2. Devi stare molto calma (Cit.)

(12/11/16, ore 11:06)

Bene. Al momento sono in classe, alla ricerca della tanto invocata Musa ispiratrice, nonché di un cantuccio pacifico in cui fare yoga.

Nessuna traccia dei professori. Cresce l'ansia, ma non si molla.

Ah, eccone uno! Pregate per me! *sigh*

(Ore 11:54)

Okay, il suddetto homo insegnans s'è rivelato decisamente innocuo...

Siamo in attesa di un esemplare ben peggiore...

E che ancora non si vede.

Ansia.

(Ore 12:02)

Okay, non verrà. Me lo sento.

(Ore 12:12)

Sìcazzononc'èsonofelicecomeunapasquahoancoraqualchegiornoperstudiaregrecoooo!!!

Con permesso, vado a conversare con gente colta ed emancipata. Cià.

****
Ecco, in questo momento sono appena tornata a casa e aspetto la pappa (e forse è il caso che la smetta di cincischiare e vada ad apparecchiare).

Comunque! Immagino abbiate capito quale sarà il tema di questa seconda giornata (tema che sono liberissima di non seguire, ma da cui mi ritrovo a partire)

L'ansia e la paura.

Perché esiste l'ansia? Quali sono le sue cause? Perché ci colpisce nei momenti in cui meno ce l'aspettiamo?

Tutto questo e molto altro sulla pagina di Wikipedia dedicata alla tematica. Se ci tenete, andate voi a controllare.

La verità sul perché siamo ansiosi la conosciamo solo noi. E non dite che non è così: ognuno di noi ha delle aspettative e degli obiettivi, come abbiamo già semichiarito nel penultimo capitolo.

A proposito di ieri, avevo intenzione di dire taaaante cose, e alla fine non ho detto nulla.

Va beh.

Tornando a noi, per chi si ritrova a combattere con questo problema, vi svelo un segreto molto beddizzimo.

Sapete quante volte le nostre paure sono infondate? Circa nell'80% dei casi (e non sono io a dirlo, ma una ricerca dell'Università di Nonricordocosa).

Non fraintendete, avere paura è normale, e per certi versi utile. Abbiamo tante paure, razionali o irrazionali. Quella - legittimissima - della morte, delle malattie, del cannibalismo, della peste, ma anche paure come la claustrofobia, la cinofobia, la pirofobia, l'hexakosioihexekontahexafobia (che ho opportunamente copincollato dal web)...

Ma davvero: esiste gente che ha paura del numero 666...?

*momento silento*

Vade retro Satanaaaah!

Ma a parte questa, le paure sono una cosa molto seria! Pensate come saremmo se non avessimo paura: degli scavezzacollo che infilano la testa nella bocca del leone solo per provare l'ebbrezza di farsi azzannare.

Insomma, saremmo già estinti da un pezzo.

Ma non tutte le paure sono utili, anzi, come abbiamo già visto, molte sono bizzarre e decisamente inutili. Ovviamente non sto qui a criticare il perché delle nostre paure: solo noi, infatti, conosciamo, il nostro vissuto, la nostra infanzia, lettera, testamento e cause del decesso. E a proposito di questo, mi capita spesso di pensare alla xenofobia, all'omofobia e ai più svariati tipi di intolleranza, e per ora sono arrivata alla seguente conclusione: nessuno di noi è degno di giudicare un peccatore, e tutto ciò che possiamo fare è condannare il peccato. Sono tanti i fenomeni che ci rendono ciò che siamo, e spesso la colpa non è del singolo individuo, ma di chi gli ha inculcato certi pregiudizi e una certa chiusura mentale. Alla fine chi semina vento raccoglie solo tempesta, e attaccare chi è intollerante ci renderà automaticamente intolleranti. Potremmo discuterne a lungo, ma magari lo faremo in un secondo momento.

Chiusa parentesi, come ricorderete bene, compito del libello dell'autostima non è renderci delle persone meno difettose, ma trasformare i nostri difetti in punti di forza.

Quindici...

Come ho già detto, i nostri timori sono spesso infondati, poiché le cose vanno sempre meglio di come ci aspettiamo. Altre volte, però, quando siamo troppo rilassati e sicuri di noi, spesso succede l'esatto contrario. E se siamo delle persone ansiose, può capitare che l'imprevisto generi in noi un'ansia altrettanto imprevista.

