17: #IlPrimoSguardo


Londra, Venerdì mattina. Intervallo temporale: dalle ore 8:30 alle ore 12:15

Richard voleva riposare, recuperare il sonno perduto, riposare gli occhi per qualche minuto, ma fu impossibile. Il cuore batteva all'impazzata, la mente pulsava come non mai tanto da sentire ancora indistintamente la voce di Ryan. "Credo di amarti" aveva confessato poco fa, Richard stentava a crederci. Era tutto vero? Oppure era un giochetto assurdo di Ryan per impedire che lui partisse per Londra? Ripensandoci però la sua voce era chiara, limpida con un alone di tristezza, il suo sguardo tenero e sincero, forse Ryan non stava mentendo, forse era davvero innamorato di Richard. Questo sicuramente complicava le cose e il solo fatto di non poter tenere la situazione sotto controllo rendeva piuttosto instabile l'indole di Richard. Il Cardiff Boy non aveva preso in considerazione il fatto che i sentimenti amorosi potessero fare capolino nella sua vita, immaginava di poter correre felice e spensierato verso i suoi sogni, o meglio verso quel sogno così sfuggente, tanto da non dover pensare all'amore. Credeva che solo il sesso sarebbe stato il coefficiente necessario e sufficiente della sua estate, solo quello e niente altro. La frequentazione con Ryan però aveva cambiato tutto, era iniziato come un gioco ma ora la cosa si stava facendo seria, molto seria. Richard durante tutto il viaggio, mentre scorgeva l'alba dai finestrini del treno, aveva cercato di capire come comportarsi, come muoversi, perché in cuor suo, sapeva anche lui di amare Ryan o almeno sapeva che l'attrazione fisica era diventata qualcosa di più. Quel sexy quarterback aveva fatto breccia nel suo cuore, si era spogliato tutti i suoi dubbi e le incertezze, mostrando a Richard la sua semplicità, la sua affabilità e la sua bellezza. Il cuore era in tempesta perché, nonostante tutto, sentiva il bisogno di conoscere Jackson, sentiva che era la cosa giusta da fare anche se questo implicava mentire a Ryan, farlo soffrire. Era più forte di lui, non poteva dire di no, non poteva tirarsi indietro. Nello stesso tempo avrebbe voluto prendersi a schiaffi, perché come al solito, era per colpa sua se ora si trovava in questa assurda situazione. Era indeciso se restare ancorato alla realtà e scegliere di restare con Ryan, o affrontare il mondo dei social e incontrare quel sexy modello che gli aveva sconvolto la vita.

"Lo so a cosa stai pensando" disse Emma ad un tratto. Era seduta di fronte a Richard, con gli occhi socchiusi, ma anche lei come il suo migliore amico, era in preda ai dubbi e l'ansia. "Possiamo goderci questo week-end senza pensare a niente. Possiamo girovagare per Londra senza dover incontrare Jackson. Sento fin qui i tuoi pensieri" ammise poi con un sorriso "Eppure non stavo parlando a voce alta" cercò di sviare l'attenzione. "Il fatto è che non so che fare. Da una parte penso che questa è la mia estate, quella della svolta, dall'altra vorrei mandare a quel paese tutti i miei sogni per vivere a Cardiff, frequentare il college, stare con Ryan. Ma il legame con Jackson è forte, devo capire perché ha mandato in pappa il mio cervello" sospirò Richard quasi in preda al panico. "Non puoi gestire la tua vita, come non puoi gestire il tuo stesso destino. Segui il tuo cuore e metti a tacere la mente." Emma gli sfiorò la mano "Il cuore mi sta spingendo verso entrambi" ammise Richard. "Allora non devi fare altro che capire chi tra i due è il tuo destino, se Ryan oppure Jackson. Ma attento, se compi una scelta non puoi più tornare indietro."

"Per questo sono fregato" sbuffò "Non è vero, Richard. Hai due possibilità, due strade da imboccare. Devi solo capire quale svolta intraprendere" concluse Emma. Si guardarono per attimo, in silenzio, persi fra i loro pensieri: Richard indeciso su cosa fare, Emma consapevole del fatto che forse, il suo unico migliore amico, gettandosi fra le braccia di Jackson, stava per compiere il più grande errore della sua vita. 

                                                                                       ***

Allo scoccare delle 8 di mattina, la stazione centrale di Victoria Station, era un delirio di turisti, uomini in giacca e cravatta, studenti universitari e donne in carriera con tacco 12 in bella vista. La città di Londra si era risvegliata, era un semplice venerdì mattina di metà luglio, ma nell'aria si respirava ancora una frenesia contagiante e un caldo atroce quasi soffocante. Sia Richard che Emma, nell'attimo in cui scesero dal treno che, come previsto, aveva fatto anche ritardo, furono letteralmente invasi dal caos giornaliero di una città cosmopolita, irrefrenabile, che non riposava mai. Si rintanarono al fresco in un piccolo bar antistante ai binari, fecero colazione, ed ebbero il tempo di avvisare i genitori. Mentre Richard gustava un muffin ai mirtilli, scrisse un messaggio prima a Ryan e poi a Jackson. Gli tremavano le mani ogni volta che scorreva la rubrica, era una sensazione strana ma oramai il dato era tratto, quindi non si poteva tirare indietro.

