ρꪖ᥅ꪻꫀ 17 - Tremare
Le foglie dell'acero cresciuto affianco al cancello d'ingresso danzavano lentamente, spinte da un vento leggero. Jane le osservava immobile, con le braccia avvolte attorno al petto; non era ancora riuscita a calmarsi, e si era vista costretta ad uscire dallo studio medico per prendere un po' d'aria.
Quando dopo una ventina di minuti Natalie uscì a cercarla, la trovò immobile seduta sulle scale, con lo sguardo puntato nel nulla.
-Hei, Topolino- mugolò avvicinandosi, per poi sistemarsi a sedere al suo fianco. -Sei ancora scossa, non è vero?-.
La mora annuì debolmente, ma senza spostare lo sguardo. Continuò a fissare i movimenti di quelle foglie, ed il tronco dell'albero che per qualche motivo era cresciuto storto. -Io... Non sono più sicura di avere il coraggio per andare avanti- ammise.
La castana sospirò e provò a guardare nella sua stessa direzione, tentando di capire che cosa l'altra stesse osservando con tanto interesse. -È stato così traumatico?- chiese.
Jane non rispose subito; taque per una lunga manciata di secondi, poi scosse la testa. -In realtà no, non è successo niente di così spaventoso- rispose, accennando un sorriso carico di nervosismo. -Ma ho provato una tremenda paura per tutto il tempo, una sensazione di... Angoscia profonda- spiegò.
Natalie annuì. -Forse quell'emozione non era neanche tua- bisbigliò.
A quel punto la mora finalmente si voltò verso di lei, accigliata. -Cosa?-.
-Ma sì- continuò la castana, con leggerezza. -Dopotutto eri nella mente di Jeff, no? Voglio dire... Magari quella che hai percepito era una sua emozione, non tua-.
Calò il silenzio, mentre Jane tornava ad osservare le foglie. Forse quella pazza aveva ragione; pareva una spiegazione piuttosto plausibile, e si chiese perché non ci avesse pensato lei stessa.
-Quindi... Vuoi ritirarti?- le disse l'altra, che nonostante il suo atteggiamento superficiale pareva piuttosto preoccupata da quella situazione. Era una complicazione che non aveva preso in considerazione.
Jane sollevò le spalle. -Perché, posso farlo?- disse.
La castana strinse le labbra. -Il contratto prevede il ritiro, sì- disse con naturalezza. -In teoria, potresti farlo-.
Calò un soffocante silenzio tra le due, che si prolungò per diversi secondi. Jane adesso guardava a terra, dove le suole delle sue scarpe erano adagiate sui gradini; mentre Natalie, fissava il vuoto pensando a qualcosa.
La mora strinse il pugno di una mano stritolando la maglia che indossava, e chiuse gli occhi per qualche attimo prima di parlare. -Posso farti una domanda?-.
L'altra annuì senza pensarci troppo. -Sono tutta orecchie, Topolino-.
-Conoscevi Jeff, prima che accadesse... Tutto questo? chiese, senza troppi giri di parole.
L'altra ridacchiò. -Oh, no, lo conoscevo solo per la sua fama- disse. -Insomma, chi non conosce la fama di Jeff the Killer?-.
-Quindi... Perché Arden ha deciso di sperimentare su di lui?- domandò ancora Jane. -Magari con una mente meno...complessa, sarebbe stato più facile-.
Natalie annuì, concorde a quanto la sua interlocutorice stava dicendo. -Hai ragione, ma vedi... Io sono molto affascinata dalle menti criminali, ed Arden tende a compiacermi-.
La mora annuì.
-Beh, dopotutto- continuò a dire l'altra, allargando un sorriso forzato. -Il mio fratellastro era certamente una di queste-.
-Doctor Smiley?- mormorò Jane, aggrottando la fronte. Si era quasi dimenticata di questo dettaglio, nel trambusto degli ultimi giorni.
-Eh già- rispose Natalie, con naturalezza. -In realtà non ho mai avuto un rapporto stretto con lui, siamo cresciuti in famiglie diverse e semplicemente lui forniva fondi monetari all'organizzazione mia e di Arden... Ma ne ero affascinata, incuriosita- ammise. -Ero certa che ci fosse qualcosa di buono in lui, e non mi sbagliavo. Tu sai che si è suicidato in pubblico, vero?-.
Jane deglutì, ed accennò un sì con la testa. Certo che lo sapeva, Natalie non aveva la più pallida idea di quanto lei fosse immischiata in quella faccenda.
Non poteva sapere che quel giorno si trovasse in quella maledetta piazza, dove aveva visto tutto quanto con i suoi stessi occhi; e tantomeno poteva sapere che con Smiley, aveva addirittura collaborato per la liberazione di un altro carcerato.
-Abbiamo richiesto la tutela medica di Jeff perché sono stata io a volerla, e l'abbiamo ottenuta sopratutto grazie agli agganci di Smiley. È un po' come se stessi onorando la sua memoria, non so spiegarti meglio di così- continuò a dire la castana, alzando le spalle.
-No, ho capito...- borbottò l'altra. Ripensare a quegli eventi la faceva tremare, ma allo stesso tempo le conferiva una nuova forza di lottare.
Nei minuti successivi a quella chiacchierata, entrambe restarono in silenzio catturate ognuna dai propri pensieri, con gli occhi fissi davanti ai loro volti. Pareva quasi che il tempo si fosse fermato, eppure la scoordinata danza delle foglie di quel grosso acero segnalava chiaramente che così non fosse.
Tutto taque, il mondo sospirò, finché Natalie recuperando il suo solito atteggiamento esageratamente espansivo, balzò in piedi e porse una mano all'altra.
-Dai, alzati- le disse mostrando un sorriso da orecchio a orecchio -Credo sia arrivato il momento di presentarti una persona-.
Jane aggrottò la fronte, ed esitò un po' prima di afferrare quella mano. -Una... Persona?- ripeté, rizzando le gambe.
-Oh, sì!- esclamò la castana, saltellando sul posto, ed iniziando a tirarla con insistenza verso di sé. -Dai, muoviti!-.
La mora sbuffò rumorosamente. -Sì, ma calmati... Perché questa fretta, adesso?-.
-Hai bisogno di confonderti un po', voglio presentarti un potenziale fidanzato-.
Jane puntò i piedi a terra. -Cosa?!- esclamò, ridacchiando nervosamente.
Ma la fragorosa risata di Natalie, ancora una volta, sciolse la tensione che aveva appena creato. -Sto scherzando, ma non si sa mai. Muoviti, dai!-.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top