Benvenuta, ragazza nuova

L'anta del mio armadietto sbatté con forza, facendomi sobbalzare.

Mi voltai, il cuore che ancora mi batteva a mille, ritrovandomi di fronte gli amici di Olivia e Liam, Brianna e Joey. Lei aveva le braccia incrociate e un'espressione corrucciata ad incupirle il viso, messo in risalto da due orecchini neri pendenti e un piercing al naso.

«Ciao», li salutai timidamente.

«Ciao, ragazza nuova», ricambiò Joey con un sorriso.

Perlomeno, lui cercava di essere amichevole. Brianna, invece, mi fissava come se avesse voluto darmi fuoco.

Ma che ci facevano qui, perché erano venuti da me? Non ci eravamo mai parlati direttamente, io ero troppo timida per farlo e loro evidentemente non erano interessati ad ampliare la loro cerchia di amicizie, quindi perché farlo ora? E perché diavolo nessuno diceva niente?

«Non capisco proprio, ragazza nuova. Non capisco proprio cosa ci sia di interessante in te», sbottò infine, squadrandomi dall'alto al basso. Era alta quasi quanto Joey, superandomi di dieci centimetri buoni, e non so se fosse per il suo atteggiamento aggressivo, ma tutto in lei mi diceva di starmene per i fatti miei e non metterle i bastoni fra le ruote.

Ma non avevo fatto niente. Non le avevo neanche mai rivolto la parola.

«Scusami?» Da quando ero diventata una persona interessante? L'esatto contrario, casomai. Pazza, avrebbero detto altri. Ma interessante proprio no.

«Mi hai sentita benissimo, Cenerentola. Con me non attacca, quindi puoi pure smetterla di giocare a fare la santarellina.»

Spostai lo sguardo da lei all'amico un paio di volte, ma lui fissava il pavimento cercando di trattenere un sorriso.

«Non... ti seguo.»

Si avvicinò di un passo, le punte dei suoi anfibi che sfioravano le mie Adidas consumate.

«Non penso tu sia quello che sembri. Agli occhi di tutti sei la povera ragazza nuova che ha tristemente perso il papà quest'estate. Sei ancora in lutto, quindi ci sta che tu sia così svampita e trasandata. Ti verrà perdonato tutto, per un po', e risulterai interessante, per un po'. Ma tutta questa sceneggiata non può reggere a lungo. Presto inizieranno a rendersi conto che sei strana, perché, cazzo, sei strana davvero. Vivi in un mondo tutto tuo, non parli mai con nessuno e ti sei vista allo specchio, di recente? Fai pietà. Ma la pietà non ti porterà da nessuna parte, tesoro.»

Ti sta minacciando. Non farle vedere che hai paura.

Non ho paura.

Bugiarda.

«Brianna, giusto?» Alzai il mento più che potevo, cercando di risultare più spavalda di quanto fossi in realtà «Non ho chiesto io di venire in questa schifo di città. Non ho di certo chiesto la pietà di nessuno e, tantomeno, mi sembra di aver chiesto la tua opinione.»

Joey non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, mentre le guance di Brianna arrossivano violentemente.

«Finalmente qualcuno che ti tenga testa, Brie», sghignazzò il suo amico, dandole una gomitata sul fianco «Perdonala, Maggie, è solo gelosa.»

Gelosa? E di che cosa?

Lei non si scompose, nonostante il volto in fiamme. «Scoprirai molto presto, Cenerentola, che l'interesse delle persone cambia molto in fretta. Ora sei il giocattolino rotto che tutti vorrebbero aggiustare, ma presto si accorgeranno che certe cose vanno semplicemente... buttate. E c'è qualcosa di profondamente danneggiato in te, qualcosa di marcio, dentro. Io lo vedo. Questo non è il tuo posto.»

Ha ragione. Sei rotta.

Non ero rotta.

«E cosa hai intenzione di fare? Cacciarmi, forse?»

Non tirare troppo la corda.

Il lampo di rabbia che le attraversò gli occhi scuri mi fece temere per la mia incolumità.

«No. Non ce ne sarà bisogno. Te ne andrai da sola, quando ti deciderai ad aprire gli occhi.» Si voltò e si incamminò lungo il corridoio a passo svelto, senza mai voltarsi indietro.

Cosa significava? Cosa voleva dire che dovevo aprire gli occhi?

Apri gli occhi.

Fermati, te lo meriti.

