30
20 giugno 2022.
"E così te ne vai?" chiese una voce che avrei riconosciuto tra mille.
Giorgio.
"Purtroppo sì Gio, seguo mio fratello in ogni sua avventura calcistica. Prima sono stata a Padova, città vicina a quella in cui siamo nati io e Matteo, poi Verona, poi Bergamo e ora Cagliari. Mi dispiace Gio, mi state tutti simpatici e non vorrei abbandonarvi, soprattutto dopo una retrocessione, a parer mio dolorosa e dura da dimenticare per tutti i vostri tifosi, ma come sai bene Matteo è venuto qui solo con la formula del prestito secco. Mi sarebbe piaciuto rimanere, ma come sai Matteo per me è importantissimo. Lui per me è la mia ancora che mi tiene a galla, starei troppo male senza di lui al mio fianco, la distanza mi distruggerebbe."
Lui mi guardò, anzi, mi squadrò dalla testa ai piedi e io feci lo stesso.
Ero sicura che mi sarebbe mancato da morire, vederlo tutti i giorni ad Asseminello se non sbaglio, il nome del centro sportivo non mi era mai entrato in testa nonostante i 6 mesi passati qui, lui che mi abbracciava quando era sudato, cosa che mi faceva imbestialire, i suoi occhi che si puntavano su di me durante l'allenamento e il mister che lo riprendeva perché si distraeva di continuo, ostinato a fissarmi manco fosse un maniaco, i suoi sgaurdi che erano su di me anche quando non guardavo, ma li percepivo, sentivo che i suoi occhi, la sua attenzione, erano puntati verso di me.
Sentivo il suo sguardo bruciare su di me, percepivo che non avrebbe spostato il suo sguardo finché qualcuno non lo avesse richiamato per riprendere gli allenamenti e/o subirsi le urla del mister, sempre più incazzato con lui.
Mi sarebbe mancato il così stare bene vicino a lui. Perché il prestito non poteva essere il diritto o con l'obbligo di riscatto? Così avremo avuto la possibilità di restare qui a Cagliari, e di stare vicino a lui.
Iniziai ad avvicinarmi a lui lentamente, e Giorgio fece la stessa cosa in contemporanea.
Eravamo vicinissimi, in questo esatto momento sembrava che ci stessimo baciando con foga, che volessimo far vedere il nostro amore a tutto il mondo.
"Ora te la sentiresti di stare con me?"
La sua voce era...speranzosa.
Speranzosa che io gli dicessi di 'sì', ma in questo momento gli mentirei se gli avessi detto una cosa del genere, purtroppo non mi sentivo ancora pronta ad avere una relazione amorosa, dopo essere stata con Dimarco, che non mi aveva mai meritata.
Mi sentivo ancora troppo insicura di me stessa, di non essere abbastanza per lui.
Mi sentivo ancora inadeguata per lui; ormai pensavo sempre di non essere abbastanza per una persona fantastica come Giorgio, che mi aveva sempre rassicurata nei miei momenti 'no', nei momenti in cui stavo malissimo per colpa di Dimarco e la reazione che avevo avuto con lui.
"Vorrei stare con te, Gio. Ma non me la sento ancora di avere una relazione amorosa, soprattutto dopo quello che mi ha fatto il mio ex ragazzo. Mi aspetterai, vero? Nonostante io voglia stare veramente con te, te lo giuro" chiesi con le lacrime che iniziavano a scendere dai miei occhi.
Ormai piangevo ogni volta che mi chiedeva ciò, avevo paura di deluderlo.
Non volevo perderlo per sempre; ormai questa era diventata la mia più grande paura, il timore più grande della mia vita.
Con questa paura ci convivevo ogni giorno, pensando che prima o poi si sarebbe trovato una ragazza che lo meritasse più di me, che fosse più bella di me e che fosse anche molto famosa.
Pensavo sempre che prima o poi lui capisse che non fosse mai stato innamorato di me, e io li ci rimarrei male, molto male, sapevo già che sarebbe tirato quel vuoto incolmabile che avevo quando persi il bambino, che avrei passato le notti a piangere initerrotamente con mio fratello che mi consolava, stringendomi più forte a sè per cercare di colmare quel vuoto era tornato a tormentarmi.
