Convivenza?
Convivenza?
Ok, era più che sicuro di non aver sentito nessuna parola che iniziasse per C da Deaton; eppure ora era l'argomento del discorso al telefono tra Cora e Derek.
Possibile che Cora non si facesse mai gli affari suoi?
No, non era possibile. Poi queste ipotesi assurde, da dove le tirava fuori? Dal cilindro?
Cosa avrebbe detto a suo padre? Scusa papà, in questo momento non sono nel mio corpo e vado a convivere con Derek che in realtà è il me che hai avuto in casa tutta la settimana.
C'era qualcosa di più contorto? Avrebbe fatto uscire di testa chiunque, figuriamoci il padre. Poi che glielo avrebbe dovuto dire Derek era un altro conto.
Forse, però, i poteri lupeschi - come li chiamava lui - non li schifava così tanto in quel memento. Aveva origliato quasi tutta la conversazione. Si sentiva come se stesse facendo qualcosa di sbagliato, ma in fondo quella storia toccava anche lui; quindi era più che comprensibile.
Alla fine se ne era uscito con una delle sue solite affermazioni.
"Voi vi siete bevuti il cervello."
"Stiles smettila di origliare." aveva urlato Cora.
Ok, aveva ancora qualche problema a gestire il super udito. Di certo non si aspettava che Cora urlasse, però così era troppo.
"Io non mi sono bevuto nulla" disse Derek dall'altra parte del telefono.
"Si, fai poco lo spiritoso. Nessuno aveva parlato di convivenza, quindi entrambi vi siete frullati il cervello." aveva risposto Stiles togliendo di mano il telefono a Cora e iniziando a parlare lui.
"Ok, stai calmo."
"No, mio caro Hale, facciamo le cose come ci sono state dette, non di testa nostra."
"Oddio, siete proprio una coppia sposata." si era intromessa di nuovo Cora.
"CORA!"
"Picchiala da parte mia" era intervenuto Derek.
"Fratellone, per tua informazione io ci sento ancora benissimo."
Ormai tutta la conversazione stava diventando un casino.
Assolutamente. Chi avrebbe visto quella scena da fuori sarebbe scoppiato a ridere o uscito pazzo. Stiles che gesticolava e picchiava contro i pochi mobili del loft; Cora che mangiava e intanto si intrometteva nella conversazione e ascoltava la valanga di parole che in quel momento era venuta fuori come se nulla fosse.
Erano arrivati ad un accordo abbastanza normale, che andasse bene ad entrambi, dopo quasi un'ora di conversazione; solamente perché Derek se ne era uscito con un "Idiota, pago io il telefono".
Stiles aveva iniziato a fare facce strane, che viste con l'espressione di Derek erano ancora più assurde e aveva chiuso di colpo il telefono. Derek aveva fatto una faccia perplessa e l'aveva richiamato.
"Idiota, non dovevi chiudere il telefono"
"L'hai detto tu."
"Lasciamo perdere. Dovevamo trovare un accordo."
"Quello che avevamo trovato mi andava più che bene. Scordati che farò gli allenamenti al posto tuo. Passi Cora, ma Scott no, e nemmeno il cucciolino con i problemi a gestire la rabbia."
"Perché non l'hai mai vista incazzata Cora."
"Mh. Scordati gli allenamenti."
"Va bene, ma quelli di domani li facciamo"
"Ti odio."
"Già ho visto come mi odiavi mentre mi mettevi le mani su-"
Altro telefono chiuso in faccia. Non aveva detto poi ne riparleremo? Quel poi, di certo, non poteva essere dopo neanche due ore. E soprattutto da quando faceva quelle uscite?
Aveva deciso di lasciare suonare il telefono a vita, giusto per non dover tornare sull'argomento.
Ormai aveva mangiato tutte le unghie delle mani, sperando che ricrescessero in fretta. Non per qualcosa, ma almeno avrebbe potuto riprendere a torturarle.
Era andato a dormire ignorando ogni squillo di telefono e Cora che rideva continuando a sostenere la "coppia sposata".
Avrebbero passato le mattine divisi, dato che Derek doveva seguire le lezioni. I pomeriggi si sarebbero alternati a casa di uno e a casa dell'altro, due sere a settimana le avrebbero passate assieme, come anche una notte.
Per quanto riguardava gli allenamenti, quello era l'ultimo. Così da non creare problemi con la trasformazione.
Stiles aveva ripetuto per filo e per segno ogni cosa gli veniva detta da Derek.
Un combattimento dove lui non avrebbe fatto nulla se non fosse che ad un certo punto aveva urlato.
" Derek metti ansia! Non starmi così con il fiato sul collo."
Tutti i presenti si erano girati a guardarlo perplesso.
