5. Un nuovo super soldato

- Stark, ho bisogno del tuo aiuto.

Ero nell'ufficio di Stark, o un laboratorio per meglio dire. Avevo oltrepassato il campo di allenamento dell'esercito infischiandomene delle regole e di tutti coloro che mi guardavano strano o mi urlavano contro. Ero andata spedita verso la mia meta, spalle dritte e testa alta, nel mio cappotto color crema e le scarpe dal tacco basso ma elegante, e i capelli biondo cenere raccolti in uno chignon alto. Sapevo del laboratorio 'segreto' dove Stark realizzava le armi, un luogo modesto e caotico.

C'erano scrivanie e tavoli da lavoro ovunque - ovviamente - sui quali erano poggiati tutti gli strumenti necessari all'impiego, fogli sparsi ovunque e poster dei vari progetti.

- Buongiorno anche a lei, signorina Erskine. Lei non dovrebbe essere qui ma chiuderò un occhio, però non si faccia vedere eh! - mi fece un occhiolino ironico - cosa posso fare per lei?

- Dammi del tu. Hai un minuto per parlare... in privato?

- Ho molto da fare in questo momento.

- Sono sicura che tu possa prenderti una pausa di cinque minuti - ero molto determinata, non avrei mai mollato la presa. Ormai ero dentro, non potevo più tornare indietro - per favore Howard, è urgente.

Lo guardai dritto negli occhi con uno sguardo che non ammetteva risposte negative.

Sospirò pulendosi le mani - d'accordo, seguimi.

Mi feci da parte per lasciarlo proseguire poco più avanti di me, verso uno stanzino appartato in fondo al corridoio sulla destra. C'era un odore davvero asfissiante.

- Ma cos'è, allevate topi qui dentro? - mi tappai il naso nauseata.

Stark rise - è la nostra camera per la pausa pranzo, non ti aggrada?

Mi guardò con un sorriso a metà tra il malizioso e il divertito.

- Siamo in un campo di battaglia, zuccherino - continuò - non facciamo specie su niente. Allora, cosa ti porta qui? Tuo padre mi aveva detto che eri testarda ma... wow, non a questi livelli!

- Devi aiutarmi.

- Sì, l'hai già detto - agitò la mano in aria scocciato, come a volermi intimare di continuare - ma per cosa ti servo?

- Devi rendermi come lui.

Howard mi sorrise dolcemente, si avvicinò come a volermi accarezzare il viso ma si ritirò ricordandosi di aver le mani sporche di grasso del motore.

- Perdonami - tossì imbarazzato - tuo padre era un grande scienziato, il migliore che io abbia mai conosciuto e gli volevo davvero bene ma... tesoro, tu hai deciso di intraprendere una strada diversa dalla sua, come posso aiutarti io?

- Cosa? - chiesi confusa. Poi capii il malinteso e scossi la testa divertita.

- No, non come mio padre. Ciò che intendevo era: rendimi come Steve.

- Rogers?! - urlò strizzando gli occhi - senti, so che la morte di tuo padre ti ha confusa e rattristata ma questa è una follia!

- NO! - urlai battendo la mano sul tavolo, poi respirai lentamente e mi ricomposi abbassando la voce - smettetela di dire cosa devo o non devo fare o immaginare come io possa sentirmi. Non lo sapete, ma se davvero vuoi aiutarmi l'unica cosa che tu possa fare ora per me è esaudire un suo ultimo desiderio: farmi diventare come il Capitano. Ecco, tieni - dissi cacciando dalla tasta del cappotto un foglio stropicciato, porgendoglielo.

- Ne avevo parlato con papà ancor prima che trasformasse Steve, dopo aver insistito a lungo, fu d'accordo con me e questo è un patto firmato da lui a conferma delle mie parole.

Ovviamente era un falso, papà mi aveva detto di credere alla sua parola e così feci, ma per convincere Howard ero certa che non sarebbe bastata una semplice discussione ma una vera e propria conferma scritta. Falsificai la firma di mio padre scrivendo quel foglio con la sua calligrafia.

