Argentea Brezza Lunare
Raddrizzo la schiena, sedendomi tra i fini fili d'erba smeraldini, costellati da minuscoli fiori colorati.
Il tuo sguardo, leggermente chiuso rispetto a quello degli altri, mi osserva attento. Non sembri pericoloso, semplicemente hai sul viso i segni di chi ha lottato e sofferto. Ti proteggi, mostrando l'innocenza che solo un bambino può esternare ed esprimere.
Mi allunghi una mano speranzoso, mi sorridi timido, chiedendomi implicitamente e in silenzio di non abbandonarti.
Perché, tra tutti, dovresti aver scelto proprio me? Perché non vuoi che ti lasci andare, quando là fuori ci sono così tante ragazze pronte a darti quello che ti darei io, se non di più?
Eppure continui a fissarmi, le tue iridi nere come la pece brillano di una luce nuova, piena di richiesta di affetto.
Cosa ti dice che io sarei in grado di soddisfare questa necessità? O anche solo di donarti ciò di cui senti così disperatamente il bisogno?
Mi alzo in piedi, tuttavia, senza accettare la mano che mi porgi. Il tuo sorriso vacilla, sostituito immediatamente da un'espressione di pura sorpresa. Nel frattempo che tu realizzavi le mie mosse, infatti, le mie dita hanno iniziato a sfiorarti il viso.
Sospiro, nel contempo che i raggi solari illuminano i tuoi capelli lattiginosi, come se la brezza lunare avesse trovato una sua rappresentazione concreta. Non sono, tuttavia, luminosi come un tempo: da fili di seta argentei si stanno trasformando in piccoli granelli di sabbia fine.
Ti osservo il viso, un'opera d'arte incastrata in un corpo umano. I lineamenti dolci ma, al contempo, ben definiti esprimono l'emozione di un bambino. Le labbra piene, invece, non sanno cosa fare, socchiuse come se dovessero dire qualcosa che non vuole uscire. È sorpreso, non riesce a nasconderlo.
Sorrido istintivamente, non potendo fare a meno di provare tenerezza. Sembri così piccolo che l'unico istinto è quello di abbracciarti.
Il cuore mi batte forte, uno strano calore nel basso ventre mi causa brividi in tutto il corpo, attorcigliando la bocca dello stomaco.
Vorrei allontanarti, eppure non ne sono in grado. Se solo fosse possibile, sarei fuggita. Eppure sembri avere talmente un forte bisogno del mio sostegno, che non posso negartelo.
Come mai? Per quale motivo necessiti così tanto del mio affetto? Chi sono io rispetto alle migliaia di persone che esistono?
Abbasso la mano, fissando, per quanto mi risulti difficile, il mio sguardo con il tuo. Le lacrime si accumulano alla base degli occhi, non so come faccio a resistere. Mi fai stare bene, tiri fuori le mie fragilità mostrandomi prima le tue, assicurandomi che le avresti protette tu.
Stai tentando di insegnarmi che non importa essere fragili, perché due persone così possono essere l'una la protezione dell'altro.
Ti sto mostrando le mie cicatrici perché tu stai facendo altrettanto, dimostrandomi che non devo avere paura con te, perché sei come me.
Afferro la tua mano, sperando di non doverla mai più lasciare andare. Mi sorridi, finalmente contento di aver raggiunto un obiettivo.
Sei diventato un pezzo della mia anima, cucendo il tuo posto nei momenti di maggiore debolezza o mentre non guardavo. Separarmene sarebbe come strappare via un pezzo sanguinante del mio spirito.
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