Nell'occhio del ciclone
«Brie, stiamo camminando da una vita. Si può sapere dove stiamo andando?», ruppe il silenzio Olivia, esasperata.
Non appena entrati nella radura, Brianna aveva subito assunto il comando e ci aveva ordinato di darci una mossa e metterci in marcia. Era palese che sapesse quel che faceva, senza contare il fatto che eravamo spaventati a morte, quindi avevamo ubbidito senza fare tante storie.
Venti minuti dopo, camminando così velocemente da essere quasi una corsa, ansimante e con lo stomaco stretto in una morsa d'acciaio di paura, iniziavo però a nutrire qualche dubbio. Stavamo proseguendo completamente alla cieca, la nebbia troppo fitta per potersi orientare, e cambiando continuamente direzione.
«Ovunque, e da nessuna parte. Come avrete capito, non ci sono regole qui dentro», rispose enigmatica Brianna, scandagliando con lo sguardo lo spazio intorno a lei come se potesse effettivamente vederci qualcosa.
«E come facciamo a tornare indietro?»
«Non si può. A meno che non riusciamo a trovare una porta.»
«Una porta?» Liam sembrava confuso quanto me, il che mi fece sentire un po' meno stupida.
«Sì, una stramaledettissima porta», ripeté Brianna, spazientita «Si entra e si esce tramite una porta. Non ci sono altri modi.»
«Ma stavamo dormendo le altre volte», ribattei.
«Le altre volte non contano. Non eravate veramente qui. Ma ieri notte avete aperto il passaggio e ora la porta si materializza ovunque nella realtà. Abbiamo attraversato una porta da svegli e ci siamo ritrovati qui, quindi dobbiamo semplicemente attraversarne un'altra per tornare indietro.»
«E dove la troviamo?»
«Se lo sapessi non starei girando a vuoto da mezzora, non trovi, Cenerentola?»
Incassai il colpo senza aggiungere altro. Dopotutto, era colpa mia se ci trovavamo lì.
«Le voci ti stanno dicendo qualcosa?», mi chiese Liam.
Scossi la testa. «Da quando siamo arrivati qui, nulla. Sono completamente sparite.»
«Certo che sono sparite», si intromise Brianna, fulminandomi con un'occhiata «Siamo nel loro regno, ci stanno osservando. Stanno cercando un modo per intrappolarci qui per sempre.»
«Brie, che cos'è questo posto? E come fai a sapere tutte queste cose?»
Brianna si voltò verso l'amica, le labbra contratte in una linea dura. «Non ha un vero e proprio nome. È un aldilà, un limbo e un inferno al tempo stesso. È il regno dei sogni, ma non in senso positivo. Qui dimorano tutti i desideri inespressi, tutti i sussurri malvagi, tutti i rimpianti e le amarezze, i sogni proibiti. Diventano reali, incorporei ma dotati di una volontà tale da imporsi nelle menti dei malcapitati prescelti. Ti entrano nella testa e ti scavano nell'anima fino a trovare le tue più profonde paure, pronti a trasformarli in scenari così realistici da poterli toccare. Non è un posto dove restare a lungo, se si vuole uscirne vivi.»
Il regno dei sogni. Mi sembrava di vederlo per la prima volta, ora che aveva un nome.
«Perché possiamo vederlo solo noi? Perché le voci hanno scelto me?»
«C'è una linea sottilissima tra il sonno e la morte, così sottile che si dice che alcuni, nelle fasi più profonde del sonno, riescano a sfiorare il regno degli spiriti. Ma si sa, Morte e Sonno sono fratelli, e il loro regno è lo stesso. Non sono solo i sogni a sussurrare nella tua testa, Maggie. C'è morte qui, così tanta da averne paura, ma non può toccarci, se non glielo permettiamo. Può solo sussurrare nelle nostre menti, farci vedere cose che non sono reali, e sta a noi capire che si tratta di un'illusione. Hanno scelto te, Maggie, perché Morte e Sonno non accettano chi si sottrae al loro dominio. Il Sonno non può chiamarti a sé come tutti gli altri, quindi è intervenuta la Morte, che opera mentre siamo svegli, e ti ha portato via tuo papà, la persona a cui tenevi di più. Il dolore ti ha indebolito la mente e ha permesso alle voci di insinuarsi dentro di te anche da sveglia, dove normalmente il Sonno non potrebbe operare. Ti hanno chiamata a sé, qui, dove sei interamente sotto il loro controllo. Ma da sola non avresti mai potuto farcela, perché servono tre elementi per ottenere l'accesso: una proiezione, un accesso e una chiave. Liam è la proiezione, il luogo stesso, che ha assunto le sembianze di una radura. Olivia è l'accesso, la porta che conduce al cuore del regno. E tu sei la chiave. La Morte è stata astuta, vi ha uniti e ingannati, cambiando voce per convincerti a fidarti di lei e farti aprire la porta. Ma sicuramente non si aspettava che riuscissimo ad arrivare qui tutti insieme allo stesso tempo. Possono controllare una sola persona alla volta, il che significa che in questo momento abbiamo noi il vantaggio. Dobbiamo solo capire come sfruttarlo a nostro favore.»
