PROLOGO: UNA TRAGICA NOTTE SANGUINARIA

"Nella profonda, oscura e macabra notte era giunta la morte.
Nell'aria permeava un forte odore di sangue e di putrefazione."

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La pioggia cadeva a cascata dal cielo tenebroso, avvolto da minacciose dense nuvole nere, illuminate e squarciate da bagliori di fulmini che emettevano fragorosi tuoni che rimbombavano come colpi di cannoni fin dentro alle viscere della vallata, dove nel villaggio di Biertan era scoppiata una terribile guerra.

L'Inferno era sceso in terra. Il Male aveva risucchiato la vita di ogni abitante umano del villaggio.

Ormai da mesi si susseguivano morti inspiegabili.

Durante il giorno qualcuno spariva, mentre nella notte molti raccontavano di sognare terribili incubi, sempre più brutali e ricorrenti.

Nessuno più riusciva a vivere nell'ignoto, in mezzo alle creature della notte.

La paura e il terrore pervasero ben presto il villaggio: tutti vivevano segregati in casa, lontano perfino dagli sguardi dei vicini. Erano intimoriti dal fatto che potessero diventare le prossime vittime.

Da giorni i Vampiri si erano insediati nel villaggio, provocando morti e scomparse sospette.

Nel bosco vennero rinvenuti molti corpi di vittime dissanguate e squarciate che appartenevano ad alcune famiglie aristocratiche del paese. Erano stati prosciugati della loro preziosa linfa vitale: il sangue.

Sangue che andò pagato con altro sangue.

Gli uomini del villaggio condannarono a morte i vampiri.

Nella tempesta furiosa si lottava con bastoni, spade e forconi appuntiti.

I Cacciatori combatterono con coraggio e forte ardore contro intere famiglie di Vampiri. Diedero fuoco alle loro abitazioni; non risparmiarono nessuno, nemmeno le donne e i bambini. Tutti bruciarono vivi, perché loro erano i mostri della notte, i figli del Demonio.

Fu una notte da dimenticare per sempre.

Si assistette ad un vero e proprio tragico massacro che rimase impresso nella storia degli abitanti del villaggio, nascosto tra le alte e impenetrabili montagne della Transylvania.

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In una casa sigillata, un padre Vampiro tentava di proteggere la sua piccola famiglia dalle ingiustizie umane.

Sua moglie sentiva la terra sotto i piedi tremare. Era spaventata, teneva stretto in braccio un fagottino di lana con dentro avvolto il suo bambino che non smetteva di urlare e di dimenarsi infastidito e affamato. La madre cercava invano, nella sua agitazione, di cullarlo e rassicurarlo.

L'uomo sbirciò per un secondo fuori dalla finestra.

I Cacciatori stavano correndo verso la loro dimora.

«Tesoro rifugiati di sopra con il bambino.» Aveva gli occhi lucidi e disperati.

«No, io non ti lascio solo.» Lo implorò addolorata.

«Ascoltami, per favore», disse in tono supplichevole.

«No.» Lo pregò, quasi in ginocchio, con voce rotta e il viso rigato di lacrime.

Il marito le prese il volto fra le sue grandi e fredde mani. «Nasconditi, poi fuggi via da questo villaggio. Sai cosa devi fare.»

«Ti amo tanto amore mio.» Gli stampò un dolce bacio d'infrenabile passione sulle labbra.

«Ti amo anch'io tesoro mio», ricambiò il suo forte sentimento.

«Io ritornerò indietro, te lo prometto.» Le tremò la voce.

«Vai!» Le ordinò un'ultima volta il marito. Non sopportava più vederla patire tutta questa sofferenza.

La donna corse su per le scale, si precipitò nella stanza matrimoniale e con una mano aprì la finestra e saltò giù.

Fuggì nell'oscurità e si addentrò nella foresta con in braccio il piccolo che ancora strillava.

I Cacciatori giunsero alla porta di legno e bussarono con insistenza.

Il Vampiro si parò davanti all'uscio come da scudo, tentò di bloccare la porta con il peso del suo corpo, ma gli umani riuscirono a fare irruzione.

La creatura notturna cadde a terra e si ritrovò faccia a faccia con un gruppo di umani che tenevano in mano dei forconi.

Avevano dei crocifissi appesi ai loro grossi e rugosi colli sudati, mentre nei loro volti erano impresse furiose emozioni di rabbia e vendetta.

«Che volete da me? Non ho niente», provò a pronunciare il povero Vampiro.

Il più tozzo e robusto dei Cacciatori fece un passo in avanti e gli sputò in faccia. «Maledetto vampiro! Brucerai anche tu come tutti gli altri!»

