9: #Conversando


Una leggera brezza aveva reso l'aria più respirabile in quel Cardiff, l'afa asfissiante sembrava già un vago ricordo. Il venticello ha permesso a Richard di recuperare il sonno perduto, di ritemprarsi e di ricaricare la mente. La tenda della sua stanza da letto sventolava delicatamente e un alito di vento sfiorava la sua schiena nuda. Nonostante i mille pensieri che lo attanagliavano, alla fine Richard è caduto in un sonno profondo, un meritato riposo. Finalmente la storia con Ryan si era messa ben in chiaro, non solo sesso orale e baci fugaci sotto le gradinate, i due ragazzi parevano ben intenzionati a capire cosa c'era sotto questa latente attrazione fisica. 

La cenetta in riva al fiume è stato un gesto molto romantico e Richard, in questo modo, ha potuto capire cosa si celava dietro i silenzi del sexy quarterback; ma su di lui aleggiava uno spettro, un altro ragazzo, un flirt virtuale che non sapeva spiegarsi. Benchè il sonno di Richard era calmo e placido, non riusciva a smettere di pensare al fatto che Joackson_Ford, modello di Calvin Klein, tramite Instagram, gli aveva inviato il suo numero di telefono "Ti voglio conoscere" c'era scritto nel messaggio "Provi anche tu la stessa cosa" continuava.

Ed era così, il modello non mentiva e Richard lo sapeva. Si coprì con il lenzuolo per ripararsi da quella leggera brezza che entrava nella sua stanza, e quasi incredulo rilesse il messaggio. Si svegliò con quel pensiero, come se volesse trovare una ragione in mezzo a tutta questa follia. Spulciò il suo Instagram profilo e vide che, le ultime foto pubblicate, lo ritraevano ad un evento mondano, forse un'anteprima cinematografica, e Richard vide che era mano nella mano con un ragazzo, forse più giovane, che aveva stampato in viso un sorriso smagliante. "Non ci sto capendo nulla" sospirò mentre posò di nuovo il cellulare sul comodo e cercò di prendere sonno. Non voleva tradire la fiducia di Ryan, non voleva mandare a monte le promesse che si erano scambiati solo qualche ora fa, eppure Richard era curioso di conoscere il misterioso Jackson, capire cosa realmente volesse da lui e soprattutto se tutto questo era uno scherzo di poco gusto. Era tutto troppo surreale, come poteva una semplice foto dare vita a tutto a questo? Certo Jackson era un modello, aveva un fisico statuario, era il tipo che piaceva a Richard e, soprattutto, viveva una vita meravigliosa, la vita che il ragazzo di Cardiff vorrebbe vivere. "Perché lui è infelice, nonostante ha tutto il necessario per vivere felice?" pensò Richard fra il dormiveglia. "Lui è un modello, ha la fama, i soldi ... come può vivere in questa condizione? Perché afferma di avere un peso in petto grande come un macigno?"

Era incomprensibile che un ragazzo bello, ricco e testimonial di una fra i marchi di moda più famosi, potesse convivere con un dolore così grande. Era questo che, in un certo qual modo, stuzzicava l'attenzione di Richard "Si, dopotutto è la mia estate, non mi devo precludere nulla". Che sia uno scherzo di poco gusto o che tutto questo risulti a verità, Richard avrebbe chiamato il misterioso modello, lo avrebbe fatto anche se provava un trasporto nei riguardi di Ryan, anche se Emma avrebbe detto "Non lo fare", lui lo avrebbe fatto, nonostante gli impedimenti.

Senza accorgersene la notte stava per lasciare posto ad una giornata fresca ma soleggiata. Richard si sentiva riposato, avrebbe voluto dormire qualche ora in più, ma la mente gli remava contro, così si alzò dal letto e guardò il sole che sorgeva e illuminava tutta la città di Cardiff. Scattò una foto, il contrasto luci e ombre era bellissimo e il ragazzo voleva immortalare questo momento. "Che bella foto" disse mentre si appoggiò al davanzale della finestra e si fermò a guardare il panorama consapevole del fatto che, oggi, sarebbe stato un giorno diverso dal solito, un giorno in cui avrebbe dovuto affrontare la strana situazione in cui era inconsapevolmente caduto.

                                                                                               ***

Questa volta non gli disturbava il fatto che mamma Salinger era già all'opera in cucina, Richard aveva fame, aveva bisogno di rifocillarsi, di avere le forze necessarie per affrontare la giornata che aveva di fronte. Aveva già mandato il buongiorno a Ryan, ma erano appena le 7 di mattina "E' ovvio che non mi risponde" come aveva anche scritto ad Emma chiedendo un appuntamento allo Shooter per poter parlare della situazione. Con l'amica del cuore voleva essere sincero.

