Damarwen
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Autore intervistato: Damarwen
Occasione: 1° posto nella categoria Odino e nella categoria Týr dei Valhalla Awards 2021
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🌘INTERVISTA🌒
Facendoti un auto-esame, ti aspettavi un risultato del genere? Magari non di vincere, ma se hai dato un'occhiata alle altre storie iscritte, hai sentito di poter tirare un sospiro di sollievo in alcuni casi o c'erano degli avversari "temibili"? E di questi avversari "temibili" hai letto o hai intenzione di leggere qualche storia?
La tua domanda prevede due risposte diverse, una per ogni storia. Proprio perché sono molto diverse tra loro, o meglio, è diverso il modo in cui sono state scritte: la prima, "Cronache di un sogno dalle ali piccole" è una storia di pancia. La seconda, "La donna a cui nessuno riuscì a dipingere gli occhi" è una storia di testa. La prima è uscita di getto, senza pensare. Mi si è palesata in mente per intero. Mentre la seconda è stata frutto di ricerche, di studio e di approfondimenti che mi hanno portata a scrivere un racconto, costruendolo pezzo dopo pezzo. Nel primo caso non pensavo di poter vincere e, dando un'occhiata alle altre storie in gara, sono stata molto colpita da "In the family name: Cooper brothers" di coopercroft. Ha un prologo che ti fa venire voglia di continuare e sembra ben scritta. La leggerò.
Per quello che riguarda "La donna a cui nessuno riuscì a dipingere gli occhi", invece, diciamo che un po' ci ho sperato, proprio per via del grande lavoro che c'è stato dietro e dell'amore per un piccolo paese sconosciuto che speravo di poter far scoprire e magari condividere. In questa categoria sono stata colpita da "Sangue Pirata: Alba Nera" di ShadowsKiller. Ho intenzione di leggere anche questa. Ho trovato anche molto bella "L'uomo che coltivava orchidee" di barbara_f71, che ha vinto la categoria "storie d'amore".
Dato che ero giudice nella categoria Avventura, dove hai vinto con "La donna a cui nessuno riuscì a dipingere gli occhi", inizio da qui. Ho notato un'attenzione meticolosa ai particolari, sia a quelli del contesto storico che nelle descrizioni in generale, e come hai appena detto c'è stata una lunga ricerca. Questo è il tuo modo di scrivere in generale o che hai affinato particolarmente per scrivere questa storia? Per usare le tue stesse parole, tendi a scrivere più di pancia o di testa?
Di pancia nasce la storia, ma di testa la scrivo. Argomento meglio: per far nascere un'idea di solito entra in gioco un'emozione. Può essere anche una cosa piccolissima. Per "La donna a cui nessuno riuscì a dipingere gli occhi" è stata la vista del castello di monte Ursino dalla spiaggia. Poi però, quando comincio a scrivere, faccio sempre delle ricerche. Detesto, per esempio, le storie che hanno un'ambientazione pressapochista o buttata lì. Se si parla di Londra, ad esempio, Londra bisogna conoscerla, far sì che il lettore capisca di esserci, mentre legge. Questo vale per tutte le ambientazioni, dalla metropoli al paesino. Secondo me bisogna conoscere e, se non si conosce, cercare di imparare. Stessa cosa quando ci si rapporta con "madame Storia": se scrivi di un'epoca qualche ricerca devi farla. Il mondo in cui viviamo ci permette un accesso all'informazione semplice ed immediato. Penso che chi si accinge a scrivere debba sfruttarlo a pieno. Quindi il mio modo di scrivere direi che è un mix tra le due cose. Anche per "Cronache di un sogno dalle ali piccole", se pur come ho detto è nata di pancia, ci sono state delle lunghe ricerche. La musica classica è una mia grande passione e ho attinto dal mio bagaglio culturale, ma per le ambientazioni ho fatto ricerche piuttosto lunghe. Soprattutto quando ho parlato dei teatri, della loro architettura (sono un architetto, quindi è sempre una cosa a cui presto particolare attenzione), quando ho parlato delle città e dell'albergo che a tratti fa da cornice alla storia. Io in quell'albergo non ci sono mai stata, ma sono andata su internet a cercarmi le foto degli interni per poterli descrivere. Per "La donna a cui nessuno riuscì a dipingere gli occhi", invece, ho conosciuto prima a fondo i posti (è tutto ben spiegato nell'epilogo della storia) e poi ho cominciato a scrivere. Sono nate in modo diverso, ma la ricerca, per me, è e resta fondamentale.
Parlando della trama stessa della storia, spieghi nel prologo che cosa ti ha ispirato a cominciare a scriverla. Io ti faccio una domanda diversa, ti chiedo che cosa ti ha portato a finirla? Avevi già il finale in mente o sei partita da un'ambientazione e poi la storia è venuta da sé?
No, per entrambe le storie avevo già il finale in mente. È difficilissimo che io cominci a scrivere un qualcosa, senza sapere già cosa voglio arrivare a raccontare. Poi magari durante il cammino mi vengono nuove idee, nuovi dettagli, ma il finale so sempre quale deve essere prima di scrivere la prima parola. Mi piace andare a letto la sera e pensare alla mia favola del momento. La sviscero, la studio. Do un'anima, un volto, un passato, un presente e un futuro ai personaggi. Li faccio parlare tra loro, interagire, confrontarsi prima di cominciare a scrivere. Mi sento molto bambina in questo, malgrado i miei 38 anni. Io, per un periodo della mia vita, che può durare poco o tantissimo, in quella particolare storia ci vado proprio a vivere. Non so come spiegare meglio, ci entro dentro, come se fossi una spettatrice silente e attenta. Finché lei non mi ha dato tutto io non la comincio. Per questo a scrivere una storia ci metto sempre relativamente poco, ma a studiarla ci metto tantissimo.
