28 La Rivelazione
E resto profondamente colpita dall'atteggiamento di Tamara e dal suo modo di agire.
Sono stata troppo frettolosa nel giudicarla, troppo!
E non posso fare a meno di riflettere sulla dinamica dell'incidente... e di pensare a lui, al mio Piergi, ancorato alla roccia, aggrappato alla vita, indifeso, solo.
Lui che non si era fermato finché non era rimasto l'unico in piedi...
Lui che mi era stato vicino fino all'ultimo istante...
Ma poi qualcosa deve essere andato storto!
Mi viene in mente solo adesso.
Piergi era rotolato giù, una smorfia contratta sul viso.
Lui era scivolato lentamente, ma non mi aveva mai lasciato, con lo sguardo, col pensiero...
Lui non aveva mai smesso di preoccuparsi di me...
Non una semplice convinzione, ma una certezza.
Le mani intrecciate alle mie, il suo calore...
Rammento ancora tutto...
Il suo unico pensiero, fino all'ultimo secondo, è stato per me, finché qualcosa non ci ha separati.
E sarà successo allora che ho perso i sensi: deve essere andata così.
Quanta paura avrà avuto, povero amore mio. La stessa che scorgo negli occhi di Andrej, adesso, la stessa che probabilmente vede lui nei miei.
Proprio così, Andrej è smarrito. Sembra un cucciolo impaurito.
Il ragazzo superbo, pieno di sé, è scomparso. Al posto suo un uomo nuovo.
E dire che lo pensavo un essere insensibile!
Lo vedo ancora mentre mi fissa, i capelli gocciolanti dal sudore, gli occhi sgranati.
"Scusami per tutto" mi aveva implorato qualche istante prima...
Non riesco a non smettere di fare congetture su quelle parole e di valutarne il loro reale significato, e questo nonostante la drammaticità della circostanza.
Ma cosa avrà voluto includere in quel tutto? Faccio fatica a comprenderlo... perché ho come l'impressione che vada ben oltre il male che mi ha fatto, ho come la sensazione che debba farsi ancora perdonare qualcosa di cui ancora non mi è chiaro il motivo.
Ma forse sto soltanto fantasticando troppo.
Andrej mi scruta insistentemente, quasi a cercare una parola di conforto. Dopo aver preparato tutti gli attrezzi necessari e ancorato la fune a un grosso masso, a un suo cenno tiriamo su con forza la corda.
È vero, sono forte, ha ragione papà. Ma quando si tratta della vita delle persone, quando è in gioco la sopravvivenza dell'unico ragazzo che io abbia mai amato, beh, questo è un altro paio di maniche.
Vorrei poter osservare l'avanzamento di Piergi lungo la roccia.
Vorrei potermi accertare con i miei stessi occhi che tutto stia procedendo secondo i piani, ma è sconvolgente, davvero sconvolgente.
Io non ho la forza di farlo.
Io non ho la forza di guardare oltre i miei piedi.
«Ci siamo quasi, ci siamo quasi», incita Tobias.
Ed è su. Piergi è su, ansimante. Si tira in piedi sorridente. È bianco, pallido, ma sembra cercarmi con gli occhi. Mi fissa rasserenato non appena mi scorge, anche se si vede che non è al top delle sue energie. Lo vedo sbirciarmi da sotto le ciglie folte e nere. Non ha più gli occhiali e in questo modo appare ancora più bello. Andrej gli offre da bere. Per un periodo di tempo interminabile lo guardiamo, senza parlare.
Poi, d'un tratto, Tobias esplode: «È lì che ti ho visto, cazzo! Come ho fatto a non pensarci. Nel bagno, sì, nel bagno. Ricordi? Al Cabira, nel bagno.»
Piergi sembra contrariato, ma non risponde. Forse non può ancora farlo. Si pulisce la bocca con il palmo della mano. Il momento non è quello giusto, è decisamente sbagliato.
Decisamente.
«Allora, amico, te lo ricordi?»
«Non ho la minima idea di che cosa tu stia parlando!» gli dice con un fil di voce.
«Forse questo te lo ricordi?»
Gli fa un gesto che per me è privo di significato. Piergi rimane esterrefatto, perplesso. Vorrebbe anche controbattere, ma Andrej, sentendolo tossire violentemente, lo porta via in disparte.
«L'ho visto lì, ci credi? Al Cabira!» sottolinea guardandomi. Il Cabira è un locale, una sorta di pub. Ci sono andata una volta, tempo fa. Non è propriamente il luogo ideale dove vorrei passare una serata, ma non è nemmeno chissà che. Non capisco l'insistenza di Tobias. Lo ha visto lì! E allora?
Al suo ennesimo tentativo di ricalcare l'onda, Andrej lo fulmina all'istante.
«Ehi amico, dacci un taglio. Non vedi che non può rispondere!»
Andrej è annoiato. Tobias, invece, sembra mantenere il cipiglio. Con una certa compostezza resta fermo in un angolino. Lo ignoriamo: siamo troppo presi da Piergi. Tuttavia non riesco a togliermi dalla testa la sua ostinazione...
Piergi finalmente si riprende. Siamo tutti più sereni. Lo guardo di sottecchi. Mi sento in colpa.
«Inutile dire che adesso non ci rimane che tornare indietro. Che dici, Tobias?»
«Chiedilo a tuo fratello! Lui sì che è un duro!»
Quelle parole, insensate, fuori luogo, sferzano l'aria, rendendola quasi irrespirabile. C'è tensione, ma non tra noi ragazze.
