56
Jazmine
«Avanti!»
Qualcuno bussa alla porta della mia camera e ovviamente do il permesso di entrare mentre finisco di sistemare il letto.
«Ehi Jaz! Mi hanno detto che stasera non vieni...»
È Sara, che con il suo solito fare allegro mi interpella.
«No, non mi va...sono stanca...»
Non penso che mia sorella creda a questa bugia che mi sono inventata sul momento.
La verità è che non voglio dire la verità a nessuno, un po' perché mi vergogno, un po' perché mi prenderebbero in giro a vita.
«Jaz...»
Sara mi richiama e quando alzo gli occhi la vedo fissarmi con quella sua solita espressione da tanto non me la bevo.
Che palle però!
«Ok ok...solo se non lo dici a nessuno.»
I suoi occhi azzurri si illuminano e saltellando annuisce; le faccio segno di chiudere la porta e di sedersi accanto a me sul materasso.
Faccio un respiro profondo e apro il cassetto del comodino che si trova accanto al mio letto, ne estraggo un foglietto di carta e glielo porgo senza aggiungere nulla, il biglietto parla da sé.
Ehi Jaz, domani gli altri escono e a parte che non mi va di andare con loro, vorrei passare una serata da solo con te...ovviamente se vuoi andare fai pure, ci sarò anche io
Lando
Ovviamente la reazione che ne segue me l'ero già immaginata: bocca spalancata e incredulità.
Dio, ma io lo sapevo di dovermi cucire la bocca e non dirle niente.
«Quindi seratina romantica con Lando?»
Sara mi guarda alzando e abbassando le sopracciglia un paio di volte; certe volte ringrazio davvero tanto di avere la pelle scura che maschera tutto il mio imbarazzo.
«Non so cosa vuole fare, non mi rompere che sono già abbastanza agitata di dover stare da sola con lui.»
Mi sistemo i capelli e volgo lo sguardo alla finestra della mia camera che mi mostra il mare e le onde che si infrangono.
Sono agitata? No, sono terrorizzata all'idea che saremo soli in una casa così grande e poi sappiamo tutti cosa succederà, Lando è proprio quel tipo di ragazzo.
«Ok aspetta un secondo, torno subito.»
Sara scatta fuori dalla porta e in meno di un minuto torna da me lanciandomi una convenzione blu prima di sistemarsi nuovamente davanti a me.
«Ringraziami domani per essere la sorella migliore del mondo.»
Sara si da arie, ma non appena noto cos'è effettivamente quella confezione vorrei tirargliela addosso.
Preservativi...evidentemente ha capito meglio di me cosa succederà stasera.
«Sara...ma ti sembra il caso?!»
«Senti, so bene cosa significa quel vorrei passare una serata solo con te, ci aveva provato anche Max quindi prendili, sono quelli che usiamo io e Max, ma non penso che stasera ci serviranno...o al massimo ci arrangeremo in altro modo.»
«Ma che schifo Sara, cristo! Riprenditeli!»
Prendo la confezione e gliela tiro in testa.
Che schifo davvero!
Ma poi pensandoci bene se proprio Lando vuole arrivare a quel punto si sarà arrangiato in qualche modo, no?
«Dai non fare la cretina, la tua prima volta sarà meno preoccupante così.»
Oh già, si certo...la mia prima volta.
«Aspetta un momento...»
Probabilmente Sara ha colto il mio disperato e fallimentare tentativo di mascherare il fatto che la mia prima volta è stata già qualche anno fa.
«Non è la tua prima volta? Sono tua sorella, perché non me l'hai mai detto?!»
Sbuffo alzando gli occhi al soffitto.
Ecco lo sapevo, ora dovrò spiegare tutto.
«Ma perché non ti vengo a dire ehi sorella ieri ho scopato con un amico di Charles»
«Un amico di Charles...immagino che lui non lo sappia.»
Esattamente e non dovrà mai saperlo!
«Lando lo sa?»
Scuoto la testa, non so davvero se lui pensi che sia la mia prima volta o meno; mentirgli non mi piace affatto, ma non amo neanche spifferare in giro le mie esperienze sessuali.
«Dovresti dirglielo.»
Si certo e io mi presento stasera e gli dico senti Lando io non sono vergine e tutta l'atmosfera va a puttane.
«Non posso...»