Indifeso si tolse la saliva con la manica della giacca e alzò le mani in segno di resa. «E se adesso io me ne vado dal villaggio e dimentichiamo tutto?»

«Voi siete solo dei demoni bastardi. Dovete patire e soffrire la morte come tutti gli altri vampiri.» L'uomo si guardò intorno. «Dove sono loro? Dove li tieni nascosti.»

«Loro chi?» Tentò di sembrare confuso.

Il Cacciatore prese per il collo il Vampiro «Come chi! La tua famiglia! Dove li hai nascosti! Dimmelo!»

«So-no scap-pa-ti.», confessò balbettando, mentre l'umano lo stava lentamente soffocando nella sua solida presa.

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La madre con in braccio il suo piccolo figlio uscì dalla tenebrosa foresta, percorse un ponte in pietra grigia e giunse, a perdifiato, davanti a un imponente portone in legno d'ebano.

Si inginocchiò di fronte a esso.

Baciò con delicatezza il bambino sulla fronte e lo adagiò a terra.

Iniziò a singhiozzare: era distrutta dal dolore e dal pentimento di dover allontanarlo per il bene della sua fragile e tenera vita. «Addio tesoro mio. Cresci buono, forte e coraggioso. Credi sempre nell'amore e ascolta sempre il tuo cuore.»

Si rialzò e lo abbandonò davanti a un oscuro castello.

La donna prese di nuovo a correre lontana verso il bosco.

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«Lasciatemi andare, per favore.» Lo implorò il Vampiro.

«Quando sarai morto», sibilarono all'unisono i Cacciatori.

All'improvviso dal piano di sopra dell'abitazione sentirono tutti un rumore di passi veloci e in un attimo la moglie del Vampiro piombò nel salotto.

Davanti a lei si presentò una tragica e raccapricciante scena: suo marito era disteso sul pavimento impolverato bloccato nella stretta di un umano.

Spalancò gli occhi e si precipitò a soccorerlo.

Si chinò vicino a lui. «Vi prego non fategli del male. Vi prego non uccideteci come avete fatto con gli altri. Noi siamo innocenti!»

Un Cacciatore sbucò fuori dal gruppo. Guardò la donna dritta negli occhi carichi di disprezzo e vendetta.

«Tu...», pronunciò appena la donna incredula. «Ti prego non farci del male», aggiunse supplichevole.

L'uomo si acquattò davanti alla coppia di Vampiri, ma fissando solo la donna. «Come hai potuto farmi questo? Come hai potuto scegliere di amare un demone come lui, invece che un uomo sano e forte come me? Potevamo essere felici insieme, ma hai scelto le Tenebre. Ti sei trasformata in un mostro proprio come lui!» Le urlò in faccia, poi ringhiò e spostò l'attenzione verso il marito. «Il vostro tempo qui sulla terra è scaduto.» Affondò il forcone nel petto del Vampiro.

«No!» Gridò la donna scioccata e terrorizzata.

L'umano si eresse in piedi. «Mi dispiace.» Le rivolse un ultimo triste e sconfortato sguardo. «Addio Ariana.»

Le voltò le spalle e scomparve fuori nella notte buia e sanguinaria.

«Bruciate questa casa!» Sbraitò un Cacciatore.

Gli altri membri del gruppo uscirono e appiccarono il fuoco intorno al perimetro dell'abitazione e prima di fuggire via sigillarono la porta intrappolando i due Vampiri tra le fiamme.

La donna straziata e sofferente stava annegando nei suoi lamenti e singhiozzi. «Amore mio, mi dispiace tanto. Non ci meritavamo tutto questo male.»

Il marito debole e sempre meno cosciente le premette l'indice sulle labbra. «Tranquilla tesoro mio. Abbiamo fatto del nostro meglio.» Le sussurrò prima di chiudere gli occhi. «Per favore, scappa finché sei ancora in tempo.» La supplicò, mentre il suo corpo diventava sempre più debole.

«No, non ti lascio morire da solo.» Lo prese in braccio.

«Tuo figlio ha bisogno di te», disse in un sospiro.

«È al sicuro adesso, in un luogo lontano da qui. Vedrai nessuno lo troverà mai, nessuno gli darà mai la caccia.»

«Non può vivere senza l'amore di sua madre...» Esalò il suo ultimo respirò e si abbandonò alla morte eterna.

La donna cacciò un urlo straziante. Il suo cuore si sgretolò in mille pezzi. Lo strinse fra le braccia, gli donò il suo ultimo bacio sulla fronte e gli accarezzò il volto freddo ed esangue. Si rialzò e scomparve.

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