Lasciami Morire

Squillò il telefono, e mi svegliai all'improvviso.

Mi ero addormentata anch'io e tutto quello che avevo appena "vissuto" era solo un sogno.
Mi tolsi gli auricolari e risposi al telefono: era mia madre.

In quel momento si fermò il mondo. Capì che qualcosa non andava in me. Di certo non stavo bene.

Mia madre mi disse con aria al quanto sospettosa: "Dove sei? Devi andare a prendere immediatamente dei documenti a Catania. E' roba di lavoro. Per favore recati immediatamente in via.......Tindaro 17. Si trova vicino all'ospedale Santo Bambino. Ci sentiamo dopo".
A quella telefonata non avevo manco detto pronto, stavo lì in silenzio ad ascoltare. Volevo solo piangere.

"Chi era...?" disse Sofia, mentre ci trovavamo sulla strada verso Acitrezza, nei pressi del Lungomare di Catania.
"Era mia madre...devo andare...scusami." e così suonai la fermata e scesi dal Mitico 534, senza dare troppe spiegazioni.



Presi la metropolitana da sola. Come succedeva spesso.


Che poi ti prende sempre la malinconia, specialmente quando vedi una coppietta felice seduta nell'ultimo posto dove hai dato il tuo ultimo bacio.
E pensi a quanto sei distante, a quello che sta succedendo nel mondo, insomma evadi da quel severo egoismo interiore che ingurgita la parte bella di noi. Tutto questo accompagnato da un pezzo di Ed Sheeran: Photograph.

https://youtu.be/nSDgHBxUbVQ

Dopo circa 40 minuti riuscì ad arrivare a destinazione. Ero già stata lì tempo a dietro, insieme a lui.

Suonai timidamente al campanello di questa casa al numero 17 e uscì la classica casalinga di un quartiere povero e degradato.
"Salve, sono la figlia della signora Silver...mi ha detto che doveva darmi dei documenti"
"Ciao gioia, ecco a te, manda un saluto alla tua mamma..."
"Ricambierà...buona serata".

Così stanca di pensare, andai nella piazza che faceva angolo con via Tindaro.
Presi una sigaretta, posai la busta di carta gialla pesante sulla fontanella che avevo di fronte e accesi la sigaretta sedendomi nella banchina.

Era normale che mia madre mi mandasse a prendere documenti, infatti per me era normale presentarmi a una porta consegnando o ricevendo documenti, da illustri personcine, persone strane o semplici protagonisti della vita quotidiana.

Ma fu proprio quando mi rialzai, che persi l'equilibrio facendo cadere la busta nell'acqua della fontanella.

Ripresi subito la busta tutta insuppata, così per salvare il contenuto la apri.
Rimasi sbalordita.

Il quadro non mi fu chiaro all'inizio. Vi erano diversi documenti in una lingua strana che i miei studi classici, mi facevano pensare al Rumeno. Soldi in contanti, assegni intestati a società anomale, Sim telefoniche, fototessere di ragazze straniere e un messaggio chiaro: "La merce DEVE essere pronta entro la prossima settimana".

Mia madre gestiva davvero il circuito della prostituzione della città? Si occupava anche dello spaccio di droga? Mio padre lo sapeva?


Scandalizzata, spaventata e ansiosa di essere scoperta, andai subito a compare una nuova busta. Rimisi tutto dentro e tornai a casa. Avevo troppi pensieri per la testa.



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