21.
🚩 Allerta scene esplicite 🚩
Noah la fece voltare e le afferrò il viso con entrambe le mani, attirandola di più a sé. Le tolse subito il maglioncino che aveva addosso e la canottiera, lasciandola in reggiseno.
"Vuoi farlo qui?" Mormorò lei.
"Voglio farlo dovunque vuoi farlo tu," le sussurrò sul collo, "in ogni fottuto angolo di questa casa... dovunque tu voglia."
Haylee lo attirò a sé e fece qualche passo indietro per poi sedersi delicatamente sul divano e lui fu sopra di lei un attimo dopo, sistemandosi comodamente tra le sue gambe e puntellandosi sui gomiti per non pesarle troppo addosso.
Haylee gli tolse la maglietta e lui si tolse il pantalone della tuta per poi tornare nuovamente sopra di lei slacciandole il reggiseno e prendendo a succhiarne la punta di uno, mentre teneva l'altro a coppa sfiorandolo con i polpastrelli.
Haylee gli graffiò la pelle delle spalle e gemette sommessamente sotto le sue attenzioni, inarcando il corpo contro il suo per assecondare i suoi movimenti.
Noah tornò alla sua altezza cercando ancora le sue labbra arrossate e lei lo spinse delicatamente per le spalle, facendogli capire di volersi mettere sopra di lui.
Noah la guardò dal basso con venerazione: dio solo sapeva da quanto desiderava quel momento. Haylee scese verso il basso, a mordergli delicata la carne del collo e del torace fino ad arrivare all'elastico dei suoi boxer.
Haylee li abbassò e avvolse le labbra intorno alla sua erezione, strappandogli un gemito non proprio silenzioso.
Lui intrecciò le dita tra i suoi capelli, assecondando il ritmo dei suoi movimenti ma non ce n'era poi così tanto bisogno, visto che stava evidentemente svolgendo un ottimo lavoro.
"Vieni qui, baciami." Le sussurrò, attirandola a sé per far scontrare di nuovo le loro labbra.
Haylee tornò alla sua altezza e lui la fece finire di nuovo sotto di lui, strappandole un gridolino di protesta al quale lui rispose con un sorriso divertito e un bacio a fior di labrba. Noah lasciò una scia di baci umidi che partivano dal collo fino ad arrivare ai suoi seni nudi e poi alla carne tenera dei fianchi, dove lasciò un morso. Raggiunse poi finalmente l'elastico del suo intimo e lo sfilò con urgenza.
Le morse allora l'interno della coscia, succhiandola appena e lasciandole un piccolo marchio rosso e poi un altro, finché non poggiò le labbra su di lei.
"Dio, sei fradicia." Le sussurrò, facendole crescere la pelle d'oca lungo le gambe.
Haylee gemeva e sospirava sotto di lui, tirandogli appena i capelli ad assecondare la sua lenta tortura contro la sua carne umida. Noah aveva iniziato con il semplice desiderio di farle perdere la testa, come lei stava facendo con lui ma quando la sentì gemere sempre più forte, non riuscì a fermarsi. Le strinse le cosce soffici tra le dita e lei buttò la testa all'indietro tremando appena contro il suo corpo, quando finalmente la portò all'apice.
Noah le lasciò un bacio fine a sé stesso sulla coscia e poi tornò alla sua altezza, lasciandole un lungo e umido bacio sulle labbra gonfie, godendosi la sua espressione totalmente estasiata e i suoi occhi lucidi.
"Ne voglio di più." Sussurrò lei sulla sua bocca.
Noah non poté fare altro se non accontentare la sua richiesta – avrebbe fatto qualsiasi cosa lei gli chiedesse – ed entrò piano dentro di lei, seppellendo la testa nel suo collo.
Haylee gli artigliò la schiena e lui immerse le mani ai lati delle sue tempie e in quella montagna di capelli scuri, guardandola dritta negli occhi quando cominciò a spingersi dentro di lei.
"Così ti piace?" Le sussurrò sulle labbra.
Haylee si limitò ad annuire in risposta, esponendo il collo alla sua lingua.
Noah lasciò correre la mano sul suo viso infilandole la punta del pollice in bocca che lei morse delicatamente. Haylee Darling aveva qualche ciocca di capelli sudati appiccicati sulla fronte, gli occhi lucidi e profumava di buono. Quella donna era ufficialmente diventata il suo posto preferito.
"Dio, sono così vicino." Le sussurrò all'orecchio, facendole montare la pelle d'oca su tutto il corpo.
"Vieni per me, Noah." La sua voce fu un bisbiglio contro le sue labbra, e fu più che sufficiente da lasciare che lui venisse in un paio di spinte più profonde, sprofondando poi con tutto il suo peso sul corpo della ragazza. Poggiò poi la fronte contro la sua spalla nel tentativo – per il momento vano – di riprendere fiato.
