6. See you on Sunday

Ancora una volta, a distanza di due mesi, ero davanti allo specchio a fissare la mia immagine.

Stark mi aveva invitato ad un party che si sarebbe tenuto questa sera per, appunto, festeggiare il successo della missione di recupero di alcuni soldati - in cui era presente anche James - in una base segreta dell'Hydra, svolta dal "super Capitano".

In quel periodo molte cose erano cambiate: inaspettatamente Steve si era risvegliato dall' intorpidimento e accecamento dovuto alla fama di tutti quegli spettacolini.

Conoscendolo, anche se ben poco, avevo capito che non era ciò a cui ambiva e certamente avrebbe trovato modo per rivendicarsi. Non avrebbe di certo potuto fare il giullare a vita ed era divenuto, finalmente, il super soldato cui era destinato ad essere.

Compiva gesta eroiche ed era bravo ad amministrare l'esercito. Un vero e proprio Capitano.

Man mano che il tempo passava mi accorsi di quanto realmente ero innamorata di Steve.

Cercavo un modo per avvicinarmi sempre di più, ma ogni mio passo avanti equivaleva a 100 in più di Peggy Carter.

Era una battaglia persa in partenza, ma tanto valeva provarci lo stesso.

"Amore non corrisposto" ripensai alle parole di Stark.

Lui sarà il mio accompagnatore alla festa alla quale avrebbe partecipato, ovviamente, anche Steve. Non potevo, perciò, essere impresentabile.

Indossai un abito blu notte a tubino lungo fino al ginocchio che risaltava le mie forme, scarpe bianche col tacco abbinate alla borsetta bianca. Un leggero tocco di trucco e capelli raccolti in uno chignon con due ciocche del ciuffo che ricadevano dolcemente di lato al viso, quasi ad incorniciarlo.

Il mio cavaliere era giù ad attendermi e così, dopo aver dato un ultimo sguardo allo specchio, lo raggiunsi.

Il viaggio verso la meta fu silenzioso ma non imbarazzante. Oramai si era venuta a creare quella sorta di tacita intesa tra noi due che condividiamo il più grande e pericoloso segreto di tutti i tempi. Avevo dato la parola sui miei buoni intenti a papà, avrei vegliato su Steve e protetto l'America se ciò fosse stato necessario, ma il mio obiettivo primario era diventato quello di sterminare l'Hydra.

Arrivammo a destinazione senza accorgermene, Howard scese dal lato del conducente per venire ad aprirmi lo sportello come un vero gentleman. Accettai volentieri il suo braccio come appoggio ed entrammo nel bar.

La prima cosa che vidi furono i manifesti dei tour raffiguranti Steve con su scritto "cancellato". L'arredamento era molto rustico e... informale.

- Cavolo, sono davvero fuori luogo - mormorai imbarazzata - vado via.

Stark mi trattenne per il braccio senza stringere troppo.

- Non se ne parla, sei fantastica così.

- Potevi avvisarmi, Howard! - pronunciai il suo nome tra i denti, quasi digrignando - credevo saremmo andati ad una festa in un normale locale, non un bar!

- Rilassati e goditi la serata, ok? E poi non sei mica l'unica! - fece cenno con la testa alle mie spalle.

Mi girai e vidi l'impeccabile agente Carter vestita in un delizioso tailleur rosso. Era stupenda e, per quanto potessi disprezzarla, era l'apoteosi della perfezione sotto qualsiasi aspetto, e io avevo soltanto da invidiare.

- Oh - sussurrai amareggiata.

- Non mi sembri sollevata. Concorrenza? - mi punzecchiò sorridendomi malizioso - Non sentirti sola, sono il tuo cavaliere sta sera, ricordi? - chiese dolcemente dandomi un bacio sulla tempia. Annuii riconoscente.

Peggy troneggiava in tutta la sua maestosità davanti a Rogers, che non le staccò gli occhi di dosso nemmeno per un istante.

La pelle sembrò andarmi a fuoco e una morsa allo stomaco mi tolse qualsiasi voglia di mangiare.

- Testa dritta e cammina valorosa, sei una donna magnifica Elizabeth, non hai nulla da invidiare - mi sussurrò all'orecchio Howard incoraggiandomi.

