5: #ColazioneConSorpresa
Il caldo era diventato insopportabile. Per tutta la notte Richard si girava e rigirava nel letto sperando di poter trovare un po' di refrigerio, ma era tutto inutile. Per una persona che amava l'inverno, il freddo e le basse temperature, questo caldo afoso era un vero e proprio attentato. "Ora emigro direttamente in Groenlandia" pensava Richard mentre cercava di prendere sonno e dimenticare la giornata appena trascorsa. Non era facile, ma voleva provarci.
Sentiva ancora sulla sua pelle l'intenso odore di Ryan, sentiva ancora il sapore dei suoi baci ed ogni volta che si girava nel letto, aveva come l'impressione di sentire il tocco flebile del giovane quarterback. Forse era questo il motivo dell'insonnia, Richard cominciava ad ammettere a se stesso che il caldo, e le alte temperature di quella notte, erano una semplice scusa. Era furioso nei riguardi di Ryan. Non poteva immaginare che il ragazzo fosse così stupido ed ignorante nel non accettare la propria omosessualità "Non sono gay come lo sei tu", le parole gli ronzavano in testa, facevano ribollire il sangue "Perché Ryan, perché?" continuava a ripetere Richard fra sé e sé.
Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, impedire alla sua mente di scrivere quel dannatissimo messaggio, impedire al suo cuore di cedere alle follie del desiderio, non avrebbe mai dovuto invitare Ryan nella sua stanza. Tutto questo non sarebbe dovuto succedere perché, se prima poteva esserci un modo per entrare in contatto con il cuore di Ryan, ora le porte erano chiuse per sempre. Eppure era più forte di lui, Richard desiderava Ryan come non mai, lo voleva dentro il suo letto, dentro il suo corpo, voleva perdersi fra i suoi respiri, voleva assaggiarlo come una mela matura. Richard cominciava a pensare che sarebbe sceso a patti con Ryan pur di averlo al suo fianco, avrebbe rinunciato anche al sogno di lasciare Cardiff "Si, credo che ne varrebbe la pena".
Tante, troppe idee gli frullavano in testa ma nessuna di queste riusciva a trovare un modo per aggiustare la situazione, nessuna portava ad una soluzione netta e decisa. Poi Richard aveva rammentato quel bacio, quel bacio fugace che Ryan gli aveva stampato sulle labbra poco prima che uscisse dalla stanza con la coda fra le gambe ed un'erezione pulsante nei pantaloni "Mi ha baciato nonostante il mio rifiuto" rammentò. D'un tratto aprì gli occhi, si passò una mano fra i capelli orami madidi di sudore e disse "Da qui devo partire, da quel bacio fugace. Avrà pur significato qualcosa"
Erano le 5 di mattina, il sole cominciava a far capolino fra le nebbie della città. D'impulso Richard prese il cellulare che era vicino al comodino. Lesse un messaggio di Emma che, con tante emoticon disperate, gli dava appuntamento di buon mattino allo Shooter per discutere della questione. Si sentiva in colpa, era lei che aveva spinto Richard fra le braccia di Ryan. "Questa è la mia estate, è l'estate che dovrà cambiarmi la vita "continuava a rammentare Richard "Non devo lasciare nulla in sospeso. La questione Ryan va affrontata"
Tornò a stendersi sul letto, aveva notato che la casa era ancora immersa nel silenzio più profondo, non voleva svegliare i suoi genitori, meno li vedeva e meglio era. Con il sonno che era perduto definitivamente, Richard aprì Facebook e notò che Ryan, appena 3 ore fa, aveva condiviso un link da Youtube.
"Non è possibile" e sgranò gli occhi "Afferma di non essere gay e poi ascolta le canzoni di Madonna" asserì "Però ha scelto una delle migliori". Si trattava di 'Crazy For You' e la mente di Richard subito cominciava a navigare con la fantasia. Voleva mettere un like alla sua pubblicazione, ma ci ripensò "Ora deve starsene per conto suo e capire cosa vuole da me. In realtà anche io devo capire come mi devo comportare" La paranoia cominciò a prendere il sopravvento. Istintivamente chiuse Facebook, per evitare gesti inconsulti, ed aprì Instagram.
https://youtu.be/Zn5OJGucveg
Richard aveva un rito ogni volta che accedeva al suo social network preferito, prima dava un'occhiata alla sua home, popolata costantemente di foto di modelli super sexy ed in costume da bagno, poi sbirciava fra le notifiche. Questa mossa regalava un certo tipo di suspense, una sorta di batticuore, non si spiegava il motivo ma la sensazione gli piaceva molto. Quella sera, anzi quella mattina, trovò più di una sorpresa fra le sue notifiche. Non solo il modello inglese, Jackson_Ford, aveva messo più di un like alle sue foto pubblicate, ma c'era anche un suo messaggio privato.