"Cronache di un sogno dalle ali piccole" è l'altra tua storia che ha vinto (e questa io non l'ho letta). Che cosa ci dici di questa storia? Che cosa la rende speciale, sia per te come autrice sia per un lettore che volesse iniziare a leggerla?
"Cronache di un sogno dalle ali piccole" per me è speciale per quattro motivi: il primo è la storia di amore tipicamente romantico tra i due protagonisti che, lo dico con ingiustificato orgoglio, secondo me sono piuttosto ben fatti. Robert è l'incarnazione di un uomo che mi piacerebbe poter conoscere. La sua cultura, il suo mondo luccicante fuori e squallido dentro, la sua solitudine nascosta e temuta. Emma invece è freschezza, voglia di farcela, gioventù, dolore e desiderio di felicità. Tutto mischiato insieme. Il secondo motivo è la musica e la riscoperta di una cultura che negli anni si è un po' fatta da parte. E non intendo solo la musica intesa come sonorità, ma tutto ciò che le ruota intorno. Nella mia storia si sentono, o almeno lo spero, gli scricchiolii dei teatri, l'emozione di un concerto, l'odore dei corridoi... Poi c'è il mistero, elemento che caratterizza praticamente tutto ciò che scrivo, che va a braccetto con un pizzico di paura che mi piace, o perlomeno mi piacerebbe, poter generare nel lettore. E poi c'è Roma. Casa mia. Questa è l'unica mia storia ambientata nella mia città. Ci sono anche Londra e Berlino ma, parliamoci chiaro, casa è sempre casa. Ultimo, ma non meno importante, è la mia prima storia originale, un pezzetto di cuore, insomma. Penso che un lettore possa appassionarsi ai personaggi e alla trama. Possa aver voglia di scoprire con loro sia l'altro che il mondo che li circonda. Parte piano, questa storia, sembra un semplice incontro tra due persone, ma poi... si capisce che non era la prima volta che una delle due vite intersecava l'altra.
Vedo che scrivi moltissimo, anche Fan Fiction. È così che hai iniziato a scrivere oppure quelle opere sono venute dopo? In altre parole, qual è stato il tuo percorso in quanto autrice? Da dove è iniziato, a che punto sei adesso, e dove vuoi arrivare?
Come avrai visto ho una passione viscerale per il personaggio di Severus Piton. Diciamo che, se ho cominciato a scrivere, è tutta colpa sua! Amo i personaggi complessi, difficili, pieni di sfaccettature e lui, a mio parere, incarna benissimo questo mio ideale di protagonista. Ho cominciato scrivendo di lui per gioco, così, per vedere se ero in grado di mettere una parola dietro l'altra senza vergognarmi da sola di quello che avrei letto. E no, non mi sono vergognata. Anzi, mi sono resa conto che, forse, qualcosa di buono da dire ce lo avevo. Ho pubblicato per la prima volta su questa piattaforma con il terrore che qualcuno, leggendo, avrebbe infranto le mie autoconvinzioni. Invece ho avuto seguito. Ho ricevuto stelline e commenti, dove per commenti intendo non solo il classico "bella, continua", ma proprio persone che si immedesimavano in ciò che scrivevo, che facevano domande, ipotesi. Alcune di loro mi hanno scritto che le emozionavo al pinto di piangere. Alcune che grazie alle mie parole avevano analizzato meglio alcuni aspetti della loro vita. Ora, tu capisci bene che sentirsi scrivere cose del genere dà un po' alla testa. Così ho pensato che forse, ma dico forse, potevo pensare di scrivere qualcosa di ancora più intimo, di più personale. E cosa c'è di più personale di un romanzo originale? Lì ci metti proprio tutta l'anima, lo infarcisci con il tuo mondo, il tuo essere. E così l'ho fatto. Ho scritto. Io non so se sono anche solo un minimo bravina, non ho la cultura né l'esperienza per giudicare, però quello che scrivo mi piace, ed è già un buon punto per una che si relaziona con solai, ballatoi e architravi per vivere.
Ma la cosa più importante è che scrivere mi piace da matti. Mi fa stare bene. Non so a che punto sono, so solo che voglio continuare a farlo. Mi piacerebbe vedere un mio libro pubblicato? Fare la scrittrice? Sì, sicuramente! Anche se amo follemente il mio lavoro, quello che mi permette di vivere, e non penso che lo lascerei mai.
Ogni tanto scrivo ancora fanfiction su Severus Piton, meno di prima ma lo faccio. È un po' un rifugio per me. Quindi gli originali si intersecano ad esse.
In questo momento il mio obiettivo è finire di studiare il nuovo romanzo che ho in testa. C'è già tutto. Personaggi, ambientazione, storia, finale e ultima parola :) mi manca solo qualche incastro e poi potrò cominciare a scriverlo. Perché quando scrivo io mi sento sulla cima del mondo!
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E questo conclude la nostra intervista. Cari lettori, non dimenticate di lasciare la vostra opinione, e se volete rivolgervi a questo autore personalmente, magari facendo anche altre domande, questa è l'occasione giusta!
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