ρꪖ᥅ꪻꫀ 37 - Respirare
-Porca di quella puttana!- gridò Ben, portando entrambe le mani alla bocca. -L'ha ammazzato!-.
Il tonfo sordo che fu generato dall'impatto del cadavere sul pavimento, raggelò la stanza. Arden giaceva a terra privo di vita, scosso da una serie di movimenti involontari finché il suo organismo non si spense definitivamente.
Jane sentì il cuore rimbalzare nel suo petto così forte che pareva volerlo spaccare; era terrorizzata e sollevata nello stesso momento, ed un mix di emozioni così differenti tra loro non poté che destabilizzarla profondamente. Osservò con il fiato sospeso la figura immobile di Jeff, in piedi davanti al cadavere del dottore, incurante della pozza di sangue che, allargandosi sul pavimento, stava inzuppando i suoi piedi nudi; e in quel momento non poté far altro che chiedersi quale lato della personalità del killer avesse il controllo della situazione in quel momento.
Ormai lo conosceva bene, o almeno abbastanza da sapere che una parte della sua mente era per lui del tutto fuori controllo, e questo poteva renderlo pericoloso per chiunque.
-...Jeff?- mormorò la ragazza, rendendosi conto che poco più di un sussurro era uscito dalla sua bocca.
Era terrorizzata dall'idea che uccidere Arden avesse risvegliato in lui quella follia incontrollata; e proprio per questo, quando vide Natalie avvicinarsi a lui, fu scossa da un violento brivido lungo la spina dorsale.
La castana si fermò ad un passo da lui ed abbassò lo sguardo a terra, laddove giaceva il corpo di quello che era stato quasi un patrigno per lei, negli ultimi anni. Lo osservò in silenzio con il volto dominato da un'espressione completamente indecifrabile, tanto che non fu possibile per Jane interpretare cosa lei stesse provando; ira? dolore?
Era quasi certa che avrebbe avuto un'esplosione di rabbia da lì a poco, e per questo la mora fece un passo avanti borbottando le poche parole che riuscì a pronunciare.
-Natalie, stai...stai...indietro- mugolò. Jeff aveva appena ucciso Arden davanti ai suoi occhi, senza alcuna esitazione; con quanto impeto avrebbe reagito a quel dolore?
Deglutì a fatica, ed il suo cuore mancò un battito quando, solo un attimo dopo, vide Natalie spalancare le braccia e buttarle dietro alla nuca di Jeff, per poi stringerlo a sé iniziando a saltellare come una bambina.
-Oh mio Dio, sei il mio eroe!- gridò, stringendolo ancora più forte.
Jane rimase interdetta ed osservò la scena con incredulità e preoccupazione, mentre Jeff non aveva mosso un singolo muscolo, né aveva spostato lo sguardo altrove. La sua mente sembrava disconnessa da ciò che stava accadendo attorno a lui, e forse neanche aveva realizzato di avere un'estranea avvinghiata al petto.
-Sono libera, porca miseria! Libera!- continuò a gridare la ragazza, mentre il giovane Ben dietro alle sue spalle assisteva alla scena con uno sguardo incredulo ed atterrito. Solo a quel punto la castana fece un passo indietro, e riprese ad agitare le mani saltando sul posto e continuando a mostrare il comportamento tipico di una bambina, nonostante non lo fosse più da tempo.
La mano di Jeff si aprì lentamente, ed il bisturi insanguinato che stava impugnando cadde a terra emettendo un fastidioso tintinnìo; finalmente, Jane riuscì a tirare un profondo sospiro di sollievo. Quel semplice gesto, che nel caos della situazione sarebbe potuto sembrare un futile dettaglio, era la prova che Jeff in quel momento aveva il controllo della sua mente.
Non intendeva uccidere nessun'altro.
La sua furia omicida si era, forse per la prima volta, spenta solo pochi attimi dopo essere venuta a galla.
Natalie indietreggiò con un enorme sorriso stampato in faccia, che in quel momento pareva voler sottolineare quanto fosse fuori di testa ed assolutamente imprevedibile; e nel contempo, Jane avanzò raggiungendo gli altri due.
