20.
Daphne Greene stava fissando l'insegna del suo hotel, L'Evergreen, da almeno quindici minuti. Si era fulminata la scritta "Green". Adesso, il suo hotel era solo "Ever." Se n'era accorta dopo essere finita col sedere per terra, e col sedere per terra ci era finita perché le avevano rubato la borsa e lei era caduta a terra nel tentativo di riprenderla, facendosi un gran male.
Non avrebbe dovuto indossare la Luis Vuitton quella mattina, perché non si abbinava col suo outfit, ma aveva deciso di tenersela dal giorno prima perché non aveva avuto tempo di spostare tutte le sue cose da una borsa all'altra. E gliela avevano rubata. La sua amata Luis Vuitton che amava come una figlia... ma che sciocchezze! Più di una figlia! Era una sua estensione, la sua anima...
Daphne ricordava alla perfezione il dipartimento in cui lavorava il fratello di Haylee perché quel luogo era collegato ad uno degli eventi peggiori della sua vita – da quel giorno secondo solo al furto della sua amata Luis Vuitton.
Non poteva pensarci! Era una tragedia!
La giovane donna spinse le porte a vetri della stazione di polizia e si avventurò a grandi passi verso la reception, pregando la signora oltre il bancone di farla parlare con l'Agente Darling al più presto. Che era questione di vita o di morte.
Zachary Darling raggiunse la hall del dipartimento in fretta e furia. Quando si trovò davanti Daphne che indossava un vestito color crema tutto sporco, si chiese che accidenti le fosse successo.
"Che ti è successo? Haylee sta bene?"
Daphne alzò gli occhi al cielo: "Lee? Certo che Lee sta bene! Non puoi nemmeno capire cosa mi è capitato." Disse, in tono drammatico. Anzi, melodrammatico.
Zach le poggiò una mano all'altezza del fondoschiena senza toccarla e la scortò delicatamente nel suo ufficio, rivolgendo un'occhiata di scuse a tutti coloro che si erano voltati per capire cosa stava succedendo. E soprattutto perché quella ragazza bionda stesse parlando in un tono di voce così alto da sovrastare tutti i presenti.
L'ufficio di Zach era estremamente pieno di cose: dai faldoni sulla scrivania, all'appendiabiti pieno di cappotti e giacche a vento...
Daphne mimò un 'wow' con le labbra, senza però dare voce ai suoi pensieri.
Zach si poggiò con la schiena contro la scrivania, sorreggendosi con i palmi delle mani.
"Che è successo?" Chiese impaziente.
Daphne legò i capelli con un mollettone di plastica giallo orribile ed una serie di ciocche bionde schizzarono a destra e a sinistra, dandole l'aria di una casalinga disperata. Ad ogni modo, gli occhi chiarissimi allungati da una punta di eyeliner, le ciglia folte e i suoi lineamenti duri ma principeschi, facevano perdere importanza a tutto il resto.
"Che è successo domandi?" Chiese lei, incredula, "succede che mi hanno rubato la borsa!" Pianse.
"Ah," annuì Zach, "e sei venuta a denunciare i documenti?" Chiese, voltandosi verso la scrivania per cercare probabilmente le cartacce necessarie a denunciare lo smarrimento.
Daphne osservò il profilo del suo viso: per quanto nella sua vita avesse sempre detto di amare i classici dandy in giacca e cravatta, doveva ammettere che la barba incolta e l'aria da poliziotto duro e rude, aveva decisamente solleticato il suo interesse. Tanto che si chiese come sarebbe stato farsi prendere lì, su quella stessa scrivania, con la gonna del vestito alzata fino alle cosce.
Quando non ricevette risposta, Zach si voltò a guardarla di nuovo.
Daphne incrociò le braccia al petto e spostò il peso da una gamba all'altra, rivolgendogli poi la stessa occhiata che una maestra rivolge al suo studente quando dice una fesseria.
"I documenti non sono una tragedia..."
"Ah no?" A lui quasi venne da ridere, "qualcuno potrebbe essere in California ad usare la tua carta di credito, in questo momento."
Daphne si mise le mani ai fianchi: adesso stava davvero insultando la sua intelligenza!
"Ho già bloccato le carte!" Agitò le braccia, "l'ho fatto al telefono venendo qui."
"Ma qualcuno potrebbe usare la tua identità..." continuò, serio, "devi denunciare che ti hanno rubato l'ID."
"La mia borsa," ripeté, "forse non ti rendi conto che il problema è la mia borsa."
Lui le rivolse uno sguardo confuso "ti do dei moduli da compilare per i documenti che hai perso?" Disse, facendola suonare più come una domanda che come un'affermazione, visto che non riusciva davvero a capire quale fosse il suo punto.
Daphne alzò gli occhi al cielo: era ovvio che Zach non riusciva davvero a capire quello che stava passando. Rassegnata, Daphne gli strappò dalle mani le stupide cartacce che Zach le stava porgendo da tempo immemore e fece il giro della scrivania per sedersi e iniziare a compilare i vari documenti.
Zach la guardò per tutto il tempo: teneva gli occhi bassi e mordicchiava pensosa la penna con la quale stava scrivendo.
Quando finalmente Daphne ebbe finito, si alzò di nuovo dalla sedia e fece di nuovo il giro della scrivania, porgendo a Zach le carte. Zach sfiorò la sua mano quando le prese i documenti e lei la ritrasse come scottata, iniziando a sentire le sue orecchie diventare rosse e calde.
"Vanno bene?" Domandò, distogliendo lo sguardo.
Zach inclinò la testa di lato.
"Vedi qualcuno?"