"Ti aspetterò per sempre, piccola mia, lo sai pure tu cheti amo con tutto me stesso e che non potrei mai sostituirti con nessun'altra" disse per poi lasciarmi un bacio a stampo.
Quel bacio lo volevamo da tempo, però entrambi avevamo la paura di perderci l'un l'altra. Io questa paura gliela leggevo dai suoi occhi, che mi raccontavano ogni emozione che stava provando: la gioia di aver vinto una partita, la paura di perdermi come ora, la tristezza che usciva fuori quando pensava a cose negative, la dolcezza che mostrava solo con me e soprattutto l'imbarazzo di quando entrambi stavamo in silenzio per chissà quanto tempo.
Quando mi staccai mi strinsi a lui, appoggiando la mia testa sul suo petto, lui era nettamente più alto di me. Gli arrivavo a malapena al petto.
Lui era alto 1.90, io nemmeno 1.60.
In risposta al mio gesto, lui mi strinse forte i fianchi con le sue braccia, come se non volesse più lasciarmi andare, come se volesse che io rimanessi qui con lui, per sempre.
Neanche io volevo più lasciarlo, in quelle braccia mi sentivo veramente al sicuro come nessun altro.
Oltre a lui, l'unica persona che mi faceva sentire così era Matteo.
Mi aveva protetto sin da quando eravamo bambini, e per questo gli ero grata.
Non riuscivo a pensare a una vita senza mio fratello, che era la mia ancora, la mia roccia. Senza di lui non saprei che fare. Lui era una delle persone più importanti della mia vita. Forse addirittura era la più importante. Oggi non sarei qui se lui non fosse mai nato.
"Fra, non è che andresti direttamente all'auto? Dovrei parlare da solo con Giorgio, ci metto al massimo 5 minuti ok?" chiese mio fratello, spuntato da chissà dove.
Quando parlavi del diavolo..spuntavano le corna.
Doveva sempre rovianre questi momenti, ma gli volevo bene lo stesso.
Annuii e iniziai a dirigermi verso la macchina di Matteo, che era parcheggiata poco lontano da dove ero adesso.
Salutai Giorgio con un bacio sulla guancia, chissà quandolo avrei rivisto dal vivo.
Sapevo già che mi sarebbe mancato un sacco.
Più mi avvicinavo alla macchina, più mi chiedevo cosa Matteo volesse dire a Giorgio.
Matteo's pov
Arrivai con tutte le mie cose all'ingresso del centro sportivo e ritrovai mia sorella abbracciata a Giorgio.
Lui le stava stringendo i fianchi, come se non la volesse più lasciare andare, e credo che mia sorella provasse lo stesso sentimento che sentiva lui. Ne ero più che certo.
Si vedeva lontano un miglio che i due si amavano, ma conoscendo mia sorella voleva andarci piano con questa relazione, anche se era passato più di un anno e mezzo dalla rottura col suo ex ragazzo.
Odiavo il suo ex con tutto il mio cuore, per colpa sua Francesca aveva pianto ininterrottamente per settimane, forse anche per mesi, e dovevo obbligarla a mangiare, visto che non le piaceva il suo fisico.
Per colpa di ciò aveva pure perso peso, quando stava benissimo com'era prima di stare con quello stronzo.
Per colpa di Dimarco si vedeva grassa quando non lo era, non si era mai sentita abbastanza per qualcun'altro.
Nei mesi successivi alla rottura si era chiusa come un riccio, non parlava più con nessuno, a parte me e i nostri genitori.
Riuscii a farla smettere di piangere solo dopo due mesi dalla perdita del suo bambino, del mio nipotino che avrei tanto voluto conoscere.
Anche io ci ero stato molto male per questa cosa, ma non lo diedi a vedere perché non volevo far piangere mia sorella, non volevo farla stare peggio di prima, non volevo farla sentire in colpa per la perdita del bambinon quando lei non aveva mai avuto colpa del perdita del suo bimbo.
Riprese a mangiare bene dopo un mese dalla perdita del bambino, perché aveva capito che facendo così sarebbe entrata in un disturbo alimentare.
Aveva ripreso a mangiare bene perché voleva farlo per me. Mi sarei pentito amaramente se le fosse successo qualcosa, mi sarei preso la colpa di tutto, lei era il mio tutto, la mia bellissima sorellina, per cui avrei fatto di tutto, anche uccidere.
