27.
Due settimane dopo
Grosse gocce di pioggia tintinnavano sulla ringhiera in terrazza, filtrando i pochi pallidi raggi di sole che comparivano a intermittenza da dietro i pesanti nuvoloni scuri che, ormai, troneggiavano sulla città da un paio di settimane.
Haylee Darling rigirava il cucchiaino nel suo caffè con una punta di latte senza la benché minima intenzione di berlo, anche se, pensandoci, le sarebbe tornato utile visto che aveva dormito si e no tre ore in tutta la notte. Si era girata e rigirata nel letto un milione di volte e lo aveva fatto avendo cura che Noah non se ne accorgesse per non farlo preoccupare.
...come se le sue pesanti occhiaie e gli occhi gonfi non parlassero al posto suo.
Daphne scese in cucina e poggiò la borsa sul tavolo; la sua coda di cavallo guizzava a destra e a sinistra mentre si versava una tazza di caffè per poi estrarre un waffle bollente dal tostapane che le bruciò la punta dei polpastrelli. Dopo una piccola imprecazione lo poggiò sul piatto in ceramica e aspettò a mangiarlo – nemmeno lei aveva poi così tanta fame – per evitare di scottarsi anche la lingua.
"Pensi mai che vorresti prendere una bella pastiglia e svegliarti senza ricordare nulla dell'ultimo mese?" Domandò Daphne, sollevando la tazza per portarsela alle labbra.
"Ogni mattina quando mi sveglio." Rispose lei.
Haylee si rese conto che non aveva ancora bevuto il suo caffè e se lo portò alla bocca: era gelido ma non le importava poi così tanto.
Noah entrò in cucina senza maglietta e se ne pentì subito dopo, considerando che c'era un gran freddo.
"Dio, Wash, copriti!" Esclamò disgustata Daphne "non è niente che voglio vedere."
"Nemmeno io avrei voluto vedere te e Zach, l'altro giorno... eppure..."
Daphne alzò gli occhi al cielo: dannato Noah aveva sempre la risposta pronta!
"A casa mia faccio quello che voglio." Disse, incrociando le braccia.
Noah poggiò il mento contro la nuca di Haylee e lei sospirò rilassata di fronte a quel contatto: Noah era la sua casa.
"Vorrà dire che Haylee ed io andremo a stare altrove." Rispose lui, scrollando appena le spalle.
Ad Haylee quasi andò di traverso il caffè disgustoso che stava bevendo ma cercò di non dare troppo peso alla cosa: stava solo scherzando, no? Mica parlava davvero di andare a vivere assieme...
Anche Daphne cercò di ignorare l'affermazione pensando che lo stesse dicendo tanto per dire, anche se la sua indole curiosa e pettegola si sarebbe spinta a chiedere che divano avrebbero comprato.
"Sai niente di Aaron?" Domandò poi, facendo cadere il gelo in cucina.
Haylee si alzò dalla sedia mormorando un 'devo andare' poco convinto e Daphne si rese conto che forse non era stata proprio un'ottima idea tirare fuori l'argomento in quel momento.
Noah le rivolse infatti un'occhiataccia e guardò Haylee andare via. Sospirò poi rassegnato e si sedette al posto lasciato vuoto dalla sua ragazza. "Si è licenziato." Disse alla fine, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo in legno e guardando Daphne dritta negli occhi.
Daphne annuì piano, processando la risposta "era assurdo pensare che avrebbe telefonato, vero?"
"Che cosa avrebbe potuto dire?"
Daphne aprì la bocca per rispondere e si rese conto che effettivamente c'era ben poco da dire. Delle scuse non sarebbero state sufficienti e se avesse messo piede in casa loro Noah gli avrebbe con ogni probabilità sparato, per non parlare di Haylee che era ad un passo da una crisi di nervi.
Daphne versò dell'altro caffè caldo nel suo termos e terminò il suo waffle, pulendosi le mani con un fazzolettino di carta.
"Forse hai ragione tu..." Esitò.
Noah incrociò le dita davanti a sé "hai ancora il suo numero, se vuoi chiamarlo."
