8: #AlChiaroDiluna

            

Gli occhi di Ryan luccicavano come un diamante, brillavano di una luce nuova, diversa dal solito. Richard era come estasiato, non aveva mai visto niente di così bello. Conosceva il quarterback da oltre anno, era consapevole che fosse un ragazzo sexy e carismatico nonostante la giovane età, eppure non aveva mai notato che Ryan avesse uno sguardo così intenso e profondo, come non aveva mai fatto caso a quella sfumatura di turchese che attraversava il suo iride.

Voleva restare calmo, non farsi prendere dal panico ma, se Ryan continuava a guardarlo in quel modo, non avrebbe resistito a lungo. E poi quella mano poggiata sulla sua spalla, quel tocco così flebile ma allo stesso tempo intenso e vigoroso, stava complicando ancora di più la situazione. Richard doveva mantenere la calma, non doveva cadere sotto i colpi del fascino di Ryan, doveva capire cosa il ragazzo gli volesse rivelare tanto da organizzare questa cenetta al chiaro di luna. Non voleva subito passare all'azione, abbassagli i pantaloni e lavorare con il suo membro come aveva fatto mesi fa alla partita di football. Ora doveva ragionare con la mente e non dare retta né al cuore né all'impulso sessuale.

"Ok, ho capito" disse alla fine Richard mentre immergeva i suoi piedi nel fiumiciattolo "Sei gay come lo sono io" e si scrollò di dosso la mano di Ryan "Ma cosa mi devi dire? Che spiegazione mi devi dare?" cercò di non sorridere ma il ragazzo lo guardava ancora intensamente

"Non vuoi assaggiare la cena che ti ho preparato?" ed indicò il paniere semi aperto vicino la bottiglia di vino "Ti piace il salmone?"

"Si, ti ho detto di sì." Sbuffò Richard impaziente

"Ottimo, allora devi provare questo spuntino danese che ho preparato per te?"

"Danese?" domandò Richard

"Si tratta di una fetta di pane di segale, con burro e salmone affumicato, erba cipollina e maionese. Assaggialo" e Ryan mise nelle mani di Richard la pietanza "Lo scorso inverso sono andato a Copenaghen con mio padre e la cucina danese mi ha letteralmente sedotto" affermò

"Mi vuoi sedurre con il cibo?" disse Richard poi si morsicò il labbro per quello che aveva appena detto

"Non credo, tu sei già mio" affermò Ryan

"E cosa te lo fa pensare?" domandò Richard mentre addentava la deliziosa pietanza

"Ho avuto una sonora delusione prima di trasferirmi qui a Cardiff" e deglutì "C'era un ragazzo, era di un anno più grande di me. Siamo stati insieme per un po', facevamo tanto sesso, forse anche troppo..."

"Non sei vergine?" Richard era in estasi. Non sapeva se provava questa sensazione per il salmone così saporito o per le rivelazioni di Ryan

"No, non lo sono più. Scusa se ti ho fatto credere diversamente. Comunque, io mi ero innamorato perso. Pensavo sempre e solo a lui. Lo volevo sempre con me, volevo abbracciarlo, toccarlo, perdermi fra i suoi occhi coloro nocciola. Però... ecco. Una sera lui mi ha scattato una foto mentre ero nel suo letto e tutta la scuola ha saputo di me. La voce è arrivata alle orecchie di mio padre, io sono stato male, mi sono sentito deluso, usato come un preservativo. E lui, lo stronzo, rideva compiaciuto con i suoi amichetti. Era dichiarato con tutti ed aveva la fama di essere un grande conquistatore. Ora tutti mi deridevano perché la promessa del football era un finocchio ed era caduto fra le braccia del bello e dannato della scuola" rabbrividì. Richard gli posò una mano sulla coscia.