" Stiles, volevo dire Stiles."
Ok, per una volta i casini non li aveva fatti Derek.
Come se non fosse già abbastanza strano che - ai loro occhi - Stiles stesse attaccato a Derek, pronto a suggerirgli ogni cosa.
Stiles non ne poteva più e come se non bastasse, avere Derek - anche se aveva il suo volto - che gli stava letteralmente attaccato non aiutava. Assolutamente.
" Basta, niente più allenamenti" se ne era uscito all'improvviso Stiles, mentre se ne andava.
"Derek! Dove vai?
Niente, non voleva nemmeno sentir parlare. Per questo se ne era andato e si era chiuso in casa.
Gli allenamenti proprio no. La cosa migliore era stata che nonostante tutte le stranezze, nessuno si era accorto di nulla. Almeno sperava.
Lydia era l'unica che aveva dubbi su tutta quella storia, anche se ancora si chiedeva cosa ci facesse lì, visto che al posto di fare ricerche con Stiles, lui era attaccato a Derek.
"Vado a parlarci io" era intervenuta Cora.
Scott aveva iniziato a fare mille domande e Derek per poco non lo aveva attaccato, visto che stavano facendo allenamento. Fortunatamente un attimo prima si era ricordato di non essere un lupo mannaro e aveva lasciato perdere.
Nel frattempo Cora aveva raggiunto Stiles e si era seduta sul pavimento accanto a lui.
Non era molto brava a pregare la gente, ma sapeva ascoltare e questo - a Stiles - andava più che bene.
La cosa che non piaceva a Stiles era non riuscire a controllarsi e durante gli allenamenti non era cosa semplice. Lui non voleva essere la causa di altri danni. Non voleva far del male a qualcuno, quindi secondo lui potevano farli - benissimo - senza la sua presenza.
***
Gli allenamenti erano finiti poco dopo e quasi tutti erano tornati a casa, fatta eccezione per Derek. Era entrato in casa e aveva cercato Stiles e Cora.
Quando quest'ultima lo aveva visto entrare, si era alzata e li aveva lasciati soli.
"Ma sei idiota?"
"Grazie Derek, tu sei sempre di aiuto."
"Non c'è di che." disse facendo un finto sorrisino, non propriamente da Derek.
"In più, vorrei ricordarti che tu hai fatto molti più casini di me. E ancora non ci hanno scoperti, quindi... Trai da solo le conseguenze."
"Sul serio? Infatti tu fai casini solo con me."
"Certo, tu li fai con il resto del mondo."
"Va bene, non ero venuto per questo. Niente più allenamenti."
"Mi pareva che lo avessimo già appurato. Ma comunque grazie."
"Mh."
"So che per il branco sono importanti, ma io non ce la faccio."
Derek non aveva risposto, semplicemente gli aveva solo poggiato una mano sulla spalla e si era alzato dirigendosi verso la porta.
Quella specie di convivenza a rate non cominciava bene, figurarsi la prima sera che avrebbero passato assieme. No, meglio non pensarci fino a quel momento.
***
La notte era passata tranquillamente.
Quel giorno Stiles era finito a casa sua e per qualche strana ragione erano finiti sul letto a fissarsi negli occhi, senza dire nulla. Stiles era seduto a gambe incrociate e poggiava i gomiti sulle ginocchia, tenendosi la testa con gli indici. Avevano preso troppo alla lettera il fatto di essere uno lo specchio dell'altro. O meglio Stiles aveva costretto Derek a stare così. L'unico problema era che lo sceriffo era entrato in camera senza avvisare e Stiles si era alzato di colpo.
" Papà, non è..." in quel momento si era accorto della cavolata che aveva fatto - ... Come sembra.
"Figliolo con te parliamo dopo" disse rivolgendosi a Derek " Hale, riguardo a te non mi sembra nulla, escludendo che probabilmente non stai bene. Sono più che certo di non essere tuo padre."
Stiles si stava agitando, gli era scesa persino una lacrima nel sentire quel "sono più che certo di non essere tuo padre", così Derek si era alzato per aiutarlo e cercare di spiegare le cose allo sceriffo.
Derek si era girato verso lo sceriffo e aveva iniziato a parlare.
" John puoi lasciarci un attimo soli? Poi scendiamo e ti spieghiamo tutto."
"Stiles, sei strano ultimamente e te l'ho già detto. Ma aspetterò comunque giù."
Non appena lo sceriffo si era chiuso la porta alle sue spalle, Derek si era girato verso Stiles alzando le sopracciglia.
"Oh merda, merda, merda. Che ho detto?!" aveva preso a parlare Stiles nel panico totale.
"Nulla, non hai detto nulla. Devi solo stare tranquillo e non agitarti."
