Capitolo 8
Cosa significava che lei aveva già perso?
Non riuscivo a capire perché mi sono voluto infilare in quella situazione.
-lo sai che mi hai mandato in crisi?- dissi vicino al suo orecchio.
-lo hai fatto anche tu- rispose -quindi siamo pari-.
-quando lo avrei fatto?-
-quando ti portasti a letto quella ragazza- il suo sguardo si abbassò del tutto.
-non stiamo insieme- risposi schietto, forse troppo.
-lo so- ritornò a guardarmi in faccia
-ma stiamo uscendo adesso, impegnati a non fare cazzate-
-io non ci riesco- dissi a denti stretti.
-perché?- chiese lei quasi uscendo di testa.
-ormai è una droga per me- risposi affannato.
-Sono schiacciata corro il tuo oetto- disse lentamente e con voce così sexy e soave -che sento ogni tuo battito, è aumentato da quando sei qui con me come il tuo respiro si è fatto più affannoso, questo Tommaso succede quando sei interessato a qualcuno, quando pensi che questa persona per te ha un valore-.
Era difficile dire qualcosa dopo quelle parole, infatti fissavo le sue labbra, che erano rinchiuse nella sua morsa, ed era così carina quando se le mordeva.
-ci possiamo vedere stasera?- le cgisi vicino alle labbra.
-volentieri, ma promettiamo che non farai cazzate, ti prego- mi supplicò.
Dovevo davvero tenere sotto controllo il mio impulso di corteggiare qualche ragazza a caso, non volevo perderla, non ora che finalmente ero riuscito a costruire un rapporto con lei.
Mii staccai lentamente da lei, lasciandola andare per la sua strada.
Allegro e contento per il mio operato mi diresse verso la classe, ma ormai era tardi, non volevo entrare.
Mi diressi verso la foresta, Raggiunsi il mio posto preferito, un pendio dove era visibile metà del regno sottostante.
Accesi una cicca in tutta tranquillità, finalmente mi rillassai come si deve.
Quel posto era magnifico, il panorama presentava vaste colline, con case e piccoli paesini, mentre ero seduto sull'erba umida, il vento mi schiaffeggiava dolcemente, forse avevo trovato la pace interiore.
Dopo qualche minuto mi suona il telefono.
-Zaiga pronto-
-Amico dove sei finito?-
-sono al pendio-
-arrivo stronzo-
Dopo qualche minuto Zaiga mi raggiunse in fretta e furia, poi si mise accanto a me senza dire parola.
-Tommi - mi disse con voce grave e capii subito che non doveva essere una cazzata.
-è di mia sorella che mi vuoi parlare?- dissi altrettanto serio e neutro.
-si- disse voltandosi verso di me.
-puoi uscirci- dissi guardandolo altrettanto -ma fai un passo falso e ti uccido-.
Annui lentamente, come se fosse preoccupato seriamente, ma ne dubitavo.
-ti do una sola possibilità -
-d'accordo- rispose.
-comunque io esco con Asia adesso, quindi non porterò più nessuna a casa-.
-allora facciamo un patto- si era smosso tutto di un tratto.
-quale?- chiesi confuso.
-impegnamoci a non uscire con nessun'altra al di fuori delle nostre ragazze- mi tese la mano allegro.
Esitai inizialmente, non tanto per lui, ma per me, non so se avrei potuto tenere a freno i miei ormoni.
Dopo un po' gli strinsi la mano debolmente, speravo davvero che nessuno davvero nessuno dei due sbagliasse.
Detto questo fumammo insieme un altra cicca, e parlando del più e del meno.
Quando alla fine della giornata ritornammo a scuola, incontrammo le ragazze, sembrava fatto apposta.
-dove siete stati?- chiede Tiana a braccia chiuse .
-non avevamo voglia, siamo stati al pendio.
-il pendio?- chiese Ariel curiosa.
-un posto nostro isolato- risposi annoiato.
-già, da ragazzi popolari eh- Asia mi prendeva sempre in giro davanti agli altri, ma ricambiavo alla pari.
-già infatti tu non ci verrai tranquilla- le feci una smorfia cattiva.
-Ari ti devo parla- dissi prendendo lei e Asia da parte in modo da lasciare solo Zaiga e Tiana.
Il cuore mi iniziò a battere forte quando mi accordi di aver per la mano Asia.
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