Quindi, che fare? Proverei col dire che, a prescindere da tutto, Einstein non si sbagliava. "Meglio essere ottimisti e avere torto che pessimisti e avere ragione" (era Einstein?). Ma se il pessimismo è radicato nel nostro animo come un verme solitario pronto a svuotarci in qualunque momento, fare leva su quest'ultimo può rivelarsi quasi utile.

Pensate negativo, allora! Scoprirete che le cose vanno sempre meglio di quanto previsto!

Ehm...

Mi riferiscono che la cosa non sembra godere di ampio consenso...

Dicono che moriremo tutti. Beh, sì, è inevitabile. Ma se pensiamo alla morte come a una cosa normale, quando arriverà il momento non ci parrà poi tanto brutta.

Ma è vero, dimenticavo che è un libello sull'autostima e non un corso di taglio. In tutti i sensi.

Indi, il pessimismo. Può essere utile in caso di situazioni spiacevoli. E anche l'ansia, con tutte le sue conseguenze. Un mal di stomaco dalla violenza inimmaginabile, un mal di testa che vi fa desiderare di spaccarvi il cranio come fece Zeus nel dare alla luce la dea Atena, e tanti altri bei sintomi che vi sproneranno a mandare malattia a lavoro o a marinare la scuola. Come vedete, c'è l'imbarazzo della scelta. E anche piangersi un po' addosso fa bene, ogni tanto.

"Ogni tanto", ho detto.

Beh sì, abusare della propria ansia può essere controproducente, ma farla tornare a proprio favore, quello può essere utile.

Siate ansiosi, siate agitati, e le cose fileranno per il meglio. Ma attenzione, non siate ansiosi anche quando non c'è più ragione per esserlo. Godetevi la meraviglia, la felicità, lo stupore che suscita in voi qualcosa di bello e di inaspettato, anche banale.

Essere ansiosi è il sintomo di chi ha un obiettivo e ha paura di non riuscire a ottenerlo. Un po' come me, questa mattina (sì, sto scrivendo di sera), quando aspettavo la professoressa. Ieri, per via delle mie crisi esistenziali, e desiderosa di dar voce ai miei disagi, la voglia di studiare letteratura greca ha bussato una sola volta prima di tornarsene a casa sua. Perciò stamani sono andata a scuola totalmente impreparata. L'ansia si è fatta sentire, sebbene dentro di me avessi una giustificazione più che valida al mio problema: la pura verità. "Professoressa, francamente, ieri non ne avevo un cazzo voglia" (omettendo "un cazzo", ovviamente). Poco me ne importa di un due, è il primo quadrimestre, e la notte è ancora giovane. Eppure Medusa non si è presentata, impegnata a fare lei solo sa che cosa. C'era da immaginarselo, in realtà, ma non pensavo che sarebbe accaduto davvero. Credetemi, per quanto la cosa in fondo poco m'importasse, ne sono stata contenta. Sono quelle piccole cose che ti fanno dimenticare l'ansia, e che ti danno una nuova grinta. E oggi è sabato (piovoso, ma pur sempre sabato), e seppure non sia stata una giornata entusiasmante per altri motivi, non mi sento di etichettarla come una brutta giornata.

Sorridete per le piccole cose. Stupitevi, guardate tutto con gli occhi dello scettico che si ricrede. A volte basta poco per rendere bella la vita. E se l'ansia non vi dà tregua, cercate di dialogare con essa. Riflettete sui pro e i contro delle vostre azioni. Mettete su di una bilancia le possibili conseguenze, e se per ipotesi dovesse avverarsi proprio la peggiore, pensate: ma davvero non esiste una soluzione? E se anche non esistesse, qual è lo spirito giusto per affrontare la suddetta situazione? Piangere fa bene, sfogarsi è fondamentale. Ma dopo esservi sfogati, non credete sia meglio prendere in mano la vostra nuova vita e analizzarla a sua volta? Riflettere sui pro e sui contro, e così fino all'infinito?

Magari non ne uscirete mai da questo interminabile giro della morte, ma, francamente: pensate davvero che ce ne sarà mai bisogno?

Beh, per stasera è tutto! Spero di avervi tenuto compagnia anche quest'oggi con il mio libello dell'autostima.

Che poi, perché "libello"...?

Mah, non mi è dato saperlo...

Va beh, fa niente. (Cit.)

Sayonara!

Ninotchka

P.S. Metodo infallibile contro l'ansia: al buio, nel vostro letto, respirate lentamente, e ascoltate la musica. Tanta musica. E che sia rilassante, eh!

P.P.S. Non ho visto I Medici, ma la mia Bhebe-chan mi ha consigliato questa canzone e la sto ascoltando proprio in questo momento.




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