11.
Haylee era seduta per terra con addosso un paio di calzini colorati. Era intenta a pitturare un gigantesco albero autunnale sul quale avrebbero poi appeso tutte le fotografie dei bambini vestiti per Halloween.
"Maestra? Possiamo giocare con le bambole, adesso?"
Haylee sospirò: alle orecchie le arrivò una vocetta piccola a mo' di cantilena.
"No, Kathy," parlò Safiya, "non le avete condivise come vi avevamo detto e resteranno chiuse lì dentro fino a nuovo ordine."
"Posso provare io?" Domandò un altro bambino, Matty, tirando appena la felpa di Haylee.
Haylee gli porse gentilmente l'enorme pennello sapendo che, a fine giornata, avrebbero trovato tempera persino sui lampadari.
"E quindi come siete rimasti?"
Safiya si acconciò i ricci in una crocchia disordinata e intinse il pennello prima di rispondere. "Che lui torna da sua madre, io mi tengo la casa."
"Mi dispiace, S." D isse, rivolgendole un'occhiata dispiaciuta. "So quanto fanno male le rotture."
Safiya si strinse nelle spalle. "Doveva andare così."
"Perché gli uomini non fanno altro se non tradire e fare del male." Affermò, con fermezza e determinazione.
"È vero." Si intromise Kathy, che si era seduta a gambe incrociate accanto ad Haylee.
Haylee sorrise e prese a sistemarle uno dei due codini che si era sciolto.
Safiya diede ad Haylee un piccolo colpetto sulla spalla. "E che mi dici di questo Noah?"
Haylee buttò la testa all'indietro frustrata quando sentì quel tuffo al cuore tipico di quanto qualcuno nominava Noah. Era passata giusto una settimana dal loro momento sul dondolo in terrazza. Lei si era evidentemente spinta a dire qualcosa che non doveva, mossa dalla nostalgia tipica che le portava l'anniversario della morte di suo padre.
Noah, dal canto suo, si faceva vedere tutti i giorni a casa di Daphne: sembrava sempre sul punto di dirle, - o chiederle -, qualcosa. Solo che poi non lo faceva mai.
"Niente... Non c'è niente da dire su Noah."
"Se non che sia estremamente sexy, un avvocato..." Cominciò, prendendola in giro.
"Lo so..." Si lamentò Haylee. "Ma non riesco a... capisci?"
"Certo, è così difficile fare se..." Si interruppe portandosi una mano davanti alle labbra e poi improvvisò: "...giocare con le bambole con gli uomini."
"L'ultima volta che ho..." Haylee decise di continuare con l'analogia delle bambole, "...giocato con le bambole è andata a finire male."
"Perché giochi con le bambole di persone... poco intelligenti." Rispose prontamente l'amica, ed immerse un pennello nella tempera arancione.
I bambini, curiosi, ascoltavano la conversazione in silenzio, con l'aria seria e concentrata. Come se sapessero davvero di che cosa stessero parlando quelle due.
"La verità, Haylee, è che sei tu che scegli le persone così." Continuò Safiya, iniziando a pitturare con estrema cura e svolgendo, tra l'altro, un lavoro opposto a quello di Haylee che avrebbe potuto tranquillamente essere confuso con quello di un bambino.
Haylee si prese tutto il tempo del mondo per rispondere. Decise di prendere in braccio la piccola Kathy e portarsela contro il petto girata di spalle per stringerla a sé come se fosse un peluche: i bambini profumavano sempre di borotalco ed erano così soffici.
"Questo non è... vero."
"E allora esci con Noah."
"Dovresti uscire con Noah." Haylee sobbalzò quando riconobbe la voce di Noah alle sue spalle e si chiese se stesse sognando.
Noah Washington era in piedi dietro di lei. Uno spettacolo, pensò Haylee: alto, coi capelli scompigliati e gli occhi azzurri così limpidi da sembrare trasparenti. Era già vestito di tutto punto per il lavoro: dalla giacca costosa alle sue sneakers Lacoste bianchissime.