Noah si sollevò poi a guardarla: aveva le gote arrossate, il fiato corto e le labbra gonfie e rosse. Sollevò una mano per sfiorarle il viso e lei assecondò il suo movimento, sfiorandogli il palmo con un bacio.
Il suono del citofono li fece saltare in aria e purtroppo risvegliare da quello stato di tepore in cui erano caduti.
"Non ti rivestire." Le impartì lui, che si era invece affrettato a mettersi qualcosa addosso per andare ad aprire.
Haylee si avvolse in un paio di coperte che erano già sul divano e si poggiò contro la spalliera, in attesa che Noah tornasse.
🚩 Fine allerta 🤣🤣🚩
*
"Quanti ravioli hai preso?"
"Tanti."
Noah la guardava, non era riuscito a smettere di farlo da quando l'aveva conosciuta e ancora di più in quel momento: i capelli le cadevano scompigliati lungo la schiena e sulle spalle nude. Teneva il piccolo contenitore del cibo d'asporto tra le mani, selezionando i pezzi che intendeva mangiare per primi.
Haylee parlò senza sollevare gli occhi dal suo cibo, senza però essere più interessata a mangiarlo "posso farti una domanda?"
Noah annuì incuriosito.
"Quel tizio che c'era l'altro giorno..." Esitò lei, tirandosi appena una pellicina del labbro con i denti.
Noah si irrigidì "cosa riguardo lui?"
"Voglio solo capire."
Noah afferrò qualche spaghetto di soia con le sue bacchette e se li portò alle labbra, iniziando a masticare con calma. Alla fine, fece cenno ad Haylee di fare la sua domanda.
"Sembrava che... vi conosceste già." Disse, trovando finalmente il coraggio di guardarlo dritto negli occhi.
"Andavamo insieme al liceo." Noah rispondeva freddo e non aveva la benché minima intenzione di approfondire l'argomento.
"Oh."
Haylee tacque di nuovo.
"Che cosa vuoi chiedermi davvero, Hay?" Le chiese, sperando di venire subito a capo di quella situazione così da potersi godere la serata in santa pace.
"Pensi che... sia colpevole?"
Noah si prese un bel po' di tempo prima di rispondere: la verità era che non lo sapeva nemmeno lui.
"Penso che nasconda più di quello che fa vedere e non mi fido di lui."
Haylee annuì, ancora. Poggiò poi il cartone con i ravioli sul tavolo.
"È venuto da me a lavoro, l'altro giorno. Insomma- dopo il lavoro..." Gli disse tutto d'un fiato, senza nemmeno guardarlo in faccia.
Noah ebbe una fitta allo stomaco "definisci l'altro giorno."
Haylee deglutì a vuoto: "Tre... tre giorni fa?"
"E hai aspettato due giorni per dirmelo?" Noah poggiò il suo cibo nel tavolino davanti al divano: gli era improvvisamente passata la fame "hai aspettato che facessimo sesso così da addolcire la pillola?"
"No!" Esclamò lei, alterata "che cosa ha a che fare questo con lui?"
"Perché cazzo non me lo hai detto allora?"
Haylee si accorse di come l'espressione di Noah, dapprima rilassata e felice, stesse diventando via via più seria e arrabbiata, facendola pentire immediatamente di averglielo detto. Detestava che stesse così a causa sua.
"Io non..." Haylee si appuntò una ciocca di capelli dietro l'orecchio "sapevo che ti saresti arrabbiato e..."
"Arrabbiato?" Noah sorrise amaramente "gli ho tirato un fottuto pugno in faccia per farlo rimanere al suo posto con te e tu ci esci a fare una passeggiata!"
Il giovane uomo si alzò dal divano in cerca della sua maglietta e la sua espressione si addolcì per un secondo quando si rese conto che se l'era messa addosso Haylee.
"Che cosa ti ha detto?" Domandò allora, cercando di abbassare il tono della voce e soprattutto, di rilassarsi.
"Niente," disse sinceramente "voleva sapere cosa sapevo... e mi ha detto di aver fatto delle cose di cui si è pentito."
Noah era a dir poco furioso: arrivare ad Haylee era stato un colpo davvero troppo basso.
"E che tu e lui eravate grandi amici, una volta..."
"Ti sta usando per fare la Oprah della situazione? Dio Santo, Haylee, ti rendi conto che è tutta una stupida tattica?" Domandò frustrato.
Noah camminava avanti e indietro mentre parlava: aveva talmente tanta adrenalina in corpo che non riusciva a stare fermo.
"Tattica? Non sembrava una tattica..." Rispose lei, in tono innocente.
"Perché tu non vedresti una persona cattiva nemmeno se ti pugnalasse, Hay..."
