Con lui fu una guerra di sguardi

Quando era possibile, avevo la mania di sedermi sempre nello stesso posto, e anche quella volta ero seduta lì.

Avevo passato i momenti più belli e orribili della mia vita là, in quel posto al riparo da sguardi indiscreti, dove potevo fare quello che volevo. Addirittura, essendo che il sedile si trovava alla fine dell'autobus, vicino al motore, era sempre caldo d'inverno, così in quelle stancanti giornate di pioggia, quando torni al casa col buio da scuola, non c'era nulla di più rassicurante di quel calduccio.



Matteo mi fissava con uno sguardo curioso, e ogni tanto quando non ero distratta dall'osservazione dei dettagli, mi divertivo a guardare le sue banali ma dolci espressioni, guardando il suo riflesso nella vetrata dell'autobus.

Sofia dormiva appoggiata sulla mia spalla, mentre io non facevo altro che ascoltare Blue Jeans di Lana Del Rey, quando a un certo punto il telefono di Matteo squillò, e rispose con indecisione e superficialità: "Si...quasi...senti non lo so, sto arrivando ahahahah...okay, si, c'è la mia ragazza...senti, cerca di finirla AHAHAH...ho una sorpresa, metti su la pasta per sei persone"

Nella mia testa urlavo solo una cosa: "OH MIO DIO...PERSONE SCONOSCIUTE. A I U T O"

Arrivati ad Acitrezza, mi ritrovai nella classica casa di mare di una famiglia aristocratica, che molto probabilmente contava in passato. Non era una casa con un paio di casse, una batteria e un microfono, era semplicemente un luogo dove si produceva arte, dove le proprie emozioni venivano dilatate fino a diventare qualcosa di tangibile.

Nella mia stanza, cercavo di ricreare un luogo di assemblaggio.
Creavo, sognavo, mi divertivo a pensare, a piangere.
Tutto in quell'oscuro silenzio vetroso, avvolta dalle pareti bianche della mia stanza.



Dopo essere entrata insieme agli altri dentro a questa casa dal portone verde, iniziai a complessarmi malissimo su certi argomenti di dinamica (fisica), e proprio in quel momento vidi band per la prima volta.

Una Bassista mainstream fortemente anticonformista, un batterista (Matteo) fissato con Stone Island, una cantante a metà tra Amy Winehouse e Lana Del Rey e un volto conosciuto: conoscevo quello sguardo stanco. Conoscevo quei pesanti occhiali rotondi, quei capelli disordinati.

Con lui fu una guerra di sguardi.
Ci sedemmo tutti insieme, per mangiare della pasta alle vongole.
Io fissavo lui e lui fissava me.



Avevamo paura. Paura di capire chi fossimo.

Fino a quando Lui mi disse: "Conosci una certa...Paola?"
E io risposi con aria dubbiosa: "Si. Perché? Come fai a conoscerla?"

E Lui mi rispose: "Io mi ricordo di te. Quest'estate a Taormina. Io...suonavo lì e tu eri a divertirti con dei ragazzi, probabilmente amici di Paola. Conosco Paola dalla prima superiore. Siamo andati a Palermo insieme, e una sera mi sono addormentato nella sua stanza e........"

Io, presa di paura, dallo sconforto e dal ricordo del mio ex, gli risposi: "Capisco...beh...una sera sono stata a Taormina con Paola. Comunque sono Elodië. Tu sei...?"

Mi rispose con un tassativo: "Non importa..."

Così gli risposi: "Hai l'aria di uno intelligente, ma non lo stai dimostrando. Vuota il sacco."

"Jim" esclamò Matteo.

Così lui mi fissò negli occhi con un forte senso di paura, forse di amore. Vidi la sua anima.

Finito il pranzo e finite le prove, Matteo propose di giocare a nascondino. Così ci nascosimo.

Presa dai pensieri, mi chiesi: "Dove potrei nascondermi in una casa smobiliata? Sotto a un tavolo".

Così entrai nella sala prove, dove vi erano tutti gli strumenti e sotto al tavolo sulla quale poggiava un pesante mixer Yamaha, c'era lui.

In quel preciso istante una forte pioggia si abbatté su Catania. (Segni del destino?)
Mi nascosi anch'io sotto a quel tavolo.

E mentre la luce della luna attraversava la finestra che dalla strada dava sulla stanza, parlammo del più e del meno.
Fino a quando mi disse: "Ricordi quando sei tornata ad Isola Bella quella notte? Lo ricordi? Io ero li, che ti guardavo dall'hotel. Ho passato tutta l'estate a pensarti, a pensare a quello sguardo distratto. A te che non te n'è mai fregato niente..."

Gli risposi: "Non immaginavo nulla di tutto questo. Ho ricordi difficili da dimenticare. Ti ho...pensato.
Paola mi aveva parlato di te e delle tue avventure...del tuo amore per il lusso, per...la vita tranquilla che insegui. Ho pensato quando il mio ex mi ha lasciato, dove fossi.Mi sento strana...
"

E proprio in quel momento, sotto quel tavolo, dopo quella discussione, mentre pioveva mi baciò. Fu speciale. Mi sentivo come in un film...mi sentivo capita. Mi sentivo protetta.

I suoi baci divennero come la droga.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top