Primo. I tre Moschettieri

I TRE MOSCHETTIERI

"Sono dentro da più di tre ore, maledizione!" urlò furioso Orso al cugino.

"Vuoi smetterla di urlare, dannazione? Sono ferito, non sordo!" sbottò Gabriel.

Orso sbuffò nervoso.

In effetti nessuno dei tre era ridotto molto bene. Erano seduti sul morbido, quello sì, dato che il pavimento sotto di loro era ormai composto da vari cadaveri. Vampiri, trasformati, randagi vari e anche qualche Guardia Scelta...la cui scelta, evidentemente, non era stata delle migliori.

Gabriel aveva un braccio ricoperto di sangue. Stava guarendo, ma l'avambraccio era stato aperto quasi fino all'osso dal colpo di un Alto Vampiro. Era stato trafitto da numerose lame, molte delle quali ricoperte di liquido viola, ma Joris li aveva talmente imbottiti di antidoto, che il letale veleno non stava sortendo su di loro effetto alcuno. La Guardia ringraziò mentalmente Joris, Gabriel era sicuro che senza non sarebbe stato più in grado di respirare da un pezzo.

Imprecò. Ilija stava pazientemente rimuovendo tutte le lame dal corpo dell'amico.

"Ilija dannazione!".

"Se stessi fermò" sbottò acido il vampiro "farebbe meno male, non credi? Dio, sembri una femminuccia". 

Ridacchiò contento, vedendo Gabriel sgranare gli occhi.

"Tu, sotto specie di pastore tedesco di razza!".

"Taci,  supposto veggente".

"Io non-".

"BASTA!" ruggì Orso. I due si girarono a guardarlo attoniti. Orso non era solito alzare la voce, se non quando era realmente furioso. E che fosse furioso non era una buona cosa. Per nessuno, loro compresi.

Gabriel sospirò.

"Orso, ti prego, devi avere pazienza. Il Vecchio ci ha spiegato che il tempo scorre in maniera diversa nel giardino".

"Ma noi abbiamo fatto una strage, Gabriel! Guardati intorno, il novanta per cento di quello che è in questa stanza è rosso. Non ci sono corpi! Solo un'indistinta macchia rossa!".

Ilija, lo fissò. Si alzò un attimo, lasciando Gabriel seduto su un qualcosa di rosso, appunto, e si avvicinò ad Orso.

"Orso" il ragazzo non rispose.

"Orso, devi ascoltarmi". Lui continuò a guardare qualche secondo davanti a sé, poi girò gli occhi, ma solo quelli, in direzione del vampiro.

"Cosa" mugugnò, con un'espressione ben lungi dall'essere quella di una persona predisposta all'ascolto.

"Senti, Mica è forte. Consta è forte ed il Vecchio...beh, lui è e basta. E non può non essere, quindi al limite correrà lui in loro aiuto. E poi sono nel Giardino ed il Giardino ha scelto Mica. La proteggerà con tutte le forze".

Orso lo fissò ancora qualche secondo, poi tornò a guardare davanti a sé, senza dire assolutamente nulla.

Ilija alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, arrendendosi.

Tornò da Gabriel, sussurrando.

"Testone".

"Ti ho sentito" ringhiò basso Orso.

"Lo so" rispose acido il vampiro. Incredibilmente un lato della bocca di Orso si increspò in un accenno di sorriso, che sparì subito come era apparso. Ilija e Gabriel, però, se ne erano accorti.

"Senti Gabriel, qui ci sarebbe da sistemare questo squarcio sul fianco. È davvero bruttino, anche tu non sei un bel vedere, se proprio vogliamo dirlo".

"Ha parlato Mr. Universo" Ilija lo guardò sbalordito.

"No, scusa, chi è che sta aiutando chi? Se proprio devi essere così scorbutico fatti aiutare da tuo cugino".

"Sei un po' troppo suscettibile" rispose l'altro acido.

