Me
Le favole cominciano sempre con "c'era una volta...".
C'era una volta un ragazzo.
Sicuro di sé? Certo! A tratti fin troppo... ma funzionava.
Le donne? Non erano un problema. Le capiva. Sapeva come comportarsi, come atteggiarsi, quando e come accelerare, i momenti in cui allontanarsi.
E anche ciò funzionava. Lui funzionava. Il suo cuore era fatto di ingranaggi... lui stesso si sentiva un automa.
Si ripeteva <<Se è questo che vogliono, questo otterranno!>>
Tutti indossano una maschera. Ma la sua, la maschera che portava, era stata forgiata da anni di rifiuti, giorni di dolore e ore di pianti.
Si arrese.
Studiò libri su libri di "luminari" che scrivevano di psicologia sentimentale. Cambiò sé stesso: palestra, abiti, taglio di capelli.
Per certi aspetti si migliorò. Forse solo esteticamente ma dentro di lui si stava insinuando l'idea che il pesce deve essere pescato come lui vuole essere catturato. L'idea divenne ben presto una certezza.
Passarono gli anni.
Le donne si avvicendavano. Donne di ogni tipologia. Alte, basse, bionde e brune. Tutte accomunate però da un unica caratteristica. Ma più lui cercava, più lui si impegnava... più quel segreto gli sfuggiva tra le mani. Esse continuavano ad essere folate di sabbia leggera: quando tutto finiva, lasciavano solamente qualche granello nella sua vita. Niente di più di qualche effimero ricordo da scrollarsi di dosso.
Aveva cercato per anni quella parola che fa rima con ardore. Si era dannato l'anima per cambiare. Diventare tutto ciò che aveva sempre evitato.
E ora ci era riuscito.
Ma un giorno quella una leggera folata lo colpì come un tornado.
Lo colse impreparato. Completamente inerme.
Lo colpì in un'afosa serata di luglio.
La folla vorticava attorno a lui in un'indistinta massa informe.
Uno sguardo sfuggente. Bastò questo.
Il tempo rallentò fino a cristallizzarsi nell'intenso smeraldo dei suoi occhi.
La folla svanì come fumo nel vento del suo intenso amore. Erano soli ma finalmente insieme. Non ci fu bisogno di tante parole: una stretta di mano, uno sguardo intimidito a terra, un sorriso dolcissimo.
In quel istante comprese. Frasi sdolcinate ed inflazionare di scrittori da strapazzo come "la mia metà" oppure "colpo di fulmine", che fino ad allora considerava prive di significato, esprimevano meglio di qualunque altra ciò che il suo cuore cercava ma la sua mente per tanto, troppo tempo aveva rifiutato. Le donne avute? Solo la rappresentazione di ciò che era diventato, di ciò che voleva mostrare.
I secondi rallentarono ancora.
Milioni di peregrinazioni mentali, donne superficiali e libri pseudo scientifici vennero trascinati nel mare indistinto dei ricordi da quell'onda immensa d'amore, vero e puro, che nasceva da lei, dalla sua voce gentile e la sua bellezza accecante, e si abbatteva con forza contro la sua corazza fredda e cinica e la distruggeva come fosse carta. La sua anima ribolliva e smaniava all'idea di lasciarsi andare, sicura di aver trovato il suo corrispettivo nel mondo, quel legame incredibilmente tangibile che solo chi ama l'amore riesce, prima o dopo, a stringere.
Era scoperto, indifeso e... felice.
Felice di poter essere di nuovo sé stesso.
Felice di avere finalmente il loro "... e vissero felici e contenti".
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