ragione, aveva le risposte a tutti i miei perché, quelle che mi erano state negate per il mio essere troppo piccola, quelle che erano state rimandate a tempi indefiniti. E così avevo trascorso la mia infanzia ad accettare quelle mie debolezze, ad accettarmi e convivere con le mie fobie.
«Rose, cosa fai? Così mi spaventi. Rose!»
Tutti sono in pena per me, ora, e forse lo erano sempre stati: Maxim, la mamma... ma nessuno aveva mai cercato di tirarmi fuori da quell'incubo...
Perché è quello che mi sembrava di vivere, e avrei dovuto guardarmi bene dall'entrarvi, perché era irrazionale, era ovvio, e tuttavia non c'era via d'uscita.
Eppure io amavo addentrarmi nei boschi col mio papà, eppure a un tratto la mia percezione era cambiata. Quella gioia che provavo piantando, raccogliendo fiori, osservando le formiche, aveva ceduto il posto, senza che io ne fossi consapevole, alla paura, il terrore, il timore di morire.
Sai cosa succede ai bambini disubbidienti vero? Non devi mai andarci da sola, non devi!
E io l'avevo fatto, mi ero attenuta scrupolosamente a quelle poche regole, ero stata sempre ai margini, vicina, ma ai limiti...
Non avevo mai superato quella linea sottile, perché sapevo che quegli essere deformi, creature senza volto, erano pronti ad attaccarmi, e quando quell'ansia mi assaliva, quando, mio malgrado, superavo quel confine, quei mostri erano sempre lì, pronti a saltarmi addosso. Invisibili, come ombre, io potevo sentirli entrarmi dentro e prendere il sopravvento. Ed era terribile.
«Rose, Rose!»
E mentre sono presa dalle mie riflessioni, ritorno alla realtà, e lui è lì, di fronte a me.
«Rose ascoltami, so che te l'avevo promesso, che non ci saremmo addentrati, che saremmo rimasti fuori... ma vedi, ora le cose sono cambiate e quel versante è diventato pericoloso. Tobias stesso lo ha detto, e lui, fidati, non si sbaglia mai. Dobbiamo oltrepassare la foresta, ma è solo un piccolo pezzo, solo un insignificante tratto e tu, tu puoi farcela, so che puoi farcela.»
Forse la voglia di non deluderlo, forse è questo che mi ha convinto, la speranza che ho visto nei suoi occhi: non il solito avvertimento, no, ma un messaggio di fiducia.
Così senza accorgermene, completamente in trans, gli stringo la mano. E sono tutti lì, vicino a me, a darmi fiducia. Non ero più sola e, chissà, con loro quelle ombre potevano essere scacciate, e io potevo riuscirci davvero, perché dovevo superarla, una volta per tutte dovevo almeno provarci.
E non mi sarei mai data per sconfitta, mai.
Spazio autrice
E così si aggiunge un altro piccolo puzzle della vita di Rose...
È così conosciamo un po' meglio Piergi e Andrej, e tutti gli altri personaggi.
Chi vi ha colpito di più? Chi vi ha invece, come deluso.
Vi aspetto.
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