10: #PartireoRestare?
Una volta terminata la telefonata, Richard si sentiva svuotato, senza forze, come se avesse vissuto in un sogno. Per lui era inconcepibile che un modello, uno dei tanti volti che seguiva su Instagram, volesse incontrarlo, conoscerlo, approfittare del suo corpo come nemmeno Ryan aveva mai fatto. Era una constatazione che Richard non voleva ammettere, era qualcosa che andava ben oltre la sua immaginazione. Un modello poteva avere un cuore oltre al fisico statuario e alla sua bellezza fulminante? Poteva provare sentimenti? Poteva essere una persona che si sentiva fuori posto nella sua stessa vita?
Richard si poneva queste domande mentre tornava al tavolo dov'era seduta Emma; ha sempre pensato che il mondo della moda fosse una realtà dove tutto brillava, dove tutto era perfetto e dove nessuno potesse avere problemi di questo tipo. Parlare con Jackson, sentire che fra di loro c'era una strana attrazione che andava ben oltre l'aspetto fisico, faceva quasi paura. La vita a cui Richard ha sempre aspirato forse non era tutta rosa e fiori come la vedeva sui giornali e sui social, forse Ryan aveva ragione: doveva crearsi un'alternativa, doveva guardare ben al di là di questo sogno quasi impossibile.
Però ora Jackson poteva cambiare la situazione, poteva mostrare l'entrata per il mondo che piaceva a Richard, magari poteva trovare un modo di fare qualche provino, qualche photoshoot, poteva avere la possibilità concreta di fuggire via da Cardiff. Eppure adesso non era così convinto di volerlo fare. Si sentiva legato a Ryan, non voleva tradire la sua fiducia, voleva approfondire la conoscenza con quel ragazzo sexy ma così schivo. Ma la voglia di conoscere Jackson, di toccare con mano quel mondo fatto di flash e lustrini, gli faceva venire l'acquolina in bocca. Non era per il fatto di dover scegliere fra Jackson e Ryan, al momento Richard non aveva fatto una promessa concreta a nessuno dei suoi spasimanti, la domanda era: Restare o Partire? Rimanere a Cardiff, affrontare i suoi genitori, affrontare la sua omosessualità e la questione università, oppure partire, andare a Londra, vivere un week-end fra le braccia di una città che non dorme mai e fra le braccia di un uomo sexy e carismatico. Un dubbio amletico, ma Richard se avesse ceduto alla curiosità, non sarebbe partito da solo, avrebbe chiesto ad Emma di unirsi a lui, perché su di lei poteva contare, lei era sincera, schietta, era la persona giusta per intraprendere questo folle viaggio. Ryan però, in tutto questo, avrebbe capito l'esigenza di Richard?
"Allora? Vi siete sentiti? Cosa ti ha detto?" chiese Emma mentre fece tornare il giovane alla realtà. Stava sorseggiando un frappè alla frutta.
"Sono senza forze, ti giuro" confessò Richard "Ha una voce così calda e pacata e neanche lui si rende conto di tutto quello che sta accadendo"
"Vedi? Non è uno scherzo" ammise "E come siete rimasti? Vi sentirete ancora?"
"Veramente se vuoi saperlo mi ha inviato a Londra per il prossimo week-end. Lui sarà al Waldorf Astoria per il London Queer Festival e... insomma mi vuole lì. Mi vuole conoscere. Ovviamente ha detto che posso portare anche un amico o un'amica" disse Richard guardo negli occhi Emma
"Ma tu veramente stai facendo? Cioè è la notizia più bella di questa dannatissima estate" sorrise "Gli ha detto si e che verrai insieme alla tua migliore amica?"
"Tu verrai con me ... se deciderò di andare." Ammise Richard "Gli devo dare una risposta quanto prima"
"Parlo io con i tuoi genitori se è questo il problema. Non solo andremo a Londra e per di più ospiti in un albergo di super lusso, ma andremo via da questo posto e finalmente potremo evitarci la festa della Fondazione. Con 20 pound troviamo un treno per Londra" Emma era tutta eccitata
"Non lo so è che forse il mio sogno è irraggiungibile e ... cosa dico a Ryan?" Richard cominciava ad essere dubbioso
"Doveva essere la tua estate, la nostra estate. Ryan non deve sapere nulla, è ovvio"
"Mi porterai al lato oscuro della forza, già lo so" disse Richard
"A parte che puoi sempre rifilare la scusa che il viaggio era già in programma e poi ... per come si è comportato fino a qualche giorno fa.... Non voglio rammentare in che stato emotivo sei caduto dopo quel lavoretto alla partita" ed Emma guardò l'amico dritto negli occhi "Potrebbe essere la tua occasione. Conoscere il mondo della moda e ... conoscere Jackson. Cioè potrebbe essere una persona migliore di Ryan oppure potrebbe essere uno stronzo senza pietà. Poi si tratta di due giorni. Domenica sera torneremo già in questo schifo di città"
"Ok, si. Forse hai ragione. Però ne voglio parlare con Ryan e poi ..."