"Dio, ragazzi non mi aiutate" disse Orso premendosi pollice e indice alla base del setto nasale.

I due si guardarono con aria colpevole e tacquero.

All'improvviso la tuta di Orso si attivò, senza alcun motivo apparente.

"Ehi, gigante senza cervello mi senti?" tuonò Joris.

"Ehi, ehi, prima di tutto non chiamarmi più così, specie di segaossa eterno! E poi come hai fatto a riattivare la mia tuta a distanza?".

Silenzio.

"Ho chiesto come hai fat-" ma sentì una mano toccargli il braccio. Si girò e trovò Gabriel, che guardava dietro di lui.

"Joris ti richiamo" mormorò.

"Credo sia meglio" rispose lui freddo. 

"Attento" concluse.

Si girò ed un uomo molto alto, moro e con gli occhi completamente bianchi, come quelli di Gabriel quando usava il suo dono, era davanti a loro sulla porta di ingresso al tempio.

La sua armatura sembrava molto antica ed anche le armi che portava. Antiche e numerose armi. I ragazzi si guardarono a lungo. Gabriel aveva riattivato la sua armatura, nonostante pieno di ferite.

Ilija si era alzato e guardava l'uomo impassibile.

"Cacciatori, Alto Vampiro" fece un accenno con la testa. I ragazzi lo guardarono senza rispondere, studiando l'uomo davanti a loro.

"Non sono qui con propositi bellicosi" affermò l'uomo senza alcun tono "sono stato semplicemente mandato ad informarvi che i vostri amici stanno bene".

Orso guardò gli altri due.

"Perché dovremmo crederti, chiunque tu sia?".

L'uomo assentì.

"La tua domanda è lecita, Cacciatore. Ecco qui" allungò lentamente la mano, per far vedere cosa contenesse. All'interno della mano vi era un recorder. Orso avvicinò lentamente la sua per prenderlo con delicatezza. Quando fu quasi vicino a toccarlo guardò ancora l'uomo, che lo incoraggiò a prenderlo con un gesto gentile del capo.

Lui lo prese delicatamente.

Gabriel lo fissò curioso. Si disposero in cerchio, sempre attenti a non dare le spalle all'uomo che era rimasto ad osservare impassibile.

Sfiorò il recorder e questo proiettò il volto sorridente di Mica. Sussultarono e poi sorrisero.

"Ciao ragazzi!" disse dolce la sua voce "anzitutto stiamo bene, tutti e tre. Io ero conciata un po' malino, ma sappiate che il cuore di Moreau stava decisamente peggio. In mano mia intendo, difatti l'ho gettato lontano, è stato più disgustoso che soddisfacente" disse con un ghigno birichino, per poi aggiungere una smorfia disgustata.

"Consta sta meglio di me, anche se lo hanno sottoposto ad una prova che non deve essere stata piacevole, visto come ne era uscito. Il Vecchio" si fermò e sorrise"beh, il Vecchio è il Vecchio" alzò le spalle, senza aggiungere altro.

"Dopo avervi rassicurati, vi dirò alcune cose. Orso: smettila di disperarti e far impazzire quei due poveri ragazzi. Lo so che probabilmente stai sbraitando come un matto! Io sto bene, quindi stai calmo. Gabriel: sei il solito, scommetto che sei ricoperto di ferite e spero ardentemente che tu stia litigando con Ilija, perché vuol dire che non ho perso nemmeno un membro della mia famiglia. Ilija: almeno tu che hai buon senso, convinci questi due stupidi a tornare a casa. Io e Consta rimaniamo qui un paio di giorni per...uhm...tornare in forze e quelle cose là".

"Quelle cose là?" chiese Orso infastidito.

Gabriel ed Ilija lo guardarono eloquentemente.

"Va bene, non voglio nemmeno pensarci" fece una smorfia disgustata mentre gli altri due ridacchiavano.