Ricordavo ancora che in quel periodo mangiava poco e nulla, al massimo faceva un pasto fatto bene un giorno la settimana.
Ogni volta che la vedevo così mi piangeva il cuore, mi si stringeva così tanto che sembrava che non lo avessi nemmeno, odiavo vedere mia sorella in quelle condizioni.
Nel primo periodo, che andava dalla rottura con Dimarco alla perdita del bambino, le ero stato accanto, facendola distrarre in ogni modo possibile e immaginabile, pur di non farla pensare al dolore che stava provando.
Le gare di formula 1 avevano aiutato un sacco, visto che entrambi seguivamo questo sport, che amavamo tantissimo.
Anche le partite di calcio aiutavano, soprattutto lei che gufava le squadre che le stavano antipatiche.
Il farla distrarre succedeva soprattutto anche nel secondo periodo, che si poteva definire dalla perdita del bambino in poi, anche se funzionava meno rispetto al primo periodo.
Il farla distrarre ha riniziato a funzionare solamente quando ce ne andammo da Verona a Bergamo, dove conoscemmo Matteo Pessina, che si vedeva da subito che ci teneva a mia sorella.
Ero sicuro che anche lui sapesse della situazione nel dettaglio, perché Francesca, quando eravamo in chiamata, ne parlava apertamente, cosa che prima con lui non faceva, soprattutto se riguardava le sue emozioni.
Piano piano aveva riniziato a dimenticare, nonostante provasse ancora molto dolore per colpa di un coglione che non la meritava.
Appoggiai le valigie che avevo sul muro per poi dirigermi verso i due piccioncini.
Dovevo parlare un attimo con Giorgio, senza mia sorella.
Dovevo dirgli una cosa importantissima.
"Fra, non è che andresti direttamente all'auto? Dovrei parlare da solo con Giorgio, ci metto al massimo 5 minuti ok?" chiesi.
Lei annuì, salutò Giorgio con un bacio sulla guancia per poi dirigersi verso la mia macchina, senza esitare.
Appena sparì dalla mia vista iniziai a parlare con Giorgio.
"So che tu e mia sorella vi amate, lo si vede da chilometri di distanza. Personalmente l'ho capito da come vi guardate, e da come me ne parla mia sorella. Però ti chiedo una cosa: non farle del male, ti prego. Te lo chiedo da fratello gemello e soprattutto da amico, mi é bastato vederla soffrire col suo ex ragazzo. Dopo la rottura con lui è stata veramente malissimo. Credo che ti abbia raccontato quello che è successo con lui. Non voglio vederla di nuovo in quello stato. Per questo ti chiedo di non tradire la sua fiducia. Ci starei male pure io a rivederla in quelle condizioni"
"Tranquillo Matte, la amo troppo per tradirla così di punto in bianco. Non so nemmeno io come mi sia innamorato di lei, forse è stato il colpo di fulmine. La amo da quando il suo sguardo si posò sul mio il primo giorno che sei venuto ad allenarti con noi. Non so nemmeno spiegare il perché la ami così tanto. Per me è veramente difficile spiegare i sentimenti che provo nei suoi confronti. Comunque sì, mi ha raccontato quello che è successo col suo ex ragazzo, l'unica cosa di cui sono certo è che quella sera si sentiva molto insicura di sè stessa quando in realtà è bellissima" replicò.
"Grazie, amico" dissi dandogli una pacca sulla spalla "Mi bastava sapere questo. Ora però devo andare perché sennò io e Francesca perdiamo il volo per Bergamo, dobbiamo giusto prendere delle cose a casa nostra per poi partire in vacanza. Ci vediamo presto, Gio" affermai più tranquillo di prima che gli parlassi.
"A presto, Matte" salutò Giorgio.
Presi le mie valigie abbandonate sul muro e iniziai a dirigermi verso la mia macchina.
Questo posto mi mancherà un sacco, avevo conosciuto un sacco di ragazzi fantastici che, sicuramente, avrei continuato a sentire nonostante non giocassimo più nella stessa squadra.
Volevo un bene dell'anima a tutti quanti, nonostante da oggi saremo stati distanti.
Grazie a loro ero riuscito ad aprire un nuovo capitolo della mia vita.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top