Haylee non era mai riuscita a mantenere un paio di scarpe da ginnastica pulite per tutto quel tempo.
Haylee si sentì in imbarazzo subito dopo: le sue calze antiscivolo con le zucche non erano affatto paragonabili a... quello.
"E quando pensavi che non potesse essere più bello delle fotografie... ecco che ti sbagli." Mormorò Safiya.
Haylee la fulminò con lo sguardo.
Haylee si alzò di scatto. "Che fai qua? Come sei entrato?"
"Mi ha aperto la segretaria."
Noah inclinò la testa di lato per guardarla meglio: l'anulare destro era sporco di vernice e quelle calze con le zucche erano buffe come lo era lei. Lei che, con quelle labbra imbronciate e gli occhioni verdi inquisitori, gli faceva venire solo una gran voglia di prenderla.
Haylee si fece più vicina Noah e si accorse solo dopo che Matty le stava tirando il jeans per farsi prendere in braccio.
"Maestra..." Borbottò.
"Perché non fai una pausa, Lee?" La incitò Safiya.
"Sì, io- ecco-"
Haylee si portò la mano libera alla bocca quando Matty pensò che fosse arrivato il momento di vomitare... sulla camicia azzurra di Noah.
Haylee sentì le guance avvampare: avrebbe voluto sprofondare in un buco e sparirci per sempre.
"Oh, mio dio! Noah, mi dispiace..."
"S, chiama Alice, dille di venire qui mentre aiuto Noah a... mi dispiace..."
Nella mente di Noah si susseguirono una serie di colorite espressioni che non erano indicate per un pubblico di minori, ma non disse nulla. Non disse nulla nemmeno sul quanto gli fosse costata quella camicia azzurra di Ralph Lauren ormai rovinata per sempre.
"Porti tu in bagno Matty?"
"Sì, Haylee, tranquilla... faccio tutto io!" Esclamò, incitando l'amica ad andare con Noah.
Haylee prese la mano di Noah ed intrecciò le dita alle sue per trascinarlo nel suo bagno privato. Dopodiché, prese una serie di oggetti non bene identificati per pulire la sua camicia.
"Dovresti toglierla." Gli disse, indicando la camicia.
Noah sorrise. "Se volevi che mi spogliassi bastava dirlo."
Haylee gli lanciò un'occhiata scocciata.
Senza aggiungere altro e con un sorriso a balenargli negli occhi chiari, Noah si tolse la giacca, la cravatta e infine la camicia, rivelando un fisico asciutto con un paio di spalle ben disegnate. Haylee catturò quel fisico con estremo interesse per poi distogliere lo sguardo subito dopo. Prese infine la camicia, l'appoggiò su un piccolo ripiano e cominciò a buttarci sopra una serie di cose, tra cui salviettine umidificate e saponi.
"Mi dispiace."
Noah schiuse le labbra, parlò con la voce bassa: "Non è colpa di nessuno..."
Non resistette ad avercela così vicina senza toccarla: fece un paio di passi verso di lei e le sciolse la coda di cavallo che le teneva stretti i capelli. Haylee fece tutto ciò che poteva per restare impassibile, soprattutto quando i capelli lunghissimi le sfiorarono il collo e la fronte corrucciata.
"Ecco. Basterà metterla qualche minuto in asciugatrice e... ho anche il ferro da stiro, quindi sarà come nuova."
Noah annuì senza ascoltare ciò che Haylee stava dicendo.
"Hai della vernice tra i capelli." Le disse invece, e cercò di toglierla con una leggera pressione delle dita sulle sue ciocche scure.
Haylee ebbe le farfalle allo stomaco. "S-sì è... l'albero."
"L'albero?"
Haylee si voltò senza sapere dove guardare: gli occhi chiari o il corpo mezzo nudo?