Indossò una canotta che aveva lasciato giorni fa sulla sedia, si lavò il viso e si diresse in cucina.

"Da quando sei diventato mattiniero?" domando mamma Salinger con un sorriso smagliante. "Ti preparo i punkakes?" disse

"Si, ho un po' di fame" asserì Richard mentre si accomodò sullo sgabello

"Ieri sera non hai cenato?" domandò sospettosa

Richard non poteva (o forse non voleva) rivelare che tutte le energie le ha spese per baciare Ryan vicino alla foce del fiume, quindi optò per mentire spudoratamente "Si, certo. Solo che ho mangiato solo un tramezzino ed ora ho un buco allo stomaco"

"E dove siete andati?"

"Cosa si può fare in questa città, mamma. Siamo stati allo Shooter. Anzi raggiungerò Emma più tardi e credo che ... ci sarà anche un mio amico di scuola" disse Richard riferendosi a Ryan. In realtà non sapeva se avrebbe visto o meno il quarterback, ma voleva vedere la reazione della mamma.

"Questo ragazzo lo conosco? Chi è?" domandò sospettosa mentre terminava l'impasto dei punkakes.

"Frequenta la mia stessa scuola. Perché ti fa strano? Credi che all'infuori di Emma non posso frequentare nessuna altro?"

"No, anzi..." tergiversò

"Comunque a pranzo saremo da soli o ci sarà anche papà?" domandò Richard "Ho bisogno di parlarvi" avrebbe toccato l'argomento università.

"Cosa hai da dire, Richard?"

"Non quello che tu pensi. È un altro argomento che sento il bisogno di affrontare con voi. Non farne una tragedia greca"

"Lo sai che la gente mormora ..." sussurrò mamma Salinger

"Non me ne fotte un cazzo della gente. Lo sai cosa sono in realtà, quindi credo che te ne devi fare una ragione" disse Richard quasi irritato

"Quindi non ti frequenti con Emma?" domandò sua madre

"Mi hai fatto passare l'appetito. Ci vediamo a pranzo, ora non riesco a parlare con te o potrei dire cose di cui mi pentirò" e tornò nella sua stanza sbattendo la porta dietro di sé.

Lasciò la madre da sola in cucina e non si preoccupò di suo padre che, sentendo il trambusto, si alzò dal letto. Richard in attimo si era infuriato, non capiva il perché la sua famiglia potesse essere così bigotta e chiusa mentalmente "Non c'è niente di male ad essere un omosessuale" disse il ragazzo fra i fumi della rabbia "Ryan ha ragione, li devo affrontare. Basta. Non ne posso più" e si sedette al PC. Sentiva i suoi genitori che parlottavano in cucina e questa cosa faceva innervosire Richard ancora di più. "Ho bisogno di andar via di qui". Si vestì in tutta fretta, non si guardò neanche allo specchio come faceva di solito, scavalcò il davanzale della sua finestra e, a passo svelto, si incamminò verso il centro di Cardiff. Avrebbe aspettato Emma allo Shooter, in quel momento sentiva il bisogno di uscire dalle mura domestiche, oppure la situazione sarebbe degenerata ancora di più "Non mi importa se capiranno o memo, se mi accetteranno oppure no. La vita è mia e scelgo io che strada intraprendere" pensò Richard mentre usciva dal vialetto di casa.

                                                                                          ****

"Lo sai come sono i genitori, Richard" disse Emma. Era arrivata quasi un'ora dopo che il giovane aveva inviato il secondo messaggio; infatti la ragazza aveva i capelli arruffati, gli occhi assonnati e la maglietta sgualcita, ma non poteva dire di no e lasciare da solo il suo unico migliore amico. "Basta che tu parli chiaro, che hai ragionato e che vuoi fare un percorso di studio diverso" asserì

"E' la stessa cosa che ha detto Ryan ieri sera" disse Richard mentre guardava il menù

"Ecco, non fare il vago. Cosa ti ha detto? Vi siete chiariti o avete scopato come ricci? Ho visto che ieri il bel quarterback ha pubblicato una foto sul suo profilo. Lo hai portato alla foce del fiume" sorrise

"E' stato tutto troppo bello e no non abbiamo scopato. Abbiamo deciso di rallentare la cosa, insomma di frequentarci"

"Che romanticoni" esclamò "E quindi me lo dici così? Non sei felice?"

"Certo però, ecco ..." e Richard gli fece leggere i messaggi che si era scambiato con Jackson fino a poche ore fa.

