ρꪖ᥅ꪻꫀ 36 - Chiarire
Il giovane Killer fu estremamente compiaciuto dagli sguardi timorosi che i due sconosciuti gli stavano rivolgendo; nonostante tutto, avevano paura di lui.
E nessun'altra cosa l'aveva mai eccitato più di questa.
-Magari possiamo trovare un accordo, no?- provò a suggerire Jane, dopo aver lanciato al ragazzo uno sguardo compiaciuto.
Arden strinse le mandibile e sbattè le palpebre più volte, in testimoniaza del suo stato di agitazione. -Io sono un dottore, chiaro?- borbottò, come a volersi arrampicare sugli specchi. -Lotto per la vita, non per la morte. E voglio che questo sia chiaro... Ma non posso lasciarvi andare, e voglio che sia chiaro anche questo-.
Jane sentì la rabbia crescere in lei e farsi sempre più opprimente.
-Quindi utilizzare cavie umane non consezienti è una c..-.
-Sono disposto a sacrificare delle vite per salvarne molte altre- continuò ad inveire lui, tentando di giustificarsi. -Ma non avrei mai procurato la morte a nessuno, se non per questa causa-.
A quel punto sul volto di Jeff, che stava ascoltando in silenzio, apparve un piccolo sorriso compiaciuto. Quell'uomo stava tentando in ogni modo di coprire i suoi inganni con blande giustificazioni, e la trovava una cosa davvero squallida. A differenza sua, nonostante Jeff avesse probabilmente causato la morte di molte più persone, non aveva mai tentato di giustificarsi o sminuire le sue azioni.
-Okay... Okay- balbettò Jane, tentando di fare chiarezza. -Voi due siete in società, giusto? Ed avete un accordo con la polizia-.
Natalie rispose in modo affermativo con un timido cenno del capo.
-Bene, dunque- continuò la mora. -Il vostro accordo consisteva nel poter sperimentare su Jeff con l'accordo di fare in modo che morisse per apparenti cause naturali alla fine degli esperimenti. È così?-.
-Sì, Topolino- mormorò la castana, che in quel momento pareva vergognarsi di se stessa come mai le era capitato in tutta la vita. Non poté far altro che abbassare lo sguardo quando si accorse che, seduto su quel letto, il killer aveva iniziato a guardarla.
Sentì il peso di quello sguardo e fu come venir schiacciata da un enorme masso.
-Ecco cosa possiamo fare per risolvere la questione- disse ancora Jane. -Io non dirò una parola riguardo a quello che è successo qui, e porterò Jeff via con me. Voi ne dichiarerete la morte e troverete una scusa per... L'assenza del cadavere. Non lo so, inventate qualcosa-.
Natalie annuì ancora, mentre Arden non sembrava per niente convinto. Al contrario, a malapena stava ascoltando.
-L'esperimento è riuscito, avete ottenuto ciò che volevate. Adesso lasciateci andare via-.
-Tesoro... Se però tu dovessi parlare a qualcuno di ques- balbettò ancora la castana, ma venne interrotta dall'altra prima che potesse finire di parlare.
-Non potrei farlo in ogni caso- disse decisa la mora, alzando la voce. -Se denuncerò la cosa ne pagherà le conseguenze anche Jeff. Se la polizia verrà a sapere che è vivo, lo sbatteranno di nuovo in carcere- mugolò.
Il killer la guardò in silenzio, regalandole un piccolo sorriso. Ogni più piccola dimostrazione di affetto che quella ragazza esprimeva nei suoi confronti, riscaldava la sua anima gelata un pezzetto per volta. Aveva dimenticato, nel corso degli anni, come ci si sentisse ad essere importanti per qualcuno.
-Oh... Hai ragione- borbottò ingenuiamente la castana.
Il dottore stava per intervenire nel discorso quando, attirando l'attenzione di tutti quanti, la porta dello studio fu aperta all'improvviso e fu sbattuta malamente contro alla parete.
Era Ben.
Con una sigaretta spenta in bocca ed un paio di jeans larghi che lo facevano sembrare anche più basso di quanto non fosse, il ragazzo stava osservando a sua volta tutti gli altri con aria confusa. -Beh? Che siete, in riunione?-.
Il dottore perse la poca pazienza ritrovata e tornò subito a sbraitare. -Che cazzo ci fai qui? Abbiamo finito, te l'ho detto!-.
-Calmati, amico. Sono venuto per i miei soldi- rispose senza timore il biondino. -Eravamo d'accordo che avresti saldato oggi quello che mi spetta-.
La stanza fu inghiottita dal silenzio per i lunghi secondi che seguirono, durante i quali Arden si limitò a guardare quello spavaldo ragazzino con aria sprezzante. Si avvicinò a lui e gli puntò l'indice addosso, minaccioso. -Levati dalle palle, chiaro? Avevamo appuntamento per questa sera-.
Ma il biondino, per nulla intimorito, continuò ad insistere. -Adesso o tra qualche ora non fa differenza, caccia i soldi e me ne vado- disse, sfilando un accendino dalla tasca ed azionandolo vicino alla bocca, per infiammarr l'estremità della sigaretta.
E questo, non poté che accrescere la rabbia del dottore che non riusciva a tollerare un atteggiamento tanto irrispettoso. -Spegni subito quella merda, chi cazzo credi di essere?!- sbraitò.
E nel caos che si era creato, Jeff trovò l'occasione perfetta per agire. Proprio lui che fino a quel momento era rimasto pressoché immobile e sempre in silenzio, fece appello alle poche forze che aveva a disposizione per alzarsi lentamente in piedi, sotto allo sguardo stupito e preoccupato di Jane.
La ragazza stava per afferrarlo ed invitarlo a tornare a sedersi, temendo che sarebbe finito per cadere a terra; ma rimase interdetta quando notificò un dettaglio allarmante: il ragazzo, nella mano destra, stringeva un piccolo bisturi da chirurgo.
Dove diavolo l'aveva preso? E soprattutto, quando? Era sicura che non si fosse mai spostato dal suo letto.
-Non mi freghi vecchio- continuò ad inveire Ben. -I patti erano chiari!-.
Nel frattempo Jeff aveva già compiuto una serie di passi, avvicinandosi pericolosamente a quello che adesso era il suo obbiettivo; e non appena Jane lo vide sollevare il braccio nel quale impugnava l'arma, sentì un brivido percorrere la schiena.
-Jeff! No!- gridò a pieni polmoni, ma era già troppo tardi.
Nonostante le pessime condizioni in cui si trovava, il killer dimostrò di non avere affatto perduto le sue abilità da spietato assassino. Fece uso di quel piccolo bisturi affondando la lama nella carne con un movimento rapidissimo, che con una precisione disumana recise la gola dell'uomo ancor prima che lui potesse capire che cosa stava accadendo. E sotto lo sguardo stupito e terrorizzato del giovane Ben, che aveva spalancato occhi e bocca facendo un balzo indietro, dalla pelle recisa dell'uomo schizzò fuori un fiume di sangue che imbrattò oggetti e pareti con inquietanti sagome rosse.
Il corpo agonizzante del dottor Arden cadde a terra poco dopo, circondato da una pozza di fluido scarlatto che man mano si allargava tingendo il pavimento.
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