"Penso che le nostre strade si siano separate..."
"Lo penso anche io."
"E di Michael, che mi dici?"
Noah guardò fuori dalla finestra nell'esatto momento in cui un timido raggio di sole riuscì finalmente a fare capolino in cucina, creando un piccolissimo cerchio giallognolo sulla superficie del tavolo.
"Quando uscirà dall'ospedale sarà accusato, tra le altre cose, di..." Noah deglutì a vuoto, "tentato omicidio..."
"Siamo rimasti solo noi, Wash..."
"Spero che tu non decida di ammazzare qualcuno nel prossimo futuro." Disse, alzandosi e mettendo a posto la sedia.
Daphne accennò un sorriso "spero che nessuno mi faccia arrabbiare."
Noah la guardò andare via e la salutò con un cenno prima che lei si richiudesse la porta alle spalle.
Haylee tornò in cucina poco dopo: si era leggermente truccata per cercare di nascondere il suo viso stanco.
"Stai bene?" Le domandò, sistemandole una ciocca scura dietro l'orecchio.
"Bene, sì..." rispose lei, sovrappensiero. "Sono in ritardo per il lavoro..."
Noah annuì e cercò le sue labbra per darle un bacio "ci vediamo stasera."
*
Noah Washington guardava suo padre: non aveva la solita espressione seria e concentrata che lo caratterizzava. Al contrario, si guardava attorno con circospezione, come se si aspettasse che potesse saltare fuori un tizio vestito per Halloween a spaventalo o dio solo sapeva cosa.
"Papà?"
Nessuna risposta.
"Papà."
"Noah." Sospirò lui. "Quando sei arrivato?"
"Venti minuti fa?" Disse, guardando l'orologio.
Christopher annuì, inumidendosi piano le labbra.
"Che succede?"
"Hm? Niente." Si fece pensieroso.
Quel familiare pizzicore si fece sentire ancora nel suo petto e Christopher sospirò rassegnato, guardando suo figlio.
"Non ti ho preso a lavorare qui solo perché sei mio figlio, lo sai, no?" Disse dopo qualche momento di silenzio.
"Ok?"
"Ci tengo che tu lo sappia." Continuò, in tono più serio e quasi impaziente: aveva bisogno che suo figlio avesse la certezza di ciò che gli stava dicendo.
"D'accordo..." Esitò. "C'è qualcosa che devi dirmi, papà?"
"Questo caso e... la storia di Aaron mi hanno... fatto capire tante cose," disse, con un velo di incertezza e incrinargli la voce, "non appena finirai il praticantato e potrai lavorare da solo me ne andrò in pensione."
"In pensione?" Domandò, incredulo.
"Conrad e gli altri miei soci ti spiegheranno come fanno le cose e poi... io sarò sempre a casa." Concluse, sedendosi meglio sulla poltrona e buttando un'occhiata all'uccello impagliato.
"Conrad? Quel coglione inglese?"
Christopher alzò gli occhi al cielo "è un coglione inglese di cui puoi fidarti."
"Ma pur sempre un coglione." Specificò.
"Puoi fidarti di lui, hm?"
Noah alzò le mani in segno di resa "d'accordo."
"Bene."
"Ora possiamo riprendere a lavorare?" Chiese, stranito.
Quella conversazione lo mise un po' a disagio e non riuscì a capirne il motivo.
"Come sta Haylee?" Insistette Christopher.
Non seppe dire perché ma si rese conto solo in quel momento che vedeva suo figlio ogni giorno a lavoro e non gli chiedeva mai niente che non fosse relativo al lavoro. Sapeva che aveva praticamente perso la testa per quella ragazza che né lui né sua moglie avevano avuto l'onore di conoscere.
Noah esitò "starà bene."
"Se l'è vista brutta, hm?" Disse, in tono paterno.
Noah si limitò ad annuire e sollevò gli occhi in quelli di suo padre "non so cosa... come..."
Noah detestava farsi vedere fragile ma la verità era che avrebbe voluto esserci per Haylee e non sapeva davvero in che modo aiutarla.
