VINCITORI DEI WATTYS 10.01

Il caffè letterario vorrebbe parlarvi di chi ha vinto i Watty per conoscerli come persone, per entrare nel loro mondo e avvicinarsi alle loro opere, quindi:

Tra un cappuccino bollente con doppia schiuma, e un pezzo di torta di mele, vi presentiamo:

OrnellaStocco3 VINCITRICE CON L'OPERA "Il bambino venuto dal freddo"

🎇VINCITORE WATTYS 2021🎇Quattordici anni e già un passato da adulto. Un adolescente problematico, con tutta la rabbia di un'infanzia che non vuole ricordare e che lo porterà molto vicino al punto di non ritorno. Questa che sto per raccontarvi è la storia di un bambino dal destino avverso fin dal suo primo giorno di vita. Tratto da una vicenda personale, narra, nella prima parte del racconto, dell'esperienza avuta tramite l'affido familiare durante gli anni 2012/2013. Alcuni capitoli sono frutto della fantasia dell'autrice per rispetto verso le famiglie. Ci imbatteremo nella vicenda delicata di una coppia disposta a tutto pur di avere un figlio ma, parallelamente, di un'altra vicenda familiare da cui "tutto ha avuto inizio". Per riservatezza alcuni nomi di persona sono stati modificati. I luoghi in cui si svolge la storia sono reali. Grazie e buona lettura.

https://www.wattpad.com/story/262780205-il-bambino-venuto-dal-freddo-wattys2021

INIZIAMO A CONOSCERE L'AUTRICE

- Quando hai avuto l'idea di affrontare una tematica così delicata e perché?

L'affido familiare è stata un'esperienza per certi aspetti impegnativa e, a volte, anche faticosa ma ha saputo arricchire il mio vissuto con grande generosità. L'idea di scrivere un libro su questo argomento era nel mio animo da tempo, così pure la volontà di raccontare la storia di Serghei, il quale ha avuto un percorso di vita davvero particolare e drammatico. Questo mio desiderio però ha dovuto subire una frenata ed è stato accantonato per un lungo periodo per vari motivi: in primis volevo attendere che Serghei arrivasse alla maggiore età per coinvolgerlo in questo progetto letterario nel quale si sarebbe trovato compartecipe nel ruolo di protagonista. Altri motivi hanno tenuto in disparte il mio proponimento per qualche anno. La vita, con tutte le sue dinamiche (ho concluso il romanzo LA SPOSA IN GRIGIO PERLA, pubblicandolo in self publishing), complicanze familiari (mio figlio minore senza lavoro) e vari impegni lavorativi (ho collaborato con la Biblioteca Comunale per diversi anni, sono stata impegnata in una mostra allestita in Municipio dedicata alla Grande Guerra), tutto questo aveva, di fatto "bloccato" il mio intento senza farmi desistere dal portarlo a compimento: dentro di me sentivo che prima o poi sarebbe arrivato il momento giusto. Intanto però il tempo passava e di Serghei avevo perso le tracce, al numero di telefono in mio possesso non rispondeva; dopo i primi tempi in cui ci eravamo sentiti telefonicamente, non ebbi più sue notizie ma lo avevo sempre nel mio cuore. Un giorno, nel novembre del 2019, ci incontrammo per caso al supermercato. Era di fretta e, dopo i saluti affettuosi, ho potuto abbracciarlo poiché l'incontro è accaduto poco prima dell'inizio della pandemia, ci lasciammo, in modo piuttosto sbrigativo. Non ebbi il tempo di chiedergli il nuovo numero di telefono né di metterlo al corrente del mio progetto; dovevo elaborare bene la mia idea che stava prendendo sempre maggiore consistenza ma, Serghei, avrebbe accettato? Avrebbe acconsentito a rendere pubblica la sua storia pur celata sotto nomi di fantasia? A queste domande rispose il giorno in cui, dopo avere rintracciato un amico comune chiedendogli di avvisare Serghei che lo stavo cercando, gli annunciai la volontà di scrivere la sua storia e la nostra frequentazione nell'ambito dell'affido. Con mia grande gioia si dimostrò entusiasta dell'iniziativa. Potevo finalmente iniziare! IL BAMBINO VENUTO DAL FREDDO ha assunto consistenza nel febbraio del 2020.

