4. Hurt

Il bollitore continuava a fischiare ed io cominciavo a odiare sempre di più quel rumore. Il thè era pronto, ma non avevo sete né tanto meno la voglia di alzarmi da quel divano sgualcito.

Continuavo come un'inetta a trascinarmi nei miei giorni, non m'importava più nulla di niente e nessuno. Steve era diventato il mio unico pensiero, ma leggere di lui sui giornali, vedere come si era ridotto a vendere la sua immagine per qualche banale spettacolino da loro ritenuto come "figura che simboleggia i grandi valori patriottici nazionali e incoraggia le truppe combattenti" era vomitevole. Davvero patetico.

E mio padre si era battuto per quella persona? La sua morte ne era valsa la pena? A quanto pare no.

Avevo perso fiducia in ogni essere, ero disgustata e affranta. Mi ero ripromessa di non lasciarmi andare a me stessa ma cos'altro potevo fare? Ero sola e sempre lo sarei stata.

I raggi di sole che filtravano dalla finestra mi finivano dritti in faccia aggiungendo fastidio a tutta quella situazione.

- Dannazione - imprecai a bassa voce alzandomi per chiudere la tenda e versarmi il thè.

Ero 'impegnata' a fissare intensamente un punto nel vuoto, immersa nei miei pensieri, quando qualcuno bussò alla porta con insistenza facendomi sussultare.

Sospirai. Non sarei mai andata ad aprire, ma dall'altra parte - chiunque fosse - non era interessato a lasciar stare.

- Beth so che sei lì dentro, apri la porta per favore.

James.

Sorrisi amaramente. L'unico vero amico che si ricordava della mia esistenza.

Decisi di fare uno sforzo, uno 'strappo alla regola' e andai ad aprire.

Mi alzai dalla sedia trascinandola, le gambe di legno che stridevano contro il pavimento. Tolsi il lucchetto dalla porta e la aprii, mostrando la mia figura dimagrita, gli zigomi scavati e gli occhi infossati. Qualche ciocca di capelli che ricadeva ribelle sul viso. La reazione d'altra parte fu del tutto inaspettata: Bucky era solo e mi stringeva forte a sé.

- Mi hai fatto preoccupare tanto - sciolse l'abbraccio e con lo sguardo cercò il mio. Mi accarezzò la guancia con il dorso della mano, poi qualche dolce carezza con il pollice.

- Posso entrare?

Annuii e mi feci da parte dandogli così modo di passare.

Mi ritrovai di nuovo a sprofondare in quel vecchio divano, con Bucky al mio fianco. La casa aveva l'odore di papà, ma lui non c'era più. I giornali ammucchiati davanti all'ingresso, in un angolo vicino all'appendiabiti; le pantofole buttate alla rinfusa di lato alla scarpiera, l'orologio a pendolo ormai fuori uso che papà aveva promesso di riparare. Non tornerà mai più a funzionare. Nulla ritornerà come prima.

- Non puoi vivere nel passato per sempre, lo sai vero Beth? - Bucky mi strappò ai miei pensieri, quasi leggendomi nella mente - ascolta, mi spiace molto per tuo padre ma non è colpa tua. Non potevi far nulla, non meriti di vivere con il rimorso.

- Sono sola... - sussurrai.

- No, no... vieni qui - mi tirò a sé posando un bacio sulla fronte - non è vero. Non sarai mai sola, io sarò sempre accanto a te.

- Nulla sarà come prima...

- Il mondo è in continua evoluzione - rispose con un tono di scherno - niente sarà mai come prima, altrimenti rimarremo all'età della pietra!

Capivo che il suo intento era quello di smorzare la tensione, ma anziché sentirmi più leggera mi sentii soltanto più pesante. L'unica cosa è che ora quel peso non ero sola a portarlo, no. James era dall'altra parte a tendermi la mano per non permettermi di cadere e mollare la presa su tutto, per non lasciarmi sola ad affrontare quel dolore. Lui era tutto ciò che di più prezioso avevo al momento.

- Io ero lì, l'ho visto morire davanti ai miei occhi. Quel pazzo...

- E' morto, se può farti sentir meglio.

Qualcosa si spense dentro me e mi sentii ancor più vuota.

- C-come?

- Si è suicidato, davanti a Steve.

- Avrei dovuto ucciderlo io.

- Elizabeth guardami - mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarlo - smettila, tu non sei questa.

- Ho una tale rabbia dentro...

- Posso immaginarlo - mi rispose con un ghigno divertito sul volto.

- Steve... papà si è anche sacrificato per lui.

- E gli è infinitamente grato, credimi.

- Non lo dimostra. Cosa ne sta facendo del potenziale donatogli? Su poche cose si è sbagliato nella sua vita ma questa è stata la più grave: lui non è degno.

