1. Sensi di colpa? Si mangiano?

11/11/2016

Ed eccomi qui con la prima "giornata" dedicata al mio libello dell'autostima!

Ma... un momento. Dove sono le mille visualizzazioni e le cinquecento stelline? Dove sono la classifica, le case editrici, la gloria eterna, il regno dei cieli e i cori angelici?

Forse ho dimenticato qualcosa...

L'utilità nel settore wattpadiano, mi riferiscono. La pubblicità. Il tornaconto.

Peccato... Avrei dovuto pensarci prima... In effetti mi sono lasciata andare un po' troppo con i sogni e le fantasticherie. Non va bene, no no-

Ops. Me n'ero quasi dimenticata. Sto scrivendo un libello dell'autostima, e la prima regola per avere un'autostima di ferro è la seguente:

niente sensi di colpa. Mai.

Perché dovrei sentirmi in colpa, in effetti? Perché ho desiderato una cosa del tutto legittima su un social in cui si ricevono voti e visualizzazioni? È normalissimo desiderare di essere letti, quando scriviamo. Una storia non vive se nessuno la legge, e chi ben scrive è solo a metà dell'opera. Perciò, non sentitevi assolutamente in colpa per i vostri sogni di gloria o perché ambite ai grandi numeri.

Non sentitevi in colpa se in passato avete fatto spam. Spammare è illegale, ma non ingiusto. Su un social il rapporto tra scrittore e lettore è diverso da quello che c'è nel mondo della normale editoria, ma alla fine il fondamento è lo stesso. Io scrivo, voi leggete. Tu scrivi, noi leggiamo. Perciò, non sentitevi in colpa per ciò che avete fatto.

Ovviamente questa regola non va applicata solo in questo specifico caso. Il mondo sarebbe un posto molto bello se la nostra unica colpa fosse quella di farsi un po' di pubblicità illegale.

Dio: Adamo, Eva, siete esiliati dal giardino dell'Eden per aver commesso il peccato originale!

Eva: Ma abbiamo solo mangiato il frutto proibito...

Dio: No, avete sponsorizzato la Melinda!

*momento saddissimo con tanto di pubblicità occulta*

Ehm... non sono andate proprio così le cose. Decisamente.

Però, pensateci bene: c'è ancora gente che ha i sensi di colpa per quello che hanno fatto i nostri "progenitori"? Non credo proprio, dai!

E sapete perché? Perché non ve ne deve fregare un ciufolo del passato. Il passato è nel nostro didietro, come dice Timon (o era Pumba?).

Dobbiamo ringraziare gli errori commessi in passato se oggi siamo ciò che siamo. Cosa sarebbe successo se Adamo ed Eva non avessero mai mangiato la mela? Di sicuro il mondo sarebbe un posto migliore, le guerre non esisterebbero, tutto sarebbe arcobalenoso, pandacornoso, gioioso, l'America non avrebbe un presidente e probabilmente Cristoforo Colombo non l'avrebbe mai neanche scoperta! Pensate un po' quale immensa felicità!

Ma allora, cosa faremmo dalla mattina alla sera? Ci trastulleremo per le foreste, con le nudità in bella vista, a salutare i monti e a filosofare con le caprette? E la cosa peggiore è che tutto ciò ci sembrerebbe normale, e non avremmo alcuna ragione di ribellarci alla monotonia della vita.

Le cose belle nascono da quelle brutte, a volte. E anche noi uomini, durante la storia, ci siamo rivelati delle fenici che rinascono dalle proprie ceneri. Pensate alla Rivoluzione francese (che Lady Oscar mi ha insegnato tanto diligentemente). Pensate a quella gente che si è ribellata al potere costituito per il bisogno di qualcosa di migliore.

Ma tutto questo non sarebbe stato possibile (ed è sempre Lady Oscar ad insegnarmelo) se non ci fosse stato qualcuno che agitasse le folle per il proprio tornaconto. I borghesi. Loro, il pane, ce l'avevano eccome, ma non avevano una voce. Eppure hanno fatto leva sulla rabbia del popolo per ottenere ciò che volevano.

Ed è così che spesso funzionano le cose. Il tornaconto regola tutta la nostra esistenza. Non dobbiamo stupirci se molte volte i rapporti si rompono per questo. E non dobbiamo sentirci in colpa per qualcosa di così profondamente umano.

Piuttosto, se la cosa ci dà fastidio, possiamo cercare di cambiare i nostri obiettivi, quello sì. Quando non siamo noi ad aver bisogno di qualcosa, ma è colui che ci sta accanto, allora decideremo se aprirci a costui per il semplice desiderio di farlo, o arrivare a un compromesso che faccia bene a entrambe le parti.

È l'egoismo fine a se stesso che fa male al cuore, non di certo la condivisione, l'accordo, il dialogo. Ciò che conta davvero è la giustizia, e soprattutto capire dove finisce la nostra libertà e inizia quella altrui.

In parole povere, come disse Sant'Agostino, "ama e fa' ciò che vuoi".

Spero di avervi lasciato qualcosa, e scherzi a parte, poco m'importa delle stelline. Se quello che ho detto è servito per anche solo uno di voi, posso dire di aver raggiunto il mio obiettivo.

Fatemi sapere cosa ne pensate. A domani con la seconda giornata!

Ninotchka

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top