"Sarà sicuramente un account fasullo" disse Richard e lesse il messaggio. Quelle parole, quelle poche righe lo fecero rimanere senza fiato. C'era un'altra persona, di poco più grande di lui, che sentiva il suo stesso peso in petto, che aspirava ad una vita migliore, che desiderava un destino migliore. Richard non seppe cosa fare. Per prima cosa controllò che l'account non fosse fasullo. Bastò digitare il suo nome su Google per scoprire che era tutto vero.
"22 anni, originario di Sidney, modello per Calvin Klein. Ma cosa vuole da me? Perché questo messaggio?" si domandò Richard mentre sbirciava le foto di Jackson. "Mah, la gente è matta" concluse. Fece quasi per cancellare il messaggio quando, come posseduto da una forza misteriosa, rispose alla provocazione lanciata da Jackson.
"Fa strano il fatto che un modello vuole attaccare bottone con un tipo come me ... " scrisse Richard "Comunque qui fa caldo. In questo momento solo sul mio letto, con un solo boxer indosso, e guardo il tuo profilo. Anche tu hai dei bei scatti. Ma dimmi: come ti senti in questo periodo? Cos'ha la mia foto di tanto importante?" e premette invio.
Il cellulare era quasi scarico, così lo mise sotto carica. Erano passate le 5 di mattina, faceva ancora caldo, ma Richard sentiva che il sonno stavo per colpirlo di nuovo. Era stanco, stanco di pensare, stanco di questa vita, stanco che il destino non gli regalasse ciò che voleva. Prese da terra il ventilatore portatile, lo accese e quel senso di freschezza, lo fece cadere fra le braccia di Morfeo, almeno fino alle 8 di mattina quando sentì la madre armeggiare già in cucina.
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La signora Salinger era una donna piacente, nonostante avesse superato i 50 anni d'età. Aveva i capelli corti di un biondo platino quasi accecante, il fisico mingherlino ma tonico, gli occhi castani, ed un sorriso sempre stampato in viso. Era la consulente scolastica del liceo di Cardiff, lo stesso in cui si è diplomato Richard, era una donna dai sani principi, un po' vecchio stile ma molto intelligente. Ora che la scuola era finita, finalmente poteva dedicarsi alla cucina, la sua vera passione, solo che aveva il brutto vizio di dedicarsi all'arte culinaria in orari poco consoni. Se papà Mark, professore universitario dal fascino seducente, era abituato a tutto questo, Richard ogni volta reclamava pietà.
"Mamma ti prego, ma perché ogni volta devi fare tutto questo baccano?" e si accasciò alla sedia in cucina
"Buongiorno anche te, sto preparando le omelette" disse con il suo solito sorriso.
"Tra un'ora faccio colazione con Emma. Mi vado a fare una doccia" disse Richard stizzito.
"Brava ragazza quella Emma" sorrise la signora Salinger
"Non è la mia ragazza" disse Richard girando le spalle
"Ah, tuo padre ha lasciato in studio un libro sulla trans-culturalità. Faresti bene a leggerlo. Così arrivi già preparato al college"
Richard si dileguò. Non voleva affrontare il problema università ora che la sua mente era affollata da molti pensieri, in primis quello di Ryan. Aveva quasi dimenticato lo scambio di messaggi con Jaclson_Ford, tanto è vero che non diede più uno sguardo al suo cellulare, in quel momento voleva soltanto farsi una doccia e togliersi di dosso i pensieri ed i bollori di una notte interminabile.
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Come al solito Richard era in ritardo all'appuntamento, Emma già reclamava la sua presenza, continuava ad inviare squillini minatori sul suo cellulare. Richard era fatto così, se la prendeva comoda, e nonostante l'amica gli facesse notare che non era cortese arrivare in ritardo ad un appuntamento, il ragazzo non riusciva in nessun modo a limare quel suo atteggiamento.
Prese il cellulare e, a passo spedito, uscì di casa per evitare di incrociare i suoi genitori. Aveva il viso stanco e già aveva la fronte sudata, il caldo non osava dare tregua. Richard aveva i capelli spettinati quella mattina, ancora umidi, indossava un pinocchietto di jeans, una canotta rossa ed indossava le Converse nuove di zecca intonate al colore della maglietta. Camminava a passo svelto anche se lo Shooter era a pochi metri da casa sua
"Non ho ancora caricato un selfie" disse mentre aprì Instagram dal cellulare. Notò che il misterioso Jackson_Ford aveva già risposto al messaggio di Richard.