- Ti dirò di più, sei un super soldato e se tu volessi, potresti mettere K.O ogni persona presente in questa stanza, Capitano compreso. Per cui seguimi e sii sicura di te stessa.

Annuii riacquistando le forze e, con lui al mio fianco, avanzai verso Steve e Bucky proprio nel momento esatto in cui Peggy si allontanò.

- Felice di riavervi sani e salvi tra di noi, Capitano! Ottima impresa - esordì sorridente Stark cogliendolo di sorpresa alle spalle. Si strinsero le mani come due veri uomini d'affari. Ero affascinata dalla scena. Quanta virilità.

- Stark, quale onore! La ringrazio.

- Posso presentarvi la mia compagna?

Detto questo si fece da parte dandomi la più onorevole 'entrata ad effetto'.

Inutile dire quanto mi lusingò la reazione di Steve: letteralmente a bocca aperta.

- Ma noi ci conosciamo già - sorrisi arrossendo - James amico mio, sono contenta che tu stia bene.

Abbracciai calorosamente il mio compagno, che ricambiò piacevolmente il gesto.

- Anch'io sono contento di rivederti così, Beth - sussurrò all'orecchio. Mi staccai dall'abbraccio e lo sorrisi dolcemente.

- Steve - porsi la mia attenzione verso di lui richiamandolo mono tono, allungando una mano per congratularmi - sono felice che ti sia deciso a compiere il tuo dovere, ottimo lavoro.

Gli feci l'occhiolino lasciandolo senza parole. Bucky fischiò e io gli sorrisi.

Non m'importava di star giocando la carta della stronza, ma il sangue dentro di me ribolliva al solo pensiero della scena vista poco prima.

- Capitano, vorrei parlarle di alcune questioni, se non le dispiace - si intromise Howard smorzando l'atmosfera.

- Certamente - fece per seguirlo ma si fermò al mio fianco, guardandomi intensamente negli occhi e sussurrando - aspettami prima di andar via.

Questa volta rimasi io senza parole.

Annuii dischiudendo le labbra, ammaliata da quell'azzurro intenso delle iridi che troppo presto si staccarono da me.

Presi fiato guardando terra.

- Posso offrirti da bere?

La proposta di Bucky era allettante e accettai senza pensarci due volte.

Eravamo al bancone del bar immersi nei nostri discorsi strampalati e risate fragorose. Più di un uomo tentò di abbordarmi ma James prontamente lì allontanò.

- Sono davvero contento che Steve abbia smesso di fare da marionetta e cominciato ad operare come un vero soldato, ma al contempo sono preoccupato. Potrebbe cacciarsi in cose più grandi di lui.

- Ha già dato prova di cosa è in grado di fare, James. Devi avere più fiducia in lui.

- Io credo in lui! - affermò convinto - sono soltanto preoccupato, tutto qui. Gli voglio bene, non vorrei mai gli capitasse qualcosa di spiacevole.

Sorrisi accarezzandogli una guancia.

- Nemmeno io, ma sono certa che saprà cavarsela sempre.

- Incredibile pensare a come fosse prima e com'è diventato ora, non è vero?

- Già - risposi sovrappensiero.

- Prima mi ha chiesto di arruolarmi come soldato per la squadra speciale di Capitan America - scosse la testa divertito - io ho risposto che non avrei affiancato quell'individuo, ma il vecchio Steve che conosco sempre a caccia di zuffe nei vicoli di Brooklyn.

Sorrisi divertita.

- Credo di saper più cose su Steve da ciò che mi racconti e non da ciò che ho imparato conoscendolo. E' un tipo così... introverso.

- Si è vero. Ma credo sia cambiato, come lo sei anche tu.

Lo guardai interrogativa, mandando giù un altro sorso di birra.

- Cosa vorresti dire? - chiesi leccandomi le labbra per togliere il sapore amaro della bevanda.

- Non saprei dirti ma ti vedo... diversa. Sembri più energica, più forte.

Cercai di nascondere la mia evidente preoccupazione e feci spallucce.

- Sono rinata dalle ceneri come una fenice! - sdrammatizzai cercando di sviare il discorso. Non avrei mai potuto mentire a James, ma il mio segreto era decisamente top secret per far sì che lo sapessero ben due persone.

