Premessa bedda
(Aggiornamento 12/11/16)
Premessa alla premessa: Tutto quello che scriverò sarà dettagliatamente datato e documentato. Non contemplo la possibilità di riscrivere ciò che è stato precedentemente detto. Pertanto, spero non urtino il vostro sistema nervoso possibili incongruenze spazio-temporali, nessi logici inesistenti e discorsi campati in aria.
E se deciderete di restare comunque, nonostante tutte le mie inadempienze... beh, grazie! :)
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(11/11/16)
AVVERTENZE!
1) Quello che vi accingete a leggere è tutto fuorché un libro. Se la cosa può crearvi disagio, una magica freccetta sul vostro smartfon o sul vostro compiuter vi riporterà alla om di uotpad. Per qualunque evenienza rivolgersi al servizio consumatori o a chi di competenza, ma per favore, non scassate i cosiddetti perché dal titolo si presenta come una cosa tanto seria e invece non lo è.
2) Quello che vi accingete a leggere è tutto fuorché un Libbro di Cramatica (Ossidea coglierà il dovuto riferimento). Pertanto, niente mi impedirà di commettere errori d'ogni sorta, e soprattutto non i commenti saccenti di chicchessia. Sarà il mio psicologo di fiducia ad editare quanto scritto.
3) Cercherò di evitare un linguaggio scurrile nel rispetto delle masse. Ma quanno ce vuole ce vuole, quindi... Amen.
4) Boh... Per ora non c'è un quarto punto.
Bene. Perché questo libro? Per nessunissima ragione.
No, non è vero. In realtà la ragione è molto più seria di quanto si possa pensare. Dovete sapere, cara gentaglia, che io sono una ragazza dalla scarsissima autostima. Una di quelle che gironzola per i corridoi con le spalle ricurve e che alle feste si nasconde nell'angolino per evitare di fare il carciofo tra le persone che ballano. Oltre alla scarsissima autostima e a una capacità di socializzare pari allo zero, soffro di lieve forma di agorafobia.
Per chi non lo sapesse, l'agorafobia è la paura degli spazi aperti. Nel mio caso (non so se sia una costante) mi spaventano quei luoghi molto ampi (ex. una palestra o una prateria senza l'ombra di un albero) in cui non c'è niente che mi superi in altezza. Parlando una volta con un cristiano (credo che fosse tale, non ricordo esattamente), mi disse che questa mia paura è indice di insicurezza nello stare al centro dell'attenzione.
Ed è probabilmente per questo motivo che mi piace scrivere. Perché ad essere al centro dell'attenzione non sono mai io, ma ciò che scrivo. Diciamo, però, che la scrittura è lo specchio di ciò che siamo. Quindi è probabile che, nel migliorare il mio riflesso, anche la mia personalità subisca delle sostanziali modifiche.
Ma cara Nina, direte voi, sei al corrente di quanto ce ne possa fregare?
Avete ragionissima, gente. Ma c'è una motivazione a tutto. Per prima cosa, parlare di me mi risulta mooolto difficile. So per certo che tutto quello che sto dicendo in questo momento, se deciderò di premere quel bel pulsantino con su scritto "Pubblica", potrà essere usato contro di me. Magari è solo una mia convinzione, magari non se la filerà nessuno questa raccolta. Ma magari - magari, eh, magari - questo potrà essere il primo passo per sbloccarmi un po', per avere un po' più di fiducia in me stessa, e non solo su Wattpad, ma anche nella vita reale.
Ma perché proprio qui? mi chiederete voi. Perché creare una storia in cui ci frantumi gli zebedei con un pestello solo per sfogarti?
Questo non lo so, in effetti. Certo, se state leggendo queste parole significa che siete interessati alla faccenda. Però non ci vedo niente di male. Magari da questa mia idea potrà nascere qualcosa, una reazione a catena o che so io. E c'è anche la remota possibilità che diventi famosa.
No, non è di certo per questo che sono qui. Però potrebbe essere una conseguenza. Del resto, quante persone su Wattpad sono diventate famose scrivendo qualcosa di diverso dai loro bei romanzi? Recensioni, manuali di vario tipo, raccolte con argomenti simpa, servizi di grafica, concorsi, progetti faighi con bbbollini (tanti bbbollini) e chi più ne ha più ne metta. Non dico ASSOLUTAMENTE che sia una cosa negativa, badate bene, altrimenti non starei qui a fare la stessa cosa con questo abominio.
Sì, come avrete capito, viva la sincerità. Perché nel caso non l'aveste capito, è questo il mio progetto. Per una settimana (ossia fino a venerdì 18 novembre 2016) scriverò robe su di me con il solo scopo di far crescere la mia autostima.
Ma no, aspettate. Non sarà roba scritta a caso. Ho in mente un progetto ben preciso.
Trasformare i miei difetti in pregi.
Proprio così. Un difetto al giorno, per sette giorni. Un mero esercizio mentale, una sorta di esperimento sociale a cui tutti possono contribuire, anche procedendo alla stesura del proprio "libello dell'autostima". Devo ancora pensare al bbbollino e all'hashtag da utilizzare nel caso un simile progetto prendesse piede.
Nina... Non per fare il/la/i/le/* rompicoglioni della situazione, ma non credi di star pensando troppo in grande?
Ehm... No. L'umiltà in questo progetto è andata a farsi benedire. Non perché voglia vantarmi delle mie qualità o che so io, ma perché voglio dimostrare a me stessa che non ho ragione di nascondermi.
Ho una voce. Abbiamo tutti una voce. E abbiamo delle qualità che vogliamo far emergere. Che siano stilistiche o caratteriali poco importa.
Chiunque può cucinare, ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi. (Cit. Gusteau)
Ah, ora mi è venuto in mente il quarto punto delle avvertenze: è sconsigliabile la lettura di questo diario in caso di superbia e arroganza autocertificate. Ciò non toglie che chiunque possa provare a tirar fuori il meglio della propria personalità e a far emergere il carisma nel modo che ritiene più opportuno. Solo noi possiamo conoscerci appieno e comprendere le ragioni delle nostre azioni. Nessuno è migliore, perché nessuno è peggiore.
Detto questo, passo e chiudo. Non so se aggiungerò dell'altro per oggi, ma del resto questo diario e mio, e posso farci quello che voglio.
Un bacione a tutti, e spero non scappiate!
Ninotchka
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