- Non mi freghi, zuccherino. Cosa mi dice che questa sia davvero la scrittura di tuo padre?

- Non eri un suo grande amico? Dovresti conoscerlo.

- Si ma tu sei sua figlia, non ci sarà voluto molto a farla uguale, no?

- Sei astuto.

- Sei furba.

- Eddai Howard.

- Ci vorrà molto di più di una supplica.

- Non verrò a letto con te, se è questo che intendi - lo guardai disgustata.

- Questa è una cosa positiva, credo. Insomma, non che non mi avrebbe fatto piacere ma non mi sarei mai permesso, e poi significa che tu non scendi a compromessi. Non sei corrotta. Vuoi una cosa chiara e pulita, eh? Ma essendo sua figlia dovresti sapere che quella era l'ultima fiala.

- E proprio perché sono sua figlia che ho fatto preparare a papà un altro siero appena accordato il nostro patto. Inoltre sono abbastanza informata da poterne replicare un altro, se questo non fosse sufficiente.

Stark mi guardò incredulo - sei proprio come lui.

- Onorata di sentirlo. Allora, mi aiuterai?

- Non si ottiene niente per niente, dovresti saperlo.

Sospirai. Stark, il solito.

- Quanto vuoi?

- Mille.

- Solo?

- L'hai voluto tu - alzo le spalle - duemila, e la certezza che tu lo faccia solo per il bene dell'umanità.

- Voglio soltanto sorvegliare su Steve e distruggere l'Hydra per vendicare mio padre, Howard. Non vi accorgerete nemmeno della mia presenza.

- Una piccola ninja, insomma. Sei sicura che funzioni?

- E' già andata bene una volta, perché non dovrebbe essere così anche la seconda?

- Ti sposerei all'istante - rise divertito - ma tu ami Steve ed io non sono un fan per l'amore non corrisposto - detto questo mi fece un occhiolino divertito.

Avvampai all'istante.

- Io n-non amo Steve.

- Oh certo, ed io sono il presidente dell'America - rise - non tutti accettano di diventare un esperimento umano sacrificando così la propria vita solo per amore di uno che nemmeno si conosce.

- Io e Steve siamo amici.

- Certo, lui lo sa? - mi guardò con un sorriso malizioso - ascolta, non voglio ferirti ma soltanto metterti a conoscenza di ogni cosa. Sai a cosa vai incontro?

- Sì.

- E accetti di farlo pur sapendo che Steve civetta con l'agente Carter? - strinsi i pugni di getto.

- E' quello che voleva papà.

- Lui o tu? - chiese poggiandosi al muro con le braccia conserte.

- Entrambi - sospirai guardando un punto nel vuoto - possiamo non metterlo in mezzo ad ogni frase? Grazie.

- Scusa. - sospirò dispiaciuto.

- Quando cominciamo?

- Sta notte, alle 2:00. Ti aspetto davanti alla villa, verremo qua in auto e percorreremo un tratto a piedi attraverso un passaggio segreto. Dovrò bendarti, tesoro.

- Top secret?

- Top secret.

Annuii e mi avvicinai a lui mettendogli una mano sulla spalla - grazie Howard.

- E non fare così, mi fai sentire un vecchio uomo d'affari!

- Ma tu sei un uomo d'affari! - risi.

- Sì, ma non vecchio - un altro occhiolino. Per poco non pensai avesse un tic!

- A più tardi.

- A sta notte, vorrai dire.

- Non è un appuntamento, Stark - e uscii di lì sorridendo, seguita a ruota da lui.

Ci ritrovammo immersi nella confusione del laboratorio, con mille occhi addosso e uno Steve piuttosto perplesso.

Ci avvicinammo a lui imbarazzati.

- Quale appuntamento? - chiese di punto in bianco.

- N-niente.