Daphne aggrottò le sopracciglia "dove?" Chiese, sporgendosi oltre la sua imponente figura.
Zach sospirò rassegnato.
"Sarà meglio che vada," disse frettolosamente lei.
Cercò la borsa con lo sguardo e poi imprecò quando si ricordò che non l'avrebbe trovata perché non ce l'aveva più.
"Esci con me, Daphne?" Domandò lui, facendola bloccare sui suoi passi davanti alla porta.
Lei si voltò un poco, incerta sul fatto che avesse capito bene cosa stava succedendo: il fratello di Haylee le aveva davvero chiesto di uscire? A lei?
Daphne parlò col cuore che stranamente le tuonava nel petto "pensi che sia il caso?"
Lui arricciò le labbra "perché non dovrebbe esserlo?"
"Stasera, sei libero?" Daphne si disse che se avesse posticipato la cosa con ogni probabilità avrebbe cambiato idea un milione di volte fino a rinunciare.
Zach annui "stasera va bene," le disse.
Daphne annuì rivolgendogli un sorriso e lo salutò con la mano prima di uscire dal suo ufficio.
*
Haylee si sporse oltre la spalliera del divano per guardare l'ennesimo cambio d'abito di Daphne, cosa che andava avanti dalle sei di quel pomeriggio, quando era rientrata a casa.
"Mi fa davvero strano che tu esca con mio fratello, lo sai?"
Daphne si guardò allo specchio, cercando di dare volume al seno abbassando il top che aveva deciso di indossare.
"Anche a me," rispose, guardandola dallo specchio, "anche perché non potrò raccontarti i dettagli appassionati della nostra vita sessuale..."
"Sto per vomitare."
"Come sto?"
Daphne indossava, come al solito, dei vestiti particolarmente sobri: una minigonna di finta pelle nera abbinata ad un top senza spalline dello stesso tessuto.
Ad Haylee venne un brivido solo al pensiero di uscire di casa in quel modo, senza nemmeno un maglioncino...
"Non avrai freddo?"
Daphne alzò gli occhi al cielo: "No, nonna. Potrò sempre chiedere a Zach di riscaldarmi..."
Haylee la osservò disgustata.
"Sono felice per te," le disse poi, "non sopportavo di vederti girare per casa come un fantasma..."
Daphne accennò un sorriso "e io sono felice che tu mi abbia permesso di ubriacarmi per tre sere di fila."
"La terza volta è stata la ciliegina sulla torta."
Daphne schioccò la lingua "credo che starò lontana dall'alcol per un po'. Ameno che le cose con Zach non vadano male, allora ci ritornerò."
Haylee scosse piano la testa al ricordo di qualche sera prima: vederla piangere sul divano abbracciata ad una bottiglia di vino bianco frizzante era stato uno spettacolo imbarazzante anche se a tratti divertente. Lei e Noah l'avevano guardata piangere mentre beveva, senza avere nemmeno il coraggio di dirle di lasciare la bottiglia.
"Ehhh – Meglio di no, hm?"
"Meglio di no."
Noah riemerse dalla cucina e si poggiò contro lo stipite della porta mentre mangiava avanzi di cibo cinese con un paio di bacchette.
Haylee lo guardò: i capelli color grano erano come a solito sparsi ovunque, in un modo stranamente sexy. La sua classica espressione strafottente gli incorniciava il viso mentre masticava con calma quegli spaghetti di soia freddi di frigorifero.
"Ci consegneranno la cena tra un paio d'ore." Gli disse Haylee.
Noah annuì disinteressato "questo è l'antipasto."
Zach suonò alla porta e Daphne fece cenno ad Haylee di alzarsi per aprire.
"Poi devi dirmi che faccia fa!" Esclamò, a bassa voce, incitandola ad andare alla porta con un gesto della mano.
Haylee aprì e sorrise a suo fratello. Poi, fece un paio di passi indietro, scontrandosi contro il petto di Noah che era arrivato alle sue spalle, poggiandole una mano sul fianco.
Daphne finse di arrivare in quel momento "eccomi," disse, trafelata.
Zach si era dato una bella ripulita, sistemandosi persino la barba incolta. Adesso, stava guardando Daphne con le labbra schiuse ed improvvisamente a corto di cose da dire.
Decise allora di ripiegare su Haylee, alla quale almeno aveva il coraggio di rivolgere la parola.
"Ciao sorella."
"Ehi. Buona cena, hm!" Li salutò lei, agitando la mano.
"Ciao!" Esclamò Daphne.
Daphne afferrò Zach per il braccio e lo trascinò letteralmente fuori dalla porta, chiudendosela alle spalle.
Haylee aggrottò la fronte quando l'immagine di una mantide religiosa che attirava un marito nella sua caverna si fece prepotentemente largo nella sua testa.
Noah era ancora dietro di lei e la riportò alla realtà scostandole i capelli dalla spalla, baciandole delicatamente il collo esposto.
"Mi stai davvero dicendo che siamo soli a casa?"
"Hm-hm." Rispose lei, sistemandosi meglio contro il suo torace.
"Faremo molto sesso, vero?"
Haylee sorrise "hm-hm."
Spazio Autrice!
Buon pomeriggio e Buon Sabato! Ho dovuto ritardare l'aggiornamento 🙈🙈
A quanto pare si preannuncia un capitolo 🔴😏
Che mi dite di Zach e Daphne, promossi o bocciati? 🤨
Siamo quasi a 2k letture! Sono troppo contenta di leggervi e grazie a tutti\e per il sostegno che mi state dando lo apprezzo tantissimo 🥺🥺
Vi lascio con questa bella gif e vi auguro buon weekend ❣
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