"Per fortuna a mio padre non gli interessava che io fossi gay o meno, però era nervoso, era amareggiato nel vedermi in quello stato. Così ha chiesto il trasferimento e siamo giunti qui a Cardiff. Volevo essere invisibile, volevo passare inosservato, ma poi sei arrivato tu Richard ... e tutto è cambiato"

"Cosa è cambiato? Che volevi fare sesso con me?" domandò

"Non solo. Mi volevo avvicinare, volevo creare un legame con te, ma ho paura, ho paura che tu ... insomma..."

"E tu sei stato muto per tutto questo tempo, mi hai fatto stare male, mi hai fatto sorgere mille pensieri, mi hai fatto sentire una puttana, solo perché hai paura che io possa scattarti una foto? Ryan, io sono sempre in compagnia di Emma, non ho un amico, non ho un gruppo di amici, sono diverso da te" disse Richard

"Lo so, hai ragione. Me ne sono reso conto troppo tardi. Per questo ho organizzato la cena, l'appuntamento ...

"Appuntamento?" sgranò gli occhi Richard

"Si, perché tu mi piaci e volevo chiederti, insomma, se tu sei libero, è ovvio, se vogliamo uscire insieme qualche volta, se ci possiamo conoscere meglio" tornò a respirare.

"Conoscerci meglio? Ryan, io ti ho fatto un pompino, due sera fa volevi scoparmi sul letto di casa mia" asserì

"Sono uno stronzo, lo sai" si rammaricò Ryan "Per questo volevo parlare con te, volevo spiegare perché mi sono comportato in questo modo nei tuoi confronti. Capirò se non vorrai vedermi più"

Richard se avesse potuto si sarebbe preso a schiaffi. Stava minando in qualsiasi modo il suo rapporto con Ryan. Il ragazzo aveva l'intenzione di mettere le cose in chiaro, sembrava che volesse conoscere Richard anche dal punto di visto dei sentimenti e non solamente da quello fisico. Aveva aperto il suo cuore, gli aveva dato tutte le spiegazioni necessarie per capire il suo modo di fare, perché fosse così chiuso e di poche parole.

Richard ne era contento, perché Ryan non gli era indifferente, gli piaceva davvero, ma non sapeva perché si stava comportando in quel modo, non riusciva a capire perché volesse in tutti i modi far sentire in colpa il ragazzo. Di cosa aveva paura? Anche lui ha sbagliato a cedere alle attenzioni di Ryan, si doveva rendere conto che entrambi avevano sbagliato ed ora, come il quarterback, anche Richard doveva fare ammenda.

Fra i due calò un silenzio assordante. Richard aveva ancora la mano sulla gamba di Ryan, il ragazzo non oppose resistenza ma stava combattendo contro una voglia irrefrenabile di prendere quella mano e baciarla, leccarla, sentirla sul suo corpo, ma non voleva forzare Richard, doveva essere lui a decidere cosa volesse fare. "Se solo fossi stato sincero fin dall'inizio..." sospirò

Richard si avvicinò a Ryan e lo baciò. Fu un bacio semplice, passionale ma casto e puro "Abbiamo sbagliato entrambi" disse e lo baciò di nuovo. Questa volta con più foga, con più ardore tanto che, la lingua di Ryan, si avviluppò a quella di Richard come se fosse la sua unica fonte di energia, l'unica cosa che potesse fare per rimanere in vita. "Sono uno stronzo anche io" disse senza respiro "Mi sei piaciuto fin da quando ti ho visto fra i corridoi della scuola" e le labbra di Richard si attaccarono di nuovo a quelle di Ryan.

