Vita senza titolo

E' come quel momento in cui si ferma il mondo per qualche minuto.
Vedi il tempo dilatarsi e non fai altro che guardi intorno.
Sapete, quando bussano alla porta puoi pure fare finta di niente, continuare quello che stai facendo. E' semplice.

Perché aprire la porta? In fondo mi stavo per togliere la vita. Che me ne importava?
Ditemi un solo motivo per il quale avrei dovuto aprire quella dannata porta.

Mi misi a ridere come non una fuori di testa qualsiasi, come una Elodië.
Elodië. Nata nel triste e freddo inverno del 2001 in una città come Catania.
Cresciuta solo con Heart Shaped Box come colonna sonora della mia insoddisfatta e sbagliata adolescenza.

E perché diventare dei pessimi adulti...
Gli adulti hanno grandi responsabilità. Sono quelli che ti educano, che ti fanno essere persone migliori. Uniche. Speciali.

Come si fa a vivere sapendo che sarai un pessimo adulto? Sapendo che i tuoi figli saranno pessime persone, pessimi genitori, ecc.?.
Penso che la mia scelta sia coerente, no?

Mentre che i miei pensieri passeggiavano ubriachi per la mia testa, il misterioso personaggio che si celava dietro la porta smise di bussare. Con la mia classica coerenza mi avvicinai alla porta e guardai dal buco della serratura. Vidi un occhio azzurrissimo.

Mi disse: "Hey ciao. Mi fai entrare?"
Era un bambino. Poteva avere all'incirca 6 anni. Aprì la porta. Ero un po' spaventata.

"Ei piccolo, che ci fai qui?" dissi grattandomi la spalla sinistra.
Rispose sconcertandomi: "Sei proprio bella. Mia mamma mi ha fatto vedere ieri...la bela nel bosco...il cattone. Sei una principessa? E il tuo principe?"

"Piccolo mio, come ti chiami?" risposi ponendomi molte domande.

Ribatté con aria severa e decisa: "Come ti chiami tu? Mia mamma mi ha detto che non devo pallare con gli sconosciuti. Se non mi dici il tuo nome...non ci voglio pallare con te."

Così gli risposi "Io sono El...ma adesso devo andare, sai ho molto lavoro da fare", ma non mi lasciò nemmeno finire che entrò nella mia stanza e disse piagnuccolando: "No no...non lasciarmi solo. Nessuno mi vuole mai parlare"

Così si buttò nel letto e iniziò a farmi domande spontanee, innocenti, direi elaborate per un piccolo rampollo di soli 6 anni.

Dopo circa un'ora tra giochini, tirate di capelli e domande, si erano fatte le 23:00 quando il tipo della reception entrò dalla porta socchiusa e gridò furibondo: "QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON INFASTIDIRE I CLIENTI". Era il suo Papi.
Il bambino iniziò a tremare e io presi le sue difese: "Salve, non si preoccupi...stavamo solo giocando...è un bambino intelligentissimo

Mi guardò con aria confusa. Il bimbo, credo stanco se ne andò con suo padre.
Li accompagnai alla porta, mi salutarono e il bambino si voltò dandomi un bacio, chiusi la porta, mi buttai a terra.
Piangevo, non per la dolcezza del bambino (non è vero), mi resi conto di quello che stavo per fare.

Presi tutto quello che avevo. Uscì di corsa, come se non volessi rendermi conto di quello che stavo per fare. Attraversai infinite porte, correndo. Scesi le scali quasi rotolando, pure la mia ombra faceva fatica a seguirmi.


Arrivai alla stazione e incontrai una delle poche persone che mi avevano salvato. Si chiamava  Hendry: "MA SEI SCEMA?!?! TI CERCO DA GIORNI ORMAI"

E' semplice. Contavo qualcosa nella sua vita.
"Dio, mi manchi...stai bene? Andiamo a mangiare".
Per quanto potessi tenere a lui, gli risposi con un semplice "Ei, non ne ho voglia".
Ero fredda con le persone, specialmente con l'unica a cui importavo qualcosa.

"Cosa scusa? Tu pensi davvero che io mi sia fatto tua questa strada per un "non ne ho voglia"?"
Mi allontanai da lui, amavo quando era arrabbiato. Mi chiedeva sempre scusa.

"EllY, dio, non fare così...non dormo da giorni, ho litigato con i miei, con tutti. Sei l'unica cosa che mi importa davvero. Sai cosa sto pensando? Ma almeno mi ascolti quando parlo? Mi hai illuso dal primo giorno. Da quel giorno in cui ti ho baciato nel divano di casa tua, a quando ti accarezzavo la fronte. Quando ti guardavo negli occhi, profondamente, per catturarti e poterti disegnare. Dio, sei la cosa più bella che io abbia mai visto."

Risposi, dandogli gli spalle in quel silenzioso frastuono di luci soffuse: "Vai via."

Si mise a ridere, perché era davvero l'unica persona che mi capiva e io gli dissi quello che non pensavo.

"Scusa"

Mi disse scusa per l'ultima volta.

Eravamo tipo Alyssa e James, complici di un omicidio, avevamo ucciso noi stessi.
Noi. Libri senza titolo, dalle pagine vuote.

Una notte ti addormenti sapendo che devi lottare per una persona.
Un giorno ti svegli e capisci che non sempre è così.


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