"Il tempo fa passare tutto, Noah." Cominciò a dire suo padre, col classico tono del genitore che aveva anni di esperienza sulle spalle e che aveva un po' imparato a vivere, "un giorno vi sveglierete e vi renderete conto che è tutto lontano."
"E nel frattempo?"
"Nel frattempo..." Sospirò, "andate a cena, al cinema... cerca di farla distrarre un po'."
"Grazie, papà." Gli disse, distogliendo lo sguardo.
"Sono felice che ogni tanto hai ancora bisogno di me."
Più tardi quel giorno, Edward King tornò a trovare Christopher Washington in ufficio e, come faceva sempre, si richiuse la porta alle spalle quando entrò.
Si accese un enorme sigaro e lo strinse tra le dita tozze; ne prese una boccata profonda e poi sputò fuori una spessa nuvoletta di fumo bianco e puzzolente che Christopher allontanò con un disgustato gesto della mano.
"Mio figlio si riprenderà." Esordì, con un pizzico di amarezza ad incrinargli la voce. "Poi mi assicurerò che finisca in prigione."
"Ha quasi ucciso la ragazza di mio figlio."
La punta del sigaro divenne color lava ed Edward sputò fuori un'altra nuvoletta prima di rispondere: "Non è successo. Stanno tutti bene e... spero che la permanenza di mio figlio in prigione gli faccia capire che cosa ha fatto."
"Sono morte due ragazze a causa sua... dubito che 'capire cosa ha fatto' sia abbastanza."
Edward picchiettò il sigaro sul lato della scrivania e fece cadere un mucchietto di cenere sulla moquette prima di spegnerlo definitivamente ed abbandonarlo dentro un vecchio posacenere d'argento.
"Ma è qualcosa, no?"
"Qualcosa, sì."
Edward si alzò dalla sedia e si sistemò il completo: "Grazie, Chris."
Christopher annaspò un respiro prima di rispondergli: "Di niente."
Edward aggrottò le sopracciglia: "Stai bene?"
Christopher tossì: "Bene, sì. Sono solo... un po' stanco."
King annuì incerto: "Dovresti iniziare a pensare di ritirarti, sai?"
"Ci sto lavorando."
Edward King lasciò la mano a mezz'aria appena sopra la maniglia: "Salutami Kate." Gli disse, rimandando i ricordi indietro nel cassetto impolverato della sua memoria.
"Lo farò."
*
Noah Washington si lasciò cadere sul corpo di Haylee, lasciando una serie di teneri baci sul suo collo esposto mentre lei gli accarezzava debolmente i capelli.
Haylee prese a fissare il soffitto bianco con occhi assorti.
"Grazie per la cena."
Noah le lasciò un altro bacio sulla spalla nuda "non ringraziarmi."
Haylee fece correre le dita sul disegno della sua spina dorsale, facendogli venire la pelle d'oca.
"Ehi, Noah?"
"Hm?"
"Dicevi sul serio... di andare a stare da qualche altra parte?"
Noah aprì la bocca per rispondere ma la vibrazione del suo cellulare lo interruppe e lo fece sbuffare sonoramente, imprecando sonoramente.
"Chi cavolo è a quest'ora?"
Haylee cercò il cellulare col palmo della mano, tastando il comodino finché non incontrò l'oggetto e lo porse a Noah.
"Mia madre?"
Noah fece scorrere il pollice sullo schermo del telefono e rispose: "Ma'? Tutto ok?"
Haylee osservò la sua espressione perdere colorito a poco a poco.
"Si tratta di mio padre." Disse con un filo di voce, quando chiuse la chiamata.
Spazio autrice
Buon pomeriggio e buona domenica! 🥰🥰 Eccoci qua con un nuovo capitolo! Siamo ufficialmente a -5 capitoli dalla fine della storia! Non posso credere di essere arrivata quasi fino in fondo 🙈🙈
Ringrazio come sempre chi passa a leggere e a commentare questa e l'altra storia! Vi leggo sempre anche se purtroppo non riesco sempre a rispondere a tutti 😥😥 Vi auguro un buon fine fine settimana ❤
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