Venire allo scoperto
Se fossero riusciti a trovare una cosa che li metteva d'accordo, allora sarebbe venuto a nevicare. Era una cosa più forte di loro; erano stati seduti a quel tavolo a pensare per quasi un'ora. Per Stiles era stato un enorme sacrificio, visto che continuava a muovere le gambe non riuscendo a stare fermo. Aveva perfino tirato una ginocchiata alla gamba del tavolo, facendo ridere Derek per la buffa espressione che aveva fatto.
A parte quello, stavano ancora discutendo su cosa fare.
Stiles diceva che dovevano dirlo agli altri, mentre Derek rispondeva che dovevano trovare chi li aveva messi in quel casino. Semplicemente non ne erano venuti a capo, fino a che Cora non era intervenuta.
"Coppia, sapete che così non ne verrete a capo?"
"Sì, grazie."
"Cambia nome."
"No Der, è così... come dire... giusto." Rispose Cora ghignando.
"Ci rinuncio." disse alzandosi.
"Aspettate, tutti e due, Hale. Non sentite qualcosa di strano?"
"Qualcosa, cosa?" chiese la più piccola.
"Non so, un odore."
"Ora è tutto chiaro..."
"Stiles cosa stai dicendo?" si intromise Derek.
"Non so, qualcosa di... stai bruciando qualcosa in cucina Cora?"
"No, quello è il tuo campo" rispose con sicurezza.
"Allora devi far vedere il tuo naso quando torni nel tuo corpo. Ha qualche disturbo."
"Il mio naso non ha nessun problema, sei tu che non lo sai usare. Magari è qualche emo- non aveva finito di parlare, che Cora lo aveva interrotto. Prendendosi anche un'occhiata da Derek."
"Impossibile gliele ho insegnate tutte."
Detto questo se ne era andata e loro avevano ripreso a discutere.
Erano riusciti a trovare un accordo: se in giornata non avessero trovato chi li aveva messi in quel guaio, allora avrebbero detto tutto al branco.
Erano rimasti l'intero pomeriggio a pensare a chi fosse stato, ma non avevano cavato un ragno dal buco. Assolutamente nulla. Di certo non era semplice trovarlo, ma comunque non potevano mettere dei cartelli in giro per la città con su scritto "A.A.A Cercasi chi ci ha messo in questo casino (o meglio uno nel corpo dell'altro)." No, non potevano, avrebbero fatto uscire di testa la maggior parte dei cittadini e non ne sarebbero venuti a capo.
Derek sapeva cosa voleva dire questo: riunione del branco.
Aveva perso le speranze di tenere tutto segreto. Un patto era un patto e Stiles si ricordava ogni cosa.
Avevano cenato e ognuno era tornato a casa sua. Esattamente. Quella sera avevano invertito le cose. Stiles era tornato a casa sua e Derek era rimasto al loft. Non erano del tutto convinti di quello che avevano fatto, ma se il giorno dopo dovevano dire tutto al branco, allora cosa poteva andare storto?
Tutto.
O quasi.
Stiles era tornato a casa sua ed era entrato senza pensare troppo, aveva le chiavi e non aveva fatto caso al fatto che c'erano due persone in casa e non una.
Era entrato in casa e aveva urlato: "Papà, sono a casa stasera."
Ecco, il problema era che in cucina, seduto di fianco allo sceriffo c'era Scott.
Scott che non si aspettava di vedere Derek al posto di Stiles, che per giunta chiamava lo sceriffo "papà".
"Oh merda." erano state le uniche parole di Stiles, il quale era corso in camera per chiamare Derek.
Scott era ancora davanti allo sceriffo con la bocca aperta che continuava a guardare da una parte all'altra cercando di proferire parole. Cosa che però non gli era riuscita. Continuava ad indicare lo sceriffo e poi le scale, come se fosse incantato.
Stiles, di sopra, aveva già fatto partire la chiamata a Derek.
In quel momento continuava a inveirgli contro perché non rispondeva. Era mai possibile che rispondeva al telefono una volta si e venti no? A quanto pareva era possibile. Perché era quello che faceva.
Finalmente alla quinta volta aveva risposto.
"Si può sapere perché non rispondi?" disse quasi urlando.
"Ero in doccia. Stai calmo."
"A fare cosa?"
"Cosa vuoi farci in doccia? Ballare la mazurka?"
"Davvero?" chiese un attimo stordito.
"No, idiota. Mi stavo lavando."
"Al diavolo! Io, qui, ho altri problemi."
"Che hai combinato?"
"Nulla, cioè forse un incidente di percorso, sai com'è, no?!"
"No, non so com'è se non mi dici cosa hai fatto."
"Beh, potrei essere entrato in casa senza farci caso ed aver urlato Papà, sono a casa quando in casa non c'era solo lui. C'era Scott."
"E?"
"E... Cosa Derek! Puoi mai darmi un consiglio sensato al posto di parlare a lettere? Che devo fare?"
"Che vuol dire che devi fare? Mi sembra abbastanza ovvio, no? Gli parli. Di solito è una cosa che ti viene bene."