"Mi stai dando dell'ingenua?" Domandò, alterandosi a sua volta.
"No, Haylee," riprese lui, con più calma "tu tendi sempre a vedere il buono delle persone e lui non ha niente, di buono. Fidati. E se mai ci fosse non sarebbe mai abbastanza da poter parlare con te."
Ci fu un momento di silenzio.
"Io non volevo... ecco- lui è venuto da me." Si giustificò, quando si rese conto che con ogni probabilità Noah se ne sarebbe andato via.
"La colpa è mia," disse lui alla fine "non avrei mai dovuto coinvolgerti in questa storia."
Haylee distolse lo sguardo: aveva rovinato tutto, come al solito. Se solo non avesse detto niente a Noah ora non sarebbero in quella situazione. Si sarebbero goduti la loro prima volta insieme senza dover per forza litigare.
Ironico che la loro prima volta coincidesse con la loro prima lite.
"Sarà meglio che vada," sputò fuori lui, anche se era l'ultima cosa che voleva fare "ho bisogno di... starti lontano."
"Noah..." Lo richiamò Haylee, con un filo di voce.
"Non sono arrabbiato, Haylee" le disse, prima di aprire la porta d'ingresso "ho solo... ci vediamo domani."
Haylee annuì piano e, con gli occhi lucidi, lo guardò andare via.
*
Quando Daphne Greene rientrò a casa trovò Haylee sul divano coi capelli arruffati e gli occhi gonfi. La sua serata con Zach era stata una favola ma era evidente che quella di Haylee con Noah non fosse stata uguale.
Così, Daphne chiuse nel ripostiglio della sua testa gli unicorni e gli arcobaleni – tanto avrebbe avuto tempo per parlarne ed eventualmente organizzare il suo matrimonio – per dedicarsi alla sua migliore amica.
Senza dire niente, fece due tazze di tè e poi si sedette accanto ad Haylee che si stava soffiando il naso con un tovagliolo.
"Allora, vuoi dirmi che succede?" Le chiese dolcemente, poggiandole una mano sul ginocchio.
Haylee le raccontò la storia per filo e per segno: cominciò dalla sua visita in ufficio da Noah fino all'incontro con quel tizio di qualche sera prima. Daphne ascoltò con estrema attenzione mentre sorseggiava la sua tazza di tè caldo.
Quando Haylee ebbe finito, Daphne si poggiò contro la spalliera del divano, stanca.
"Si tratta di Michael, vero?"
"Credo proprio di sì," rispose lei, poggiandole una mano sulla spalla "mi dispiace."
"E di cosa?" disse prontamente, fissando un punto indefinito di fronte a sé, "sono anni che non lo vedo... mi fa solo strano, tutto qui."
"Noah mi odia..." disse, soffiandosi il naso.
"Noah ha paura, Lee," disse intenerita "ha solo paura che ci accada qualcosa."
Haylee si morse l'interno della guancia "dovrei andare a parlarci?"
Daphne scelse con cura le prossime parole da dire: avrebbe voluto che i suoi migliori amici risolvessero la questione ma Haylee avrebbe dovuto scusarsi solo qualora l'avesse ritenuto necessario.
"Pensi di aver fatto qualcosa di sbagliato?"
Haylee si alzò dal divano e si ravvivò i capelli sulle spalle "non lo so... io voglio solo... voglio solo parlarci."
Aveva bisogno di vederlo, quello era. Non avrebbe chiuso occhio se avesse saputo che Noah ce l'aveva con lei.
Daphne alzò le braccia "e allora va' di sotto."
"Non ti ho nemmeno chiesto com'è andato il tuo appuntamento..." disse sovrappensiero, lasciando la mano sospesa sopra la maniglia della porta.
"Ci sposeremo su una scogliera in Scozia, Lee."
Haylee scoppiò a ridere "sono felice per te, cognata."
Haylee toccò lievemente la porta di casa di Noah, aspettando poi impazientemente che lui aprisse.
Quando Noah aprì la porta e si ritrovò davanti Haylee con gli occhi gonfi, gli si spezzò il cuore. Noah l'attirò in un abbraccio senza dire niente e lei si strinse a lui, lasciando che la cullasse piano tra le sue braccia. Quando lui la stringeva a sé, tutto il resto del mondo spariva.
"Mi dispiace." Disse lei, la cui voce proveniva ovattata a causa della sua posizione che la vedeva schiacciata contro il suo petto.
"Anche a me."
Haylee sollevò il viso per guardarlo negli occhi e lui le lasciò un delicato bacio sulle labbra gonfie, accarezzandole poi lievemente il viso.
Nessuno dei due aveva la benché minima voglia di affrontare di nuovo l'argomento. Michael non faceva parte delle loro vite, eppure era riuscito a farli litigare. Se lo avesse fatto di proposito o meno, quello non lo sapevano. Sapevano solo che volevano stare assieme e quello era l'importante.