"Per il resto ragazzi, questa folle storia sembra essersi conclusa. Il Vecchio non ha voluto dirci che cosa sia accaduto con il Maestro e noi non abbiamo insistito. Lui rimarrà qui. La sua pena è stata scontata e lui ha acconsentito a prendere il posto che gli spetta all'interno del Consiglio". Sospirò.

"Io-" si interruppe e guardò da un'altra pare. Sospirò ancora.

"Io potrò tornare...per ora" ci fu ancora un attimo di silenzio. Poi sorrise nuovamente.

"Ma prima o poi dovrò tornare qui, spero il più tardi possibile. L'unica cosa che voglio ora è stare con tutti voi e farvi impazzire il più impossibile. Ora basta, che Consta richiede le mie attenzioni!" disse ridacchiando.

"Non essere geloso Orso" fece un occhiolino e ridacchiò ancora.

"Ragazzi andate a casa. Riposate qualche giorno, la Pagoda si occuperà di-" guardò imbarazzata qualcuno che loro non potevano vedere "ripulire tutto ecco. Quindi ci vediamo fra un paio di giorni! Vi voglio bene!". Soffiò un bacio ed il recorder si spense.

Orso diventò rosso come un semaforo.

"NO DICO!" sbottò rabbioso "io sono qui che mi preoccupo e mi dispero, che mi strappo i capelli e medito di rischiare la morte entrando nel Giardino e lei cosa fa? Fa...fa...quello che fa, dannazione!" stava virando al viola.

Gabriel scoppiò a ridere seguito a ruota da Ilija. Lui li fulminò con lo sguardo, ma iniziò a riprendere il suo colore naturale.

"Cosa?" chiese irritato.

"Sembri una mamma apprensiva!" rise ancora Gabriel.

"Le hai chiesto se avevano preso precauzioni?" disse Ilija, ridendo ancora più forte, trascinando dietro anche l'amico.

"Ma dico, siete impazziti?" li guardò Orso con le mani sui fianchi, proprio come una mamma, appunto. Appena se ne accorse le distese lungo il corpo. Diventò nuovamente rosso come un peperone.

"Certo, io mi preoccupo e voi ve ne fregate. Bei cugini, ah sì. Me ne ricorderò".

Li altri due ragazzi ridevano ormai senza freno, Ilija addirittura con le lacrime agli occhi. Orso li guardò offeso e si girò verso l'uomo, che aveva a sua volta un accenno di sorriso, che prontamente sparì davanti all'occhiataccia di Orso.

"Bene, io ho eseguito il mio compito. Dovevo restare nel caso voleste registrare un messaggio a vostra volta".

Ilija e Gabriel si guardarono l'un l'altro, facendo uno scatto verso il recorder, che però Orso portò in alto con la mano.

"E ora? Visto che sono l'unico che si preoccupa? MHM?".

"Dai" gli diede una gomitata Gabriel "lo vuoi fare anche tu".

Orso cercò di darsi un contegno e per qualche secondo ci riuscì. Poi scoppiò a ridere anche lui.

Aprì il recorder. I tre ragazzi si guardarono ghignando. Poi guardarono davanti ed urlarono in coro

"PRENDETE PRECAUZIONI" ridendo come matti.

Chiusero la registrazione.

"Vedo già Consta fare tutti i colori" rise alle lacrime Ilija.

"Poveri noi! Quando torna, Mica ci fa a pezzi!" disse Orso.

Poi si girò verso l'uomo.

"Ehm" disse cercando di essere serio "ecco, questo è il messaggio, la ringrazio" cercò di non scoppiare a ridere.

"Mi assicurerò che lo leggano immediatamente" disse l'uomo con un malcelato sorriso.

Come sparì i tre ragazzi iniziarono a ridere più forte di prima.

"Oddio ra-ragazzi!" iniziò Ilija.