- Rogers! Cosa ci fai qui? - domandò Stark cambiando discorso.

- Ho bisogno di un tuo aiuto.

- Cos'è, vi siete messi d'accordo voi due? - lo fulminai con lo sguardo intimandoli di far silenzio. Si ricompose tossendo.

- Cosa posso fare per te?

Ammirai Steve di nascosto: i suoi lineamenti diventati più duri ma che trasmettevano ugualmente dolcezza, quei soffici capelli biondi in cui avrei immerso volentieri le dita accarezzando la testa, le labbra piene. Non è cambiato per niente, pensai sorridendo.

E poi quella sicurezza ritrovata, le pose da vero eroe... potei osservarlo finché non voltò la testa verso di me guardandomi con le sopracciglia alzate. Sobbalzai imbarazzata e guardai subito da un'altra parte.

- V-vi lascio soli, scusate. Grazie ancora Stark - e uscii di lì sentendo ancora lo sguardo del Capitano sulle spalle.




- Sei sicuro che non verremo scoperti? Ci sono guardie dappertutto - stavo seguendo Stark attraverso quel 'passaggio segreto' che tanto parlava, ovvero un'entrata nel campo attraverso una rete semi rotta dal bosco. Per fortuna avevo indossato indumenti pratici e comodi, niente di sofisticato ma opportuno per passare inosservata.

Stavamo percorrendo una stradicciola infangata laterale al laboratorio di Stark.

- Vengo a lavorare qui ogni giorno, praticamente ci vivo! Conosco ogni centimetro di questo posto.

- Oook - dissi incerta, sprofondando per l'ennesima volta il piede nel fango, disgustata.

- E non ne hai parlato con nessuno, vero?

- Se l'avessi fatto sarei nei guai fino al collo per aver proceduto in una cosa non autorizzata. So di non potermi fidare di nessuno in questi casi. Sta tranquilla Elizabeth, non ne ho fatto parola nemmeno con una formica. Ma dopo spetterà a te non dare nell'occhio. Vieni, ci siamo quasi.

Proseguimmo con le spalle al muro aspettando che la luce del faro puntasse da un'altra parte.

- Ok, andiamo - sussurrò sgattaiolando via, seguito da me.

Infilò la chiave nella serratura ed entrammo nel suo ufficio, per così dire.

- Ook, da qui dovrò bendarti.

- Eddai Stark, con chi vuoi che ne faccia parola?! Già essere qui a quest'ora è una cosa molto sospetta, figuriamoci se andassi a raccontarlo in giro.

- Sai come si dice...

Roteai gli occhi al cielo.

Poi mi appoggiai su una libreria fin troppo curata, una cosa davvero fuori posto in tutto quel caos. Incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio divertita.

- Se vuoi fare un passaggio segreto, per lo meno nascondilo dietro una cosa che non dia nell'occhio, Stark. Vuoi spostare questa libreria o lo faccio io?

Mi guardò con una faccia a metà tra il preoccupato e il sorpreso.

- Ma cosa diamine sei tu, una spia?!

- Semplicemente intelligente - risi e lo aiutai a spostare quel grosso mobile.

- Faccio io.

- E' casa tua! - alzai le mani e lo seguii in quello che sembrava essere un laboratorio scientifico.

Mi ritrovai immersa nel passato, a giorni fa in cui papà era vivo e Steve era ancora... il vecchio Steve. Senza perder tempo mi spogliai restando in intimo - ignorando il volto paonazzo e imbarazzato di Howard - ed entrai nella capsula, aspettando che Stark continuasse nelle procedure.

Quando fu tutto pronto e mi chiuse all'interno, mille pensieri mi percorsero la mente.

E' giusto quello che sto facendo oppure ho perso la testa?

Ne vale la pena?

Sto sacrificando la mia intera vita per cosa? Per chi? Steve? Non sa nemmeno che esisto.