Pregai con tutta me stessa che qualcuno venisse in mio soccorso, fosse anche l'ennesimo opportunista della serata, ma avevo necessariamente bisogno di fuggire da quella conversazione divenuta fin troppo scomoda.

La mia supplica venne ascoltata nel migliore dei modi: una mano calda mi sfiorava la spalla toccando un lembo di pelle scoperto dalla spallina.

- Si è fatto tardi. Posso accompagnarti a casa, Elizabeth? - il mio nome, fuoriuscito da quelle labbra carnose e pronunciato così dolcemente da quella voce soave, mi fece trasognare.

Sobbalzai di poco, sorpresa, pronunciai un flebile "sì" e mi alzai dallo sgabello cercando di non far cedere le gambe per l'emozione.

Sei un super soldato, per la miseria, Beth! Cosa ti prende?!

Mi feci coraggio e alzai la testa verso quei vitrei occhi azzurri, permettendo al mio cuore di accelerare come non mai. La mia pelle fu percorsa dai brividi e Steve sembrò notarlo.

- Senti freddo? - mi chiese preoccupato e non esitò a togliersi la giacca per poggiarmela sulle spalle.

In realtà non era freddo ciò che provavo ma pura emozione, tuttavia accettai volentieri il suo gesto gentile.

Camminavamo a fianco a fianco in quel lungo viale che portava a casa mia, illuminato dalla flebile luce dei lampioni e qualche insegna qua e là dei locali.

- Devo ancora chiederti scusa per... un po' di cose.

Lo guardai interrogativa, rischiando di perdermi per l'ennesima volta ad ammirare il suo volto.

- Non devi chiedermi scusa di nulla.

- Oh sì. Innanzitutto per esser stato poco cortese quella volta alla Stark Expo, avrei dovuto accompagnarti a casa e invece ti ho lasciato andar via così senza dir nulla.

- Steve... - sospirai - non devi, davvero.

- E poi - continuò ignorandomi - per esser sparito. Mi avrebbe fatto piacere continuare a coltivare quell'amicizia che stava nascendo e invece mi sono lasciato prendere da questa faccenda dimenticando tutto il resto. Ti chiedo scusa. Sono in tempo per rimediare?

Mi regalò il più bel sorriso che abbia mai visto ed io mi sciolsi, letteralmente.

Sospirai divertita.

- Sei incorreggibile. Steve non devi chiedermi scusa di niente, capisco le tue motivazioni. Sei un uomo d'onore e ora un gran soldato disposto a sacrificare tutto per la propria nazione. Farai grandi cose nella tua vita, ne sono certa. Magari un giorno potrò farne parte, chi lo sa!

- Mi piacerebbe fosse adesso, quel momento.

Il mio cuore sussultò e mi fermai sul posto. Lo guardai ammaliata sperando in un gesto romantico ma tutto quel che riuscì a fare fu accarezzarmi la guancia. Apprezzai ugualmente e chiusi gli occhi per godermi il momento: le sue grandi mani erano morbide e per niente sfigurate dal duro lavoro, probabilmente il siero prevedeva anche questo.

- Non hai ancora risposto alla mia domanda.

- Quale domanda?

- Oh no, non far finta di nulla con me, Elizabeth - rise - sono in tempo per rimediare?

Sorrisi - certo.

Annuì divertito e mi diede un timido bacio sulla guancia. Sentii la fronte e le mani imperlarsi di sudore, le gambe molli tremolanti.

- Eri molto bella sta sera.

"Tu lo sei sempre stato, lo sei e lo sarai" avrei voluto rispondere ma avrei rischiato di sembrar fuori di testa, perciò quel che riuscii a dire fu:

- Anche tu, caro Steve Rogers - sfoggiando un sorriso dolce.

Appena mi resi conto di quel che dissi, cercai di ricompormi e rimediare l'irreparabile.

- Voglio dire - provai, tossendo imbarazzata - da quando sei uscito da quella capsula sei diventato il triplo, è difficile non notarti! - stai peggiorando la situazione Beth! - e poi in giro non si fa altro che parlar del grande Capitano, per cui...

Rise divertito.

