2: #BollentiSpiriti
La ruota della bici di Ryan cigolava terribilmente. Era un rumore fastidioso, quasi assordante. Sarebbe bastato poco per risolvere il problema, ma il ragazzo non se ne importava, camminava spedito e solitario fra le strade di Cardiff con il fedele cigolio a fargli compagnia. Fu proprio sentendo questo rumore così strano e fastidioso che Richard incrociò lo sguardo di Ryan per la prima volta e, da quel momento, nulla fu più lo stesso. Solo due anni fa il ragazzo si trasferì in quel di Cardiff, la multinazionale del padre aveva aperto una succursale nel piccolo centro inglese, e la cittadina attraversata dal fiume Lylibert, sembrava il luogo perfetto per incrementare i suoi affari.
A scuola il nuovo arrivato veniva sempre visto come un essere fuori dal comune, un outsider, eppure Ryan riuscì ad integrarsi bene, anche se preferiva la solitudine alla compagnia dei suoi coetanei. Indubbiamente era bello come il sole, alto, moro con i capelli lunghi, occhi profondi, indossava spesso magliette attillate dal quale si intravedeva un fisico da capogiro. Diventò in pochi mesi il quarterback della squadra di football, ma continuò a camminare fra i corridoi a testa bassa e con le cuffie nell'orecchie. Richard ne fu affascinato. Essendo curioso per natura voleva capire perché, un ragazzo che poteva palesemente montarsi la testa, era un lupo solitario, non usciva con le cheerleader e non partecipava alle feste organizzate dai suoi compagni di squadra. Si accorse che poteva essere gay quando, in un pomeriggio di 2 anni fa, qualche mese dopo che si era stabilito a Cardiff, con la sua bici rumorosa, si fermò allo Shooter, il luogo di ritrovo di tutti i ragazzi della città.
Richard era lì seduto al tavolo mentre sorseggiava un milkshake al cioccolato in compagnia di Emma, entrambi fissavano lo schermo del cellulare, come al solito, ma fu proprio Richard che per primo alzò lo sguardo quando senti la bici arrivare. Aveva già visto Ryan a scuola, ma fino a quel momento non aveva mai incrociato il suo sguardo, sentì il cuore battere ed in un attimo anche fra i pantaloni avvertì un certo fremito. Fu uno sguardo intenso ma breve, che continuò nei giorni a seguire fra i banchi di scuola, fino a capitolare in un bacio appassionato alla sua festa di compleanno.
Il cigolio si fermò all'improvviso e Richard tornò alla realtà, i ricordi stavano affollando la sua mente e, in un certo qual modo, avevano attenuato l'ansia che lo aveva sovrastato. Continuava a sudare e nonostante fosse quasi mezzanotte, l'afa non voleva andar via. Lasciò il cellulare sulla scrivania, non si accorse che da Instagram era arrivata un'altra notifica e, timidamente, sporse la testa fuori dalla finestra. Ryan aveva lasciato la bici in fondo al vialetto, proprio come gli aveva scritto poco fa e, con un passo leggero ma furtivo, percorreva in silenzio il selciato che lo separava dalla stanza di Richard. Vide la sua ombra avvicinarsi pericolosamente.
"Ho reagito d'impulso. Non dovevo farlo. Speriamo che i miei genitori non si accorgano di nulla" pensò Richard in quei secondi che lo separavano dall'arrivo di Ryan. Il cuore gli batteva forte come mai prima d'ora. Non era così nervoso neanche quando si baciò con Ryan la prima volta, neanche quando sotto le gradinate della palestra ha acconsentito a fargli un lavoro di bocca. Ora tutto era diverso, qualcosa sarebbe cambiato fra di loro, in male o in peggio, l'indomani niente sarebbe stato come prima. Forse erano state le parole di Emma a stordirlo, oppure era lui stesso che moriva dalla voglia di rivedere Ryan, ma nonostante l'ansia ed il batticuore, Richard sapeva che quella mossa, quel messaggio, era la cosa giusta da fare, ora non poteva più tornare indietro. Si stupì del fatto che Ryan, senza pensarci due volte, aveva accettato l'invito, come se non stesse aspettando altro.