"Tranquillo, se i tuoi fanno storie intervengo io. Ma ci hai parlato alla fine?"
"Lo farò oggi a pranzo. Mi voglio togliere questo dente"
"E' la scelta giusta. Si potranno pure innervosire ma capiranno che la vita è tua e spetta te a decidere" disse Emma mentre sfiorò la spalla di Richard.
"Uff e chi si aspettava tutto questo! E sono appena le 9 di mattina" ammise il giovane
"Dai che un po' ti piace questa vita piena di scelte difficili" sorrise Emma
Richard ricambiò il sorriso ma sentiva come se il suo corpo fosse in mezzo ad una tempesta. Da una parte vedeva Ryan e dall'altra Jackson. Aveva paura di ferire entrambi, anche se forse alla fine dei conti, anche lui avrebbe sofferto. Il suo cuore gli diceva che era Ryan quello giusto, mentre la sua curiosità affermava di seguire la voce calda e pacata di Jackson.
***
Non era ancora arrivato il momento di rincasare, Richard ora come ora non si sentiva in forze per affrontare una discussione in famiglia. Si sarebbero toccati molti argomenti e sicuramente la situazione sarebbe degenerata. Quindi cercò di prolungare la sua assenza e rimandare di qualche tempo il suo dramma familiare. Ora voleva soltanto far chiarezza, capire cosa fare, se la prossima settimana andare a Londra e conoscere Jackson oppure restare a Cardiff e perdersi fra gli abbracci di Ryan. Era combattuto e non sapeva perché.
I suoi pensieri lo condussero verso la piccola libreria del centro di Cardiff, nel quale Richard si rintanava piuttosto spesso. Era il suo luogo sicuro, il luogo dove poteva essere se stesso e non pensare a tutto quello che accadeva al di fuori. Emma non era con lui, anzi in libreria non entrava quasi mai, oltre ai libri di scuola, era raro che leggesse altro, quindi salutò l'amico, lasciandolo in solitudine fra pagine e pagine di libri. Si sarebbero visti comunque nel pomeriggio perché Emma, da brava amica pettegola, voleva essere aggiornata sugli sviluppi della vita di Richard. Viveva come di riflesso.
In tutto questo mentre Richard era in libreria e guardava gli scaffali dei nuovi arrivi, si domandava dove fosse Ryan. Erano passate le 10 di mattina e del ragazzo ancora nessuna traccia. "Forse sarà un dormiglione" pensò Richard mentre prese fra le mani il nuovo libro di Dan Brown "Oppure non mi vuole può vedere perché ieri sera non abbiamo fatto sesso?" La mente gli pulsava e cominciava a compiere dei voli pindarci assurdi, senza che Richard potesse fare qualcosa per fermare i pensieri. Ad un tratto fu richiamato da un rumore, una specie di suono metallico. Due volte lo avvertì. Si voltò verso la vetrina e lo vide, in tutta la sua bellezza, con quel sorriso sghembo e il cappello con la visiera rivoltata. Era Ryan che, casualmente, era di passaggio nei pressi della libreria. Per un attimo i pensieri di Richard svanirono, il sorriso di Ryan aveva questo potere. Fece per posare il libro, ma Ryan gli intimò di non uscire. Appoggiò al muro la sua sgangherata bicicletta e corse verso Richard.
"Non ti sto seguendo, giuro" e gli schioccò un bacio sulla guancia "Abito nelle vicinanze e ... subito ti ho riconosciuto" disse
"Stavo pensando di chiamare la guardia nazionale" sorrise Richard quasi estasiato
"Ho letto il messaggio, ma pensavo di farti una sorpresa allo Shooter"
"Apprezzo quella mi hai fatto ora" ammise e posò il libro sullo scaffale. Ryan lo afferrò per un braccio e stava quasi per baciare Richard
"Non qui, potrebbero vederci" gli batteva il cuore
"Ma io voglio baciarti" sorrise Ryan e cercò di raggiungere il suo scopo. Richard si divincolò dalla presa e si nascose dietro lo scaffale affondando la testa fra i libri. "Io volevo dirti una cosa" disse Richard ma fu bloccato dalle labbra di Ryan. "Hai le labbra così dolci. Non rovinare questo momento" il secondo bacio fu più intenso del primo. "Sai, ho trovato il posto giusto per la nostra prima volta" era sorridente e visibilmente eccitato "Cosa mi dovevi dire?"
"Nulla di che.. è solo che" Richard deglutì "Oggi stavo parlando con Emma, forse il prossimo fine settimana andiamo a Londra."