James fece una smorfia di dissenso.

- Cosa c'è? Non è forse così?

- Non è come sembra, Beth. Non è colpa sua, non dipende da lui.

- Ah no?! Bucky, Steve ha la forza di 100 soldati dentro di sé, potrebbe salvarci tutti invece si limita ad andare in giro in una calzamaglia a stelle e strisce, cosa lo ferma?? Lui può tutto ora, ma non fa nulla. Avrei sfruttato meglio io questo potere.

- Ah ecco, sei una di quelle persone - si alzò infastidito.

- E come sarebbero queste persone?

- Una di quelle pronta a puntare il dito contro e a dire "avrei fatto meglio" ma senza mai concretizzare nulla. Siamo tutti bravi a parole, ma sono i fatti che contano e qui nessuno fa meglio di Steve! E' vero, sta sbagliando ma lo conosco, conosco la sua determinazione e so che ben presto farà ciò che è più giusto. Dategli tempo, dannazione! - imprecò adirato.

Ero tentata di svelargli tutto e dirgli che in realtà un altro siero c'era e proprio io stavo per diventare la prossima ad averlo in corpo.

Ero spaventata, anzi, terrorizzata! Dopo aver visto Steve in quella capsula urlare come un dannato non ero poi così tanto sicura che il mio corpo potesse reggere un dolore simile.

Ma avevo promesso a papà che avrei vegliato su Steve, che avrei combattuto e ora avevo una ragione in più per farlo. E ora l'unica cosa che mi rimaneva da fare per rendergli onore era mantenere la parola.

Mi morsi il labbro inferiore nel tentativo di non lasciarmi scappar nulla, nervosa com'ero.

- C'era al suo funerale - annunciò guardando fuori dalla finestra e dandomi le spalle.

- Come? - chiesi confusa.

- Steve, c'era anche lui al funerale di tuo padre.

Eccolo ancora quel salto al cuore unito a un pugno nello stomaco.

Lui era lì ma non gli era importato nulla di me.

- Non lo sa - si degnò di girarsi per parlarmi in faccia.

- Cosa?

- Non sa che sei sua figlia.

Sembrò quasi leggermi nella mente.

- Ok - risposi - va bene così. Non voglio che lo sappia.

- Sei sicura? In fondo non c'è niente di male.

- E cosa dovrebbe cambiare? - mi alzai anch'io dal divano e lo guardai dritto negli occhi - dovrebbe fingere di interessarsi a me per gentilezza solo perché mio padre gli ha dato un'opportunità? - quasi urlai. Mi girai dandogli le spalle - deve un favore a lui, non a me. Ma ormai lui non c'è più e nulla ha senso. Anzi! - mi voltai tornando a guardarlo - ti dirò di più. Non voglio essere compatita né da lui né tanto meno da te.

- Beth - mi interruppe - lo so che stai soffrendo ma come ti ho già detto non è questo il modo giusto per affrontare la cosa. Non è sbattendo la porta in faccia alle persone che andrai avanti. Lasciati aiutare - si avvicinò cercando di afferrarmi la mano invano dato che lo scostai da me con uno strattone.

- Non toccarmi, ti prego - le lacrime mi pungevano gli occhi e volsi lo sguardo da un'altra parte per non farglielo notare. Non volevo mentirgli, non potevo ma dovevo.

- Non voglio lasciarti sola.

- Lo so, ma ho bisogno di respirare, ok?

- Come preferisci - indietreggiò incerto - se hai bisogno sai dove trovarmi - si avvicinò lasciandomi l'ultimo bacio sulla guancia e fui certa della sua assenza quando sentì la porta sbattere impetuosa.

Perdonami Bucky, non voglio metterti nei casini.

Nota Autrice

PUBBLICAZIONE SPECIALE!
Eh già, ho deciso di postare un capitolo extra per questa settimana cogliendo l'occasione di questo attimo di mia libertà ahaha

Dunque ci troviamo al punto in cui la nostra Elizabeth si ritrova ad affrontare il lutto di suo padre da sola, o almeno così crede.
Il dolce e fedele Bucky è sempre al fianco dei suoi amici, pronto a sostenerli.
Come reagirà da qui in avanti Beth? Quale sarà il suo prossimo passo?

Ditemi la vostra e lasciate una stellina se vi va ^^
Prima di concludere vorrei ringraziare ancora una volta SeleneGreen che prontamente mi aiuta e da consigli sulla storia, vi ricordo di passare a leggere la sua "Frozen Hearts" su Loki e Kyra, un'intrepida combattente.
Voglio ringraziare anche tutti coloro che silenziosamente leggono questa fanfiction, grazie <3

Beh cos'altro dire, ci risentiamo (?) presto. Alla prossima! ^^.

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