"No, ti pr-prego, basta non di-dire altro" rispose Gabriel.

"Ora ba-basta" disse Orso asciugandosi lacrime immaginarie "visto che qui ripulisce la Pagoda, noi andiamo a casa a renderci un po' meno..." si guardò un attimo e poi guardò gli altri "a renderci un po' meno rossi" scoppiarono a ridere nuovamente, mentre si avviavano verso casa, lasciandosi quell'incubo alle spalle.

Arrivarono a quella che una volta era la sede della Lega, trovando l'ombra di quella che un tempo era l'anima della Lega stessa. Purtroppo lo spettacolo all'interno non era molto diverso da quello che avevano lasciato essi stessi alla Pagoda. Gabriel ed Orso camminavano lentamente lungo i corridoi, chiudendo via via che passavano gli occhi dei giovani cadetti. Non aveva nessuna importanza da quale parte avessero combattuto. Erano tutti giovani, erano tutti Cacciatori, erano tutti familiari. Ed erano tutti morti.

Così, mentre procedevano verso il laboratorio di Joris, i due ragazzi cercavano di rendere dignità ai poveri corpi ai loro piedi. Con loro grande meraviglia, anche Ilija fece lo stesso, aiutandoli nel compito. Allo stesso modo lo faceva con i suoi, sebbene non con tutti.

"Ilija" mormorò Gabriel confuso.

"Io, al contrario di voi, posso sapere chi di loro ha tradito. E non renderò merito o dignità alcuna a chi ha permesso che la sua stessa famiglia fosse sterminata, che ci siano riusciti o meno". Il suo tono era duro ed i ragazzi gli si avvicinarono.

"So che non capite, ma...non cambierò idea, è così che deve essere fatto ed è così che sento di dover fare". I due ragazzi sorrisero tristi.

"Nessuno si intrometterà nella vostra morte, Ilija; ognuno la rispetta e celebra a suo modo e secondo la propria legge. Vogliamo solo ringraziarti per l'aiutare noi a rispettare la nostra" sorrise ancora Gabriel.

Il vampiro annuì, ancora teso.

Quando arrivarono al laboratorio di Joris, videro che anche di quello era rimasto ben poco, il lavoro dei vandali in quel luogo era evidentemente stato preciso ed efficiente. Era chiaramente voluto, non il risultato di uno scontro interno, ma la volontà precisa di distruggere la possibilità di salvare anche un solo Cacciatore.

Si guardarono intorno alla ricerca di Joris.

"Joris!" chiamò Orso senza alcuna prudenza, l'idea di dover spargere altro sangue in quel momento non lo preoccupava minimamente.

"Joris!" rincarò Gabriel.

"Stupidi Cacciatori!" rispose Joris stizzito "vi sembra il caso di fare tutto questo schiamazzo? Mi sembrate delle galline, perdio!". I due ragazzi si guardarono attoniti.

"No, scusa?" chiese offeso Orso.

"No che non ti scuso bestione, Kira sta riposando e anche i nostri piccoli cadetti, quindi fate poca confusione". Girò i tacchi ed entrò nella parte posteriore del laboratorio.

I tre ragazzi si guardarono e, alzando le spalle, lo seguirono senza proferire parola.

Rimasero letteralmente sbalorditi dallo spettacolo che si presentò loro davanti.

Dietro il retro del laboratorio di Joris, quindi nascosto agli occhi di chiunque per millenni, si apriva un'enorme struttura, anch' essa attrezzatissima, forse anche più dell'altra. Sembrava quasi la versione migliorata del laboratorio della Lega.

Orso scosse la testa divertito "Non sei solo immortale, sei un dannato genio del male!" ridacchiò incredulo.

"Intanto, bestione, io sono un genio punto. Inoltre la mia lunga esperienza mi ha insegnato che nell'animo di ogni uomo si annida l'oscurità e che basta un piccolo sussurro, una piccola spinta ben dosata, per farla prosperare".