Andrej porta via il fratello, abbracciandolo e facendosi carico del suo zaino. Io li seguo, anche se la voglia di avvicinarmi a Piergi è tanta, e le bionde fanno altrettanto. Camminiamo in silenzio, per più di un'ora. Abbiamo tutti fretta di dimenticare e di tornare a casa. Poi Nela e Tamara, inaspettatamente, mi vengono incontro. La prima a parlare è Nela. A dire il vero è anche la sola. È la prima volta che forse odo la sua voce. È timida, molto timida. Un suono sottile e delicato. Mi chiede se mi sento più tranquilla ora che le cose sono cambiate. Tamara tiene il passo, ma è in silenzio. Andrej si gira un attimo per guardarci, poi rivolge uno sguardo truce a Tobias. Effettivamente non si è comportato molto bene. Lo sento borbottare. Poi, di colpo, ci sorpassa, e rivolgendosi a me se ne esce con una battuta poco felice. Ma credo di non aver capito bene. Così, all'ennesima mia domanda, invece di correggere o aggiustare il tiro, mi guarda inasprito.
«È un bastardo, questo è. Non assomiglia proprio al fratello. Ecco. Questo è quanto», dice rivolgendosi alle bionde. Sembra uno sfogo.
Stento a credere che stia parlando di Piergi, il mio Piergi. Eppure, dalle poche parole che ho scambiato con Tobias, non mi sembra un tipo capace di mentire, anzi, tutt'altro. È troppo trasparente per fingere. Nonostante il suo essere stravagante, mi sembra un ragazzo sincero.
Tuttavia non posso fare a meno di pensare al fatto che abbia preso un granchio...
Piergi non è affatto il tipo di ragazzo che lui vorrebbe far intendere. Mi rendo conto di quanto sia facile commettere degli errori nel giudicare la gente. Io per prima ci sono cascata con Nela, sebbene sembri una ragazza dolcissima.
Proseguiamo a lungo in quella discesa, stando ben attente a non scivolare. Ammetto di avere una paura folle. Mi accorgo che Andrej guarda troppo spesso nella nostra direzione, così, all'ennesima volta, Nela si gira verso di me imbarazzata, sorridendo.
«Ehh, in amore è sempre così...» dice Tamara guardando Nela. E lo fa con quella sua voce profonda, matura, suadente. «Più fuggi più ti inseguono.»
Sembra una sirena. Una ragazza capace di ammalarti con il solo sguardo.
Nela appare impacciata. Noto che ha una dentatura perfetta e un sorriso angelico. Non parliamo più di nulla, anche perché sembra molto in soggezione. Tamara ci supera e affianca Tobias.
Poi all'improvviso, senza avvisaglie, quelle parole che sembrano aghi sulla mia pelle, e mi stordiscono, mi lasciano senza fiato.
«Sai, io, a tuo fratello... ehm, gli ho sempre voluto un gran bene. Parlo di Piergi. Dovrei farmi avanti, farglielo capire in qualche modo. Non so perché lo sto dicendo proprio a te che sei la sorella...»
Me lo chiedo anche io in realtà... che poi, proprio la sorella non sono!
Eppure avrei giurato che facesse il filo ad Andrej. Ancora lo ricordo quel giorno, quando lo guardava delusa venire da me, dopo la lotta con i palloncini...
Lei gli si strusciava addosso come una gatta in calore e io avevo ben altra opinione di lei.
«Senz'altro tu lo conosci molto bene e forse con te si è confidato. Non so cosa fare, non so se lui ha già altri interessi, io sono persa. Gli vado dietro da troppi anni.»
«Avrei detto il contrario, che ti piacesse...»
Ma non riesco a terminare il discorso che lei mi precede.
«Che tenessi ad Andrej? Tutti, prima o poi, ci cascano. Ho cercato di farmelo piacere, per dimenticare Piergi, per farlo ingelosire, ma inutilmente. Non puoi comandare al cuore, non credi?»
Mi guarda con un'aria triste e così innocente. È una ragazza così buona e io mi sento così falsa.
La scruto, incapace di confessarle ciò che mi tormenta. Le sue parole mi spiazzano. Vorrei dirle di farsi da parte, che sicuramente lui ha già un'altra, ma non ne ho la forza.
Sarei una persona meschina, e io non voglio esserlo.
Tamara si avvicina. Sembra aver udito parte della conversazione. Deve essere una di quelle persone che tanto invidio, una di quelle capaci di tenere un discorso con uno e ascoltare il dialogo di un altro.
«Allora lo hai fatto, le hai parlato finalmente?! Brava! Vedi, glielo dico da sempre di buttarsi, anche per rispetto ad Andrej e soprattutto per lasciarmi libero il campo!»
Che mi venga un colpo! Le schiocca un bacio e solo allora capisco...
Cioè lei, Tamara, va dietro ad Andrej che invece vorrebbe Nela, che a sua volta ha una cotta per Piergi. Che caos! Ora capisco tante cose, ora comprendo l'irritazione di Andrej che forse ha capito che Piergi è al centro dei pensieri di Nela. Ma allora cosa vuoi da me, Andrej? Avrei giurato dell'altro.
Poi, rivolta a me: «Avrai capito che Nela è un caso disperato. Dobbiamo fare qualcosa e solo tu puoi aiutarci. Perché è vero che ci aiuterai, giusto?»
Accenno un sorriso e mi mordo il labbro per l'idiozia.
Ma cosa mai avrei dovuto fare, cosa?
Sono una frana, ormai è assodato, e forse questo lo avrete già capito. Ma che ci posso fare? Questa sono io, Rose, già Rose.
Che Dio mi aiuti!
Spazio autrice
Le vicende si complicano, così come la vita di Rose. Ora che il peggio sembrava passato, invece...
Che ne dite di questo capitolo?
Vi è piaciuto?
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