Mentre leggevo la risposta mi sono resa conto di quanta fatica ci sia voluta per per mettere in ordine i vari "tasselli" e dare vita a questo progetto che va oltre alla semplice stesura di una storia.

-Quando hai avuto l'ispirazione per iniziare a scrivere? Come hai deciso di impostare il libro? Parli solo delle tue esperienze personali o ti soffermi anche sull'esperienza più pratica dell'affido?

L'ispirazione, o meglio, il semino ispiratore, è maturato, giorno dopo giorno, durante il periodo in cui Serghei ha intrapreso il percorso deciso dall'equipe del Centro Affido di Pieve di Soligo. Conoscendolo, questa è stata la grande sfida, ho capito molte cose del suo animo; un po' alla volta e senza forzature, sono riuscita ad addentrarmi nella sua fragilità di adolescente comprendendo la sua vulnerabilità, la sua rabbia e la sua ribellione verso ogni sorta di imposizione e regole. Sono venuta a conoscenza di fatti privati della sua vita davvero drammatici e imprevedibili. Tutta questa sofferenza, celata con difficoltà, lo aveva portato a compiere azioni scellerate, oltre a dover subire le conseguenze di un destino che gli è stato avverso fin dalla nascita. Inoltre volevo raccontare un aspetto sociale e umano di cui non si parla molto, ovvero dell'Affido Familiare. Il libro inizia con la narrazione del primo colloquio con l'assistente sociale e la psicologa avvenuto presso la ASL di Pieve di Soligo; naturalmente è necessario essere idonei e avere i requisiti per intraprendere un percorso il quale prevede una frequenza costante con un minore afflitto da varie problematiche. I primi quattordici capitoli sono dedicati all'esperienza umana, alle difficoltà incontrate nei primi tempi, alle delusioni, alle aspettative da entrambe le parti. Entro in merito, senza dilungarmi troppo, anche nell'aspetto burocratico e a tutto quell'insieme di impegni e responsabilità che un incarico come l'affido comporta. Durante la stesura del testo, ho però capito che scrivere solo ed esclusivamente dell'aspetto inerente la nostra frequentazione, ovvero, solo di noi due, poteva diventare noioso per il lettore quindi ho voluto incorporare anche le vicende relative al suo abbandono prima e alla sua adozione poi. Per rendere meglio l'idea, mi rivolgo a chi vorrà approfondire la lettura, il libro si compone di tre parti ben distinte (su Wattpad, per motivi legati alla piattaforma, il testo è suddiviso in ventiquattro capitoli più introduzione ed epilogo), la prima parte come già accennato ripercorre, fin dal mio primo colloquio a Pieve di Soligo, le tappe relative alla mia personale e umana esperienza, al mondo che gravitava attorno a Serghei in quel periodo e ai vari obblighi derivati dall'incarico di affidataria: colloqui mensili con assistenti sociali sia presso la mia abitazione, sia presso il Centro Affido a questi incontri vanno aggiunte le riunioni con cadenza anch'esse mensili, con le altre famiglie affidatarie. La seconda parte del testo, quella centrale, quella che emotivamente mi ha più coinvolta, ho voluto dedicarla alla famiglia di origine di Serghei (Sergey) e qui dovrei spiegare le dinamiche di questa parte ma non lo farò in questa intervista un po' perché mi dilungherei troppo ma soprattutto perché toglierei al lettore il fattore sorpresa. La terza parte è dedicata alla sua famiglia adottiva e, in particolare alla mamma adottiva il cui destino si intreccia fatalmente e dolorosamente con quello del piccolo Serghei.

Le tue risposte fanno capire chiaramente quanto sia importante possedere delle basi di "vita vissuta" e di conoscenza per poter dare vita a un bel lavoro letterario. Questo però non basta a tutto ciò bisogna unire anche una ottima tecnica (che tu possiedi). Che suggerimento daresti ai tantissimi ragazzi che scrivono su wattpad e quali libri gli consigli di leggere per aprire la mente e il cuore, considerando che hai anche collaborato con una Biblioteca Comunale?