Cosa... cosa significava? Non aveva nessun senso.
«Brianna, io... non ti seguo. Mi parli di questo posto come se già sapessi che cos'è, ma io non lo so. Non so niente.»
Mi squadrò, l'espressione un misto tra il compassionevole e l'incuriosito. «Davvero non lo sai? Tutti questi anni a sentire le voci e trovarti qui ogni notte e non hai mai chiesto nulla?»
Mi sentii arrossire d'imbarazzo. «Ho provato a chiedere, ma alle voci non piacevano le mie domande. Cercavano di farmi dimenticare tutto quello che non volevano sapessi.»
Schioccò la lingua, irritata. «Beh, questa è una bella seccatura. Vi direi di continuare a muoverci per evitare pericoli, ma è inutile vagare alla cieca e in movimento non siamo più al sicuro che fermi. Quindi... d'accordo, toccherà a me spiegarvi tutto» Si accomodò a terra, a gambe incrociate, e ci fece segno di imitarla «Partiamo dal presupposto che questo posto non esiste, okay? So che molto di quello che sto per dire sembrerà assurdo, ma fatemi la gentilezza di non interrompermi, altrimenti poi perdo il filo del discorso e se non capite sono affari vostri. Bene, quindi, come stavo dicendo, questo posto nella realtà non esiste. Una persona normale vive la propria vita, ogni notte va a dormire e alla fine muore. Si sa, no? Di notte il Sonno la chiama a sé e, anche se nessuno lo vede, la porta qui, nel suo regno. Ogni persona lascia qui qualcosa di sé: un pensiero, un desiderio, un'idea. Alla fine della propria vita, il Sonno la scorta attraverso questa radura per accompagnarla dalla Morte sua sorella. Se però quello che tale persona ha inconsciamente lasciato qui mentre dormiva è una parte fondamentale del proprio essere, la Morte non può accompagnarla oltre e deve lasciarla qui, nel regno che Morte e Sonno condividono, per sempre. Ed è così che hanno origine le voci.»
Un brivido mi percorse la spina dorsale. «Stai dicendo che i sussurri nella mia testa sono... morti?»
«Non necessariamente, no. Alcuni sicuramente sì, altri sono semplici pensieri abbandonati che con il tempo e unendosi ad altri hanno assunto volontà propria. Non tutti restano bloccati qui, anzi, la maggior parte delle persone va avanti. Ma, come dicevo, quando qualcuno dormendo lascia qui una parte importante della propria vita, è molto probabile che resti qui per sempre. Una sorta di conto in sospeso, insomma. In ogni caso, né la Morte né il Sonno possono determinare quanto succede in questo regno: condividendolo, nessuno dei due può governare e quindi è comandato dalle voci stesse. Per questo motivo, hanno raggiunto un accordo: avrebbero scelto insieme una persona nel regno dei vivi che si sarebbe sottratta a entrambe e avrebbe regnato qui, sulle voci. Questa persona avrebbe avuto difficoltà a dormire e sarebbe stata immune alla morte, se avesse accettato questo patto. E per accettare sarebbe stato sufficiente che aprisse di propria iniziativa la porta del regno.»
Sbattei le palpebre una, due, tre volte. Avevo la fronte imperlata di sudore e le unghie conficcate così forte nei palmi da creare dieci piccole mezzelune di sangue. La mia mente era libera, silenziosa, i pensieri che si rincorrevano e si scontravano e rimbalzavano l'uno sull'altro. Non poteva essere vero. Nulla di quanto stava dicendo Brianna poteva essere vero.
«Io... hanno scelto me per regnare qui?»
Annuì con espressione grave. «La verità è che avevano scelto tuo papà, ma le sue, come dire, scelte di vita, hanno fatto arrabbiare la Morte e il Sonno, che se la sono quindi presa con te. Lui si è sottratto al loro dominio, e si sono vendicati di lui tramite te. Sei tu la prescelta. Grazie all'aiuto di Liam e Olivia hai aperto la porta. Sei ufficialmente la regina del Regno dei Sogni.»
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