Capitolo 6

I suoi occhi passarono dal guardare il vuoto oltre le nuvole a me.

Potevo scorgere un lieve trionfo nel suo sorriso, un sorriso che non tutti hanno l'onore di conoscere.

Mi arrampicai sul muro, non mi accorsi neanche di quanto sforzo avevo fatto, l'adrenalina aveva preso possesso di me.

Mi sedetti vicino a lei, e la guardai senza dire niente.

-adesso sei venuto te da me- disse mordendosi il labbro inferiore.

-già- dissi -tocca una volta per uno no?-.

-perché sei venuto?- per un momento abbasso sguardo.

-perché mi sono rotto di stare solo- confessai senza pensarci due volte.

-perché lo dici a me?- per te sono una sconosciuta- disse aspramente.

-lo sei-

Mi guardò,  nel suo sguardo si era formata una puntina di tristezza.

-ma ciò non vuol dire che non possiamo conoscerci- mi avvicinai a lei piano piano.

Non disse niente, il suo silenzio era un grido atroce, me lo sentivo, in lei c'era qualcosa che non andava.

-ti va di conoscerci? - le presi mano e la costrinsi a guardarmi negli occhi.

Era un'Asia diversa da quella precedente, era più pacata, calma e soprattutto si era dimostrata senza difese.

-chi me lo dice che non vuoi giocare sporco anche con me?-

In effetti non aveva tutti i torti per dirlo, ma perché mi ero creato quella nomina?.

-ne vale la pena a volte correre dei rischi-

Fece un cenno lieve con la testa.

-andiamo a cacciare insieme?- mi chiese.

-si è perfetto- dissi sorridendole.

Scendemmo dal terrazzo, toccata terra ci avventurammo nel fitto bosco, che ormai per me non aveva più segreti.

-raccontami qualcosa di te- le chiesi.

-ehm- si ticchettava le mani sulla testa.

-vediamo- iniziò -la mia famiglia è sangue reale delle isole, siamo benestanti, conosco le tue sorelle da molti anni- concluse -e tu?-.

Non volevo dirle assolutamente niente di me, prima non l'avevo mai fatto con nessuno e prima di aprirmi sarebbe dovuto passare molto tempo.

-quello che c'è da sapere lo sai- risposi semplicemente.

-tu dici?- il suo sguardo provocatorio mi mandava il cuore a mille.

-si, la mia vita è noiosa si sa- mannaggia a me, non dovevo entrare in questo discorso.

-parlo tanto con Tiana sai?-

-si?- cercai di sembrare il meno sorpreso possibile, ma l'idea che lei è mia sorella parlassero spesso mi inquietava,  Tiana si con fidava spesso anche con me e non tralasciava mai nessun dettaglio.

La mia paura era che le potesse aver detto qualcosa che non doveva di me.

-certo, quindi di te so abbastanza- disse in tono beffardo.

-mi stupisce una cosa di te- in realtà mi stupida lei cone persona.

-ah si?- disse -quale sarebbe?-.

-il tuo continuo cambiare di atteggiamento-.

Nel mentre dissi quella frase, sentii qualcosa muoversi tra le foglie, bloccai Asia con la mano poggiandoli sul petto, sentivo il suo cuore accelerare.

Il bosco era fitto di alberi e non si vedeva ad un palmo dal naso, se non si fosse stati vampiri.

Ed eccola là, la nostra preda mangiava tranquillamente l'erba, era una faina, una creatura tipica del bosco incantato della scuola.

-è nostra- sussurrò Asia.

Si catapulta contro l'animale, ed al primo colpo lo uccise dissanguandolo.

Mi avvicinai lentamente all'animale, ero stupito dalle sue capacità.

-i miei complimenti- dissi con faccia stupita.
Lei sorrise e inizio a succhiare il liquido rosso in grandi quantità.

Quando tutti e due fummo sazi, tornano indietro, sapevo la strada a memoria, iniltre il posto non era un male, si stava bene, ma mi era impossibile distinguere perfettamente l'ambiente di notte.

A metà strada mentre parlavamo del più e del meno le presi la mano.

Lei non rifiutò,  ma la vidi mordere il labbro, di nuovo.

-hai delle belle mani per essere un uomo- disse soltanto.

-grazie- risposi -tengo molto al mio corpo-.

L'accompagnai fino a casa sua, o meglio fino al dormitorio delle donne.

Lei mi abbracciò ed io le strinsi i fianchi delicati.

-forse non vincerò mai la scomnessa- mi sussurrò vicino all'orecchio.

Mi ero completamente dimenticato della scommessa, cavolo devo scoprirla il prima possibile.

-quando me la dirai sono curioso- mi sciolse dal delicato abbraccio.

-devi soffrire ancora- disse perfidamente.

-ti odio- le dissi prima di stamparle un bacio in fronte e andarmene via.

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