Capitolo 18

-secondo te chi può essere stato?- chiese Zaiga, mentre stavo aprendo un ologramma.

-di solito evocare dei demoni richiede un energia assoluta, devi essere un mago o strega di livello superiore al qurantacinque- sul database dell'ologramma apparvero persone di quel livello.

-la lista è infinita- bofonchiò Zaiga, non mi andava di leggere tutti quei nomi, quindi rinunciai ero stanco, avevamo finito di parlare con i miei genitori cinque minuti prima.

-cosa facciamo?- perché si doveva lamentare così? .

-sta zitto- mugolai.

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, fin quando esplosi.

-basta!- dissi.

-andiamo ad allenarci-.

-senti io sono un dominatore della terra, non penso sia opportuno allenarmi in casa- disse Zaiga.

-abbiamo un campo all'esterno anche- dissi alzandomi.

-tu scusa che fai?-

- io sono un vampiro, la mia forza e triplice alla tua- sorrisi vedendo io mio amico rosicare.

Scendemmo le scale del palazzo, a corsa, fin quando vidi due ragazze entrare dalla porta.

-Tiana, Ariel- dissi freddo.

-Tommi- Ariel stava camminando verso di me.

Sapevo benissimo che non era il periodo per litigare, quindi misi da parte l'orgoglio.

-va tutto bene- la fermai con la mano.
-solo che avreste potuto dirmelo-.

-hai ragione- mi abbracciò mentre guardavo Tiana, lei era orgogliosa tanto quanto me.

- tu non saluti tuo fratello e il tuo ragazzo? - le dissi.

-stupido- mi abbracciò e salutò Zaiga a dovere.

-cosa fate qua?- chiese .

-dobbiamo comunque aiutare, ma non veniamo a combattere, almeno non io- disse Ariel.

-perché Tia si? - chiesi scocciato.

-cosa vorresti dire?- chiese con una nota di alterazione.

-potresti non tornare- scattai.

-non sono problemi tua- continuò.

Guardai Zaiga che stava guardando il pavimento, perché non diceva niente?.
-noi andiamo alterazione allenarci- presi ed andai fuori con Zaiga.

-tu non le dici niente?-.

-quando siamo da soli- rispose.

Non aveva tutti i torti, infondo era meglio evitare discussioni.

Raggiungemmo il campo dove ci si poteva allenare, non ero preparato al meglio per i combattimenti.

L'armamento era posto a sinistra del campo, su una grossa parete.

Il resto era terra per battaglie libere, Zaiga avrebbe potuto allenarsi al meglio, mentre io mi concentrai su i bersagli, presi la spada un tempo di mio padre, era uno Stocco bianco, fabbricato con la Marianda, un pregitissimo diamante, mentre l'impugnatura era d'argento con dei filamenti oro.

Mi trasformai in vampiro, sentivo il battuto cardiaco aumentare, la mia forza era aumentata.

Mi fiondai sul primo bersagli, che trall'altro avevano capacità umane ed man mano che si procedeva in avanti il livello di difficoltà aumentava.

Al primo bersaglio spaccai la testa, poi ne infilai altri tre, continuai così, mentre osservavo il mio amico padroneggiare con astuzia il suo elemento.

Dopo due ore mi stancai, avevo bisogno di bere sangue, stavo diventando matto.

-hei- gridai a Zaiga - io entro-.

-si anche io- la sua voce era smorzata dallo sforzo.

Io mi precipitai dentro casa,per un momento pensai ad Asia, mi mancava da morire, come facevo per vederla?.

Mi venne un idea improvvisa, stanotte sarei andato da lei.

Mi feci un bagno caldo, mi rilassai facendo scorrere l'acqua su tutto il mio corpo.

Non avevo neanche cenato e gli altri non li avevo più rivisti, avevo un magone assurdo allo stomaco, volevo troppo stare con la mia ragazza.

Dopo il bagno, aspettai la notte, scappa dalla finestra ed aprii un varco per la scuola.

Mi ritrovai nel giardino della scuola, adesso mi rimaneva solo da sperare di ritrovare la camera di lei.

Ripercorsi i passi che avevo fatto la prima notte che la incontrai.

Ed ecco il suo balcone, ma di lei nessuna traccia, salii sopra, diamine ero trasformato e volevo sangue.

La vidi sul letto che stava leggendo un libro, bussai alla finestra cercando di attirare la sua attenzione.

Funzionò, vidi la felicità dipingere nei suoi occhi.

-amore- mi prese tra le sue mani e mi baciò, ricambiai il bacio con passione, finalmente ero di nuovo con lei.

La presi in collo e la buttai sul letto, mentre le baciavo il collo.

-mi sei mancata- le dissi.

-anche tu- rispose, per poi passare a baciarmi.

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