"Ciao" sussurrò Ryan vicino la finestra della stanza di Richard "Mi fai entrare?" suonava come un obbligo. Il suo viso era imperturbabile, non un sorriso, non un accenno di emozione. Aveva i capelli legati con una molla, indossava una canotta banca - che faceva trasparire un fisico glabro e statuario – un pantaloncino rosso piuttosto largo ed un paio di sandaletti da spiaggia. La fronte grondava di sudore e, con un gesto della mano, si asciugò. La distanza fra i due era minima. Richard si leccò le labbra nel vedere il gesto di Ryan, il ragazzo se ne accorse e, abbozzando un piccolo sorriso, tese la mano verso Richard:" Vuoi assaggiarmi, di nuovo?" domandò.
Richard rimase sconvolto di fronte la strana proposta di Ryan. Se avesse ceduto alla sua richiesta, tutto sarebbe stato più semplice, perché in verità entrambi si desideravano da morire, volevano assaporare l'uno il corpo dell'altro, ma era il momento giusto? Era la casa giusta da fare? Richard, dopo aver combattuto con i suoi stessi istinti, tese la mano e fece entrare Ryan in camera sua.
La luce della luna si rispecchiava sul letto di Richard, come spettatrice passiva di un incontro fugace e proibito. Entrambi i ragazzi rimasero in piedi per qualche minuto, si guardavano negli occhi, il sudore e l'eccitazione era troppa per riuscire a contenere le emozioni. Richard non sapeva se poteva abbracciare Ryan o meno, se poteva toccarlo o se doveva aspettare un cenno da parte sua per non rompere l'idillio, rimase lì immobile, lo guardò perdendosi nell'iride dei suoi occhi. Il respiro di Ryan si fece più affannoso, anche lui voleva fare qualcosa, ma non sapeva cosa. Sfiorò il viso di Richard e disse:" Cosa ti piace fare, a parte baciarmi e prenderlo in bocca?"
Deglutì "Voglio parlare con te" riuscì a dire Richard.
"Non sono venuto qui per parlare" confessò Ryan e, con un far deciso, si tolse la canotta ed il pantaloncino rimanendo solo con un boxer in dosso. Era di colore azzurro, gli fasciava benissimo attorno alla vita e, metteva in bella mostra, un'invitante erezione.
"E' la prima volta che fai sesso con un uomo?" incalzò Ryan e spinse Richard sul letto che, come un robot, ubbidì ai gesti del suo amante (forse) passeggero.
Richard non rispose, si arrese soltanto alla bellezza ed alla prestanza fisica di Ryan che, come un'anguilla, sgusciò in mezzo alle sue gambe, facendo sentire chiaro e tondo la pulsante eccitazione. "Dimmi la verità, sarò io la tua prima volta?" insistette.
"Si" riuscì a rispondere Richard. Anche lui era eccitato, era impaziente ed il suo corpo stava dicendo in tutti i modi che voleva Ryan dentro di lui. "Non è né il luogo né il momento. Volevo solo parlare con te, volevo capre se..."
"Cosa volevi capire?" disse Ryan mentre sfiorò il petto di Richard.
"Non mi parli mai, mi guardi sempre con il tuo sguardo di ghiaccio. Cosa vuoi da me?" domandò cercando di tenere a freno le sue mani, stava combattendo contro un'insana voglia di togliere i boxer di Ryan ed affondare fra le sue parti intime.
"Non voglio certo fidanzarmi con te. Ho voglia di scopare, di fare sesso, in che altro modo te lo devo dire" confessò.
"Io non voglio solo questo da te" sospirò di nuovo.
Ryan lo baciò inaspettatamente, in maniera del tutto diversa dalla volta precedente. Esplorò la bocca di Richard mentre continuava a strusciare il corpo fra le gambe del ragazzo. Richard non oppose resistenza, mise le mani attorno alle spalle di Ryan e lo strinse a sé. "Ho bisogno di sesso, ho bisogno di svuotarmi, tu sei la persona adatta" continuò fra i mugugni.
"Ti desidero anche io, Ryan. Ma non devi evitarmi, non devi nascondere chi sei veramente. Se pensi che io acconsentirò a fare sesso con te e poi a dover evitare il tuo sguardo per strada, hai sbagliato persona. Già le cose fra noi sono cambiate dal ballo studentesco, se stasera mi scopi, non si torna più indietro" disse Richard fra la foga del momento.
Ryan di scatto si fermò allontanandosi dall'abbraccio di Richard "Non voglio che gente sappia di me. Vuoi camminare mano nella mano fra la gente di Cardiff?"