«Si arrabbierà, non tanto perché non è stata la tua prima volta, ma perché non sei stata sincera con lui.»
Sospiro; Sara ha ragione, ma non ne ho il coraggio.
«Sei pronta? È arrivata la cena.»
Lando sbuca dalla porta semiaperta proprio nel momento in cui mi stavo sistemando una maglietta decente per poter cenare al piano di sotto con lui.
Non che io mi sia vestita elegante, rimaniamo pur sempre a casa, ma stare con il pigiama non mi sembrava del tutto rispettoso nei confronti di Lando; e comunque sia anche Lando si è cambiato, quindi ha avuto la mia stessa idea.
Annuisco alla sua domanda e lo seguo al piano di sotto. Ciò che mi stupisce però è che Lando mi fa strada verso la vetrata che dà sulla spiaggia.
«Vieni, ho preparato fuori.»
Beh di questo sono abbastanza stupita, non mi sarei mai immaginata che Lando potesse essere un tipo da cena più o meno romantica in riva al mare.
Mentre mi accomodo, il sorriso che si è formato sulle mie labbra non svanisce e proprio in quel momento capisco che l'essere dura non Lando non ha mai funzionato.
Sono sempre stata sarcastica e con una corazza di ferro quando si trattava di lui, soprattutto da quando mi ha trattata con sgarbo, ma poi ha sempre cercato di rimediare perché in fondo anche lui provava qualcosa e di questo gliene sono più che grata, non so cosa avrei fatto se avessi perso del tutto quel minimo di interazione che avevamo.
Sul telo sono già sistemati due sacchetti di carta, i quali immagino che contengano la nostra cena.
Lando estrae una vaschetta di plastica dal primo sacchetto e me la porge; contiene il mio piatto di sushi preferito, al che alzo immediatamente lo sguardo verso di lui.
Come lo sapeva?
«Charles si lamenta sempre di te e del tuo sushi, pensavo che sarei andato sul sicuro ordinando quello...»
E infatti ci hai azzeccato caro Lando!
Dall'altro sacchetto Lando estrae ancora una vaschetta di plastica che però noto contenere qualcosa come una cotoletta o comunque non pesce.
«Scusami, ma non mi piace il pesce.»
Rido di gusto perché Lando è proprio ingenuo, probabilmente non sa che al giapponese non c'è solo il sushi.
«Sai vero che al giapponese puoi prendere cose come i ravioli o gli involtini primavera?»
Lando mi guarda con gli occhi sgranati.
Ecco appunto non lo sapeva.
«Me ne farò una ragione sperando che questa cotoletta sia quantomeno decente.»
Entrambi ci fiondiamo sul cibo e per parecchi minuti non proferiamo parola.
Nonostante tutto, nonostante le nostre uscite, siamo ancora molto timidi l'uno con l'altra.
«Sta andando bene la stagione...»
Prendo con le bacchette un involtino e lo porto alle labbra; non so di cosa parlare e il suo lavoro è forse l'unica cosa che ci accomuna.
«Non voglio parlare di lavoro.»
«Oh...»
Abbasso lo sguardo sulla mia vaschetta riponendo le bacchette all'interno.
«Vorrei chiederti una cosa...»
Alzo nuovamente lo sguardo e vedo Lando intento a tagliarsi un pezzetto di carne.
«Non so però se è il caso o meno...potrebbe irritarti, forse...»
Ho già capito cosa vuole sapere, tutti fanno le sue stesse premesse quando stanno per chiedermi dei miei fratelli, della mia vita, del mio cognome e del colore della mia pelle.
«Chiedi pure...»
Lando esita un istante, poi però posa le posate e si sistema a gambe incrociate.
«Cosa c'entri tu con i Leclerc? Non ho mai avuto il coraggio di chiederlo a Charles...»
Nonostante la domanda, probabilmente anche con una certa sorpresa di Lando, sorrido. Mi va di raccontargli qualcosa di me, anche perché pensandoci bene sa veramente poco.
«Facendola breve sono la loro sorellastra.»
«Fin qui c'ero. Ma ti hanno...adottata?»
«Non proprio...Hervé è il mio vero padre, mia madre non so chi sia, so solo che da quando ne ho memoria chi c'è sempre stata è Pascale...che è diventata la mia mamma in ogni senso, mi ha accettata e non mi ha mai fatta sentire fuori luogo e diversa rispetto ad Arthur, Sara e Charles.»
