"Coprimi ancora con il tuo caldo maglione"
Mi svegliai a terra, nel gelido parquet della mia stanza, con un gran mal di testa e le lacrime agli occhi.
Fortunatamente era solo un sogno.
Non sarei riuscita a sopportare tutti quei pensieri un secondo di più. Quel momento prima del suo esame. Quei baci nel collo, mentre ascoltavamo da soli Skyfall di Adele.
I miei genitori erano a Parigi per lavoro e per me avere casa libera per una settimana non significava festini o cose così, per me era il mio silenzioso rifugio di tristezza.
La mia anima era parte integrante dei distinti muri grigi di casa mia.
Ero seduta nella finestra della mia stanza e mentre guardavo l'alba, sorseggiavo lentamente un caffè caldo e molto zuccherato.
Erano le 07:37 prendevo il BRT1 (Bus rapido) per andare al Cutelli, come ogni mattina, adoravo osservare i dettagli che le persone non notano.
C'era una ragazza, probabilmente dello Spedalieri, aveva degli occhiali troppo simpatici, direi sorprendentemente colorati, che mi avevano colpito molto per via delle viti di attaccatura del ponticello alle lenti. Penso di aver osservato in modo ossessivo quelle fottute viti per più di 15 minuti.
Il giorno prima ero rimasta colpita dalla piegatura accidentale del colletto di un ragazzo, era così perfetto nella sua casualità, ho iniziato a pensare a mille cose, inutili per lo più, ma alla fine adoro stare in silenzio ad osservare
In quei momenti in realtà mi sento molto sola.
Sei come la neve, freddo ma spettacolare.
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