"Cazzo, ma questa è roba forte. Io lo conosco Jackson_Ford, nel senso che ho letto molto di lui su i giornali di moda, e non mi sembra il tipo che fa una cosa del genere. Senza offesa, lo sai che io ti reputo un bel ragazzo, ma Jackson Ford ha una schiera infinita di adulatori" affermò Emma

"Per questo mi sembra una presa per i fondelli. Poi questo numero di cellulare. Boh!" sbuffò Richard

"Io dico che dovresti chiamarlo"

"Che cosa? Sei seria?" disse Richard

"Almeno per sapere cosa vuole. Se era ubriaco quando ti ha scritto quei messaggi o se sta facendo seriamente. Poi cazzo, Richard. È un modello, ha soldi e fama, non è la vita a cui aspiri?"

"E' tutto troppo surreale ... e poi ieri Ryan mi ha fatto capire che ..." Richard balbettava ma in cuor suo sapeva che stava mentendo a se stesso. Anche lui sentiva un fremito, un batticuore, mentre leggeva i messaggi di Jackson. "Ok, va bene lo chiamo. Ma Ryan non deve sapere nulla"

"Avrò la bocca cucita, lo sai. Ma ora vi rivedrete?"

"Se ti dicessi che sta cercando un luogo adatto per la nostra prima volta? Mi sento tanto un imbecille"

"E' la tua estate, ricordi? Non ti chiudere nessuna porta"

"Mi sento quasi una puttana" asserì Richard

"Ma cosa dici. Hai solo paura. Telefona a Jackson e... fai sesso con Ryan" sorrise

Richard tamburello con il cellulare per qualche minuto. Erano appena le 8e30 di mattina, ma sentiva il bisogno di andare in fondo alla questione. "Ordinami un frappè." E si alzò per telefonare a Jackson. Si guardò intorno, aguzzò le orecchie se in lontananza si sentiva il rumore della bici di Ryan. Uno sguardo a WhatsApp "Bene ultimo accesso poco più tardi di mezzanotte. Sta ancora dormendo" disse Richard con le mani sudate. Si sentiva agitato, sentiva come se stesse tradendo Ryan, ma in quel momento, sentiva dentro di sé che doveva chiamare Jackson, sentire la sua voce e capire se questa infatuazione, questo flirt, fosse  reale.

Mentre Richard stava combattendo con le sue stesse emozioni, in quel di Londra, Jackson era già sveglio ed era già davanti al PC. Aveva gli occhi infossati, i capelli arruffati ed il viso stanco. Intorno a lui il salotto era un vero disastro. I suoi abiti, come quelli di Zach, si confondevano con il colore del grande tappeto che troneggiava vicino al divano. Scappati dopo l'after party, Jackson ha inviato Zach a dormire a casa sua, ma i due giovani non hanno certo riposato. Colti da una sfrenata passione, Jackson e Zach hanno fatto sesso per tutta la notte, o quasi. Prima all'ingresso della porta di casa dove Jackson, con foga, ha abbassato i pantaloni di Zach e lo ha scopato ardentemente, poi per terra, accanto al divano del salotto, vicino alla porta-finestra del loft e poi sul letto dove Jackson ha dato sfogo a tutte le sue fantasie più assurde e Zach, con un sorriso stampato in viso, soggiaceva a tutto quello che Jackson aveva intenzione di fare. Entrambi si desideravano da morire, Zach era al settimo cielo, perché finalmente era uscito dall'anonimato ed era stato presentato come il ragazzo del modello più sexy di Londra, anche Jackson  era felice e sperava che la presenza di Zach potesse essergli d'aiuto, dato che voleva dimenticare Richard e tutto il resto. Quella notte di sesso sfrenato almeno ha impedito di non pensare.

Ora mentre Zach si stava facendo la doccia, Jackson era seduto in cucina con un solo boxer indosso, e leggeva la rassegna della sera precedente. Dal Daily Mail al The Sun, tutti hanno immortalato il modello della Calvin Klein mano nella mano con un 'giovane ragazzo dal sorriso smagliante'. Così era stato etichettato Zach. Si sapeva nell'ambiente che Jackson fosse gay, ma fino ad ora, non aveva mai fatto parlare di sé in questo modo, ma in cuor suo pensava che era la cosa giusta da fare in quel momento. Svogliatamente leggeva le mail, in molti, forse in troppi, si stavano congratulando con lui, anche il titolare della sua agenzia fece lo stesso.