"Abbiamo... insomma- ogni stagione cambiamo il colore dell'albero."
"Per questo è marrone?" Sospirò lui.
In realtà, non gliene poteva fregare di meno dell'albero. Quello che gli interessava era Haylee a pochi centimetri da lui e da un ripiano su cui avrebbe potuto farla sedere e scoparla finché non avrebbe dimenticato come si chiamava.
"Il tronco è sempre marrone..."
Noah annuì. "Sempre..."
Haylee sollevò finalmente gli occhi nei suoi e Noah la afferrò per le guance schiacciando le labbra contro le sue.
Haylee portò una mano sul petto del ragazzo con l'intento iniziale di allontanarlo: era a lavoro e a malapena si conoscevano. Quando però sfiorò la pelle calda e sentì il cuore di Noah guizzare contro il suo tocco, decise di salire fino al collo e attirarlo ancora di più a sé.
Noah la afferrò per le cosce strappandole un gridolino di protesta che ignorò e la fece sedere sul ripiano.
Haylee lo attirò a sé portando le gambe ad avvolgersi attorno al suo bacino e le dita a tirargli appena i capelli chiari.
Noah aveva un profumo dolce, delicato, che sapeva un po' di libri dalle pagine ruvide e inchiostro fresco: dovevano essere tutti quei libri di Legge su cui passava le sue giornate.
"La camicia..." Mormorò lei, quando lui lasciò per una frazione di secondo le sue labbra per spostarsi sul disegno della mascella e fino alla scollatura del maglioncino a girocollo.
"Fanculo la camicia." Disse lui.
Noah portò la mano a sfiorare la carne soffice sotto il maglione e il seno avvolto nella coppa del reggiseno.
Haylee si appoggiò contro la parete lasciandosi travolgere dalle sue attenzioni. Per Noah, Haylee era dolce come lo zucchero filato. Ogni tanto, poi, gli arrivava al naso una nota di borotalco e tempera ad acqua.
"Haylee, mi sono ricordata che deve esserci una vecchia camicia di John, di quando abbiamo fatto quella giornata in giardino... magari a Noah..."
La voce di Safiya si avvicinava sempre di e Noah imprecò sottovoce. Si allontanò controvoglia da Haylee e l'aiutò a scendere dal ripiano.
Le labbra di Haylee erano gonfie e rosse, il suo fiato corto e le sue guance tinte della più dolce sfumatura color pesca. Noah Washington soffocò con dolore e fastidio la sua erezione insistente sotto il pantalone del completo e le appuntò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: dio solo sapeva che cosa le avrebbe fatto se non ci fosse stata quella stupida interruzione.
"La camicia." Borbottò Haylee, col fiato corto. "Ti va bene quella di John?"
"Non sono nata ieri, sapete?" Disse Safiya, quando li raggiunse e li vide entrambi col fiato corto.
"Nemmeno noi." Rispose Noah, arido.
Haylee guardò altrove. "Eh, nemmeno noi... stavo cercando il... il..."
"Il?" Safiya la incitò a continuare, mettendosi entrambe le mani sui fianchi, in attesa di una scusa che potesse risultare anche solo plausibile e che non le desse da pensare che Noah ed Haylee stavano pomiciando in bagno.
"La camicia di John va bene." Riprese Noah, nel vano tentativo di correre in soccorso di Haylee.
"Certo che ti va bene... forse ti andrà un po' strettina..." Disse, rubandosi qualche secondo per osservare il petto nudo e il disegno dei suoi addominali che sparivano sotto il bottone tartarugato del suo pantalone e...
...Haylee era davvero fortunata.
Safiya decise infine di allontanarsi per cercare la suddetta camicia nello spogliatoio e Noah si voltò a guardare Haylee.
"Dovrei uscire con te."
Noah sorrise, pizzicandole lievemente la carne del fianco sotto la maglietta.
"Dovresti."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top