"Inoltre non mi era mai piaciuto Moreau ed io raramente sbaglio nei miei giudizi, per lo stesso motivo di cui sopra. Come so per certo che siete tre stupidi che si sono baloccati finora piuttosto che venire ad aiutare il povero Joris".

"Noi non ci siamo baloc-" Joris zittì Gabriel con un'occhiata che non ammetteva repliche. Gabriel abbassò la testa.

"È che questo coso" disse Gabriel indicando Orso con le mani "era preoccupato per Mica ed aveva perso il controllo!".

"Ora perdi tu qualcosa cugino" ringhiò cupo Orso.

Ad un certo punto si sentirono tirare in basso per le orecchie. Joris li guardò pericolosamente.

"Ragazze o uomini?" chiese impietoso.

"Uomini" risposero loro.

"Bene, allora finitela e venite a salutare i sopravvissuti". I ragazzi annuirono sorridendosi come sempre. Cane e gatto.

Seguirono Joris all'interno di una delle stanze. All'interno trovarono Aurora, Kira e...Anja.

Quando vide i due ragazzi si irrigidì, nascondendosi istintivamente dietro la zia squittendo debolmente. I due Cacciatori la guardarono impassibili, nessuno dei due proferì parola. La ragazza si rilassò, ma il suo sguardo si fece triste all'indifferenza dei due amici.

Si girarono sorridendo ad Aurora.

"Salve Signora, sono contento che stia bene" mormorò Gabriel.

"Anche io" annuì Orso.

Ilija la guardò solo. La donna aprì le braccia e lui si strinse a lei come fosse la sua ultima ancora di salvezza.

"Artamon?" chiese apprensivo alla zia.

"Artamon sta meglio. È molto provato e per ora ancora non vede. Le torture inflittegli da Moreau, insieme all'esigua quantità di sangue che gli veniva somministrata, ha purtroppo creato danni molto gravi ad un fisico già provato" Ilija abbassò la testa, serrando la mascella.

"Ma ora è finita Ilija" disse dolcemente la donna, carezzandogli la guancia con il dorso della mano.

"Quello sicuramente" disse sorridendo cattivo "il suo corpo giace nel Giardino, molto lontano dal suo cuore" disse soddisfatto, nonostante quella vittoria avesse comunque un retrogusto amaro.

Si girò verso la sorella, che lo guardava con timore e disperazione. Si avvicinò a lei.

"Anja" sussurrò tendendole una mano. Lei la guardò come se non l'avesse mai vista, poi alzò lo sguardo confuso verso il fratello. Lui annuì, a conferma di quello che il suo gesto voleva dirle. Gemendo dolorosamente prese la mano che il fratello le tendeva e lasciò che lui la tirasse a sé, nascondendo la testa nel suo petto.

Iniziò a piangere ed in breve il suo corpo fu scosso da singhiozzi. Ilija la allontanò, tenendola sempre legata a sé.

"Non è tutta colpa tua, Anja. La tua mente era oscurata da Moreau e dal Maestro".

"Sì, ma...ma io ero già gelosa" abbassò la testa, mormorando ancora "io ero già gelosa". Lui annuì.

"Ma lo avresti fatto? Lo avresti fatto se fossi stata solo gelosa?".

La ragazza lo guardò riflettendo a fondo.

"No" disse sinceramente.

"Ma l'ho fatto" mormorò tristemente.

"E questo nessuno lo potrà mai cambiare, sorella. Puoi però cercare di rimediare. Magari con Constantin ci vorrà più tempo, ma so per certo che Mica ti ha già perdonato nel suo cuore. Da loro solo un po' di tempo, vuoi?".

Lei annuì, triste, ma speranzosa.

Una mano si posò sulla spalla di Ilija, che si voltò per trovarsi davanti un Gabriel incredibilmente serio. Lo fissò per sondarne le intenzioni, ma lui scosse impercettibilmente la testa, rassicurando l'amico. Ilija assentì e si spostò.