"E quindi?" Ryan sfiorò il volto di Richard
"Nulla, ecco ... ero indeciso se andare o meno. Ora ci sei tu e non volevo che pensassi male"
Ryan lo baciò ancora e questa volta esplorò la bocca di Richard con forza, assaporando la sua saliva e vivendo dei suoi stessi respiri. Fece scendere le dita sul suo collo, poi sul petto, senza pensare che, un cliente o il proprietario della libreria, potesse vedere cosa stesse accadendo fra i libri di Pirandello. "Sei adorabile" sussurò Ryan "Pensavi che mi potessi arrabbiare?"
"Beh, io veramente..." Richard non riusciva a parlare
"E' la tua estate, ricordi? Fate bene a sfuggire alla festa della fondazione. Io non vado da nessuna parte, se è quello che volevi sentire" sorrise Ryan ammiccando "Dovrò rendere questa settimana indimenticabile così, quando sarai a Londra con la tua amica, non farai altro che pensare a me, ai miei occhi su di te, alle mie carezze.." e la mano di Ryan scese sul fondoschiena di Richard "Voglio essere il tuo primo"
Richard tirò un sospiro di sollievo e mentre quell'indecisione che lo attanagliava si stava attenuando, sentiva chiaramente che il suo membro cominciava a risvegliarsi. Lo sentiva pulsare e vibrare vicino a quello di Ryan. Inconsapevolmente il suo spasimante gli aveva dato il permesso di andare a Londra, aveva sciolto un dubbio amletico "Allora vuol dire che devo incontrare Jackson, il destino mi sta dicendo chiaramente cosa devo fare " pensò inerme mentre sentiva la mano di Ryan farsi strada nel suo pantaloncino corto. "Ti prego fermati oppure ..."
"Non è poetico?" disse Ryan sorridendo
"Cosa? Che mi stai per scopare fra i libri di narrativa italiana? In realtà mi eccita molto questo fatto" sospirò Richard e sfiorò il membro di Ryan
"Perché avevi paura di dirmi che stavi organizzando un viaggio a Londra?" domandò mentre baciò il collo di Richard.
"Non so... non volevo che pensassi male, che volessi fuggire da te" mentì Richard
"Allora il tuo cazzo sta mentendo?"
"No, non credo..." deglutì a fatica Richard. "Vuoi che ti faccio un pompino come quella volta a scuola?"
"Mi piacerebbe ma ..." e spinse la mano di Richard vicino al suo membro ormai bagnato dall'eccitazione "Ho trovato il posto per noi, per poterti avere tutto per me per un'intera notte. Non voglio solo che me lo succhi, voglio vederti nudo, toccarti, leccarti, voglio scoparti" e Ryan lo baciò di nuovo
"Ok, allora anche questa volta dovremmo fermarci" e alle loro spalle sentirono un cliente entrare in libreria
"Sei così stretto, proprio come piace a me" Ryan quasi non voleva togliere la mano dal fondoschiena di Richard "Non ti fare problemi di questo genere, lo so che tu sei già mio, lo so che vuoi me e che forse ..."
"Cosa?" Richard voleva mollare la presa ma non riusciva a resistere
"Mi fa strano chiederlo ma ... se ti chiedessi di fare coppia fissa cosa risponderesti? È presto, lo so però dopo ieri sera, finalmente so che mi posso fidare di te"
"Mi lusinghi, Ryan" e il ragazzo tornò serio. Stava parlando di fiducia, di fare coppia fissa mentre lui, intimamente, lo stavo tradendo con un modello, con uno sconosciuto
"Non mi devi certo dare la risposta in questo momento, ma insomma, io non voglio giocare, voglio fare le cose serie"
"Anche io" ammise Richard, nonostante tutto "Ma uno step alla volta"
"Si, ovvio" e si distanziò "Ti vengo a trovare stasera? Magari mentre i tuoi dormono ci vediamo un film?" sorrise
"E il nostro appuntamento?"
"Non ti preoccupare che a tempo debito ti informerò. Ora vado che mio padre mi aspetta al supermarket" e schioccò un bacio fugace
Richard gli sorrise dolcemente, ma in cuor suo voleva urlare. Voleva accantonare l'idea di aver parlato con Jackson, di averlo conosciuto e pensare solo a Ryan, ma quella vita a cui aspirava, quel sogno che voleva realizzare, non lo dimenticava. Fra i libri di letteratura italiana giunse ad una soluzione "Mi godrò Ryan, mi godrò i momento con lui e poi... andrò a Londra. Jackson sarà una cattiva persona, sarà la persona più antipatica di questo mondo e così tornerò fra le braccia di Ryan" sembrava un invasato eppure sentiva che questa scelta era la più sensata. Senza immaginare che quel week-end a Londra cambierà, ma in peggio, la sua intera esistenza.
Continua ...
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