"Mio dio, così vicino ma allo stesso tempo così lontani" scrisse Jackson subito dopo aver ricevuto il messaggio. "Sono libero intorno alle 11 e30, ci vediamo nei dintorni dell'hotel? Lì c'è un pub, dove, insomma, possiamo vederci" continuò. Richard si perse per un attimo fra i suoi pensieri, i dubbi lo assalirono di nuovo, poi rispose. "Sono un po' nervoso, in verità. Però, ecco, voglio vederti, voglio conoscerti, quindi ci vediamo lì. Magari mandami la posizione così non mi perdo" e allegò una tenera emoticon. "Mi fai impazzire, davvero! Sei proprio un cucciolo da coccolare. Io rischio grosso nel farmi vedere insieme a te, ma la voglia di specchiarmi nei tuoi occhi, supera qualsivoglia immaginazione." Nello stesso istante anche Ryan rispose al messaggio di Richard. "Avremo modo di parlare. Ci vediamo dopo, ora io e la mia amica, cerchiamo di capire come arrivare in albergo" e tagliò corto. Subito lesse il messaggio di Ryan che, oltre ad una decina di emoticon a forma di cuore, in allegato c'era anche una sua foto. Quel sorriso smagliante fece battere il cuore di Richard facendo cadere il suo stomaco in un brodo di giuggiole. 

                                                                                          ***

E dopo tre cambi di metro, due uscite sbagliate e tante imprecazioni dopo, Emma e Richard riuscirono a raggiungere il Waldorf Astoria che, in tutta la sua imponenza, si ergeva poco distanze dalla fermata di Oxford Street. Nella via più modaiola di Londra, vicino ai celebri magazzini Selfridge, il lussuosissimo hotel si intravedeva in tutta la sua bellezza. Imponente, tirato a lucido, un vero trionfo di regalità. Al suo esterno c'erano due cartelloni che segnalavano lo svolgimento del London Queer Festival e, prima si salire le scale che portavano alla reception, Richard scovò già il pub che avrebbe ospitato, di lì a poco, l'incontro con Jackson. Il batticuore era latente e sapeva che, in quel week-end, sarebbe stato impossibile domare le emozioni. Soprattutto quando Richard entrò nella stanza che Jackson gli aveva riservato, ebbe un mancamento. Era illuminata, fresca, odorava di pulito e spaziosa più o meno come la sua casa di Cardiff. Era una suite principesca, con tanto di salottino, angolo bar, divano in pelle e letto baldacchino con uno specchio posizionato vicino la spalliera. Quella di Emma era simile, cambiavano solo i colori delle pareti. Subito immortalò il momento con un selfie, che coscienziosamente, non postò su Instagram per impedire che Ryan potesse scoprire qualcosa. "Allora ci vediamo nel primo pomeriggio" disse Emma al telefono "Ovviamente dopo il tuo incontro con Jackson devi raccontarmi anche i più piccoli dettagli." Emma era emozionata quanto Richard, un po' per la frenesia di essere a Londra, un po' perché anche lei era curiosa di sapere se, dal vivo, ci potesse essere magia fra il modello della Calvin Klein e il giovane Cardiff Boy.

Richard era come se vivesse in un sogno, era sollevato tre metri da terra. Si preparò ben bene per l'incontro; si fece una doccia rilassante, cosparse il corpo con un balsamo al muschio bianco, pettinò i capelli con la fila a lato e poi li rese più lucenti con un po' di cera, indossò un jeans corto scuro, molto corto e aderente, un paio di Converse nere con il baffo rosso e una T-shirt azzurra e rossa che metteva in risalto il suo viso. Sarà stata la frenesia del momento oppure l'aria di Londra ma, in quel momento, poco prima di lasciare la stanza d'albergo, Richard si vedeva bello e sexy quanto basta. Per una persona come lui, insicura e terribilmente disfattista, era una vera conquista sentire quel sentimento di compiacimento.