Anja indietreggiò, andando a sbattere nel letto.

"Non indietreggiare Anja. Non da me devi difenderti, ma dai tuoi fantasmi" Ilija trasalii al tono duro che il suo amico stava usando e fu tentato di intervenire. La mano di Orso si posò sul suo braccio, facendogli capire che non c'era rischio alcuno.

"Hai fatto una cosa stupida e di cui porterai la vergogna per il resto della tua vita. Non hai ragione di temere noi. Ora mostrami i tuoi occhi, Anja Cassian" la tenne immobile poggiandole le mani sulle spalle, in maniera dolce ma ferma.

Anja sembrò immobilizzarsi. Gli occhi di Gabriel si fecero bianchi, quelli di Anja persero colore e si specchiarono nei suoi. Durò qualche attimo. Poi Gabriel lasciò Anja, che quasi cadde. Lui fu veloce a sostenerla.

"C'è possibilità di redenzione in te Anja, il tuo cuore non è nero, la tua motivazione non era dettata da uno spirito malato, ma da un errato concetto di amore. Non temere, Anja Cassian, nessuno di noi è puro fino in fondo. Lotta per trovare il tuo posto Anja. Lo troverai, questo posso dirti, non altro".

Anja sgranò gli occhi alle parole del ragazzo, si girò incerta verso sua zia, la quale annuì, facendole capire che Gabriel sapeva. Lui sapeva perché era simile a lei.

"Gra-grazie Gabriel, seguirò il tuo consiglio" Gabriel fece un accenno di sorriso e le porse la mano, che lei strinse debolmente.

"Dai tempo anche a me, non ti sto rifiutando, Anja, solo dammi tempo. Mica è stata sempre la mia famiglia. Dammi tempo" lei annuì con gli occhi umidi. Gabriel si girò e lei si trovò davanti Orso. Abbassò la testa. Tremava dalla paura, ma sussultò quando lui la strinse forte. Restò rigida ed immobile.

"Non farlo mai più. L'amore è meglio di così. Tu sei meglio di così" sussurrò al suo orecchio, per poi allontanarsi e prenderle le mani piccole fra le sue. Quando lei scoppiò in singhiozzi, guardando ancora in terra, Orso alzò gli occhi al cielo.

"Ho già Mica da consolare, non posso occuparmi di tutte le donne della famiglia".

"Hai ragione, mammina" lo prese in giro Gabriel ed Orso lo fulminò con lo sguardo.

Ilija si avvicinò al ragazzo.

"Grazie Orso, sei incredibile, grazie".

"Sì grazie, grazie, ma di Orso non si preoccupa nessuno" si imbronciò lui scherzosamente.

"Io sì" disse una dolce voce alle loro spalle. Si irrigidirono tutti prima di girarsi.

Orso e Gabriel guardarono l'esile figura che sorrideva. Kira.

"Kira?" chiese timidamente la Guardia.

Orso non riusciva quasi a respirare.

"Di nuovo" alzò le spalle la ragazza.

I due si avvicinarono piano, come temendo che non fosse altro che un miraggio.

"Ehi, sono io, sono vera. Ragazzi!" li incoraggiò con la sua voce dolce.

Loro sorrisero, questa volta piangendo entrambi e la abbracciarono con delicatezza, sperando di non romperla.

"Oh, Kira, pensavamo...noi pensavamo" iniziò Orso a singhiozzare.

"Noi...ma tu sei qui, tu sei di nuovo qui" disse Gabriel.

"Sempre qui, non posso lasciare Mica con voi, non siete in grado di agire in maniera sensata". Si guardarono sorridendosi.

"Ci sei mancata. Io non avrei saputo cosa fare senza di te" mormorò Gabriel sempre piangendo.