Mi stringo le gambe al petto e mi fisso i piedi.
Un po' malinconica lo sono ora.
«E non vorresti...sapere chi è tua mamma?»
«Non lo so...cioè sì, ma anche no. Alla fine non cambierebbe nulla, Pascale è mia mamma e sapere che ne ho un'altra ma che non fa nulla per me, non cambia assolutamente nulla...»
Non mi sono mai veramente posta questa domanda, davvero ormai per me mia mamma è Pascale e i miei fratelli sono quei pazzi spostati dei Leclerc e io li amo.
«Scusa, ti ho resa triste...porto dentro le cose...»
Lando si alza dal telo e prende tra le mani ogni cosa che ci è servita per mangiare.
Nel frattempo, mi sistemo meglio sul telo e mi stendo per osservare le stelle.
Da qui si vedono un sacco di cose, ho sempre amato guardare le stelle nelle sere in cui non riuscivo a dormire o mi sentivo particolarmente malinconica.
Chiudo gli occhi e faccio un bel respiro profondo.
Lando mi ha davvero messo curiosità ora, mi ha piantato nella testa quel tarlo del chi può essere tua madre? e già so che continuerò a pensarci per giorni, il che non so se è un bene o un male.
Quando sento Lando sedersi nuovamente accanto a me, sto per aprire gli occhi ed alzarmi, ma ciò che mi frena è proprio Lando che sopra di me ha appoggiato le labbra sulle mie.
Non è la prima volta che ci baciamo e ogni volta è magnifico, le sue labbra sono davvero morbide e giocano con le mie con molta delicatezza.
Mi unisco al bacio prendendo il viso di Lando tra le mani e chiudendo nuovamente gli occhi.
Successivamente Lando abbandona il bacio e si piega ancora su di me per baciare il mio collo.
Lo lascio fare inizialmente, bacia la mia pelle in modo dolce e attento.
«Lando...»
Qualcosa mi dice però che non devo, non devo lasciare che Lando oltrepassi la mia corazza.
«Non preoccuparti, andrà tutto bene.»
Faccio un respiro profondo allora, e lo lascio continuare.
I suoi baci non sono male, dopotutto non mi sarei neanche aspettata di sentirmi così bene e a mio agio.
«Entriamo?»
Annuisco piano nel momento in cui i nostri sguardi si incontrano e quando Lando si alza e mi tende la mano, la afferro.
Optiamo per andare in camera sua e una volta dentro, il tempo sembra quasi fermarsi.
Lando chiude la porta alle sue spalle e con passi svelti viene verso di me prendendomi di peso e portandomi ai piedi del letto.
Lo bacio costantemente e non mi fermo neanche quando vengo lasciata andare sul materasso e Lando cerca di spogliarmi.
Faccio lo stesso con lui e in poco tempo la nostra pelle è a contatto l'una con quella dell'altro e non desideriamo altro in questo momento.
Il suo corpo caldo sopra di me sembra quasi proteggermi da tutto ciò che ci circonda e quando finalmente entra dentro di me, capisco quanto in realtà io abbia sempre voluto un simile contatto con lui, nonostante abbia sempre fatto la dura e la menefreghista.
«Abbiamo un problema.»
Mi rotolo sotto le coperte dalla parte opposta rispetto a dove la mia attenzione era rivolta.
Non è possibile che ogni volta debbano esserci dei problemi.
«Dove lo butto questo?»
Lando mi mostra il preservativo che abbiamo usato fino a poco fa e che momentaneamente è adagiato sul comodino accanto a lui.
Non lo facevo così ritardato.
«Ma buttalo nel cestino che ne so!»
«Non riesci ad essere gentile neanche dopo la scopata più bella della tua vita, è incredibile!»
Roteo gli occhi.
«E tu il modesto quando?»
Incrocio le braccia sopra il lenzuolo fingendomi seccata da questa sua uscita.
Lando però mi si avvicina e mi prende il viso tra le mani.
«Sei stupenda quando sei seccata, ma lo sei ancora di più quando sei seccata e nuda nel mio letto.»
Ma che romanticismo!
«Piuttosto...il vero problema è tua sorella.»
«Le ho già scritto di andare a dormire in camera tua.»
"Come non farsi beccare", autore Lando Norris.
«Stanotte non dormirai sola.»
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