"Ah, beh sì. In effetti potrei parlarci. Perché non me lo hai detto prima?"
"Ma sei..." non era riuscito a finire perché era stato fermato dall'altro.
"No, non sono idiota. Ora ci vado a parlare. Se faccio un ringhio di aiuto mi vieni a salvare, vero?"
"Con Scott? Ma se non fa male ad una mosca."
"Grazie... Potevi anche assecondarmi per un attimo. Poi non si può mai sapere con voi mannari."
Detto questo aveva chiuso la chiamata, mentre Derek - dall'altra parte - rideva.
Avrebbe preso un profondo respiro e poi si sarebbe diretto al piano di sotto, se non fosse stato che Scott lo stava già aspettando fuori dalla porta di camera sua.
"C-ciao Scott. Quale piacere" disse cercando di sorridere.
"Derek, mi devi delle spiegazioni."
"Ch- io... Cioè, vedi io non sono... Come posso dire, io."
Dire che Scott aveva una faccia perplessa era poco.
"No, ok. Forse non mi sono spiegato bene."
"No, affatto."
"Bene. No, non va bene. Scott, questo è un mondo strano, sai quello dove siamo capitati, intendo. Non c'è molto da spiegare se non che un giorno..."
Era stato interrotto da Scott che continuava a non capire.
"Sembri mia madre quando mi ha spiegato come nascessero i bambini. Non è stata una bella esperienza. Quindi vai dritto al punto. Hai una crisi di identità? O forse quella di mezza età? Anche se non credo che tu sia così vecchio."
"No, non è nulla di tutto ciò. Io sono Stiles."
"No, tu sei Derek. Merda, fammi chiamare Cora. Hai una crisi di identità e non te ne rendi conto. Non credevo stessi così male. Certo Cora mi aveva detto di non farci caso se ultimamente facevi qualcosa di strano. Ma questo si sembra troppo."
"No, non lo è, sono Stiles."
"Ascolta Derek, va tutto bene, stai tranquillo. Ti ricordi il tuo vero nome? Il nome delle tue sorelle? Qualsiasi cosa."
"Sì."
"Oh, bene, è già qualcosa."
"Sì, mi chiamo Stiles Stilinski e non ho mai avuto sorelle, l'unico fratello che ho anche se non di sangue sei tu."
"Senti, tu stai qui è resta calmo. Io chiamo tua sorella."
"Scott! Vuoi ascoltarmi un attimo senza parlare, per favore. Non sono Derek. Cioè se mi guardi si, ma sono Stiles. È successo tutto due settimane fa. Non sappiamo come o chi sia stato, ma ci siamo svegliati uno nel corpo dell'altro. So che è assurdo, ma devi credermi."
"Dici sul serio?"
"Sì, scusa se non te l'ho detto prima. Ma è stato tutto inaspettato, poi c'è stata la luna piena e io non sapevo gestirla, quindi è stato tutto un casino."
"Ah."
"Scott, dimmi qualcosa."
"Qualcosa."
"Idiota, questo gioco te lo facevo io in quinta elementare."
"Sei tu!" urlò abbracciandolo di colpo.
"E chi volevi che fossi, Derek con una crisi di identità? Amico credo che gliela rinfaccerò a vita."
"Ora ho capito perché Deaton aveva tutti quei libri strani e i tuoi comportamenti a scuola."
Un passo in più era stato fatto, una persona in meno a cui dirlo.
Forse poi non sarebbe andato tutto male. L'unico problema era stato che non capiva alcune cose che Scott gli aveva detto. Ma forse non era nulla di cui preoccuparsi. Sarebbe stato solo un errore di memoria. Come poteva ricordarsi esattamente il giorno in cui Cora gli aveva detto di non fare caso alle stranezze del fratello? Sicuramente si era sbagliato.
Alla fine non gli interessava più di tanto, era una sciocchezza.
Avevano chiarito ogni cosa è Scott era tornato a casa sua.
Stiles ne aveva approfittato per mandare un messaggio a Derek.
(22:54) Tutto bene. Anche se Scott credeva avessi una crisi di identità ahahah
(22:59) Non ridere delle disgrazie altrui. Voglio vedere quando torneremo nei nostri corpi, se non avrai una crisi di identità.
(23:02) Rido quanto mi va. Avrò una crisi di identità perché non vedrò il tuo bellissimo corpo ogni giorno ;)
(23:03) Merda, dimmi che non ho premuto invio.
(23:05) Mi spiace deluderti, ma lo hai fatto.
(23:21) Stiles... Che fine hai fatto?
(23:22) Sempre presente.
(23:22) Che hai fatto?
(23:23) Non lo vuoi sapere.
(23:25) Già, non lo voglio sapere. Buonanotte.
(23:28) Vai a letto troppo presto. Buonanotte Der.
Era quello che voleva fare se non avesse iniziato a sentire i pantaloni troppo stretti rispetto a quello che erano.
Così si era chiuso in bagno e aveva iniziato a fissarsi allo specchio. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento lo avrebbe preso per matto. Proprio matto, diciamo che la sua conversazione con il membro di Stiles era una cosa piuttosto assurda.
