C'ERA UNA VOLTA
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C'era un volta...
In cima a un roccioso monte dei Carpazi, avvolto da una coltre di nebbia, sorgeva un gotico castello scolpito nella roccia dall'aria solitaria e spettrale. Era imponente, costruito in mura solide e massicce, velate da sfumature perlacee, in cui erano incastonate piccole oscure finestre rettangolari. Era circondato da otto torri circolari dal tetto cremisi e dalla punta aguzza. La più alta di esse sorgeva nel cuore della fortezza ed era di dimensioni maggiori, si innalzava nel cielo cupo e triste, coperto da nuvole cenerine. Uno stretto ponte dal viale erboso e ciottolato collegava il castello alla foresta brulicante e smeraldina della Transylvania.
In questo castello dimorava un illustre, benestante e ormai anziano Vampiro. Al crepuscolo si ridestava dal sonno profondo delle tenebre e usciva fuori dalla sua bara color ebano. Andava ad aprire la grande vetrata per ammirare i colori dorati del tramonto e il sorgere di una nuova notte. Chiudeva sempre gli occhi e traeva un profondo respiro. Il profumo di pino inebriava la sua morta anima. Il suo volto dalla fronte alta, aveva le mascelle infossate ed era cereo, solcato da rughe profonde e molto evidenti. I suo occhi azzurro ghiaccio sprofondavano in due cerchi tenebrosi. Il suo naso era piccolo e le sue labbra erano sottili e velate di rosa, serrate per non mostrare mai i suoi affilati e marmorei canini da predatore. I capelli serici erano bianchi come la neve, nascondevano le sue orecchie elfiche. Gironzolava per il castello e tra i boschi con un'ampia vestaglia porpora ricamata da fili color oro che si intrecciavano fra loro per disegnare maligne creature orientali. Era sempre stato un nobile gentile, umile ed ammirevole. Lui era il Re Vlad III, ma riconosciuto come Dracula.
Viveva in confortevole compagnia di un giovane adulto: il suo unico nipote maschio. Lo aveva cresciuto ed educato come un figlio. Era un fanciullo alto e longilineo. Il suo viso pallido, aveva le guance infossate e gli zigomi pronunciati. I capelli lucidi e corvini gli ricadevano in morbide ciocche ondulate fin sotto le spalle. I suoi occhi erano due luminosi zaffiri circondati da un'aura scura. Le labbra erano sottili e vellutate di un tenue rosa pesca, inarcate appena un sorriso malizioso, rivelavano una piccola e buffa fossetta sul lato sinistro del volto. Percorreva i corridoi della fortezza con eleganza e superiorità nelle sue vesti pregiate e scure. Era colto di sapere, amava leggere e suonare il pianoforte. Il suo adorato zio lo aveva allevato come un figlio, anche se la sua educazione non gli era stata per niente utile. Era sempre stato un ribelle introverso e serbava in sé molto rancore; non accettava la sua oscura natura di vampiro, tanto meno adesso che si avvicinava alla maggiore età e soprattutto odiava essere un orfano che non conosceva la sua famiglia e il motivo per cui l'aveva abbandonato. Lui era il Principe Dorian I, che si prestava a diventare il nuovo Re del Regno di Valacchia.
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