"E di che colore sono i tuoi boxer?" c'era scritto "Non so spiegare perché il tuo viso, quella foto che hai pubblicato, mi ha colpito in maniera così profonda. Hai il mio stesso sguardo. Mi hai fatto sentire meno solo"
"Neanche ci conosciamo e già mi domanda della mia biancheria intima?" sorrise Richard
"Se proprio lo vuoi sapere io indosso solo boxer neri e grigi" inserì uno smile "E comunque mi spieghi perché ti sei sentito meno solo? Il mio sguardo ha qualcosa di particolare? " ed inviò. Questo strano gioco gli piaceva tantissimo.
Era quasi arrivato allo Shooter, si intravedevano i tavoli bianchi sparpagliati in mezzo all'ebra e già si sentiva la radio che suonava le hit del momento. L'atmosfera era calma e pacata, si vedeva che la scuola era finita. Richard abbozzò un sorriso quando vide Emma seduta al loro tavolo preferito - un po' all'ombra un po' al sole - che già smanettava con il cellulare.
"Il solito ritardatario" e gli schioccò un bacio sulla guancia "Non siamo al festival di Cannes, qui l'unica diva sono io" e sorrise
"Dai, questa volta offro io. Devo raccontarti tutto" disse Richard
"Ma serio. Cioè quindi veramente Ryan è venuto a casa tua ieri notte?"
"Si, e non era venuto per parlare" confessò
"Prendimi il mio solito latte macchiato e un cookies. Intanto vedo un po' i prezzi degli alberghi per Londra"
"Te ne vai? Mi lasci da solo?"
"No stupidino. Cosa ne dici se la prossima settimana ci facciamo un week-end in città io e te e scappiamo dalla festa della fondazione?" domandò Emma "Sempre che i nostri genitori ci daranno il permesso"
"Siamo adulti ormai" sorrise Richard "Comunque si, questa fuga mi piace. Torno subito" e si incamminò verso l'entrata del bar.
Il cuore di Richard subito si fermò. All'entrata c'era la bici di Ryan, era impossibile non riconoscerla. Entrò in maniera furtiva, non era il momento di incontrare il ragazzo, non dopo tutto quello che era successo la notte scorsa, l'incontro fu però inevitabile. Solo in quel momento il cuore di Richard riprese a battere, quando incrociò lo sguardo cupo e sexy del quarterback di Cardiff.
"Ciao" disse Ryan con il suo caffè freddo in mano. Ne andava pazzo. Indossava gli stessi vestiti della scorsa notte. "Hai dormito bene?" ammiccò vero Richard
"Si, più o meno" rispose
"Cosa fai di bello?" Ryan stava facendo conversazione.
"Nulla, sto con Emma " e riferì al cameriere le sue ordinazioni. Notava però che Ryan era ansioso quasi quanto lui.
"Senti ... ehm ... io volevo ... beh ... in merito a ieri"
"Ho recepito il messaggio, forte e chiaro" asserì Richard
"Ecco ... niente ... visto che sei qui. Stasera sei libero?" domandò Ryan a bruciapelo
"Libero per cosa?" e Richard si agitò
"Niente ci sono alcune cose che volevo dirti, devo darti alcune spiegazioni o altrimenti mi sentirò ancora più di merda" confessò Ryan
"Non mi devi spiegare nulla. So le tue iniezioni, non è il momento"
"Io proprio in merito a quelle intenzioni ... " sospirò "Devo darti delle spiegazioni. Sei libero stasera?" domandò di nuovo.
Richard voleva dire di no, voleva prendere le sue ordinazioni e fuggire via da lì, però appena Ryan gli sfiorò il braccio, sentì un brivido lungo la schiena.
"Tanto lo so che mi stai prendendo per il culo"
"Non sono mai stato così serio" e tornò a sfiorargli il braccio "Allora?"
"Ok, va bene. Vediamoci."
"Grande. Decidi tu il posto e l'ora. Vieni a pancia vuota" e fece un occhiolino che fece sciogliere definitivamente il cuore di Richard.
"Ok. Ti scrivo più tardi" ma Ryan era già in sella alla sua bici.
Richard tornò al tavolo da Emma con il vassoio in mano "Ti prego dammi una mano prima che cado a terra"
"Ma quello era Ryan per caso?" disse la ragazza
"Si, e mi ha chiesto d'uscire questa sera"
Continua....
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