- Ho capito, non passo inosservato. Non so se considerarla una cosa positiva o...

- Positiva - mi affrettai a rispondere - ma infondo per me resti sempre quella testa calda di Steve Rogers oltre il Capitano quale sei diventato.

- Vorrei fosse così per tutti.

- Chi ti conosceva prima non credeva in te, ti derideva e non esitava a prenderti a calci e pugni nonostante tu combattessi valorosamente. Ora quelle stesse persone ti acclamano e ti seguono. Non potrai essere apprezzato da tutti egualmente, l'importante è piacere alle giuste persone per quel che sei.

Annuì d'accordo.

- Hai ragione - sospirò e riprese fiato come se l'avesse trattenuto fino a quel momento e continuò in un discorso che sembrò aver tenuto dentro per tutto questo tempo - avrei voluto poter fare di più fin da subito ma mi hanno incastrato in quei loro... balletti del cavolo, discorsi di incoraggiamento quando con tutto questo potenziale avrei potuto far il lavoro da solo senza perder tempo.

- Basta rimproverarti Steve, hai rimediato e stai davvero salvando tutti noi. Sei incredibile e vai bene così. Sarai anche un super soldato ma sei ancora un essere umano che sa commettere degli errori.

- Sai sempre cosa dire, vero? - scosse la testa divertito.

Poco dopo mugugnò portandosi una mano alla fronte, come ad essersi dimenticato di qualcosa.

- Tu eri lì, quel giorno.

- Cosa?

- Il giorno della trasformazione, eri lì e hai inseguito quel criminale... sei stata molto coraggiosa, hai rischiato davvero tanto - si fermò un attimo a riflettere e continuò - E' stato un piacere per me conoscerti quel giorno alla festa, mi sei sempre stata vicina nonostante fossi davvero impacciato con... con le ragazze - annunciò imbarazzato - ma non mi hai fatto pesare la cosa e mi sono divertito molto in tua compagnia. Mi hai conosciuto prima di diventare questo, e mi sei subito stata vicina, anche se non lo sapevo. Avrei potuto far di più per te.

- Oh avanti Mr. Rogers, è la serata dei rimpianti questa? - lo canzonai dandogli un pugnetto amichevole sulla spalla. Contenni la forza quanto più potei per nascondere il mio 'potere', ma a confronto i suoi muscoli erano impenetrabili da qualsiasi tipo di potenza.

- Wow... - sussurrai ammirata.

- Cosa?

- Difesa d'acciaio - indicai i suoi pettorali - ermetici, eh? - risi.

- Già, un vero e proprio scudo, non è così? - la sua risata cristallina era davvero contagiosa e così, tra l'una e l'altra, arrivammo davanti casa senza neanche accorgercene. Il bel tempo era finito.

- Ecco qui, il trenino è giunto a destinazione! - dissi ironica imitando lo sferragliare del treno.

- Posso almeno ringraziarti per quella carpa?

- Ah ok, allora siamo pari?

- Ma come, soldato! vuoi saldare tutti i tuoi mancati doveri con un semplice peluche?

- Come posso rimediare allora? - rise divertito.

- Non so, magari un caffè?

- Oppure un bel film - propose partecipe.

- Cosa ne pensi di un ballo?

- Un ballo? Sono una frana a ballare - dichiarò imbarazzato.

- Cosa? Un super soldato, Capitan America per la precisione, non sa fare qualcosa? Impossibile! - gli sorrisi compassionevole - lo faremo insieme, impareremo l'uno dall'altra.

Sospirò arrendevole.

- Allora direi che è una splendida idea. Questa domenica?

- E' perfetto.

- A domenica, allora.

- A domenica - entrai in casa e richiusi la porta alle mie spalle, sospirando felice.

Nota Autrice
Hi guys!
Aggiornamento puntale! c:
E' stato davvero difficile scrivere questo capitolo e creare un momento appropriato per Liz e Steve, senza sembrare banale, scontata o fuori luogo. Spero di esserci riuscita, perché ho passato notti intere a pianificare il tutto e a farmi venire dubbi su dubbi.

Spero vi sia piaciuto, lasciate un commento e ditemi la vostra se vi va! ^^
Al prossimo aggiornamento <3

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top