"Mi ero ripromesso di non alzare lo sguardo con nessuno ... poi sei apparso tu" sorrise

"Non è possibile che ti piaccio così tanto. Se hai altro da dire, confessa ora oppure..." Richard fu spinto con la testa e la schiena sulla tovaglia a fiori che aveva portato Ryan. "Queste erano le mie paure" disse "Tu sei un tipo così social, ti scatti foto, pubblichi status su Facebook. Avevo paura"

Richard era inerme. In quel momento, steso al suolo e con il viso di Ryan vicino al suo, non aveva la forza di controbattere, di alzare un dito, di prendere respiro, si era arreso. Ryan aveva aperto il suo cuore, si era rivelato a lui come una persona bella sia fuori che dentro, non immaginava che il suo passato potesse condizionare ancora il presente "Se dovessi scattare una foto..." disse Richard a fatica "la terrò solo per me. Non voglio prenderti in giro o bullizzarti... ecco io ..."

"Cosa? dimmi" e Ryan si avvicinò ancora di più, toccando la coscia di Richard e facendo salire la mano fino in petto.

"Ti voglio conoscere, voglio uscire ancora con te" e si tolse finalmente il peso che aveva in petto. In quello stesso momento Ryan stava cominciando a sbottonare la camicia di Richard. "Ma tu non hai mangiato nulla" disse ingenuamente. "Mi basta assaporare il tuo corpo per saziarmi" e Ryan baciò il collo di Richard, poi con la lingua scese fin giù alla pancia, vicino alla sua latente erezione. "Cosa stai facendo?" disse fra i sospiri. "Non ti piace?" sorrise Ryan "Si, però..."

E Ryan andò più a fondo, la sua lingua tornò ad assaporare il corpo di Richard in maniera intesa e passionale. "E' la tua prima volta?"

"Si" confessò Richard e vide che Ryan stava per sbottonare i suoi jeans "Mi fermo se vuoi... ma non sai cosa ti perdi" e lo leccò vicino l'ombelico. Richard si alzò di scatto per baciare Ryan, non voleva che questo momento finisse, non voleva che il ragazzo si fermasse ma "Non sono pronto, non qui, non ora"

Ryan mollò la presa "Hai ragione. Meglio non correre" e fece per abbottonare la camicia di Richard

"Lo voglio però..."

"La tua prima volta deve essere speciale. Troverò un posto, un posto tutto per noi. Te lo prometto" disse

"Però abbracciami, non andare via" disse Richard "Non vado da nessuna parte" sorrise. Anche Ryan si appoggiò con la schiena sulla tovaglia, vicino la spalla nuda di Richard, ed insieme guardarono la luna che si specchiava nel fiume Lylibert.

***

Era quasi mezzanotte, Richard sarebbe dovuto tornare a casa, ma non voleva farlo. Voleva che il tempo si fermasse, voleva rimanere lì fra le braccia di Ryan, sentire il suo respiro, baciarlo, toccarlo e perdersi nell'iride dei suoi occhi. Bevvero un bicchiere di vino a testa, ma deciso di non esagerare per evitare di perdere le staffe. Entrambi volevano fare sesso, ma sapevano che non era la cosa giusta, non era il momento giusto. Si erano già spinti troppo oltre, ora era arrivato il momento di fare le cose senza mettere troppa fretta.

Rimasero in silenzio, assaporando l'uno il respiro dell'altro come se intorno a loro non esistesse nulla. Ryan si sentiva a proprio agio, Richard anche e aveva quasi dimenticato lo scambio di messaggi con il modello di Londra. Aveva affermato che non si sentiva con nessuno, che non c'era nessun altro ragazzo nella sua vita, eppure i messaggi che si era scambiato con Jackson_Ford erano ancora ben impressi nella sua mente. "E' un modello" pensava "Ryan non deve saperlo perché non significa nulla"

"E quindi, a settembre frequenterai il college?" disse Ryan portando Richard alla realtà

"Beh, non lo so. I miei genitori vorrebbero ma ..."

"...  Vuoi fuggire da qui. Lo so. Guarda che ti seguo Instagram" sorrise Ryan

"Non ho proprio nessun segreto con te" e lo baciò "Si, vorrei fare qualcosa di diverso, qualcosa che mi appaghi, che renda la mia vita migliore. Cardiff mi sta stretta"

"Si, hai ragione. A volte i nostri genitori non ci interpellano. E quindi se non vuoi andare al college, cosa vuoi fare?"