Scese così in tutta fretta, con il cuore arrotolato nelle budella e lo stomaco in gola, pronto ad incontrare il modello dei suoi sogni, pronto a incontrare l'uomo che aveva sconvolto la sua estate e la relazione che aveva intrapreso con Ryan. Non era facile capire quello che provava in quel preciso istante, se era gioia, paura o eccitazione, una cosa era certa: Richard si sentiva un traditore, una puttana, si sentiva la persona più subdola del mondo. I pensieri si calmarono appena vide Jackson al bancone del pub, era così bello che illuminava la stanza di luce propria. Dal vivo era ancora più sexy. Si guardava in torno con un'aria straniata mentre sorseggiava il suo drink, Richard non riuscì ad identificare il contenuto; aveva gli occhiali da sole poggiati su i capelli, erano di un biondo miele, la camicia a maniche corte gli fasciava il corpo alla perfezione e quel jeans lungo con uno strappo sulla coscia destra faceva intravedere un paio di gambe tornite e sexy. Il pub era semi deserto, quindi per Richard non fu difficile sfuggire allo sguardo di Jackson. Si sentì come pietrificato, si sentì come se gli occhi cerulei del modello stessero per fotografare il suo fisico anonimo e mingherlino. Fu però una sensazione stupenda tanto che Richard allampanò, poi con un passo deciso si avvicinò al bancone e fu accolto a braccia parte dal sorriso di Jackson. "Sei qui, finalmente" disse il ragazzo. "Sì, sono qui" controbattè Richard visibilmente emozionato. "Cosa prendi? Vuoi mangiare qualcosa?" Jackson fece segno al cameriere. "Grazie, ma una Coca-Cola può bastare" disse Richard ancora incredulo di trovarsi di fronte al sexy modello. "Come stai?" domandò Jackson cercando di scontrarsi con gli occhi impauriti di Richard. "Agitato!" disse "E tu?"

"Sono incredulo di averti qui" e sfiorò la mano di Richard "Ho come l'impressione di conoscerti da una vita, anche se è la prima volta che ti vedo di persona, è una sensazione che non riesco a spiegare" quasi balbettò. "Mi fa strano sentire il tuo sguardo su di me. Non sono bello quanto te" e Richard bevve un sorso della sua Coca-Cola. "Quello che mi attira di te va ben oltre l'aspetto fisico, anche se lo devo ammettere, non sei niente male." Richard era praticamente senza respiro. "Sono venuto qui per capire il nostro legame, io ..." il pensiero di Richard volò verso Ryan "Ho una persona che mi aspetta a Cardiff, sto mettendo in pericolo le mie certezze solo per capire cosa ci unisce, cosa ti rende così speciale."

"Io non sono speciale. Io sono uno stronzo, un egoista, uno che combina guai, uno che gioca con i sentimenti delle persone. Sono così perché in realtà sono un infelice, ho tutto dalla vita ma sono un infelice lo stesso." Si perse negli occhi di Richard. "Sento che anche tu sei infelice, lo percepisco. Siamo uguali sotto questo punto di vista, magari se uniamo la nostra infelicità, tutto può cambiare, tutto può essere diverso."

"Sì, io sono infelice, insoddisfatto, ma non capisco cosa potrei fare per te, come potrei renderti migliore di quello che sei. Tu non puoi pretendere che io sia il tuo tipo, che lasci tutto e tutti per seguire te, una sensazione, un sogno. Sento il bisogno di dirti solo una cosa: sei così bello che farei di tutto per poter morire su quel corpo, per poterlo sfiorare" ammise Richard cercando la mano di Jackson. "Vuoi fare sesso con me?" domandò Jackson. "Fin dalla prima volta che hai messo il like alla mia foto ma ..." Richard sospirò. "Cosa? Dimmi, esprimi le tue incertezze" e Jackson gli sfiorò il viso facendo scorrere ad entrambi un brivido lungo la schiena. "Oggi mi hai detto che la tua vita è incasinata, non vorrei finire in nessun guaio. Ma ti voglio, voglio scopare con te" quasi arrossì. "Sì, la mia vita è un casino, ma un passo alla volta. Magari tra di noi c'è solo attrazione, ci completiamo ma non potremo mai andare oltre. Ma ... esploriamo questo sentimento. Non voglio avere rimpianti" e il tocco sul viso di Richard si fece più impetuoso. "Domani pomeriggio sono libero, il festival mi ha riservato una stanza" e ammiccò. "Sì, dimmi a che ora e verrò da te" Richard era in estasy, inconsapevole del guaio in cui si stava per cacciare.

Nello stesso momento, Zach tutto trafelato stava per raggiungere l'ufficio organizzazioni del Festival, c'era da mettere a punto alcuni dettagli per la presentazione di quella sera. Sbucò da un vicolo secondario che faceva angolo proprio con il pub in cui c'erano Richard e Jackson. Era impossibile non notare il sorriso del modello, così sexy, così compassionevole, ed era impossibile vedere le sue mani sinuose scorrere sul viso di quel giovane sconosciuto. Il sangue si raggelò, il cuore cessò di battere, Zach si sentiva morire come se fosse stato colpito da un fendente dritto al cuore.   

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