"Non dico di arrivare a questo, ma devi spiegarmi una cosa. Fra i corridoi della scuola, quando ascolti la tua musica da fricchettone, perché alzi lo sguardo solo quando mi intravedi fra la folla e lo abbassi quando non ci sono. Cioè ti piaccio o sono un gioco per te?" disse Richard con lo stomaco in gola. Era quello che voleva sapere. "Lo fai perché hai paura di essere preso in giro?"
"Non sono gay come te" disse quasi urlando, poi Ryan si mese la mano sulle labbra. "Nel senso mi piace baciarti, mi è piaciuto quando me lo hai preso in bocca, mi piacerebbe scoparti, ma ecco, si insomma, io non sono gay" disse a bruciapelo.
Richard non riusciva a credere alle sue orecchie. Con ancora l'erezione di Ryan che vibrava vicino alle sue gambe, aveva sentito la più grande baggianata della sua vita. "E secondo te io sarei più gay di te per quale motivo?" disse Richard mentre si alzò di scatto dal letto.
"No, aspetta. Torna a sederti. Non volevo dire quello che ho detto" balbettò Ryan "Tu mi piaci" cercò di temporeggiare.
"Volevo parlare con te proprio per capire, per inquadrare la tua situazione. Ancora non ti accetti, mio caro Ryan. Credo che ci sia qualcosa di sbagliato nel provare qualcosa per un altro uomo " e gli lanciò fra le mani la canotta "Io non sarò la tua puttana, non sarò il ragazzo che ti porti a letto solo per saziare le tue voglie."
"Richard, aspetta ne possiamo parlare" disse Ryan.
"Prima che mi metta ad urlare, esci subito da qui. Chiamami quando hai fatto chiarezza con te stesso e forse risponderò, se non ti avrò già rimpiazzato" la sua voce quasi tremava.
Non oppose resistenza, Ryan si rivestì in tutta fretta. L'unica cosa che fece fu baciare Richard sulla bocca. Sentiva di farlo e lo fece. Senza voltarsi indietro, lasciò il giovane da solo nell'oscurità. Come un fulmine Ryan saltò in sella alla sua bici e, quel fastidioso cigolio, ben presto sparì nella notte.
Richard non ebbe più la forza di fare nulla. Era accaldato, sudato, arrabbiato, sentiva dentro di sé sentimenti contrastanti. Da una parte avrebbe voluto rincorrere quello stupido quarterback, passare una notte di sesso con lui, la sua prima notte di sesso, sentire il respiro sul suo petto, provare sensazioni che fino ad ora non aveva mai provato, dall'altra invece avrebbe voluto picchiarlo, dargli uno schiaffo, con la speranza che capisse, che potesse capire che non c'era nulla di male se provava dei sentimenti per un altro uomo.
"Non avrei mai dovuto scrivergli quel messaggio" disse mentre si gettò a peso morto sul letto "Devo fuggir via da qui, a tutti i costi. Ryan deve capire che io sarei disposto ... " Richard si fermò. Non poteva pensare all'amore in quel momento, era la sua estate, la stagione della rivalsa, il momento in cui poteva far avverare tutti i suoi sogni, e dopo tutto quello che era successo, doveva usare tutte le sue forze per raggiungere lo scopo ultimo.
Il caldo non accennava a diminuire. "Che serata di merda" disse Richard mentre prese dal comodino il cellulare. C'era un'altra notifica di Instagram, era di nuovo quel Jackson_Ford, anche lui aveva "seguito "Richard. Il ragazzo quasi non ci fece caso, aveva i nervi a fior di pelle in quel momento. Prima di voltarsi dall'altro lato del letto e cercare di prendere sonno, scrisse un messaggio ad Emma.
"Domani mattina colazione insieme. Ho visto Ryan poco fa" ed inviò. Poi tornò sul profilo Instagram di Jakson_Ford, ma era troppo nervoso per pensare e capire perché un sexy modello di Londra mostrava un briciolo d'interessamento nei suoi riguardi. Posò di nuovo il cellulare e chiuse gli occhi. Il nervosismo però impedì a Richard di dormire placidamente. Era arrabbiato nei riguardi di Ryan, aveva paura che questo gesto avrebbe incasinato ancora di più le cose. Nonostante tutto, il sexy quarterback, non gli era del tutto indifferente.
Continua ...
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