"Certo, tu fai tutto semplice... Che gli diciamo ora?"
"La verità."
"Ma sei idiota?"
"No, quello lo sei tu."
"Derek devi smetterla di fare il sarcastico con la mia faccia, mi sembrava di essere stato chiaro. E comunque gli vieni un infarto, come pensi di dirglielo?"
"Con le parole."
Ecco, non era poi così semplice il compito che gli aveva dato Deaton. Perché più andavano avanti e più Derek prendeva il suo carattere. Stiles aveva sbuffato e alzato gli occhi al cielo, prima di riprendere a parlare.
"E io che pensavo di fargli un balletto per spiegarglielo."
"Poi sarei io."
C'era stata una pausa che sembrava essere durata intere ore.
"Ok, va bene, ma parlo io. Non voglio avere un infarto sulla coscienza." aveva ripreso Stiles.
Quella situazione, a cui aveva iniziato a pensare il giorno prima, si stava verificando. Stiles era persino arrivato a pensare che se il padre fosse sopravvissuto a quella notizia, allora sarebbe sopravvissuto a tutto.
Lo avevano trovato seduto al tavolo della cucina, mentre beveva un bicchiere d'acqua.
"Oddio stai male?"
"Stiles!" lo aveva richiamato Derek.
"Sourwolf è tutta colpa tua."
"Ma se nemmeno glielo abbiamo detto."
Lo sceriffo continuava a non capire cosa stessero dicendo; così li aveva interrotti.
"Ragazzi! Smettetela. Non sto capendo nulla."
"Ok." aveva iniziato Stiles "è abbastanza complicato, cioè in realtà è semplice, però è strana come cosa. Che poi non è che da qualche anno a questa parte sia tutto tranquillo, però questo è più strano."
"Hale vuoi arrivare al punto? Sembri uguale a mio figlio."
"Ecco, questo è il punto. Io sono Stiles. Solo che ho la faccia e il corpo di Derek, che ora ha il mio. Siamo in questa situazione da una settimana."
"Troppa grazia Stiles." intervenne Derek notando la faccia perplessa dello sceriffo.
"Bevi papà" disse passandogli lo stesso bicchiere d'acqua che un momento prima era stato abbandonato.
Aveva bevuto nemmeno un quarto dell'acqua che c'era all'interno del bicchiere. Stava fissando entrambi a bocca aperta cercando le parole adatte per iniziare a parlare.
"Cosa diamine stai dicendo?"
"Sì, ok. È alquanto strano. Ti giuro che sono io."
"Come faccio ad esserne sicuro?"
"Non c'è un test per esserlo." lo informò Derek
"Tu, invece, sei la grazia fatta a persona. Vediamo, sei nato il venti dicembre."
"Vuoi prendermi in giro? Potresti averlo letto ovunque."
"Ok, va bene. Hai ragione." aveva preso un respiro e aveva ripreso a parlare "La mamma... La mamma faceva i pancake a colazione. Li faceva solo di domenica e la casa si riempiva di quell'odore dolce ma non troppo. Non abbiamo più fatto i pancake la domenica perché era come se la sostituissimo. Abbiamo iniziato a farli gli altri giorni, così da non dimenticare le domeniche con lei. "
John era rimasto senza parole, quello era un ricordo ben definito e di certo Derek non lo poteva sapere.
Si era alzato dalla sedia ed era andato ad abbracciare Stiles.
"Figliolo!"
"Sì, papà, ma così mi soffochi."
"Scusa, ma il tuo corpo normale è più piccolo, non so quanta forza mettere."
Derek era uscito dalla stanza in modo da lasciarli soli. Si sentiva come se fosse di troppo e non voleva disturbare.
Si era seduto sugli scalini d'ingresso, era stato lì per dieci minuti finché Stiles non era uscito a vedere dove fosse.
"Potevi restare."
"No, era una cosa vostra."
"Non era di certo un problema se rimanevi lì, o quantomeno in casa."
"Mi son sentito fuori posto, specialmente quando hai iniziato a parlare di tua madre. Non volevo intromettermi in cose personali."
"Mh. Smetto di provare a convincerti. E poi ho scoperto molte più cose su di te in questi sette giorni che in tre anni che ci conosciamo, che poi conosciamo è una parola grossa."
"Anche io. Sei meno idiota di quanto pensassi."
Ok, Stiles sapeva cosa provava Derek, come anche lo sapeva Derek. Ma quella storia li stava portando a conoscersi sotto diversi punti di vista. Forse anche sotto punti di vista particolari rispetto al solito.
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Sono in ritardo, ma volevo augurarvi buon anno e ringraziarvi perché continuate a leggere questa storia e la votate. Grazie mille!
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