ρꪖ᥅ꪻꫀ 7 - Convincere

Jane restò impalata ad osservare con sgomento la sua interlocutrice, senza sapere che cosa dire. Non riusciva a capire se fosse seria o se la stesse prendendo in giro; ciò che aveva appena affermato era tanto assurdo quanto irrelistico.
Abbassò lo sguardo e strinse i pugni sulle ginocchia, realizzando di avere già i palmi bagnati del suo stesso sudore.
-Allora? Intendi aiutarci oppure no?- insistette l'altra, ritraendosi per poi tornare ad accomodarsi sulla sedia di legno. La fissava con aria di sfida, senza mai scaccarle gli occhi di dosso.
-Ti chiedo scusa, ma penso che per te sia arrivato il momento di andartene- rispose Jane, senza azzardarsi ad alzare lo sguardo. Se poco prima aveva il dubbio di avere a che fare con una squilibrata, adesso poteva dire di averne avuto la conferma.
Ma Natalie non accennò affatto a volersi alzare da quella sedia. Sorrise, e piegò lievemente il volto di lato. -Non mi credi, è così?- disse.
Jane non fornì una risposta a quell'interrogativo, ma il suo silenzio fu interpretato dall'interlocutrice come un sì. Era ovvio che non le credesse, perché mai avrebbe dovuto?
-Capisco che tu possa far fatica a comprendere la situazione al momento, e sapevo che avresti reagito in questo modo- continuò, iniziando a giocherellare con le dita tra i capelli ricci. -Ma vedi, se accetti di seguirmi ti sarà tutto più chiaro-.
A quel punto, la mora capì che per svincolarsi da quella situazione avrebbe dovuto tirare fuori le unghie; così sollevò il capo, e rivolse all'altra uno sguardo freddo e deciso. -Ho chiuso con il mio passato, okay? Sto cercando di ricostruirmi una vita normale. Quindi no, non verrò con te- disse, stringendo i pugni. -E voglio che te ne vada, adesso-.
Natalie emise un sonoro sospiro, e premette la spina dorsale contro allo schienale di legno, che emise un lieve cigolio. -Ciò che siamo riusciti a costruire rappresenta una enorme svolta nella scienza medica, e Jeff è il primo essere umano sul quale stiamo sperimentando- esordì. -Se non vuoi farlo per lui, fallo per la gloria. La nostra impresa farà la storia, e potremmo guadagnare miliardi-.
-Vattene- ripeté ancora una volta Jane, con voce tenue e strozzata. Stava per perdere la pazienza, sapeva che se quella donna avesse insistito ancora per un po' sarebbe finita per prenderla a calci. Non credeva ad una sola delle parole che stava dicendo, ed il suo atteggiamento spavaldo la stava irritando.
A quella richiesta così fredda ed aggressiva, Natalie finalmente si alzò in piedi. Avvolse le braccia attorno al petto, assumendo un'espressione decisamente delusa. -Come vuoi- disse, voltando le spalle ed incamminandosi in direzione dell'uscita. Ma quando fu giunta dinnanzi alla porta si voltò indietro, ed accennò ancora una volta un piccolo sorriso.
-Sai, la maggior parte delle persone che fino ad oggi non si sono mai risvegliate dal coma, si trovavano probabilmente nella stessa condizione di Jeff. Bloccate nelle loro stesse menti- disse, con un tono vagamente malinconico. -E tutto ciò che i medici hanno potuto fare per loro, dopo mesi di agonia, è stato staccare la spina e lasciarli morire-.
Jane abbassò lo sguardo, poggiando i palmi delle mani sulle ginocchia tremanti.
-Ma se il macchinario di nostra invenzione si rivelerà valido, questo non accadrà più-. Natalie poggiò una mano sulla porta e la aprì, lanciando uno sguardo vuoto all'esterno dell'abitazione con il suo unico occhio buono.
La mora si avvicinò, con l'intenzione di richiudere la porta a chiave non appena l'estranea fosse uscita. -Allora forse potete salvarlo, buona fortuna...- bisbigliò, e nel contempo sentì una voragine aprirsi nel suo stomaco.
Era genuinamente preoccupata per Jeff, e non voleva assolutamente che lui morisse; ma non poteva tornare agli incubi di quel passato, non ne aveva le forze.
Natalie varcò la porta e scosse la testa, allargando un piccolo sorriso tirato. -È esattamente quello che stavamo cercando di fare- rivelò. -Ma nessuno di noi è stato in grado di penetrare la sua mente. Forse è lui stesso che ce lo sta impedendo, o forse è così tanto incasinato lì dentro che sarebbe più facile trovare un ago in un pagliaio, che la via d'accesso al suo inconscio-. Infilò le mani nelle tasche e sbuffò; la lancetta nel suo occhio finto si spostò ancora.
-Per questo sono venuta da te. Avendo avuto un legame con lui, forse riusciresti ad entrare nella sua mente e riportarlo indietro-.
Jane ticchettò un paio di volte con le unghie sulla porta, trattenendo il respiro; adesso iniziava a capire, anche se quella questione continuava a sembrare assolutamente assurda ed inverosimile.
Si trovò dinnanzi ad un bivio, ed avrebbe dovuto scegliere una via in fretta: abbandonare Jeff, e lasciare che fossero altri a tentare di salvarlo, oppure accettare di aiutare quella strana donna e provare a farlo di persona.
Nonostante avesse in qualche modo perdonato quel ragazzo per tutto il male che le aveva fatto, sapeva di non dovergli niente. Le loro vite si erano separate mesi addietro com'era giusto che fosse, e da allora lei aveva tentato di riprendere il controllo sulla sua vita. Accettare di seguire Natalie significava buttare nel cesso tutti gli sforzi che aveva fatto fino ad allora, tornare sui suoi passi ed affrontare ancora i demoni del suo passato.
Non ne aveva le forze.
Non ne aveva il coraggio.
Allo stesso modo però, il pensiero di abbandonare Jeff in un momento di bisogno le spezzava il cuore. Come avrebbe potuto fregarsene, e fingere di non sapere niente? Con che coraggio si sarebbe guardata allo specchio ogni mattina, senza vedere un mostro in quel volto bianco e stanco?
-Forse però... Posso provarci...- mugolò, con le labbra che tremavano vistosamente.
Natalie restò in silenzio per un paio di secondi, prima di esternare un grande entusiasmo.
-Meraviglioso-.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top