-..Aspetta, cosa?- mormorò riferendosi alla castana.
E lei, in risposta, scoppiò in una breve risatina nervosa. -Lui mi ha oppressa per anni, non puoi immaginare!- gridò, continuando a ridacchiare mentre volgeva nuovamente lo sguardo verso il basso, ove Arden giaceva immobile e primo di vita. -Ho maledetto così tanto il giorno in cui ho accettato di lavorare con lui.... Ma che diamine, adesso non dovrò più preoccuparmene!-.
Jane rimase stranita da quelle affermazioni, e ancor più dal fatto che Natalie sembrava non provare alcuna emozione negativa in quel momento, nonostante l'assurda e grottesca situazione nella quale si trovava.
Ben, dal canto suo, adesso sembrava più eccitato che spaventato. -Questa sì che è una figata. Guarda quanto sangue...- mugolò, osservando con interesse la chiazza scarlatta che albergava sul pavimento bianco, formando un'inquietante sagoma attorno al corpo. Poi si fece di colpo serio: -Però adesso chi mi paga?-.
Per pochi secondi calò un disarmante silenzio.
-Okay, quindi... Okay- tornò a balbettare Jane, iniziando a guardarsi intorno nervosamente. A differenza degli altri due era ben cosciente di avere un bel casino da sistemare, adesso; c'era un fottuto cadavere in quella stanza, e l'idea di avere dei seri guai con la legge non la rassicurava per niente. Inoltre, era matematicamente certo che se Jeff fosse stato incarcerato ancora una volta, non avrebbe mai più visto la luce del sole.
Doveva risolvere la questione, ed anche molto in fretta.
-Natalie, concentrati ti prego. Dobbiamo sistemare questo casino e capire come è meglio organizzarci per i prossimi giorni, ok? Non voglio finire al fresco, e tantomeno Jeff-. Nel pronunciare le ultime parole che componevano quella frase la mora si voltò in direzione del ragazzo, ed in quel frangente si rese conto che lui aveva ripreso a barcollare.
-Jeff!- esclamò, afferrandolo con un movimento estremamente rapido. -Siediti, dai- mormorò vicino al suo orecchio sinistro. -Adesso sistemiamo tutto quanto-.
-Sto bene- sibilò lui, con un filo di voce; eppure, lasciò che la ragazza lo conducesse fino a quel letto ove aveva trascorso troppi giorni in uno stato di totale incoscienza, e si mise a sedere con la testa a penzoloni. Si sentiva estremamente debole, e le sue orecchie sembravano non voler più smettere di fischiare in modo ininterrotto.
Jane poggiò una mano sulla sua spalla e si assicurò che fosse in grado di mantenere l'equilibrio, per poi voltarsi ancora verso Natalie. -Devo portarlo via da qui, al sicuro- le disse, con voce ferma. -E nessuno deve sapere che cosa è successo qui dentro... Parlo anche con te Ben, capito?-.
La castana annuì brevemente, ed allargò l'ennesimo sorriso a trentasei denti. -Tranquilla Topolino, mi occupo io di tutto quanto. Non è certo il primo cadavere che faccio sparire- concluse, facendo l'occhiolino.
Il biondino, invece, si limitò a sollevare le spalle con indifferenza. -Io voglio solo i miei soldi, la morte di questo stronzo non è un mio problema- esordì.
Seppur quelle affermazioni le avessero fatto ghiacciare il sangue nelle vene, Jane si limitò ad annuire. Tutto ciò che desiderava in quel momento era svignarsela da quel maledetto posto e non doverci tornare mai più, dunque le importava poco tutto il resto.
Nonostante questo, capiva adesso più che mai di trovarsi davvero in mezzo a dei veri e propri squilibrati. Natalie e Ben non erano per niente scossi da ciò che era appena accaduto.
-Dobbiamo sbarazzarci del cadavere e dimenticare tutto quanto- concluse, sospirando.
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