"Sarà meglio che vada," disse lei dopo qualche secondo "domattina dobbiamo lavorare entrambi..."
"Resta con me." Sussurrò, attirandola dentro l'appartamento.
Haylee non era mai entrata nell'appartamento di Noah e si rese conto che non si era persa molto visto che a malapena c'era un divano e una tv.
La sua camera da letto, al contrario, aveva un letto grande e un armadio con le ante scorrevoli a specchio che occupava mezza parete.
Si sistemarono sotto le coperte e lui la strinse a sé. Haylee percorse la lunghezza del suo torace con la punta delle unghie e per poi intrecciare le gambe alle sue e sdraiarsi quasi completamente sul suo corpo e a lui non importava.
Haylee sbadigliò "mi piace dormire con te."
Noah le lasciò un bacio sulla nuca, abbracciandola "puoi dormire con me quanto ti pare."
Haylee Darling si svegliò nel cuore della notte a causa del luccichio di un lampo seguito da un pesantissimo tuono che fece vibrare i vetri della finestra. Si portò a metà del letto cercando di mettere a fuoco dove fosse e si ricordò subito dopo di essere in camera di Noah. Ma Noah non c'era.
La giovane si alzò dal letto e sbuffò quando si rese conto che non era a casa sua e quindi non aveva di che mettersi sopra le spalle nude.
Percorse a piedi scalzi il parquet della camera da letto fino ad arrivare in cucina, dove Noah era seduto a tavola circondato da ogni genere di fogli, libri e cartacce. Ogni tanto digitava qualcosa sulla tastiera del suo computer, facendo attenzione a non fare troppo rumore per non svegliare Haylee.
Gli occhi di Noah si illuminarono non appena la vide con gli occhi assonnati e i capelli arruffati.
"Non dormi?"
Haylee indicò il temporale con lo sguardo. Noah seguì i suoi occhi in direzione della finestra: piccole gocce di pioggia tintinnavano contro la ringhiera del balcone. Lui nemmeno se n'era accorto, che pioveva.
"Posso sedermi?" Gli chiese.
"Certo."
Noah le tolse qualche foglio da davanti al naso e lei si sedette sulla sedia libera, dando un'occhiata agli appunti che Noah aveva abbozzato: sul quaderno a quadretti alla sua destra c'erano frecce, sottolineature con l'evidenziatore, tutto il pacchetto...
Haylee sbadigliò "a cosa stai lavorando?"
"Hm? A niente. Sto... studiando..." Disse, con un pizzico di imbarazzo nella voce.
"Oh!" Esclamò lei, contenta "che studiamo? A me piaceva un sacco studiare quando ero a scuola."
Noah sorrise e le porse il suo libro, che Haylee comincio a leggere avidamente.
"Constitutional Law in a Nutshell..." lesse, facendosi pensierosa. Era un mattone di almeno duemila pagine con la copertina rovinata e si vedeva che era stato sfogliato un milione di volte.
"Privilegi e Immunità dei cittadini degli Stati Uniti d'America... vai."
Noah inclinò la testa di lato.
"Non lo sai?" Domandò lei, sollevando gli occhi dal libro.
"Lo so," disse prontamente "solo non pensavo che... ti interessasse saperlo."
Haylee si ravvivò i capelli sulle spalle "adesso siamo in una corte ed è questione di vita o di morte: al tuo cliente è stato vietato un diritto e tu lo devi fare notare alla giuria. Che mi dici?"
Noah la guardò innamorato, dicendosi che non poteva essere stato davvero così fortunato.
"Tic-tac, tic-tac..." disse lei, imitando le lancette di un orologio con la punta dell'indice.
Haylee ascoltò Noah con estrema attenzione, accertandosi che dicesse tutto ciò che riportava il paragrafo anche se era certa che lui avesse letto quel libro almeno un miliardo di volte prima di quella. Eppure, Noah era talmente tanto dedito al suo lavoro da voler sapere a menadito ogni minimo particolare.
...ed Haylee lo ascoltò – e si disse che lo avrebbe ascoltato sempre – parlare di legge per tutta la notte.
Spazio autrice
Abbiamo ufficialmente superato le 2k letture... GRAZIE ❤
Buonasera 🥰🥰 e come sempre buon inizio weekend! Ce l'abbiamo fattaaa - anzi, ce l'hanno fatta - dopo ben 20 capitoli. Non so voi, ma io ho tirato un respiro di sollievo.
Vi avverto: i prossimi capitoli saranno a dir poco scoppiettanti 😏😈
Vi invito sempre a farmi sapere nei commenti che ne ne avete pensato del capitolo! Un bacio grande 🥰
Vi lascio con la mia Haylee ❤
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