Apri gli occhi!

«Maggie?»

Spalancai gli occhi, che non mi ero resa conto di aver chiuso, e sbattei le palpebre un paio di volte, cercando di mettere a fuoco Joey, ancora in piedi di fronte a me che mi guardava come se stessi per svenire da un momento all'altro.

Le voci... le avevo sentite veramente o erano solo un ricordo? Le avevo forse sentite in sogno?

Presente e passato si mescolavano a formare un tempo indefinito, un limbo in cui realtà e sogno si fondevano a creare un tutt'uno, un regno a colori in cui governava la pazzia. Un solo passo sbagliato, uno solo, e avrei rischiato di perdere tutto.

«Maggie? Sei pallidissima, sei sicura di stare bene?» Si abbassò alla mia altezza, lo sguardo inchiodato al mio.

Apri gli occhi, Maggie, è tutto davanti a te. Devi solo guardare un po' più in là.

In là, dove? Cosa, esattamente, dovevo guardare? Cosa c'era da vedere?

Tutto, se solo non fossi così stupida.

Non sono stupida.

«Sto bene», risposi, prendendo un bel respiro profondo «Cos'era di preciso tutto questo?», gli chiesi, indicando con un vago gesto della mano lo spazio occupato poco prima da Brianna.

Si strinse nelle spalle. «Brie è così, quando è gelosa. Va subito all'attacco, è come un toro davanti a una bandiera rossa.»

«Gelosa di cosa? Che ho fatto?»

Si spostò una ciocca scura che gli era caduta davanti agli occhi. «Nulla, ancora.»

«Puoi essere un po' più chiaro, per favore?», sbottai. Perché nessuno diceva le cose andando dritto al punto? Perché dovevano girarci intorno e parlare per enigmi?

«È innamorata di Liam da tre anni, anche se non lo ammetterà mai. E, beh, tu sei una minaccia.»

«Una minaccia? Io?», mi lasciai sfuggire, incredula. Nessuno mi aveva mai considerata tale, prima. O meglio, nessuno mi aveva mai considerata e basta. Per Liam, poi? Eravamo amici, ma ero in città da neanche due settimane, in che modo avrei potuto portarglielo via?

«E Olivia è sempre stata la sua migliore amica, e ora stai per portarglieli via entrambi.»

«Ma di che stai parlando?»

Inarcò un sopracciglio. «Sei forse cieca? È da quando sei arrivata che ti ronzano sempre attorno e quando non ci sei non fanno altro che parlare di te.»

Mi sentii impallidire. «Parlano di me... come?»

Joey si strinse nelle spalle, appoggiandosi distrattamente al mio armadietto. «Non lo so, non ne parlano davanti a noi. Sono sempre a bisbigliare tra di loro, ma se proviamo a fare qualche domanda cambiano discorso. E chiedono di te in continuazione. È per questo che Brie ha reagito così, le stai portando via due persone a lei molto care.»

Bisbigliavano tra loro? Parlavano forse della radura, stavano forse cercando di trovare un modo per tornarci? Da quel giorno in cui avevo raccontato loro la verità ne avevamo discusso ancora, cercando di venirne a capo, ma alla fine c'eravamo arresi, decidendo di vedere cosa sarebbe successo. A quanto pareva, però, loro stavano ancora cercando di trovare una soluzione.

«Io non sto portando via proprio niente a nessuno.»

«Sì, beh, ho provato a dirglielo, ma è abbastanza difficile farla ragionare. Pensa che tu sia pazza, o che tu stia nascondendo qualcosa. Ne è sicura.»

E aveva ragione. Ci aveva visto molto meglio di tutti gli altri.

«E...», si grattò il mento, a disagio «Non ascoltarla. Non sei rotta. E sinceramente anch'io ti trovo interessante», concluse, facendomi l'occhiolino «Ci vediamo!» Si mise le mani nelle tasche della giacca e si allontanò nella stessa direzione di Brianna.

Non ascoltarla. Non sei rotta.

Sei rotta. Non sarai mai normale.

Apri gli occhi è tutto davanti a te.

Cosa c'è da vedere?

Tutto, se solo non fossi così stupida.

Apri gli occhi.

Apri gli occhi.

Apriliapriliaprili.

Mi tappai le orecchie, cercando di metterle a tacere, di farle stare zitte, solo per un minuto. Volevo solo un po' di silenzio.

Non possiamo andarcene. Noi siamo te.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top