"Oh, qualcosa avresti trovato, Gabriel" gli diede una leggera gomitata e Gabriel ridacchiò.

"Ecco, vedi, lo sa anche lei come sei fatto!" disse Orso borbottando.

"Ciao dolce Orso" disse lei prendendolo per il braccio ed abbracciandolo leggera.

"Ciao dolce, dolce Kira" sorrise lui.

"Beh, nessuno si preoccupa del dolce, dolce Joris" gli fece il verso da dietro Joris.

"Siete tutti qui a consolare le bambine, ma nessuno che si congratula con me che, vi faccio notare, ho riportato indietro la vostra amica dal mondo dei morti".

I due si guardarono e poi fissarono maligni Joris.

"Ah no, no no, state lontano stupidi Cacciatori, non mi interes-" ma non finì perché venne stritolato dall'abbraccio di Orso e Gabriel.

"Sei un genio Joris!".

"Il nostro eroe!".

"Va bene, va bene, lasciatemi, mi fate venire il diabete, siete la vergogna dei Cacciatori!" disse burbero Joris, staccandosi seccato da loro.

"Bene" disse con un sorrisino soddisfatto "anche se abbiamo molto da fare, vi rimanga bene a mente che mi dovete una bevuta, gli abbracci non contano come compenso per i miracoli".

"Mi pareva" alzò gli occhi al cielo Orso.

Quando si girarono videro Ilija parlottare con Kira; entrambi avevano stampato un sorriso sul volto, dolce quello di Kira, ebete quello di Ilija.

"Ma guarda che faccia da ebete ha il vampiro" ridacchiò sottovoce Gabriel, tirando una gomitata al cugino.

"Però Kira è contenta" ridacchiò Orso "tutti i gusti...".

"Vi sento" disse seccato Ilija senza girarsi.

"Lo so" rispose acido Orso ripetendo le sue parole alla Pagoda e strappandogli un sorriso.

"Dio, come siete sentimentali" disse disgustato Joris "comunque il succhiasangue lì non è affar mio, piuttosto voi due!" li redarguì facendoli sussultare.

"Qui c'è tutto da rimettere a posto! Cosa credete, che farò tutto da solo mentre voi dormite il sonno dei giusti? No davvero. Forza muovetevi!".

"Joris, almeno una doccia!" esclamò Orso indicando il sangue che lo ricopriva da capo a piedi.

"Va bene fighetto, vai a casa a lavarti" lo liquidò lui con un gesto della mano.

"SCUSA? Come mi hai chiamato?" ruggì Orso.

"Hai sentito benissimo. Fra mezz'ora qui".

Gabriel ed Ilija scoppiarono a ridere come due matti.

"Quindi" disse maligno Joris a Gabriel "tu non ha bisogno di pulirti, visto che ridi di Orso, giusto?".

Lui si immobilizzò e sgranò gli occhi.

"Oh no, io sono un fighetto, lo sai, sempre stato" sghignazzò come un pazzo.

"Ecco, bentornata la Gaurdia. Ti preferivo prima, santo cielo. Sparite, avete mezz'ora, ve lo ho detto e non amo ripetermi".

Si girò e sparì in un'altra stanza.

I due ragazzi ridacchiarono e si avviarono a casa. Si fermarono accanto ad Ilija e Kira.

"Dolce Kira, torniamo subito" disse Orso. Lei annuì di rimando.

"Ilija" disse malizioso Gabriel "resti così ricoperto di sangue per mantenere lo stile tradizionale di voi vampiri o vieni a cambiarti?".

Il vampiro lo fissò con gli occhi sgranati e gli soffiò come un gatto, mentre l'amico ridacchiava.

"Vai pure Ilija, parliamo dopo, magari" disse dolcemente Kira.

I ragazzi giurarono di averlo visto arrossire e sorrisero.

"Vieni sanguefreddo...forse" lo trascinò per la manica Orso ridendo cattivo.


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