Papà? Sono certa che infondo anche lui era d'accordo con questo, ma aveva paura di perdermi. Ed ora cos'ho da perdere? Lui non c'è più e non mi resta nient'altro.

Confido nell'amore che credo di provare per Steve, ma sono anche molto legata a questa terra e vendicherò mio padre.

Sarà questo il mio obiettivo: distruggere l'Hydra.

- Sei pronta Elizabeth?

- Ancora non inizi? Comincio ad annoiarmi! - dissi con tono ironico.

- Aspetta prima di ridere! - disse Stark divertito scuotendo la testa.

La tortura cominciò dandomi forti scosse per tutto il corpo. Tutto quello che riuscivo a vedere era una luce intensa che mi penetrava negli occhi, anche a palpebre chiuse. Era come trovarsi davanti ai fari abbaglianti di un treno, ma con una luce ancor più forte.

Strinsi i denti, mi morsi il labbro ma era davvero difficile restare in silenzio. Cominciai ad urlare mentre il liquido del siero continuava a scorrere nelle vene. Strillai a più non posso, il contatto con la realtà era davvero lontano. Sentii Stark urlare preoccupato chiedendomi se dovesse fermarmi, in un breve istante di lucidità riuscii a dirgli di continuare.

Fu come prendere una scossa elettrica, il corpo in preda alle convulsioni e poi la quiete.

La capsula si aprì ed io feci per lanciarmi a terra sfinita ma Howard fu più veloce e riuscii a prendermi in tempo. Avevo la fronte imperlata di sudore e l'intimo appiccicato al corpo.

Il mio corpo... non avvenne la stessa radicale trasformazione di Steve, il mio corpo era sempre sinuoso ma con qualche segno di muscolatura in più. Dentro di me, tuttavia, potevo sentire una forza sovraumana possedermi.

- Vuoi riposarti o ce la fai?

Annuii - posso farcela. Devo... devo tornare a casa.

- Puoi restare qui per questa notte, se vuoi - propose gentilmente.

- Certo - sorrisi divertita ma col fiato corto - e cosa racconterai ai tuoi colleghi domani quando mi vedranno qui?

- Che ho passato una notte davvero intensa con te - sorrise malizioso - siamo giovani, il brivido del pericolo ci piace.

- Nascondersi in un laboratorio in piena notte contro ogni tipo di legalità? Wow, tu si che sai come divertirti Stark! - risi.

- Vedo che stai bene.

- Mai stata meglio.

- Bene. Rendimi orgoglioso di aver fatto la scelta giusta.

- Sentirai parlare di me - mi avvicinai lasciandogli un bacio sulla guancia.

- Avevi detto che saresti stata una ninja.

- Chi lo sa, magari un giorno diventerò un'eroina! - gli feci l'occhiolino ed uscii di lì ripercorrendo il percorso dell'andata a ritroso.

Nota Autrice
Hi guys!
Elizabeth è finalmente riuscita nel suo intento, anche lei ora è un super soldato, evviva! :D

Dunque, capitolo un pò più lungo degli altri... cosa ne pensate? Vi piace come sta procedendo la storia?
Posso dirvi che il prossimo sarà moolto interessante mlml.

Se ci sono errori grammaticali o di battitura (come ad esempio parole attaccate, mi è successo precedentemente) vi prego di farmelo sapere, grazie c:

AH! Un'ultima cosa. Vorrei un vostro parere sulla copertina. Preferite più questa attuale, oppuuuuure...

Questa qui? Magari con lo scudo al posto della 'o' di 'come'.

Fatemi sapere, ho bisogno di un sincero parere perché sono ancora indecisa >.<

Grazie mille per tutto e alla prossima! <3

PS!
Ho deciso di partecipare ad un concorso molto carino che da l'opportunità a chiunque di partecipare e avere più visibilità. È indetto da masvherata, Primrose_Lovegoodmenziona un utente , SentencesPower ... Passate subito a dargli un'occhiata!

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