"Non lo so in verità. Mi ero ripromesso che questa doveva essere l'estate del cambiamento ma non ne sono più così sicuro" asserì Richard. Ryan lo guardò torvo. "Vedo il sogno irrealizzabile. Non so come muovermi, non so cosa fare e poi ... ecco ora ci sei tu"

"Non voglio che rinunci ai tuoi sogni. Ti posso aiutare? Qual è la tua più grande aspirazione" domandò Ryan

"Lavorare in un'agenzia per modelli, organizzare gli incontri, i photoshoot, fare da intermediario con la stampa di settore" per la prima volta Richard disse la verità e ne rimase lui stesso sconvolto

"Beh qui c'è un ottimo corso di Comunicazione d'impresa e, con lo stage adatto, tutto è possibile" sorrise "Non lo faccio perché ti voglio qui e non voglio ragionare egoisticamente" ammise "ma i sogni si possono costruire, possono diventare realtà. Sei impaurito perché i tuoi non vogliono, vero?" Richard fece un cenno con il capo "...la vita è tua non degli altri"

Ryan era saggio e in un attimo aveva centrato il nocciolo della questione. Richard aveva paura di una reazione dei suoi genitori, non voleva deluderli, per questo aspirava ad una vita impossibile, ad un sogno impossibile ma c'era la possibilità di coltivare altro, di vivere quel sogno con una consapevolezza diversa "Succederà un casino a casa" ammise

"Ma la scelta deve essere tua" disse Ryan

"Già siamo sul piede di guerra perché ... insomma ... sono gay e quindi ..."

"Può sembrare riduttivo, ma capiranno. Devi solo parlare chiaro" e Ryan lo baciò ardentemente "Torniamo a casa"

In poco tempo già erano sulla via del ritorno. Una brezza fresca e leggera stava per portare via quel caldo afoso, la città era deserta e si sentiva solo il cigolio della bici di Ryan. Entrambi camminavo vicini, mano nella mano come se il mondo attorno a loro non esistesse

"Io giro da questa parte" disse Richard ad un tratto. "Vuoi che ti accompagno a casa?" sorrise Ryan

"No, meglio di no. O rischio di farti entrare ancora nella mia stanza"

"Hai ragione. Ci vediamo domani?" domandò

"Si, chiamami domani mattina" e con uno sguardo triste disse "Non prendermi in giro" concluse Richard

Ryan lo baciò fugacemente e salì in sella alla sua bici. Con velocità scomparve dietro l'angolo.

***

Richard rincasò qualche minuto dopo. La casa era immersa nel silenzio più profondo. Si tolse le scarpe per non far rumore e si diresse in camera. Il cellulare vibrò. Era Ryan che gli aveva scritto un messaggio "Sono a casa" ed in allegato c'era una sua foto. Era steso sul letto, di spalle ed era chiaramente nudo. Richard fece un sorriso e poi si leccò i baffi immaginando che, presto o tardi, avrebbe affondato le mani e la lingua su quel fondoschiena così perfetto.

Si svestì in tutta fretta, si lavò i denti e si accoccolò sul letto anche lui. Non aveva sonno, era super eccitato. Guardò di nuovo la foto di Ryan e poi istintivamente aprì Instagram. C'era una notifica fra i messaggi. Richard sgranò gli occhi nel leggere il messaggio di Jackson. Non sapeva se sentirsi lusingato o meno. "Un numero di telefono, non ci posso credere" Rimase imbambolato per più di dieci minuti fino a quando non socchiuse gli occhi, e si addormentò con il cellulare in mano. Domani sarebbe stato tutto diverso. Richard avrebbe rivisto Ryan, ma doveva anche fare i conti con il misterioso Jackson_Ford

Continua ...

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