Dare suggerimenti in fatto di lettura non è così semplice come può sembrare. Ognuno ha le proprie preferenze, i propri gusti. Per quanto riguarda gli autori presenti su Wattpad mi sono imbattuta in alcune storie scritte bene, a volte con una ricerca quasi maniacale della perfezione stilistica e grammaticale ma prive di emozioni. Personalmente preferisco una storia tecnicamente imperfetta ma in grado di trasmettermi emozioni a una narrazione impostata, a volte, anche da corsi vari di scrittura. Ti racconto un episodio accaduto qualche anno fa quando feci leggere a una cara amica scrittrice e giornalista la prima stesura (imperfettissima) de LA SPOSA IN GRIGIO PERLA per avere un suo parere. Ricordo anche che le chiesi, consapevole di avere grosse lacune, se non fosse il caso che seguissi qualche corso di scrittura. Lei mi rispose: Ornella, non ne hai bisogno, toglierebbe solo la spontaneità e l'aspetto emotivo che riesci a trasmettere nei tuoi scritti. Aveva perfettamente ragione! Purtroppo adesso la mia cara Sabatina non c'è più ma ricorderò per sempre le sue parole. La scrittura è un dono, non si impara, certamente va affinata, migliorata cercando un proprio stile narrativo e per arrivare a questo l'unica cosa è l'esercizio quotidiano: scrivere, scrivere, scrivere e ancora scrivere. Io dedico ogni giorno e questo da circa dieci anni almeno due tre ore di scrittura. Ho scritto tantissime brevi storie, quelle pubblicate su Wattpad sono solo una piccola parte. La mia prima palestra è stato il sito 20lines, poi sono passata a Intertwin poi a IL MIO LIBRO, poi sono approdata a Wattpad. Questo non significa che sia una scrittrice affermata, sarei stata pubblicata con importanti CE, e ho ancora moltissimo da imparare ma sicuramente, rispetto agli inizi, parliamo del 2012, penso di essere almeno un po' migliorata. Quindi il mio consiglio non è "cosa leggere" ma "quanto leggere" e anche in questo caso vale la regola: leggere, leggere e ancora leggere di tutto e di più e, essere curiosi; io ad esempio leggo davvero di tutto dalle etichette sulle bottiglie, alle confezioni alimentari, addirittura mi leggo i bugiardini perché sono lunghissimi. Va bè non prendermi come esempio, sono un caso disperato. Ahahahah. Parlando seriamente ho sempre letto tanto fin da bambina. Purtroppo in questo secolo, io sono nata fortunatamente nel precedente, i genitori regalano ai propri figli telefonini, tablet ecc... nulla in contrario ovviamente alla tecnologia che ci aiuta moltissimo ma, ai miei tempi alla Prima Comunione si regalavano libri, così come ai compleanni, questo per dire che un bambino, fin dai primi mesi di vita, ci sono libretti morbidi in tessuto oppure i cartonati, va abituato a prendere confidenza con l'oggetto "libro" ma soprattutto una casa deve contenere libri, i libri devono essere parte dell'abitazione come i soprammobili. In biblioteca, quando venivano le classi elementari, notavo, da come sfogliavano un libro e da come lo riponevano sullo scaffale, la differenza tra un bambino abituato alla lettura diversamente da chi di libri li aveva visti per la prima volta proprio in biblioteca. Sembra incredibile ma si vede benissimo quando i bambini non hanno libri sotto gli occhi, tutti i giorni, fin dal primo giorno di vita!

Purtroppo la nostra intervista finisce qui, ma sicuramente vi farà piacere sapere che Serghei è un giovane adulto sereno... dovrà sempre lottare contro il dolore del passato, ma dalla sua parte ha persone che lo amano e il ricordo di coloro che gli hanno teso una mano in un periodo difficile.

Ovviamente ringraziamo anche Ornella, mi sarebbe piaciuto continuare a parlare con lei per ore (cosa che sicuramente faremo in privato), ma non possiamo trattenerla oltre, noi del caffè vi consigliamo vivamente di leggere i suoi lavori e scriverle per conoscere una bravissima persona, ma anche grande autrice e donna di cultura.

Canzone: Enya - Only Time (Chi può dire dove va la strada, dove fluisce il giorno? solo il tempo! E chi può dire, se il tuo amore cresce come il tuo cuore scelse? solo il tempo!...)

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