Ok, che intenzioni hai? Chi ti ha detto di svegliarti in questo momento? Fai sul serio?
Ovviamente dire che non aveva avuto risposta è più che scontato.
In tutto questo la cosa più buffa erano le espressioni scettiche e perplesse che faceva.
Ti ho dato il permesso? Che cosa imbarazzante, c'è mia sorella al piano di sotto e tu fai così? È troppo piccola per queste cose. Ok, forse no, ma per me lo. Perché sono in questa situazione? Devo dire al tuo padrone di tenerti a bada.
Ok, il problema era che Derek, prima di quella storia, non era così. Se quello era un aspetto del carattere di Stiles, poteva portarselo con se, non lasciarlo a lui.
No, non era pazzo, quindi aveva smesso di parlare da solo, o meglio con la parte del corpo che ora stava toccando, cercando di provare sollievo.
Non che non l'avesse già fatto, ma non era il suo corpo. Ok, forse aveva dato una toccatina piccola, piccola. Sta di fatto che non si era mai toccato mentre ci parlava, quindi aveva deciso di stare zitto e far andare le mani.
Ciò che gli venne in mente dopo, non era per nulla buono. Sua sorella era un lupo mannaro, la stessa sorella che in quel momento era al piano di sotto. Glielo avrebbe detto a vita, se prima non lo avesse detto a Stile. Cosa ancora peggiore. Ma che gli prendeva? Al diavolo tutti i pensieri. Aveva chiuso la porta a chiave e aveva sistemato la situazione, senza pensare più a Cora e a Stiles. No, a Stiles in realtà ci avrebbe pensato e anche parecchio.
Quando era uscito dal bagno, si era ritrovato Cora seduta sul suo letto, che sorrideva.
"Che ci fai qui?"
"Ti aspettavo, doccia? Non l'avevi già fatta?"
"Mh." mormorò, tirandole un occhiata.
"Va bene, non mi immischio." disse tirando su le mani in segno di arresa.
"Sarà meglio. Perché mi aspettavi?"
"Niente, era un po' che non stavamo insieme."
"Così mi preoccupi, è successo qualcosa?"
"No, sei tu che emigri nei corpi degli altri. Solo che nonostante Stiles parla il doppio di te, i tuoi silenzi mi mancano comunque."
Erano andati avanti per quasi un'ora a parlare, fino a che non si erano addormentati entrambi. Derek non era nemmeno geloso del suo letto. Non più almeno. Ormai per due settimane era stato il letto di Stiles, quindi anche se ci dormiva sua sorella non era un problema.
Erano rimasti nel mondo dei sogni per qualche ora, o almeno fino a che il telefono di Derek non prese a suonare.
Derek provò ad aprire un occhio, guardando male il telefono che non la smetteva di vibrare. Quando prese il telefono e vide lo schermo, voleva semplicemente andare a casa di Stiles e strangolarlo con le sue stesse mani. Dopo che aveva visto l'ora, era stato ancora peggio. Le tre e mezza. Chi diavolo chiamava alle tre e mezza se non lui?
"Non hai niente da fare a quest'ora? Non lo so, ti do un consiglio. Dormire, Stiles. Buonanotte."
"No asp-"
La chiamata era già stata interrotta, senza neanche aver sentito cosa il giovane volesse dirgli.
Stiles tuttavia non demordeva, così aveva richiamato. Aveva richiamato talmente tante volte che alla fine, Derek, aveva risposto dalla disperazione.
"Hai due minuti, so che ce la puoi fare."
"Grazie, ho capito chi ci ha fatto l'incantesimo, o meglio credo di averlo capito."
"Alle tre e mezza di notte?"
"Sì, cioè in realtà no. Non dormivo così mi sono messo a pensare."
"Ok, quindi?"
"Cora."
"Sei impazzito? Mia sorella non farebbe una cosa del genere."
"No, però devi ammettere che ci sono troppe coincidenze. La sua reazione quando gli abbiamo detto che dovevamo trovare chi era stato, ha sussultato. L'odore che sentivo io oggi pomeriggio."
"Sentivi puzza di bruciato." Disse perplesso.
"Quello è perché non so distinguere gli odori. Comunque sapeva tutto dall'inizio e mi ha detto quasi ogni cosa di quello che provavi quando ancora non aveva detto che sapeva tutto. Ok, forse l'ultima frase non ha senso. Ma è comunque un'ipotesi."
"Mh. Domani mattina ci penseremo."
"Derek, non fare la persona brusca. Guarda che se è stata lei, cosa non certa ancora, sono sicuro che non l'abbia fatto con cattive intenzioni."
"Già. Buonanotte Stiles. Grazie."
Da quando Derek diceva grazie? Stiles era rimasto a bocca aperta e poi aveva sorriso. Non era una cosa che si sentiva tutti i giorni. Specialmente da Derek.
Derek, a sua volta, aveva poggiato il telefono sul comodino e si era girato verso Cora che dormiva tranquillamente.
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