Continuò a scorrere e notò che il London Queer Festival aveva inviato lui e Zach alla rassegna cinematografica più famosa della città "Saremo contenti di poter ospitare Lei ed il suo compagno presso il Waldorf Astoria dove si svolgerà la rassegna il prossimo week-end" Così recitava il testo della mail. Eppure Jackson nonostante tutto, non si sentiva completo. Pensava solo ad una cosa "Stanno per scadere i termini e lui non mi chiamerà, ma una promessa è una promessa" Era un pensiero fisso, una sensazione che gli impediva di vivere al meglio tutto quello che stava accadendo nella sua vita. Poi il cellulare vibrò, Jackson sbuffò di nuovo "Non ne posso più di queste congratulazioni" disse nei suoi pensieri. 

"Pronto?" disse svogliatamente

"Ciao, sono Richard"

"Forse ha sbagliato numero, io non conosco nessun Richard" disse Jackson e fece quasi per riattaccare

"Sapevo che era uno scherzo"

"Un momento, ma chi ti ha dato il mio numero?"

"Me lo hai dato tu, su Instagram. Non sei Jackson?"

Per un attimo il suo cuore si fermò "Allora mi hai chiamato. Non ci credevo più" e si alzò di scatto dalla sedia. Come uno scolaretto Jackson si rintanò nella sua stanza

"Stavo combattendo contro me stesso, però, ecco, non so..."

"Non è uno scherzo. Sono io, sono proprio io."

"Ok..." disse Richard sospirando "Cosa vuoi da me?"

"Ti voglio incontrare, ti voglio conoscere. Era scritto tutto nel messaggio"

"Si, ok sei molto carino, sembri anche una persona simpatica, ma insomma, non so come spiegare tutto questo." Sospirò "Sono un po' imbarazzato"

"Lo sono anche io. Non so cosa mi è preso, non so perché ti ho dato il mio numero..."

"Ed io non so perché sto qui al telefono a parlare con uno sconosciuto"

"Però alla fine hai ceduto alla curiosità" affermò Jackson

"Si... perché, insomma, una cosa del genere non mi è mai capitata"

"Cosa?"

"Che un modello mi scrivesse su Instagram e che rimanesse colpito da una mia foto"

"Abbiamo lo stesso peso in petto, Richard"

"Si, ma tu hai tutto dalla vita. Come vuoi voler fuggire da tutto questo?"

"Perché questo mondo mi rende infelice"

"Anche il mondo in cui vivo io mi rende infelice" ammise Richard

"Questo mi ha fatto sentire meno solo ..."

" ...ed io mi sono sentito parte di qualcosa. Ho sentito come se tu mi capissi"

Il cuore di Jackson fece un altro balzo "Vieni a Londra il prossimo fine settima. Porta chi vuoi. Sei mio ospite al Waldorf Astoria" deglutì "Concedimi un incontro, un appuntamento. Ti prego. So che lo vuoi anche tu"

"Su due piedi non so cosa rispondere" ammise Richard

"Certo, non mi devi rispondere ora. Prenditi un paio di giorni ma ti prego, cerca di venire. Se questa magia che abbiamo trovato attraverso i social sparirà dal vivo ..."

"Io spero che non sparisca, lo devo ammettere. Questa sensazione che sto provando in questo momento..." e la mente di Richard volò verso Ryan "Ok, tra un paio di giorni, ma non ti garantisco nulla. E ti ringrazio per l'invito"

"Non mi ringraziare, voglio capire questa strana connessione dove ci porterà"

"Io non sono sexy quanto te" asserì Richard

"Ho pensato al tuo corpo molto spesso..."

"Anche io al tuo" Richard sembrava un robot

"Ora devo andare" Jackson sentì la porta del bagno aprirsi "Prometti che non sparisci?"

"Ho il tuo numero ora, e tu hai il mio" entrambi riagganciarono

"Hey sexy" disse Zach. "Non mi vuoi asciugare un po' la schiena?"

Jackson dovette riprendere respiro, doveva calmarsi e cercare di non dare l'occhio. Sapeva che tutto questo era sbagliato, che lui ora stava con Zach e non era giusto che il ragazzo soffrisse per causa sua, ma ora non poteva più tornare indietro, doveva affrontare la realtà dei fatti.

"Stiamo ricevendo un sacco di complimenti" disse mentre raggiunse il giovane in bagno "E siamo stati invitati al London Queer Festival"

"Davvero?" Zach era nudo, disteso a pancia in giù sul grande tappeto del salotto "Dobbiamo festeggiare"

Jackson gli fece un sorriso, poi fece scivolare i suoi boxer ed addentò il fondoschiena di Zach "E' sbagliato, è tutto sbagliato"

Continua .... 

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